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« Scemi di guerra.Si, viaggiare. »

Vae victis.

Post n°3123 pubblicato il 10 Aprile 2024 da fedechiara
 

Vae victis. L'analisi.

Quando, nei giorni seguenti al massacro di uomini, donne e bambini da parte degli orchi assassini di Hamas, si contarono i dispersi e presero nome di 'ostaggi', subito pensai che erano spacciati, morti che camminano nei tunnels della orrenda prigionia, torturati nella lunghissima detenzione fino al momento della morte auspicata, attesa come una liberazione dalla sofferenza.
Così non la pensano – non lo vogliono pensare – i familiari e gli amici di quei morituri. E lottano con le unghie e con i denti e manifestano ogni giorno che dio manda in Terra perché il governo di Netanyau e i vertici militari cedano alle folli richieste di Hamas.
Richieste che pretendono di imporre lo stop alla guerra e la liberazione dei loro tagliagole all'ergastolo in Israele con il ricatto odioso della liberazione degli ostaggi – e non vogliono dire apertamente il numero dei sopravvissuti alla prigionia per tema che si riveli il numero dei già morti.
E i militari israeliani fanno il dovere loro di istituto di cercarli, i pochi ostaggi sopravvissuti, e di stanare i loro carcerieri fuori dai tunnels e di giustiziarli in gran numero, tutti, se possibile, come da esplicito programma dell'azione militare intrapresa a Gaza e, domani, a Rafah.
E non c'è remissione possibile, considerate le premesse dell'orrendo massacro del 7 di ottobre 2023, non c'è pace che tenga se non alla fine dell'azione di repulisti di ogni e tutti gli orchi assassini, il loro capo in testa e fino all'ultimo coscritto, pena il ricominciare tutto da capo: gli arruolamenti, da parte di Hamas, dei civili incattiviti per l'azione militare di Israele, il ripristino dei tunnels e il programma politico esplicito di sempre: di uccidere ogni e tutti gli ebrei e di cacciarli dal loro territorio, la pretesa 'Palestina'.
E le richieste parallele e velleitarie che vengono dalle manifestazioni 'propal' in Occidente restano chiuse nella loro improbabilità pratica, nell'astrattezza della sineddoche che le dice vane: scambiare la parte per il tutto. Pretendere che Israele si fermi senza che l'azione militare punitiva abbia realizzato il suo obiettivo di eradicare chirurgicamente Hamas e tutte le altre fazioni combattenti dalla Striscia.
Se lo facesse il governo di Natanyau cadrebbe all'istante, ma dubito che al suo posto andrebbero improbabili negoziatori succubi della diplomazia opportunistica di un Biden sotto schiaffo di elezioni prossime venture.
Oltre il 75 per cento degli israeliani condivide l'azione militare del suo esercito e l'obbiettivo suo primario di cancellare Hamas dalla faccia della Terra. Vae victis.
Gaza, Hamas: parole Netanyahu su Rafah inficiano i negoziati
CORRIERE.IT
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Commenti al Post:
aracnoid.999
aracnoid.999 il 11/04/24 alle 16:31 via WEB
La chiusa di questo post è una sacrosanta verità. Biden dopo il disastro compiuto in Afghanistan, criticato anche dagli stessi democratici, vuole fermare lo scontro a Gaza senza che vi sia certezza sulla liberazione di tutti gli ostaggi israeliani. Tra l'altro credo che alcuni ostaggi hamas li abbia ceduti ad altri gruppi terroristci medio orientali. In contropartita hamas vorrebbe liberi tutti i prigionieri liberi, compresi i più pericolosi, quelli che marciscono nelle galere israeliane da qualche decennio. E' ovvio che la morte di tanti palestinesi crea molti dissidi in occidente, ma pensare che Israele accetti quello scambio non è nelle più semplici possibilità di attuazione. Andranno avanti gli israeliani più a rilento ma non mollerannno "l'osso" proprio ora. Neanche con possibili interventi dell'Iran che, se dovesse entrare nel conflitto, non avrebbe possibilità di successo. La preparazzione e l'armamento dell'esercito israeliano, fra i migliori al mondo, respingerebbe i reparti di elite iraniani con minime perdite. Se poi dovesse venire in mente a qualche ayatollah di "Dio" di usare l'atomica, se l'hanno, la risposta di Israele sarebbe terribile. L'Iran sarebbe spazzato via dal vento atomico con buona pace di Allah il grande. Non credo neanche che reagiranno al colpo ricevuto in Siria dagli israeliani. Non contano tanto i numeri di un esercito quanto la preparazione e i mezzi usati. Israele ha uno dei migliori eserciti al mondo e, visto dov'è collocato orograficamente, non ha molte altre scelte.
 
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