Creato da fedechiara il 14/11/2014
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Il commento in prima.

Post n°3075 pubblicato il 18 Marzo 2024 da fedechiara
 

Commenti in prima. 18 marzo 2022

Egregia P. F.,
cito sempre la cifra totale dei morti nella guerra del Donbass perché è 'impressionante' - e molte fonti dicono che è una stima al ribasso. Non la tedio con dei link che lo comprovano poiché temo che lei indossi, come tanti in questi giorni di osanna all'Ucraina resistente, la maglietta blu e gialla da centravanti. Non avrei avuto difficoltà a dividere i morti per fazione combattente - Wikipedia ha una ricca pagina dettagliata in proposito per chi ama attribuire colpe ai russi o agli ucraini e vestire la maglietta dell'una o dell'altra squadra - ma mi rifiuto di farlo perché è la cifra totale della follia bellica che mi sconvolge. E mi chiedo, oggi come allora, se una maggiore lungimiranza e prudenza e buonsenso dei governanti ucraini, nessuno escluso, avrebbe potuto arginare quella guerra e condurla dentro ai binari di una trattativa di pace che avrebbe disinnescato la miccia della presente guerra. E' più fazioso, mi creda, dividere i morti (ed è oltremodo arduo citare le fonti e dirle super partes) di qua e di là dell'orizzonte bellico che li ha contrassegnati nelle bare di pertinenza piuttosto di indicare la necessità di una trattativa di pace che prenda in considerazione le buone ragioni dell'avversario e del 'nemico'. Perché la pace, tutte le paci, si fa con il nemico che ti ha mosso guerra - dopo averla subita (o credere di averla subita, ma la soggettività del suo giudizio non cambia i termini della questione). La guerra è la continuazione della politica con altri mezzi. Si torni alla politica e si smetta la guerra. Magari si dica a gran voce ai maggiorenti della Nato e ai leaders dei paesi europei (l'America no, in America si gioca al dottor Stranamore e al dito sul pulsante rosso) che mettano sul piatto della trattativa l'offerta di un arretramento della cintura d'assedio alla Russia che hanno stretto nei paesi ex Urss nel corso degli ultimi decenni, ma si smetta la logica del 'nemico' russo a prescindere. Una nuova, luminosa epoca di pace è possibile considerando le ragioni della Russia con altrettanta attenzione quanto quella che si riserva all'Ucraina.
Nessuna descrizione della foto disponibile.

 
 
 

Elementi comparativi carenti.

Post n°3074 pubblicato il 18 Marzo 2024 da fedechiara
 

Democrazie e catastrofi. - 17 marzo 2016

Non abbiamo elementi comparativi per dire se l'Egitto di Al sisi sarebbe meglio governato da una ipotetica (e improbabile) democrazia di stampo europeo. Sappiamo però che quel paese-polveriera fu scosso dalle fondamenta dalla sua 'primavera araba' - e che il presente dittatore ci salvò, salvò l'Europa, da un regime di 'fratelli musulmani' che avrebbe esteso il disordine libico e siriano nel bacino mediterraneo - come egli stesso ci ricorda nell'intervista che ha concesso a 'la Repubblica' qualche giorno fa.
E sappiamo quali abominevoli episodi di violenza siano avvenuti nella piazza Tahrir a danno di malcapitate giornaliste nel corso dei disordini di piazza di allora – venuti a galla nelle cronache giornalistiche solo dopo gli episodi di violenza e i tentativi di stupro accaduti a Capodanno a Colonia e in altre grandi città europee - che hanno scosso la nostra sensibilità di occidentali e mutato radicalmente gli umori dell'opinione pubblica nei confronti dell'immigrazione selvaggia e senza limiti e confini.
E che il 'lavoro sporco' di contenimento e argine e prima scrematura dell'immigrazione selvaggia e senza limiti che viene dalla Siria e dall'Irak e dall'Afganistan lo sappia fare, con la necessaria 'autorevolezza', solo la Turchia dell'autocrate Erdogan la dice lunga sulla incapacità delle democrazie europee di gestire la catastrofe umanitaria che le affligge per il troppo 'buonismo' di frontiere aperte (accordi di Schengen) e i generosissimi trattati sull'accoglienza dei profughi sottoscritti in anni in cui il mondo mediorientale e africano non si era ancora rotto e le sue schegge scagliate a milioni di individui 'richiedenti asilo' nell'Europa dall'economia fragilissima e prossima al collasso, se non si riuscirà a chiudere le metaforiche stalle mediorientali e africane.
E anche la Russia di Putin ci ha raccontato, negli ultimi decenni, di un percorso circolare di restaurazione dittatoriale dell'ordine, dopo il gravissimo disordine seguito al crollo dell'Unione sovietica e il muro di Berlino. Una dittatura, quella russa, che perdura e raccoglie consensi e ci dice che nessuna democrazia è capace di governare fenomeni epocali di scatenamento di masse di milioni di individui - e la chiusura delle frontiere dei paesi europei che faticosamente ci sono riusciti e hanno raggiunto un loro fragile equilibrio economico e di governo sociale è la naturale chiusura a riccio del 'si salvi chi può' delle catastrofi annunciate e di quelle già in atto.
Renzi:
TGCOM24.MEDIASET.IT
Renzi: "Al Sisi salverà l'Egitto Paese cruciale per il Mediterraneo" - Tgcom24

