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Messaggi di Dicembre 2023

L'entropia e il teatro del mondo.

Post n°2943 pubblicato il 31 Dicembre 2023 da fedechiara
 

L'entropia e il teatro del mondo. - 31 dicembre 2019

Spengiti, spengiti breve candela! La vita non è che un'ombra che cammina, un povero commediante che si pavoneggia e si agita, sulla scena del mondo, per la sua ora, e poi non se ne parla più; una favola raccontata da un idiota, piena di rumore e di furore, che non significa nulla. Macbeth: atto V, scena V

Un mio amico coltivava il suo giardino e l'orto in maniera magistrale. Disponeva gli spazi rivolti al sole e nessuna porzione di terra ed aiuola ne era priva e gli alberi da frutto fruttificavano a riempire una mitica cornucopia e la vite aveva grani grossi dal sapore di miele. Il suo paradiso terrestre.
Aveva disegnato una porzione di mondo straordinariamente ordinata e l'apparenza di quella sua famiglia era di serenità e buon vivere – e tutto affondava radici negli insegnamenti del nonno, mi diceva, e del come il nonno aveva disegnato la sua porzione di mondo nell'Istria del tormento degli esuli, - e la sua botanica personale elencava puntigliosamente i nomi e i metodi di coltivazione e il giusto periodo dell'anno per mettere a dimora le piantine e potare e rivoltare le zolle.
Il Signore del Tempo e dello Spazio nello spazio ristretto di un giardino.
Poi venne la malattia e la morte e quel suo spazio di rappresentazione di sé e delle sue vite a contorno abbuiò, mutò e più non esiste nelle forme su descritte e il mondo perse una sua perla e l'universo un grumo di atomi ordinati e rispettosi delle orbite gravitazionali e il Caos e l'entropia si ripresero la scena in quell'hortus conclusus magico e denso di vibrazioni positive.
E il più vasto teatro del mondo, in verità, a ben cercarli, offre spazi conchiusi altrettanto belli a vedersi e fitti del canto degli uccelli più vari e diversi e, insieme, le scene desolate degli slums urbani della miseria diffusa e immedicabile e i naufragi organizzati degli annegamenti in mare e le accoglienze improbabili e caotiche di cui non sappiamo gli esiti ultimi, ma solo le notizie in cronaca di destini grami di miseria aggiunta e piccola criminalità impunita in un paese che di miseria potrebbe esportarne a quintali ma, magicamente, viene detto un grande paese fondatore di un grande progetto di coesistenza pacifica, l'Europa, - di paesi che, nel secolo appena scorso, hanno conosciuto guerre spaventose e morti a milioni e atrocità post belliche, ma siamo rinati dalle nostre ceneri, è ben vero, come l'araba fenice.
A questo pensavo, ieri sera, prima di coricarmi e al mio privato teatro del mondo e di come l'ho vissuto, alle storie finite le cui orbite temporali e le luci fioche che illuminano i volti fatico a rappresentarmi nei molti ricordi dei miei biblici settantanni e ai miei orti conchiusi e paradisi effimeri che ho lasciato in rovina e alle mie poche qualità e ai talenti sprecati di cui all'apologo evangelico e mi sovveniva 'l'eterno e le morte stagioni e la presente e viva' del contino Giacomo e insieme il ruggito di Macbeth de: '… la vita non è che rumore e furore e non significa niente', ma, intorno a questo mio cono d'ombra che si disegna nel Tempo universale e lascia un suo gemito di onde gravitazionali lontane da nessun telescopio raccolte, brulica il mondo nuovo che ci rappresenta i suoi rumori e furori nuovi e diversi nell'anno che verrà - che si aggiunge a quello che già è venuto e abbiamo consumato avidamente e già consegnato agli annali delle infamie ultime scorse di speranze tradite di voltagabbana e avvocati parolai e signori nessuno di un futuro prossimo gramo.

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Satyagraha, Sati e lotta armata.

