Creato da scricciolo68lbr il 17/02/2007

Pensieri e parole...

Riflessioni, emozioni, musica, idee e sogni di un internauta alle prese con la vita... Porto con me sempre il mio quaderno degli appunti, mi fermo, scrivo, riprendo il cammino... verso la Luce

 

 

SANREMO E IL TELEVOTO? TRUCCATO, DA SEMPRE!

Post n°1813 pubblicato il 18 Aprile 2024 da scricciolo68lbr
 

A parte il fatto che lo sanno perfino i sanpietrini di Roma che Sanremo ed il televoto sono "truccati".

Adesso poi che anche Amadeus, si è tolto dalle pa... dall'impaccio, pardon... non dormiremo più la notte e staremo in ansia.

Intanto, la trasmissione TV "Striscia la Notizia" è tornata sul caso del televoto alla finale di Sanremo 2024. Pinuccio, uno degli storici inviati, questa sera - 17 aprile - parlerà dei 7 milioni di voti che sembrerebbero mancare all'appello. A distanza di mesi "la faccenda non è ancora chiara e la RAI, tv di Stato non sembra intenzionata a dare spiegazioni, preoccupandosi solo di chi dovrà sostituire Amadeus alla conduzione del Festival, piuttosto che del sistema di voto. Che evidentemente ha qualche falla", si legge nel comunicato che anticipa la puntata.

Una fonte avrebbe svelato a Pinuccio che "in totale le preferenze non validate sarebbero circa 7 milioni, a fronte del milione e 600mila di quelle registrate", questi numeri sarebbero "riferibili a soli due operatori telefonici, quindi presumibilmente destinati a salire ancora". "Se le proporzioni fossero davvero queste, il televoto sarebbe stato falsato", ha commentato l'inviato di Striscia.

Sanremo 2024 è stato vinto da Angelina Mango. Nonostante la finale sia ormai storia, qualcosa sembrerebbe non tornare, almeno secondo i controlli di Striscia. Durante la finale lo stesso Amadeus si era trovato costretto a parlare dei problemi legati al televoto (molti artisti avevano anche condiviso dei post sui loro canali social per invitare i fan a continuare a provare a votare. 

Il Codacons aveva subito espresso i suoi dubbi: "Eventuali problemi tecnici e anomalie durante la raccolta dei voti del pubblico potrebbero infatti alterare l'esito della gara e falsare la classifica finale del festival - aveva dichiarato l'Associazione dei consumatori all'AdnKronos - Per tale motivo attendiamo gli accertamenti del caso e chiarimenti da parte dei soggetti responsabili, a partire da Rai e società telefoniche, e se saranno confermati disservizi o irregolarità siamo pronti a chiedere dinanzi le autorità competenti l'annullamento dell'intera classifica finale di Sanremo 2024".

 

 
 
 

SCEMPI COMPIUTI IN NOME DEL GREEN: SI RINGRAZIANO DRAGHI E LA MELONI!

Post n°1812 pubblicato il 17 Aprile 2024 da scricciolo68lbr
 

La Meloni, un esempio di come raggiungere l’apice della carriera politica e la disgrazia in così breve tempo! Una persona così insipida ed impreparata come il Presidente del Consiglio in carica, raramente la si incontra. Capace solo di prendere in giro il proprio elettorarato, promettendo tanto e poi facendo, una volta eletta, tutto il contrario. Nel frattempo, mentre assistiamo impotenti al suo malgoverno, si stanno prendendo l’Italia, pezzo a pezzo. E nel silenzio generale. Di chi sto parlando? Dei fanatici e degli speculatori del green! Con la scusa del verde e delle energie rinnovabili, infatti, interi territori passano in questi ultimi mesi, nelle mani delle multinazionali, che si nascondono dietro società paravento, per portarsi via porzioni del nostro Paese. Senza che nessuno dica niente. Campi coltivati, terreni agricoli, boschi, tratti di mare, colline, pianure e montagne diventano dall’oggi al domani, proprietà privata di colossi stranieri nell’indifferenza dei “sovranisti” di governo (e qui concedo grosse e grasse risate…) e di gran parte degli italiani che non se ne accorgono perchè non ne sanno nulla. Almeno fino a quando l’esproprio non bussa alla loro porta.