REPUBBLICA.IT
Al Sisi: "Vi prometto la verità sulla morte di Regeni"

 
 
 

Come vi sogniamo.

Post n°3072 pubblicato il 17 Marzo 2024 da fedechiara
 

Come vi sogniamo. 17 marzo 2014

A un fotografo capita di visitare un manicomio abbandonato e scopre un florilegio di disegni che illustrano i pensieri segreti e le aspirazioni al coniugio di quei poveri cristi che vi trapassarono, dopo una 'vita da cani' reclusi e dolori e sospiri da far impallidire lo 'stridor di denti' dell'Inferno dantesco.E la donna che quei matti raffiguravano sui muri non è molto diversa da quella che immaginiamo e sogniamo noi 'sani': un po' santa e un po' puttana – per dire delle due polarità estreme che hanno riempito la letteratura di ogni tempo e luogo e le nostre stesse vite. Maddalena redenta e Beatrice da un lato e il ghigno laido delle prostitute dei quadri di Bosch dall'altro - e Isotta ed Elisa versus le postmoderne e gaglioffe Cicciolina e Moana di questi nostri giorni avvilenti e noi incapaci di 'uscire a riveder le stelle'.E, notizia in parallelo, il giornalista incaricato delle pagine culturali ci fa notare come ad Amsterdam e in Germania l'industria della prostituzione sia ormai un business di tale grandezza - e legalizzato e tributario fiscale – da far impallidire altri storici commerci in forte affanno da 'crisi globale' e di come, passato il valico di Tarvisio, un sindaco austriaco abbia pensato bene di fare affari d'oro aprendo e benedicendo un bordello dedicato a quegli impenitenti puttanieri che sono gli italiani. E, fuori dell'edificio dove si consumano e si avviliscono commercialmente le segrete pulsioni dei matti di cui sopra, si vedono famiglie con bambini che 'vanno in visita' gioiosamente beota al luogo del meretricio organizzato.Ma cosa aspettarci di diverso da un popolo le cui menti sono state avvelenate da anni di exempla berlusconiani in cui la 'professione più antica del mondo' faceva premio di seggi parlamentari e consigli regionali e 'dame bianche' e 'nipotine di mubarak' e le olgettine a libro paga permanente del noto 'satrapo de noantri' affetto da candidosi europea?

 
 
 

Morire di maggio. La guerra di Piero.