Post n°2942 pubblicato il 31 Dicembre 2023 da fedechiara
 

Satyagraha, Sati e lotta armata. 30 dicembre 2022

Ricordate la 'lotta armata' dei rivoluzionari nostrani degli orribili Settanta? Un pugno di 'marxisti immaginari' sacrificò la loro vita per un ideale di riscossa proletaria che non ci fu, non poteva esserci perché, nella seconda metà di quel secolo a noi prossimo, i mitici 'proletari' della agognata rivoluzione avevano ben più da perdere che le loro catene.
E, invece, per gli eventi commoventi che ci vengono raccontati oggi dell'Iran dei pretoni islamici - che brandiscono una repressione assassina contro manifestanti inermi - a me viene in mente la 'Satyagraha' (https://it.wikipedia.org/wiki/Satyagraha) – la resistenza passiva quale venne insegnata dal Mahatma Ghandi ai tempi della sue battaglie politiche contro l'Impero britannico occupante.
Ma, di fronte all'arrogante diktat para religioso dei pretoni islamici al potere – il velo delle donne come simbolo di una dominanza maschile spacciata come atavico e insopprimibile dettame religioso – la Satyagraha dei manifestanti iraniani, in gran parte giovani donne, rischia di consegnarci una mattanza, invece, una 'Sati' (http://www.indianepalviaggi.it/la-pratica-della-sati-le.../) post moderna con l'evidenza dei cadaveri in gran copia di giovani donne che si immolano sulla pira funebre (speriamo, formuliamo gli auguri) di un regime di s-governo islamico mille volte maledetto e che ha al suo attivo il terrorismo internazionale delle 'fatwe' assassine contro Salman Rushdie e contro la libertà di espressione che vige in Occidente - eseguite, in tutto o in parte, da immigrati islamici male o per nulla 'integrati' nei paesi di nuova accoglienza.
E l'augurio è che quella lotta impari risulti vincente, prima o poi, ma l'evidenza di oggi è quella di un suicidio di massa, e se nessun altro ceto sociale decisivo (gli operai, l'esercito) si accosterà e si legherà al movimento di protesta 'Donne,vita,libertà', quel movimento entrerà presto nel cono d'ombra mortifero di un regime apparentemente invincibile.
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Otoliti e sassolini.

Post n°2941 pubblicato il 31 Dicembre 2023 da fedechiara
 

Del 'togliersi i sassolini' e dormire fra due guanciali.

Fa bene Giorgia (la presdelcons., non la cantante) a starsene a casa al calduccio e curare i suoi otoliti (sassolini degli orecchi interni) e togliersi i sassolini nelle scarpe accumulatisi nel corso di questo suo primo anno di conduzione della vita pubblica. Condurre la politica nazionale dal letto di casa e con la d.a.d. (didattica a distanza) istituzionale è il suo ennesimo contributo al rinnovamento della politica e il suo personale trionfo di figlia della Garbatella e quarta donna al mondo per influenza (ci si è pure ammalata di …) e potere personale.
Ed è sgarbo atroce per quei giornalisti da un tanto al chilo che la attendevano al varco della conferenza di fine anno coi bavagli già pronti in tasca per la piazzata televisiva – e ben gli sta che se ne siano tornati a casa con le pive nel sacco schiumanti di rabbia.
E schiumanti di rabbia mi sono parsi quelli dell'opposizione in parlamento nelle dichiarazioni finali che hanno preceduto il voto sulla legge di bilancio di fine anno. Un profluvio di parole al vento e parole in libertà e arzigogoli e iperboli e voli pindarici intorno alla loro materia preferita: il vorticare del Nulla nel vuoto cosmico a rotazione sinistra intorno al suo buco nero elettorale.
E bene fa Giorgia a contrapporre i suoi otoliti e quelli che ha nelle scarpe a quel personaggio lunare che risponde al nome di Elly – la cui idea di donna e di madre ci ha illustrato con la veemenza dei cicloni verbali che sembrano azzerare il paesaggio politico, ma già era in macerie di suo ed è solo il rimescolarsi e l'innalzarsi dei mulinelli della polvere con la danza dei suoi verba che volant.
Niente figli e ventri femminili a disposizione dei pargoli italici a venire nella sua immaginazione delle donne presenti e le future. Saranno gli immigrati a fornire il necessario e/o le maternità surrogate, chissà. Le donne che sogna Elly useranno il cervello (ha citato la Montalcini) il ventre può attendere. Nessuna conciliazione possibile tra il basso e l'alto, quindi, tra la testa e il corpo di madre potenziale e felice del concepimento.
Dorma tranquilla Giorgia tra le coltri morbide e i piumoni e prolunghi la sua assenza per malattia. Niente e nessuno, sembra, insidiano la sua presidenza e può pure progettare ferie lunghe e altre assenze per i motivi più vari. 
Durerà tre anni in sella e forse oltre.

