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Pensieri e parole...

Riflessioni, emozioni, musica, idee e sogni di un internauta alle prese con la vita... Porto con me sempre il mio quaderno degli appunti, mi fermo, scrivo, riprendo il cammino... verso la Luce

 

Messaggi del 20/01/2024

IL VERO OBIETTIVO DELLA TRANSIZIONE ECOLOGICA? COLPIRE LA MOBILITÀ PRIVATA E LA MOBILITÀ DI MASSA!

Post n°1737 pubblicato il 20 Gennaio 2024 da scricciolo68lbr
 

Lo scriveva il direttore diel periodico QUATTRORUOTE Gian Luca Pellegrini, nel numero uscito a luglio 2023. È un atto d'accusa neppure tanto velato alla "truffa" della transizione ecologica.

 

“Distratti dalle infinite implicazioni pratiche/geopolitiche/industriali della transizione, perplessi dalle rivendicazioni dell'ambientalismo militante, frenetici nel trovare un posto al sole alle rispettive filiere, vogliosi di attrarre investimenti cinesi e americani, confusi dalle diverse velocità dei mercati nel recepire il cambiamento (l'Italia è sempre indietrissimo nelle vendite delle auto elettriche, al punto che il governo intende spostare la parte inutilizzata del monte incentivi sulle termiche), ci affanniamo sul presente e fatichiamo a realizzare che il 2035 sarà non un punto d'arrivo, bensì l'avvio di un processo di trasformazione sociale assai più radicale del phase-out. L’imposizione dell'elettrico come tecnologia dominante è una cortina fumogena funzionale a nascondere il vero obiettivo della rivoluzione che ha investito l'automotive, ovvero ridimensionare la mobilità privata. E ho anche l'impressione che polarizzare pervicacemente il dibattito sul prodotto "terminale" – ovvero le macchine elettriche –, rifiutando di ammettere che il nodo gordiano della decarbonizzazione è un'istanza sistemica come la produzione d'energia da fonti rinnovabili, serva a creare le condizioni per poter un giorno dire che quanto fatto non sarà bastato. È giunta l'ora che s'inizi a fare i conti con l'idea che la motorizzazione di massa, per come l'abbiamo conosciuta, è destinata a scomparire”.

 

Gian Luca Pellegrini

Dall’editoriale di Quattroruote di luglio 2023.

 
 
 

SPERANZA SI AUTOCELEBRA, RIPUBBLICA IL SUO LIBRO ED INSERISCE UN INTERO CAPITOLO DI SOLI INSULTI!

Post n°1736 pubblicato il 20 Gennaio 2024 da scricciolo68lbr

Apprezzo da sempre gli articoli di FRANCESCO BORGONOVO, brillante penna del quotidiano La Verità, un giornale libero dai partiti e dagli interessi imprenditoriali, assieme al direttore dello medesimo quotidiano MAURIZIO BELPIETRO. Sono legato con affetto, stima e fiducia a queste due firme, che non sono le uniche del quotidiano citato, ma certamente le migliori. Un giornalista è una persona il cui lavoro consiste nello scrivere storie basate sulla realtà per giornali, riviste, o siti di notizie online. Ho imparato nel tempo a leggere, ad ascoltando una notizia, e ad apprezzarla, come ad apprezzare chi l'aveva scritta. Voglio qui pubblicamente ringraziare sia Borgonovo che Belpietro per avermi spessisimo fornito storie sulle quli documentarmi e riflettere allo stesso tempo. Con la loro puntualità, schiettezza, ironia, con il loro piglio investigativo, la loro puntualità, hanno firmato lezzi giornalistici di grande importanza e di grande pregio, in tanti anni di militanza. Arrivano per primi, nel caos del presente, battendo alle porte chiuse, a volte correndo dei rischi, e catturano l’inizio della verità. Se non lo fanno loro, i giornalisti, chi dovrebbe farlo? I commentatori? C’è una sola alternativa ai cronisti: accettare la versione ufficiale, quella che i poteri forti, le lobbies, i poteri economici, i burocrati e i politici scelgono di darci. Dopotutto, senza i cronisti, che cosa saprebbero i cittadini? Propongo qui oggi l'articolo pubblicato sulla edizione odierna del quotidiano, in concomitanza con la ennesima uscita del libro dell'ex ministro della Salute, Roberto Speranza. Un gran bel lezzo giornalistico, con alcume mie considerazioni.

Buona lettura!


 

L’EX MINISTRO RIPROPONE IL LIBRO CHE  FECE SPARIRE DAGLI SCAFFALI SOLO POCHE ORE DOPO L'USCITA NELLE LIBRERIE.