Post n°3071 pubblicato il 17 Marzo 2024 da fedechiara
 

Sempre vostro. Geo strategie ed imperi. 17 marzo 2022

L'Ucraina è sopravvalutata. Tutto questo stracciarsi le vesti e gli 'speciali' ad ogni ora del giorno e gli 'esperti' e i 'professori' in tivù che, peggio dei virologi di ieri, una ne dicono e dieci ne sbagliano – e abbiamo perfino i buffi dottor Stranamore redivivi che non temono le ingiurie e i sarcasmi dei lettori per il loro dirsi, nei blogs e negli articoli faticosi, a favore di un intervento Nato che 'vada a vedere' il bluff nucleare di Putin.
Come se una tale partita a poker non avesse, in caso di non bluff, un prezzo di atomiche che scoppiano qua e là nelle grandi città del mondo occidentale e buona notte al secchio.
E vi confesso di avere anch'io qualche prurito 'alla Stranamore' conseguente a questi azzardi intellettuali dei folli giornalisti - e di essere curioso di quel che si leggerebbe, all'indomani dell'esplosione, sui giornali e si ascolterebbe in tivù nel caso di una atomica su Aviano e dintorni - che Hiroshima e Nagasaki al confronto sarebbero poca cosa ed olocausto minore.
Ditemi voi in quale oscena discarica intellettuale a cielo aperto li vanno a raccogliere, quei loro collaboratori e i giornalisti filo olocausto nucleare, i direttori dei maggiori giornali.
E che l'Ucraina sia sopravvalutata in cronaca - e sciocchi e da vergini cucce sono gli alti lai per la democrazia negata e per il ritorno alle sfere di influenza d'antan – lo dice il fatto che si discetta in astratto 'se la Russia diverrà mai una democrazia vera' e se sia ragionevole e condivisibile 'morire per l'Ucraina' – come si morì (le brigate internazionali) per la Spagna, poi inesorabilmente franchista e 'pacificata' per i quaranta e più anni a seguire.
E come si morì per le gloriose 'democrazie arabe' finite nel botto della guerra di Siria, con tanto di califfato di ritorno dell'Isis, tu vedi quali fiere e ridicole politiche geo strategiche ha partorito l'America egemone nel mondo, - per tralasciare l'Afghanistan lasciato in mano talibana e per tacere del Vietnam che ancora gli brucia ai generali in pensione di oltre Atlantico.
Perciò, cari i miei geo strateghi da tastiera in grave affanno e debito di ossigeno e vesti stracciate per le democrazie violate fatevene una ragione di quanto accade lassù.
La cintura di contenimento aggressivo della Nato sarà rivista al ribasso e ridotta a più miti e ragionevoli consigli e la Russia di Putin tornerà al rispetto che è dovuto ad un impero che, se si squagliasse, Dio ci scampi, almeno per i prossimi dieci anni del nostro scontento.
Mi auguro di sbagliarmi e di poter assistere a una caduta del tiranno e al sorgere conseguente di una luminosa democrazia in Russia, ca va sans dire, ma un po' di sano realismo a colazione sorseggiato lentamente con il caffè caldo non guasta, sapete.
Sappiatemi dire, sempre vostro.
Potrebbe essere un'immagine raffigurante mappa e testo

 
 
 

Lost in translation.

Post n°3070 pubblicato il 17 Marzo 2024 da fedechiara
 

Lost in translation. (La democrazia nel migliore dei mondi possibili.)