 

Dal quotidiano La Verità del 16 aprile c.a., si apprende che questo è già  successo alla famiglia Montemurro, che da anni ha un’azienda agricola biologica a Grottole, provincia di Matera: il terreno è stato espropriato perché lì dovrà sorgere una centrale elettrica. È successo a Donato Eusepi, allevatore di Piansano, in provincia di Viterbo: il suo terreno è stato espropriato perché lì, sorgerà una stazione fotovoltaica. È successo a Nadia Brignone in Val Bormida: i terreni del suo compagno saranno espropriati perché lì sorgeranno sette pale eoliche. E poi rischia di succedere a Andrea Maggi, risicoltore di Vercelli, a Roberta De Quarto viticoltrice a Lizzano in Puglia, a Francesco Fossa, agricoltore a Sassoferrato nelle Marche: tutti i loro terreni sono inseriti nei progetti per la realizzazione di impianti ad energia rinnovabili. 

 

Dunque secondo il decreto semplificazioni del 2021 del sicario d’Italia per eccellenza, Mario Draghi, possono essere espropriati senza se e senza ma, per essere assegnati a un’altra società privata, quasi sempre straniera. Il punto è che gli espropri per interesse pubblico sono sempre esistiti: si prendono pezzi di terreno ai privati per costruire opere per l’intera comunità, utili a tutti, come un argine di un fiume, una strada o una ferrovia. Anzi in alcune occasioni si sono registrati abusi al contrario, quando venivano espropriati terreni per opere inutili, indennizzando i proprietari con montagne di denaro. Qui invece si espropria ad un privato non per il benessere comune, quanto per costruire ed accrescere la ricchezza di un altro privato (per lo più multinazionali, per lo più straniere). 

 

Proprio così: si toglie a un privato (l’agricoltore, l’allevatore, etc) e si dà a un altro privato. Tutto ciò in nome del green. Ma come è possibile che in nome del green, la cui veridicità nonostante il procedere incessante, sia tutta da dimostrare, la tutela della proprietà privata passi in secondo piano nonostante un sedicente governo sovranista, populista, che da sempre si è schierato dalla parte della proprietà privata, come pure in quelle regioni governate da partiti che si dichiarano promotori della tutela della proprietà privata e che fanno di questo il loro vanto e un punto di forza? 

 

E come è mai possibile che in nome del green si possa permettere a società straniere di diventare indisturbate proprietarie di pezzi del nostro territorio, anche in quelle regioni governate da partiti che fanno della tutela dell’italianità il loro punto di forza?

 

L’origine di questo scempio, che si sta compiendo nel disinteresse di (quasi) tutti, è in un provvedimento del 2021 di Mario Draghi, al quale evidentemente gli scempi compiuti sin’ora, non sono sufficienti. Questo provvedimento di cui parlo è precisamente il decreto Semplificazioni, numero 77, del 31 maggio 2021. Dietro un aggettivo che evoca benevolenza (le semplificazioni …) si nasconde come spesso accade una perfetta orchestrazione. Quasi nessuno se n’è accorto quando fu approvato, tutti presi com’erano dall’applaudire il Santo Mario moltiplicatore dei vaccini, e poi del: “volete la pace o il condizionatore acceso?”. E pochi se ne accorgono ora, anche se il decreto sta provocando ingenti danni coi suoi effetti malefici sotto gli occhi di tutti. Con le «semplificazioni», infatti, Draghi stabiliva che in nome del supremo interesse green, si potevano fare due cose fino ad allora severamente vietate: 1) espropriare anche i terreni coltivati e i boschi (fino ad allora era possibile costruire impianti eolici e fotovoltaici solo su aree degradate, cave, capannoni dismessi etc); 2) espropriare i terreni coltivati e i boschi per darli non allo Stato ma ad altre società private. Il combinato disposto di queste due “meravigliose” semplificazioni, ha prodotto quello di cui ho parlato sino ad ora: pezzi di terreno coltivato e pezzi di paesaggi stupendi che vengono strappati all’Italia e consegnati a colossi privati (per lo più stranieri).

 

In provincia di Nuoro, per esempio, sempre dall’articolo de La Verità, si apprende di quelle che vengono chiamate per la loro bellezza le «Dolomiti della Sardegna», una zona incontaminata che vive di turismo. Ebbene: lì sono stati presentati progetti per 170 pale eoliche. Molte di questi progetti sono stati presentati da un giovane di 30 anni, titolare di 84 società, dietro il quale c’è un colosso spagnolo, la Bahia de Plata Real Estate. A Taranto il progetto per il mega impianto fotovoltaico che distruggerà la tradizionale coltivazione delle cozze, è stata presentato da una piccolissima società la M.Floating Mar Piccolo, alla cui guida c’è Francesca Scollato, un’anziana signora che di rinnovabili naturalmente non sa nulla, ma che è la mamma di un avvocato che lavora per una multinazionale greca (la Mytilineos). La multinazionale greca ovviamente assumerà presto su di sé la realizzazione del progetto, lasciando la signora Scollato alle sue pacifiche faccende domestiche.

