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Messaggi del 11/01/2024

Rappresentazioni e teatrini giallo e blu.

Post n°2960 pubblicato il 11 Gennaio 2024 da fedechiara
 

08 gennaio 2023
Rappresentatevi la vostra guerra. Quella che più vi piace, quella dove volete che vincano i vostri campioni. Mandate comunicati-stampa alle televisioni di tutto il mondo, istituite postazioni giornalistiche verso le quali indirizzare i moltissimi 'reporters' immaginari provenienti da tutti i paesi satelliti della Nato e sciorinate le vostre cifre e allestite i teatrini bellici dove far giungere gli 'inviati' che documentano gli 'orrori' del nemico e la sfilata dei cadaveri e l'immancabile commissione internazionale per i crimini di guerra – che saranno perseguiti chissà quando, dove, e da chi.
Norimberga 2/3/4/5, fate voi la cifra, secondo il tasso di indignazione e rabbia.
Non lesinate sulle cifre delle vittime civili e sugli aggettivi, è tutto gratis, si bevono tutto e tutto trasmettono in video e in voce in Occidente di questa 'drole de guerre' virtuale dove Kiev dice 400 morti e Mosca risponde 89, poco citata, in verità, e giusto per il famigerato 'dovere di cronaca'. Chi offre di più?
Va da sé – dal momento che si parla di una guerra con un nemico potente - che la risposta a quella (supposta) strage di parte ucraina avrebbe avuto una risposta forte e a breve, perciò oggi Mosca rilancia: 600 soldati ucraini morti, ma Kiev declina e si limita ad uno sprezzante 'fake news'.
Mancano all'appello gli 'scemi di guerra', ma non se ne sente la mancanza.
Però è vero che abbiamo un po' tutti, perfino i filo ucraini più sfegatati, l'impressione che non ci siano veri campi di battaglia e soldati veri e cannoni e missili e tutto l'ambaradan che conosciamo, bensì mille postazioni giornalistiche occidentali con i soldatini di piombo spostati da Kerson a Bakhmut.
La più fornita e meglio organizzata è quella dove siede Zelenksy in maglietta felpata, che ha a disposizione un vero e proprio studio televisivo e cameramen adoranti che lo seguono in tutti i suoi spostamenti - e le sue parole sono Verbo e Vangelo non solo per i suoi connazionali, bensì per tutti noi filo Nato e filo armamenti (lo siamo?) dei paesi satelliti al gran sole degli Usa.
Una stella fissa che ci invia i raggi diurni della sua santa e sfolgorante luce occidentale ed in cambio dell'obbedienza cieca ci invia le navi cariche di gas liquefatto a costo oro - che sostituisce quello, pressoché gratuito, che avevamo dalla Russia.
Fatevi la vostra guerra e date(ci) i numeri. Viviamo in una società liquida dove l'informazione è gassosa. Ossigeno puro. Non inalatene troppo e tutto in una volta. Ubriaca e la vista vi si annebbia in giallo e blu, i colori della vittoria. In alto le bandiere.
(...)
"Viene accreditato soltanto un pensiero dominante e chi non la pensa in quel modo viene bollato come amico di Putin e quindi, in qualche modo, di essere corresponsabile dei massacri in Ucraina. Ma non è così. Dobbiamo renderci conto che la guerra muove interessi inconfessabili che si evita di rivelare al grande pubblico. La propaganda ha una sola vittima: il giornalismo". (...) a me non frega nulla di Putin: sono preoccupato da giornalista, perché questa guerra sta distruggendo il giornalismo. Nel 1993 raccontai la battaglia del pastificio di Mogadiscio, in cui tre militari italiani in missione furono uccisi dalle milizie somale: il giorno dopo sono andato a parlare con quei miliziani e mi sono fatto spiegare perché, cosa volevano ottenere. E il Corriere ha pubblicato quell’intervista. Oggi sarebbe impossibile“. Estrapolazione dall'articolo citato.https://www.msn.com/.../ucraina-lettera-di.../ar-AA164t4q...
MSN.COM
Ucraina, lettera di 10 giornalisti ex corrispondenti di guerra contro la propaganda dei nostri media sulla guerra
Cosa sta succedendo al di là del fiume Dnipro?