SPERANZA TORNA, SENZA FORNIRE RISPOSTE, TORNA SOLO PER "INSULTARE".

 

Speranza si riaffaccia in libreria ed "insulta" cittadini e media non inginocchiati.

L’ex ministro ripubblica (se ne sentiva davvero il bisogno? ndr) il volume, uscito nel 2020 e subito ritirato, con l'aggiunta di alcuni capitoli. Peccato che in tali capitoli si preoccupi solo di offendere coloro che hanno rifiutato l’iniezione e quei giornali che hanno evidenziato le criticità della sua campagna vaccinale e i diktat.

Il testo in cui si vantava (nel 2020!) di aver sconfitto il Covid ricompare «arricchito» con un capitolo in cui attacca i non vaccinati (definiti "criminali") e chi li ha difesi dalla sua "violenza". 

Liquida sprezzante chi è morto o ha subito gravi danni in seguito all’iniezione. E fa pure la vittima!

Nessuna risposta alle domande. Nessuna! E uno strano silenzio sul green pass rovina dei lavoratori.

 

 

di FRANCESCO BORGONOVO

 

Roberto Speranza (peccato porti questo nome/aggettivo di così tanta virtù ed averlo infangato a più riprese ndr) lo aveva già scritto nel 2020 e lo ribadisce ora: «La prova che abbiamo attraversato fa cadere tutti gli alibi. Ogni volta che una scelta è rinviata o non presa è perché si sceglie di non decidere.

Il Parlamento democraticamente eletto attraverso il voto popolare, dà la fiducia al governo. Il governo deve governare. Ha l’obbligo di assumersi le sue responsabilità. Non ci sono scuse». Per governare, lui ha governato, e purtroppo ci "ricordiamo" tutti come ha governato.

Quanto ad assumersi le sue responsabilità, tuttavia, è decisamente più carente. Nel senso che ha la faccia tosta non solo di rivendicare i suoi clamorosi successi nella lotta al Covid (dovrebbe spiegare al pubblico quali successi ndr) ma pure di ripresentarsi sulla scena per insultare ancora una volta i non vaccinati.

 

Ieri nelle librerie italiane è arrivato "Perché guariremo. Dai giorni più duri a una nuova idea di salute", cioè il libro che circa quattro anni fa, nell’ottobre del 2020, l’ex ministro aveva pubblicato e poi si era autocensurato. Fu, lo ricorderete, una vicenda clamorosa, probabilmente senza eguali nel mondo civilizzato. Il volume fu stampato da Feltrinelli e spedito ai punti vendita. Fu esposto per poche ore in alcune città italiane e poi rapidamente tolto dagli scaffali. Caso volle che chi scrive si trovasse a passare per una libreria, riuscendo così a entrare in possesso di alcune copie dell’opera. Copie che, nel frattempo, sono notevolmente aumentate di valore (qualche folle ora le vende online per cifre anche superiori ai mille euro).

 

 

PRIMA VERSIONE

Fu una figura di palta spaventosa, su cui Speranza non ha mai inteso dire una parola. Dal 2020 a ieri non ha offerto spiegazioni ai giornalisti, non ha mai concesso vere interviste, ha rifiutato di dire la verità ai cittadini persino sulle sue vicissitudini editoriali. Poi, all’improvviso, eccolo ripresentarsi al pubblico con un nuovo editore (Solferino, area Rcs) e una rinnovata baldanza. Il libro è lo stesso di prima, ma con qualche capitolo aggiuntivo e una breve nota introduttiva. Ebbene, già quella premessa trasuda arroganza. «Su questo libro», scrive Speranza, «si è detto e scritto di tutto, ma la storia è molto più semplice delle tante strumentali ricostruzioni. 

All’inizio dell’autunno 2020, con la risalita dei casi e l’arrivo della seconda ondata, mi è sembrato inopportuno pubblicarlo e impossibile accompagnarlo nell’uscita favorendo il dibattito pubblico che era mio obiettivo alimentare».