 

Potremmo andare avanti all’infinito, il meccanismo è sempre lo stesso: si presenta una piccola società, appena costituita, quasi sempre con capitale minimo (10.000 euro o poco più), magari una testa di legno alla guida, spezzetta i progetti in modo da non dare nell’occhio. Poi dietro spunta il colosso straniero che si prende la società, con annessi tutti i piccoli progetti. I quali piccoli progetti, messi insieme, diventano un maxi progetto che genera profitti a palate, alle spalle di chi è stato espropriato. Ma resta il dubbio: davvero l’ideologia green può giustificare simili soprusi? Davvero l’interesse nazionale è quello di strappare terreni ad agricoltori e allevatori per darli a qualche multinazionale? Davvero si difende il verde distruggendo senza criterio i nostri paesaggi per permettere il business dell’eolico nelle mani degli stranieri? Davvero siamo sicuri che questa è la strada giusta o quel decreto Draghi sta svendendo, un’altra volta, pezzo a pezzo il nostro Paese?

E perché nessuno ne parla? Perché nessuno dice nulla? A Fuori dal Coro, questo problema mi dicono i bene informati, lo hanno tirato fuori già da diverse settimane. E gli stessi hanno annunciato che andranno avanti a denunciarlo, anche prossimamente. 

Tuttavia questo silenzio che circonda l’inchiesta stupisce.

Fate un po’ di casino, pure voi… per piacere.

 

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Evoluzione dell’anima e evoluzione dell’essere umano.

Post n°1811 pubblicato il 15 Aprile 2024 da scricciolo68lbr

 

 

L'essere umano evolve solo attraverso l'evoluzione dell'anima.Secondo la tradizione dello Shivaismo del Kashmir, le tappe fondamentali per arrivare all’illuminazione spirituale sono tre: 

1) il risveglio dell’Anima, Jivatma; 

2) la rivelazione del Sé Supremo, Atman

3) la fusione del nostro Sé Supremo Individuale con il Sé Supremo Macrocosmico, Paramatman.

Il risveglio dell’anima è dunque un passo molto importante e propedeutico alla nostra evoluzione, e secondo alcuni trattati il risveglio dell’anima è addirittura una condizione assolutamente necessaria perché qualcuno si consideri essere su una via spirituale.

L’espressione “metterci l’anima” indica appunto quella capacità di “animare”, di rendere vive le nostre azioni quotidiane, sia che si tratti di ciò che facciamo nel lavoro, che nel rapporto con gli altri, e anche nella nostra pratica spirituale (sadhana). Senza questa energia che proviene da dentro di noi è difficile far apparire delle risonanze elevate ed intense, senza le quali non possiamo superare le barriere imposte dai giudizi errati, dalle percezioni mentali uniformi e lineari della mente sensoriale ed istintuale.

Quello stato, quella condizione di animare di cui parliamo è in stretto legame con il centro di forza Anahata Chakra. A livello di questo centro di forza si trova il punto di incontro tra le due dimensioni della coscienza umana: lo Spirito e la Vita. Anahata Chakra è il centro di forza che unifica lo Spirito e la Vita combinando due azioni: da un lato abbiamo il processo di alchimia interiore della vita istintuale, delle energie e delle pulsioni abissali dell’essere umano, e dall’altro lato, a questo livello, Anahata Chakra viene “intriso” dalla forza dello Spirito Supremo, grazie alla straordinaria potenza dell’amore con cui Anahata Chakra si trova in risonanza. 

Un aspirante spirituale dovrebbe agire simultaneamente in entrambe le direzioni, e può farlo veramente bene solo se ha risvegliato la sua anima, cioè se tutto il suo agire è intriso di questo Amore incondizionato.

Essere nella Gioia, senza indugi!

Fino a quando la nostra anima non è risvegliata, fin quando le nostre azioni non sono sostenute da un entusiasmo puro, dalla gioia della Vita, è come se lasciassimo Dio ad aspettare in un angolino, come ad un ideale verso cui tendiamo, ma con l’idea che non si tratti di una cosa cosi immediata… con il pensiero che un giorno ci arriveremo… che un giorno ci impegneremo… “quando” ci saranno le condizioni… E quel quando spesso rimane un non ora, cioè mai.

Cosi, nel frattempo orientiamo le nostre attenzioni, le nostre energie e i nostri sforzi verso gioie più piccole, verso il soddisfacimento di desideri momentanei, che non fanno altro che rimandare, fino a quando… ci siamo dimenticati quale fosse il nostro intento iniziale. E ci dimentichiamo di noi stessi.