da: Chat gpt
Gli otoliti sono piccolissimi addensati basofili, simili a calcoli renali, che possono andare a formarsi nei liquidi dell’orecchio interno1. Sono costituiti da ossalato di calcio e carbonato di calcio, e presentano una morfologia ben definita2. Gli otoliti sono comunemente definiti dai pazienti “sassolini” o “calcolini” dell’orecchio1.
Learn more:
1. icare-cro.com2. my-personaltrainer.it
Come si formano?
Come si curano?
Sono pericolosi?
Potrebbe essere un'immagine raffigurante testo

 
 
 

L'essenziale è invisibile ai rapidi.

Post n°2940 pubblicato il 30 Dicembre 2023 da fedechiara
 

Frizioncine agli agrumi e sinfonie per un anno diverso. - 30 dicembre 2021

L'anno che verrà è già venuto. Speranze e immaginazioni sono già state consumate e un filo rosso di quieta follia ci contagia tutti in questi giorni di trapasso che 'credevan di lottare ed eran morti', come diceva Cervantes. Perché pare che passeremo le feste chiusi in casa in una sorta di volontario 'lockdown' e/o quarantena – e su facebook rimbalzano gli 'outing' di coloro che hanno fatto silenziosamente il covid e non se sono accorti, ma solo perché il congiunto/i ha avuto 'due linee di febbre' hanno deciso per il tampone rapido o molecolare e ne è scaturita la sorpresina.
Tutti ammalati nessun ammalato.
In una società pandemizzata e un filo rinco......ta sarà questo l'annuncio finale, il prossimo 'liberi tutti': perché 'non ci capiamo più niente' e 'non sappiamo più che pesci pigliare?
E per strada è tutto un rincorrersi di 'Hai fatto il tampone tu?' 'No ma corro a farlo, Carlo è a casa in quarantena': una coazione a ripetere che dà i numeri, letteralmente, di contagiati a mille ogni giorno che Dio manda in Terra – e Orlando in tivù a dirci, tetragono: 'Ci vogliono provvedimenti più severi'.
Ah, beh, si beh. Povero re. E povero anche il cavallo.
Uno stadio di follia terminale ci coinvolge tutti e omicron è la malattia senile dell'emergenza vaccinale, il rivolo inquinatissimo che esce dalla discarica infodemica di due anni di impazzimento televisivo e della stampa embedded ai decreti di s-governo – finito a tarallucci e vino coi tele virologi di grido che ci cantavano la canzoncina scema. Se no i ze mati no li volemo.
Fate come me. Fatevi una bella doccia, una frizioncina sul cranio agli agrumi, un po' di ginnastica distesi sul tappetino per lo yoga e ascoltate la sinfonia numero 40 di Mozart.
Funziona. E' tutto un altro mondo e un anno diverso.
Dimenticavo: chiudete la tivù.
'L'essenziale è invisibile ai rapidi'
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Popoli mendicanti.

Post n°2939 pubblicato il 29 Dicembre 2023 da fedechiara
 

I 'popoli mendicanti' e gli 'aiuti internazionali'.