 
 
 

L'anno della morte di Europa.

Post n°2959 pubblicato il 11 Gennaio 2024 da fedechiara
 

Le parole tra noi leggere. - 11 gennaio 2015

Rimbalzano su Facebook i mille diversi pareri e distinguo sui fatti e i morti per mano assassina di Parigi - alcuni sicuramente interessanti, altri che fanno sorridere - ma risalta specialmente il tormentone dell' 'islamofobia' - che ci sia ciascun lo dice, cosa sia nessun lo sa. Le parole tra noi leggere.
E' l'ennesima parola cretina, in verità, della sempre clamorosa querelle giornalistica che fa il pari, per rigonfiamento di vuoto, col famigerato 'giustizialismo' dell'era berlusconiana: arma di distrazione di massa lanciata e sostenuta lancia in resta dai giornali di famiglia quale fumo di sbarramento contro il ben più corposo fumus persecutionis dei cento processi del loro padrone e re di denari.
Che siamo tutti 'charlie' lo si capisce bene dalla lettura dei giornali e per le foto che mostrano i cadaveri distesi a terra dei redattori e vignettisti e quelli dei poliziotti/e (siamo tutti Ahmed) e quelli degli ostaggi di fede giudaica (siamo tutti ebrei) uccisi dalla mano assassina dei tre pazzi e fanatici assassini aderenti ai proclami bellicosi dello Stato Islamico (Isis o Califfato e Al Qaeda, ma chissenefrega dei distinguo delle fazioni e sotto-fazioni del club internazionale degli imbecilli fanatici).
E che la risposta della polizia sia stata buona e giusta e i tre assassini siano caduti sotto i colpi delle pallottole, dopo l'inseguimento e l'assedio, tutti lo 'condividiamo' o dovremmo condividerlo con milioni di 'mi piace'. Mors tua vita mea - mai espressione lapidaria fu più cogente come in questo caso e nei prossimi a cui, ahinoi, dovremo assistere nel corso di questa strana guerra 'di religione' o 'di civiltà' che ha aperto il terzo millennio del Medioevo di ritorno che viviamo.
E scendono in piazza quelli dell' 'islam moderato' - moltitudine fino a ieri silente che subiva silenziosamente e pavidamente l'onta dei 'fratelli che sbagliano': i fanatici e gli assassini usciti dalle viscere delle loro madri e le loro famiglie incolpevoli, ma, forse, portatrici sane del virus dell'islamismo violento. Fanatici che aspirano alla 'sharia in Europa' e la cancellazione dei valori e comportamenti occidentali (Boko Aram) e le nostre donne emancipatissime adornate col velo islamico - magari gli dona, vedremo.
E l'islamofobia non è la paura dell'islam e delle sotto-fazioni e sette sciite, wahabite, sunnnite e chi più ne ha più ne metta. E' piuttosto, tradotto in lingua comprensibile e sensata, il fastidio e l'incazzatura per l'avere importato senza un minimo di contrasto e 'governo' dei flussi migratori tutte le dinamiche conseguenti di morte e conflitti e 'boko aram'.
E, francamente, non ce ne poteva importare di meno di costoro e delle loro querelle medievali e conflitti tribali - e il maledetto 'globalismo' ha già fatto i danni economici che conosciamo, a causa della lunga crisi che ci affanna; e i costi economici e sociali delle mille immigrazioni di un mondo 'rotto' - da trent'anni a questa parte – ancora li paghiamo/remo con i tagli alla spesa pubblica e i sempre più asfittici trasferimenti dello Stato alle comunità locali per i loro bisogni primari.
E continuano a dirci 'islamofobi' se ci sale l'incazzatura per i morti sulle strade di quei fanatici assassini - tu vedi la insolente persistenza nel vacuo mondo di internet della parole leggere, pardon: cretine.

 
 
 
 
 

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