Tutto questo avviene perché il nostro animo non è ancora vivo, e la nostra mente non sembra essere capace di comprendere simultaneamente entrambe le direzioni della coscienza, ossia la vita di tutti i giorni e l’aspirazione a quel Qualcosa di Supremo. Come se potessimo realizzarle solo in successione: prima risolvo i problemi quotidiani e poi… Sono le nostre attitudini quotidiane che ce lo mostrano. 

Essere noi stessi è essere nel Cuore

Cosi come un uomo immerso nell’acqua pensa innanzitutto il modo in cui poter ritornare a respirare, prima di ogni altra cosa, cosi dovrebbe agire un aspirante spirituale autentico alla rivelazione del proprio Sé Supremo. Farà di tutto per rivelare il Sé e poi penserà alle altre cose che potrebbe ancora fare in questa vita.

La difficoltà di coltivare una simile attitudine per un certo periodo di tempo, soprattutto nei momenti in cui interferiamo con situazioni piuttosto intense e divergenti come senso, verrà in una certa misura eliminata se perseguiremo la dinamizzazione del centro di forza Anahata Chakra, allo scopo di arrivare cosi a questo stato di risveglio interiore dell’anima.

Alcune modalità pratiche di Risveglio

La dinamizzazione di Anahata Chakra si può ottenere mediante l’Amore più puro ed elevato che possiamo manifestare verso uno o più esseri umani ed ogni altra creatura, ma anche attraverso l’applicazione perseverante di tecniche specifiche, quali ad esempio:

– Asana come Prarthanasana, Bhujangasana, Vajrasana, Gomukhasana, Yoga Mudra;

– Pranayama focalizzando il prana in Anahata, con le specifiche correnti sottili colorate (prime fra tutte il Blu), o con le vocali mantriche;

– Pratiche spirituali quali l’Arte della Benedizione, o la tecnica del Parafulmine, nelle quali diventiamo canali della Grazia Divina;

– la Preghiera del Cuore, vera e propria modalità di Yoga cristiano, descritta in numerose opere dell’esegesi (tra cui menzioniamo i testi di Padre Vannucci, come Lo Yoga Cristiano);

– pratiche di concentrazione mentale sul Cuore, come la meditazione su uno specifico Yantra (di Anahata, di Vayu tattva, di Bhuvaneshwari, del Sé Supremo Atman, ecc.);

– tecniche di Meditazione (Dhyana) quali il Fiore Blu, Laya Yoga con il Bija mantra di Anahata Chakra o Laya Yoga con una delle Grandi Forze Cosmiche (Mahavidya), fino alla meditazione di Rivelazione del Sé di cui la più nota è quella che usava il grande yogi Ramana Maharishi: atma-vichara.

Queste sono alcune delle tecniche che vengono gradualmente insegnate ai nostri corsi di Yoga Integrale EsotericoTantra Yoga e Shivaismo del Kashmir, ma nonostante le Vie del Cuore siano infinite, ciò che rimane il comune denominatore dell’efficacia di queste modalità di risveglio rimane la nostra aspirazione, sincera ed intensa.

In fondo, non è forse l’Amore, l’energia sublime veicolata da Anahata Chakra, la cosa a cui aspiriamo di più?

In fondo, non è forse l'amore ciò che tutte le religioni predicano da sempre?

 
 
 

IL QUANTUM FINANCIAL SYSTEM: È LA FINE DEL DOMINIO DELLE BANCHE? LA PAROLA ALL’ESPERTO ARMANDO SAVINI.

Post n°1810 pubblicato il 15 Aprile 2024 da scricciolo68lbr
 

Generalmente in questo blog non si parla di economia, ma il tema trattato oggi è di grande importanza per il futuro dell’umanità, avendo a che fare con la costituzione di nuovi assetti geopolitici. Stiamo assistendo al crollo del vecchio sistema unipolare e alla nascita di un nuovo mondo multipolare, incentrato su un nuovo sistema finanziario, sganciato dal dollaro e dalla sua egemonia: il Quantum Financial System. Ne parliamo con Armando Savini, economista, saggista, già docente a contratto di storia economica, economia e metodi di ricerca per il business.

D. Da pochi giorni è stato pubblicato da Database International Books, il libro "Sovranità, debito e moneta. Dal dominio delle banche centrali al Quantum Financial System". Che cosa è il Quantum Financial System?

