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Messaggi del 03/01/2024

Poesia retrò con retrogusto amaro.

Post n°2947 pubblicato il 03 Gennaio 2024 da fedechiara
 

Storie di ieri. 03 gennaio 2021

La storia, è ben vero, è importante. E' il filo conduttore, l'insieme del puzzle che si va a comporre, ma ci sono films dove sono i tocchi di colore a farla da padrone, una tela impressionistica che ruba la scena alla trama e ti incanta.
E' il 1950, avevo un anno e non potevo immaginare in che mondo fossi capitato – e il solo ricordo che ne ho è di una stanza buia e voci che venivano dalla cucina e l'improvviso scoppio del mio pianto per quel buio che somigliava alla prigione dell'amnio.
Ma appartenevo a una generazione fortunata (non lo sapevo): i 'boomers', li dicono oggi, quelli del lavoro fisso e della scala sociale aperta verso l'alto e del 'boom' economico della motorizzazione di massa guidata dalla Fiat - e nessuna Greta all'orizzonte a far da Savonarola ingrugnita per i maledetti fumi degli scarichi e le polveri sottili e i tunnel autostradali che sventravano i monti dell'Appennino.
E, nel film, il protagonista agisce sotto la molla di un bacio innocente di una 'signora' – le classi sociali allora erano importanti - che scaturiva dall'emozione della guerra annunciata; e su quel bacio equivoco si regge tutta l'impalcatura della storia: di una villa in rovina che rifiorisce per una 'Festa di laurea' (Pupi Avati) che ci sarà, ma sarà un disastro.
E i 'signori' invitati alla festa sono professori e avvocati, facce e puzze sotto al naso sempre riconoscibili, redivivi dopo la parentesi bellica che li aveva cancellati dalle cronache in cui i protagonisti assoluti erano i generali delle battaglie perdute e i fanti delle trincee – e i 'partigiani' in montagna: sotto categoria di combattenti di una Italia divisa e lacerata dalla scelta obbligata di 'voltar gabbana' e abbandonare il tedesco e allearsi con l'americano sbarcato ad Anzio.
Salire in corsa sul carro del vincitore: una ginnastica che ci riesce sempre piuttosto bene.
Ma sono i dialoghi e gli ammiccamenti e le ritrosie e gli ardimenti degli adolescenti, nel film, che ci restituiscono il colore dell'epoca – e, in fin dei conti, è l'amore questo sconosciuto che regge la trama. L'amore sciocco del protagonista che si illude che un bacio sia una 'scala alla Fattrice', la 'signora' che lo deride e dice 'roba da matti' l'amore che lo consuma e obnubila l'insormontabile appartenenza di classe e quello sfilacciato dei figli che respirano già aria di licenza e sono sfrontati e cattivi – come la festeggiata che si spoglia davanti al ragazzo un po' scemo, giusto per riderne a sua volta e dileggiarlo con le sue compagne.
Da vedere e goderne. Poesia retrò con retrogusto amaro.

 
 
 

Sarà tre volte Natale.

Post n°2946 pubblicato il 03 Gennaio 2024 da fedechiara
 

Sarà tre volte Natale.
'Era come un tappeto di bossoli', dice l'intervistata all'inviato di rainews24. Che è come dire una guerra, un teatro di guerra: di gente armata e impunita che festeggia l'anno nuovo con i colpi in aria e i 'proiettili vaganti' che spezzano vite a caso: 'Ndo cojo cojo, viva l'anno nuovo.'
E vien da pensare che la voglia di guerra non è mai morta – neanche nella nostra comunità nazionale che nella Costituzione ha voluto scrivere – puro esorcismo di facciata - che 'L'Italia ripudia la guerra come risoluzione dei conflitti.', ma, curiosamente, l'industria nazionale delle armi gode di ottima salute ed esportiamo tonnellate di armi in Ucraina (gratuitamente) per far contento lo Stranamore d'Oltreatlantico Biden-il-sonnolento, capo dell'apparato militar-industriale più produttivo di armi sofisticatissime e micidiali sul pianeta Terra.
E l'anno che è venuto ha già marcato il suo segno distintivo che è quello dei missili e dei droni e delle bombe che distruggono Gaza e che, giusto ieri, hanno messo fine all'ipotesi di una nuova trattativa sugli ostaggi israeliani per via di un radicale repulisti di capi-Hamas stecchiti nel loro ufficio di Beirut. Vendetta tremenda vendetta – alla quale seguiranno altre bombe ed altri repulisti in quella guerra all'ultimo uomo e donna e bambino che si combatte nella terra che ha dato il Natale al Salvatore.
Salvare cosa, di grazia? Chiediamolo a Francesco che ogni giorno ci consegna le sue lamentose geremiadi che lasciano il tempo e i teatri di guerra che trovano.
Buon resto dell'anno, cari. A luglio ci ritroviamo su questi schermi per l'aggiornamento di mezza estate. Vedi mai che i miracoli della pace che si impetra succedano davvero e le preghiere innalzate al Cielo trovino udienza effettiva una buona volta.
Sarà tre volte Natale?

 
 
 
 
 

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