Beh, che fosse inopportuno pubblicarlo ce ne eravamo accorti tutti. Il punto è che era inopportuno anche scriverlo, visto il fallimento a cui l’allora ministro e i suoi sodali ci avevano condotto. Speranza rivendicava una vittoria del virus che non c’è stata nel 2020 e nemmeno in seguito. Peggio: nel pieno dell’emergenza si vantava dei risultati raggiunti e rivendicava con orgoglio di essere stato, sin dall’inizio del putiferio sanitario, a favore della linea dura. Nel capitoletto datato 25 febbraio 2020, ad esempio, vergava: «Ben presto la “linea dura” dell’Italia non sarà più una scelta discutibile da valutare, ma un modello da seguire». Già, si è visto come ci abbiano seguito gli altri… Pagina dopo pagina, Roberto si batteva da solo vigorose pacche sulle spalle, e alternava

smargiassate a patetici tentativi di difesa. A fini esplicativi citiamo un altro passaggio, relativo alle mascherine: «Ha

infuriato una polemica, con tanto di interrogazioni parlamentari, perché nel mese di febbraio il nostro governo aveva inviato dispositivi di protezione e altro materiale sanitario in Cina [...] Io credo che non ci sia nulla di più sbagliato e inattuale di quelle polemiche. [...]. La solidarietà è un’arma potentissima per combattere il virus». Quasi commovente, se si pensa che ancora oggi ci sono persone che hanno perso il posto di lavoro per non aver indossato la maschera.

 

AUTO ASSOLUZIONE

Capite bene che la questione dell’inopportunità del libro è centrale. Quel testo rivela l’approccio tenuto dal fu

ministro: una sicumera tale da cantare vittoria nel mezzo di una débâcle. Il fatto agghiacciante è che nemmeno ora Speranza se ne rende conto. Al contrario, si atteggia a vittima. Dice di aver ripubblicato il volume per «smascherare le molte polemiche che ci sono state sui “segreti da nascondere” che avrebbero portato a rinviare la pubblicazione. Nel corso dei mesi ne ho lette davvero tante. Mi ha fatto persino sorridere la creatività di chi “citava” brani che non avevo mai scritto, né nel libro né altrove, per alimentare un profluvio di fake news organizzate ad arte». Capito? Secondo Roberto il problema sarebbero le fake news, gli attacchi che ha ricevuto, poverino. In realtà, l’unico ad aver diffuso balle è stato lui, sempre rifiutandosi di parlare con la stampa non asservita e rinchiudendosi in un ostinato silenzio riguardo a tutto ciò che non gli andava a genio. Attenti però, che il meglio viene adesso. Dopo aver vestito i panni della vittima, il nostro bravo Speranza si permette addirittura di sputare su gente che ha discriminato, oppresso, maltrattato e infamato per anni. Tra i capitoli «integrativi» presenti nella nuova edizione del testo - tutti largamente omissivi, come ovvio (nel senso che non è stato riportato per intero quello che nel frattempo è accaduto ndr) - ce n’è uno interamente dedicato ai vaccini. Dopo averli celebrati quali unica fonte di salvezza dell’umanità e aver in qualche modo rivendicato il merito di averceli donati, egli si concentra su coloro che hanno rifiutato l’iniezione e pure su quanti hanno tentato, in vari modi, di segnalare le criticità della campagna di inoculazione.

Speranza spiega che sulla campagna vaccinale «hanno un impatto doloroso le rare segnalazioni di effetti avversi dei vaccini. Trovano risalto sui media, comprensibilmente, considerando che la campagna vaccinale è per settimane la notizia del giorno.

Pochi eventi alimentano le perplessità di una piccola minoranza di italiani ancora incerti sul da farsi. […] Come di fronte a qualunque farmaco e a qualunque terapia, infatti, non mancano i dubbiosi. La tragedia che abbiamo vissuto è troppo grande perché il vaccino non appaia come la vera soluzione, ma in alcuni, purtroppo, si fa strada il timore di imprecisati effetti avversi o conseguenze a lungo termine. Un timore da affrontare con il dialogo e la razionalità». Questo brano è semplicemente allucinante: sarebbe risultato grottesco anche nel 2021, ma nel 2024 suona offensivo. Il «dialogo e la razionalità» di Speranza , nella realtà, sono stati obblighi, divieti, menzogne e insulti. Imposizioni e discriminazioni.