Siamo parte attiva (e privilegiata) dei 'popoli mendicanti', noi italiani.
Con il 'reddito di cittadinanza' di Conte-avvocato del popolo e il sovrappiù del Superbonus mirabolante al 110 per cento – che ha consentito ad una minoranza di italiani di ristrutturare la casa e alzarne il valore di mercato a spese degli altri contribuenti – siamo entrati a buon diritto nel novero dei popoli mendicanti.
Che rischiano di diventare la maggioranza degli abitanti del pianeta, a ben vedere.
Sommate i senza tetto cronici con tutti quelli che vanno a mangiare nelle mense della Caritas e delle altre associazioni benefiche che raccolgono il cibo fuori dai supermercati e avrete un quadro preoccupante di un mondo popolato, in maggioranza, da gente che vive sulle spalle della minoranza che produce reddito e ricchezza: gli Epuloni del banchetto evangelico le cui briciole (briciole consistenti, a ben vedere: primo secondo e frutta – a Natale pure il dolce e un bicchiere di spumante e il caffè) sfamano una quantità incredibile di gente.
C'è di che riflettere a fondo sul 'modello di sviluppo economico' prevalente nel pianeta Terra in questo scorcio di millennio entrante. Guardate a Gaza, popolo mendicante per antonomasia, le cui vicissitudini belliche ci hanno rivelato che quei due milioni e passa di palestinesi – e gli altri alloggiati nei vari e diversi campi profughi in Cisgiordania e nel Libano - ricevono quotidianamente i pietosi 'aiuti internazionali', in prevalenza via O.n.u., che riempiono le centinaia di camions fermi al valico di Rafah.
E pensate a tutti gli aiuti in denaro (milioni di euro e/o dollari nel corso dei decenni) che i dirigenti di Hamas hanno ricevuto dai paesi arabi amici e sodali e dalle associazioni internazionali nella lotta epocale contro Israele e sono serviti – invece di far decollare economicamente una nuova Singapore in terra di Palestina – a costruire i tunnels della guerra permanente e dell'odio eretto a sistema di s-governo.
E i 'civili', di cui alla pietas e al compianto universali in questi giorni di guerra, quasi tutti coinvolti nelle case e negli ospedali e nelle scuole dove l'esercito israeliano ha scoperto le tonnellate di armi ivi nascoste in attesa della riscossa e dell'auspicato massacro finale degli odiati occupanti.
E mendicanti del pari sono le fila di Honduregni e Guatemaltechi e Salvadoregni che si mettono in marcia a migliaia attraverso il Messico compiacente decisi a violare la 'frontiera' americana - la mitica frontiera del 'sogno americano' di un lavoro ben pagato, una casa, tre pasti al giorno, scuola per i figli e, per qualcuno di più fortunato e/o dotato, un posto alla tavola di Epulone e/o ai vertici della politica di quel paese-Bengodi delle due Americhe.
Ma Kamala Harris (e, prima di lei, Obama ) chiudono loro la frontiera in faccia e invitano esplicitamente quegli invasori a 'tornare a casa' e ad accontentarsi del pugno di riso e delle scarse verdure dell'orto che hanno coltivato nei paesi di provenienza fino al giorno prima della partenza.
E Milei, il 'Loco' argentino che si è insediato nella 'Casa Rosada' a Buenos Aires, ha decretato che muoverà guerra alla gratuità, ad ogni gratuità elargita fin qua dai suoi predecessori e userà la metaforica motosega per far ripartire il paese sui binari del lavoro e della prosperità economica che deriva dai giusti investimenti e nuove imprese.
Un programma economico, il suo, che sempre si abbina alle mitiche 'lacrime e sangue' – e andate a vedere le tristi periferie della megalopoli di Buenos Aires se volete avere una rappresentazione realistica (e oltremodo drammatica) di quante lacrime saranno sparse e quanto sangue di quest'altro popolo mendicante, da sempre privo degli aiuti internazionali che oggi vengono convogliati su Gaza.

 
 
 
 
 

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