Se ipotizzate un vostro viaggio in Russia (pare che qualcuno riesca a farlo, malgrado le severe sanzioni e la demonizzazione del 'nemico russo' degli isterici bellicisti Nato nostrani) è bene che consideriate le grandezze del paese che volete visitare.
Non parlo delle grandezze letterarie dei molti suoi scrittori e poeti e dei suoi pittori valenti - che Ca' Foscari, a Venezia, ci ha 'mostrato' (mostre bellissime a cura dei professori e degli studenti della facoltà di lingue orientali) in anni recenti e meno disgraziati dei presenti: di stupida follia bellica ed esaltazioni fuori misura e fuori contesto di una pretesa 'patria ucraina' fitta di nazistoni Azov (vedi su Wikipedia la nascita infelicissima e controversa di quella nazione oggi in guerra per procura Nato).
Parlo delle grandezze geografiche, invece, della vastità degli orizzonti della nazione russa – e dovrete, di conseguenza, predisporre un piano di viaggio accurato che vi porterà nella mitica Siberia (considerate la stagione per voi migliore, l'estate è quella che vi raccomando, data la latitudine).
E spingetevi fino alla penisola Kamcatka, terra di frementi vulcani, e visitate le meravigliose isole Curili, anch'esse vulcaniche e soggette a frequenti terremoti a causa della subduzione della placca del pacifico che si inabissa sotto alla placca di Ochotsk nel profondo del mare-oceano (una fossa marina di oltre 9000 metri di profondità).
E, se siete amanti degli orizzonti insulari, potete espandere il vostro itinerario di viaggio fino alle isole Commodoro e sarete prossimi alla mitica Alaska degli stra maledetti yankees insensatamente bellicisti e potrete, se del caso, visitare le Aleutine e proseguire il viaggio in direzione est e tornare a casa per la via atlantica.
Un viaggio da post moderni Marco Polo – ma c'è da credere che difficilmente vi sarà concesso il visto, al valico delle Aleutine, a causa del presente scontro militare con la Russia fortemente voluto dagli Stranamore del Pentagono e dal loro capo in testa in pieno fervore/livore senile.
Tutto questo vi richiamo e vi illustro per sottolineare che il governo di un paese di quelle proporzioni geografiche e dei popoli assai diversi che lo abitano è cosa assai complessa e da 'far tremar le vene ai polsi', come dice il Poeta - e un giudizio ponderato che volessimo dare di chi lo governa oggi non può prescindere da questo dato oggettivo e dalla storia politica straordinaria che ha fatto seguito alla caduta dello Zar-di-tutte-le-Russie e lo ha sostituito con la spietata 'dittatura del proletariato'. (Lettura consigliata: 'I dieci giorni che sconvolsero il mondo.' scritto da un infiammato giornalista occidentale.)
E Putin, il presente Zar, è il punto di arrivo di un sommovimento politico tellurico che ha travolto la nomenklatura dei grigi burocrati del Politburo (Krusciov, Andropov e dintorni), passando per la caduta del muro di Berlino (monumento tragico della seconda guerra mondiale) e per quella di Gorbaciov, il sognatore che flirtò graziosamente con l'Occidente e con le sue sue pretese 'democrazie' – sirene dal canto bugiardo che lo ammaliarono fino a farlo finire nelle fauci di Eltsin.
E siamo al presente della pretesa dittatura di Putin. Che definiremo un 'tornare a Bomba' – nel senso della guerra calda (per distinguerla dalla 'guerra fredda') sottolineando il conseguente rischio di una guerra combattuta con le armi termonucleari.
Tutto ciò a causa dell'insensato dibattito che si è avviato in Occidente sulla difesa ad oltranza della 'patria ucraina', democrazia pretesa di forzoso conio atlantico e filo Nato, in realtà la nuova frontiera della cintura d'assedio di quella vetusta alleanza militare al preteso 'nemico russo'.
Ora, dopo aver gridato tre volte al vento che 'Putin è un maledetto dittatore' (lo è) e averlo scritto sui socials e su tutti i giornaloni fedeli al Verbo occidentale e recitato nelle veline dei direttori dei telegiornali di comprovata fede governativa, considerate i toni e le sprezzature della rabbiosa campagna di stampa di ieri e di oggi che condanna a priori l'intero popolo russo per essere succube e prono al loro leader – eccezion fatta per quello zero virgola di dissidenti che hanno vandalizzato le urne elettorali (e saranno puniti per quel loro gesto vandalico) e fatto scoppiare una molotov davanti ad un seggio.
Cose che sarebbero giustamente punite anche da noi (ma con i mitici 'domiciliari') - noi pretesi democratici da un tanto al chilo - ma per la stampa embedded ai filo Nato in occasione della rabbiosa 'campagna di Russia' sono eroi della democrazia ferita e offesa – in qualche modo appaiati a quella martire italica che andava martellando il cranio degli opposti di fede politica in giro per l'Europa, ma è stata catturata e imprigionata dagli Ungheresi - poco disposti ai pietismi di stampo italiano e del presente parlamento europeo.
La democrazia ha modi diversi di interpretazione ed applicazione anche all'interno della pretensiosa Europa, come vedete, ma c'è chi si spinge a dire che anche Orban è un maledetto dittatore.
Vabbè, ognuno ha i neuroni infiammati che si merita (e le conseguenti patologie del pensiero).
Tutto ciò vi rammemoro per dire che è vero che le dittature sono governi ostici e di difficile comprensione e di nessun plauso da noi, pretensiosi e queruli giudici dei sistemi di s-governo degli altri, ma le pretese democrazie (oggi in devastante guerra fino ad oggi 'per procura'), alla luce delle cronache passate e recenti, non sono esattamente il 'migliore dei mondi possibili' di cui alla favola filosofica di Voltaire, bensì il 'meno peggio' dei possibili sistemi di s-governo che si sperimentano sul pianeta Terra.
E anche tra le democrazie, vedi caso, abbiamo capi di governo in livorosa scadenza che, novelli Napoleone, auspicano una 'campagna di Russia' e pretendono di mandare le loro armate con le coccarde tricolori di là del Volga - incuranti delle conseguenze annunciate di esplosioni termonucleari.
Non siamo messi meglio dei Russi, credete ammè.
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