 

GLI ATTACCHI

Ma sulle persone che inutilmente sono state private del lavoro l’ex ministro sorvola (il che è tutto dire ndr). In compenso trova il tempo di attaccare i giornali che a suo tempo lo hanno contestato. «Purtroppo», scrive, «que-

sta paura viene cavalcata da alcune frange dei media e dei social, per interessi scandalistici o perfino con l’intento di mettere in difficoltà il governo. È una deriva, questa, verso cui provo un sincero disgusto: fare audience e fare politica sulla persone, giocare a  dadi con la pelle dei più fragili per favorire i propri interessi

denota un’irresponsabilità estrema. Non è degno di un Paese civile» (perchè secondo lui criticare non è lecito, oppure lo si fa solo per capriccio o voluttà, senza argomentazioni? Che arroganza! ndr). E sentite che dice dei non vaccinati: «Si palesa a poco a poco, in una frangia estrema e via via più radicale, un movimento contrario ai vaccini (credo dimentichi di dire "a questi vaccini" ndr) che gradualmente intensifica la sua azione di protesta e contestazione. Questo movimento fonda le sue “certezze” principalmente su azzardate teorie antiscientifiche (come antiscientifiche:uscivano sempre nuovi studi, pubblicate su diverse riviste mediche internazionali e per lui tutto questo è antiscientifico... ndr). Si mettono in discussione i processi autorizzativi di Ema e Aifa e le indicazioni della comunità scientifica internazionale. Il messaggio di fondo, che purtroppo continuerà a circolare in alcuni ambienti, è che i vaccini non siano la soluzione (qui l'ex ministro è in palese errore, perchè il "movimento" cole lui lo definisce, contestava l'imposizione e la non tenuta in doverosa considerazione altri sistemi di cura, come gli antinfiammatori, le monoclonali e tanti altri che non sto qui ad elencare, metodi validati dalla prassi di molti medici di base che lui, l'ex ministro non ha mai voluto ricevere, né ascoltare ndr) al problema enorme che abbiamo affrontato ma il vero nemico da combattere. Ne consegue che chi si impegna per la loro diffusione e somministrazione sia solo un farabutto al soldo di qualche non meglio precisato potere oscuro internazionale. Da queste teorie fantasiose, diffuse ad arte sui social ecco che ripropone il ritornello della vittima... povero... ndr) ci vuole poco ad arrivare alle minacce e agli atti di violenza  veri e propri».

Le presunte teorie antiscientifiche citate da Speranza, a dire il vero, si sono rivelate in gran parte esatte (così l'ex ministro ha perduto un'occasione per fare un mea culpa ndr), a differenza delle menzogne veicolate dall’ex ministro. Il quale, lungi dall’ammettere le sue mancanze, pensa bene di dipingere i non vaccinati come criminali: «Si susseguono assalti ai centri vaccinali, atti vandalici contro le sedi dei sindacati e dei partiti che hanno espresso più nettamente posizioni pro-vaccini. È una vera e propria campagna di disinformazione e agitazione sociale: minacce di ogni tipo, attacchi social, muri imbrattati con insulti», scrive. «Vengono presi di mira i volti più noti del mondo medico e scientifico e anche i principali livelli istituzionali, dal presidente della Repubblica Mattarella ai presidenti del Consiglio Conte e poi Draghi, ai presidenti di Regione. Si arriva alle aggressioni, verbali e persino fisiche, contro medici e infermieri, gli stessi che un anno prima venivano applauditi come “eroi” e che non dovremmo mai smettere di ringraziare. Una deriva minoritaria ma rumorosa, purtroppo favorita anche da un pezzetto marginale quanto spregiudicato dell’editoria,  che prova a vendere copie di giornali, libri e libelli al pubblico no vax e no green pass (e già perchè secondo lui in un paese democratico non è ammesso il dissenso? Che strana concezione di democrazia questo individuo ndr). E come è logico, anch’io finisco nel mirino (riecco la storia sella vityima, che noia ndr). È inevitabile che il ministro della Salute, con il suo lavoro in prima linea per la campagna di vaccinazione, divenga quasi subito il bersaglio numero uno di questi gruppi (erano misure sanitarie, chi dovevano contestare quelle persone, il ministro dell'agricoltura? ndr). Sui social, persino nella mia casella di posta elettronica, compaiono minacce di violenza e di morte alquanto efferate» (togliere il lavoro, lo stipendio e la dignità alle persone invece, non si chiama anch'essa violenza? ndr). Chiaro: la campagna vaccinale è stata un successo (successo? ndr) e gli eroi che l’hanno condotta sono stati minacciati da un manipolo di violenti (adesso esprimere dissenso è considerato comportamento violento... ma su quali libri di diritto ha studiato Speranza? ndr), impregnati di pseudoscienza. Questa è la versione di Speranza nell’anno 2024. Egli passa dal vantarsi dei risultati ottenuti a piangere per le inchieste che lo hanno coinvolto, e dopo aver rinchiuso gli italiani e snobbato la stampa libera, si diverte a sbertucciare i cronisti e a svillaneggiare coloro a cui ha tolto soldi e libertà. Sarà pure che noi siamo guariti, ma Speranza resta il solito inguaribile.

 

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