R. "Il Quantum Financial System (QFS) è un sistema di pagamenti internazionale incentrato sull’Intelligenza Artificiale e sui network quantistici, che permettono di compensare le transazioni in tempo reale senza l’intervento di banche e banche centrali, garantendo, altresì, una sicurezza finanziaria del 100%. Questo sistema sta già sostituendosi allo SWIFT (Society for Worldwide Interbank Financial Telecommunication), grazie anche alle sanzioni contro la Russia, che hanno accelerato l’adesione dei suoi Paesi partner. Essendo, infatti, fuori dallo SWIFT, la Russia ha spostato il suo baricentro economico-finanziario sulla piattaforma di tecnologia cinese CIPS (Cross-Border Interbank Payment System), il sistema internazionale di pagamenti alternativo allo SWIFT, che, invece, è di pertinenza americana. È interessante notare, come questo tipo di informazioni, prima relegato in milieu circoscritti, ora sia di pubblico dominio. Basti pensare a quanto affermato dal Presidente della Federal Reserve Powell qualche giorno fa: «Sono in atto rapidi cambiamenti nel sistema monetario globale che potrebbero influenzare il ruolo internazionale del dollaro".

 

D. Dal punto di vista economico-finanziario e geopolitico, cosa comporta l’entrata in vigore del Quantum Financial System?

R. "Accelera il tramonto dell’imperialismo americano e la fine del dominio delle banche centrali, che sono delle vere e proprie società per azioni, che condizionano gli Stati e i popoli. Un sistema finanziario slegato dal dollaro USA e dalle politiche della FED (Federal Reserve) è il presupposto fondamentale per un cambiamento epocale. Quando non sei condizionato da una superpotenza come quella americana, sei uno Stato sovrano e la Russia lo ha dimostrato. Quando, su ordine di Washington, le sono stati “congelati” i fondi presso le altre banche centrali ed è stata estromessa dallo SWIFT, la Russia ha continuato a vivere di vita propria. Tutti predicevano il crollo del rublo e dell’economia russa, invece, il rublo si apprezza sempre di più - al punto che la banca centrale della Federazione Russa ha dovuto abbassare i tassi di interesse -  e l’economia russa è più solida che mai. Qualche giorno fa, commemorando il 350° anniversario della nascita dell’imperatore Pietro il Grande, Putin ha detto: «Un Paese o è sovrano o è una colonia. E una colonia non ha alcuna prospettiva di sopravvivere alla lotta geopolitica». Per questo è necessario recuperare la piena sovranità. Ora, questo è possibile in un contesto internazionale basato su quello che Aleksandr Dugin chiama «sistema multipolare», cioè, un sistema di Stati-Civiltà. Si tratta di un nuovo sistema-mondo, che necessita di un nuovo sistema finanziario in grado di garantire ad ogni Paese la propria sovranità, la pace e il benessere. Come ho già avuto modo di scrivere su Database Italia, nel nuovo quadro geopolitico, il Quantum Financial System (QFS) gioca un ruolo cardine. Parafrasando MacKinder, potremmo definirlo The Financial Pivot of History, cioè, il perno finanziario della storia. Ultimamente, il Ministro Glazyev ha spiegato che il nuovo sistema sarà caratterizzato da una nuova valuta commerciale sintetica, basata su un paniere valutario cui si aggiungono una ventina di materie prime scambiate in borsa. Tutte gli altri pronunciamenti sul QFS, istituzionali e non, sono nel libro".

 

D. Dalla quarta di copertina, si legge che l’obiettivo principale del suo libro è quello di «aiutare il lettore a capire come le élite finanziarie governano il mondo, influenzando le scelte di politica economica». Come governano il mondo, le élite?

R. "Per rispondere a questa domanda, è necessario comprendere il corretto funzionamento dell’economia, della politica monetaria e fiscale. Questo presuppone la necessità di sfatare molti di quei miti economici, divulgati dalla stragrande maggioranza dei libri di economia che, all’unisono, non fanno altro che demonizzare la presenza dello Stato nell’economia e la spesa pubblica in disavanzo, che, invece, costituiscono il motore per eccellenza del sistema economico, la condizione imprescindibile per uscire dalle crisi, soprattutto, dall’ultima crisi socio-sanitaria. L’altra variabile sono le esportazioni, che, però, durante una crisi mondiale servono a poco. Alla fine, resta solo la spesa pubblica, cioè, l’intervento dello Stato nell’economia, l’unico attore economico in grado di tirare fuori l’economia dalle sabbie mobili della stagnazione, o meglio, della stagflazione. Il mercato da solo non ce la fa. Per uscire dalle sabbie mobili è necessario essere trascinati fuori da qualcuno che abbia i piedi ben fermi sul terreno solido. Non se ne può uscir fuori da soli, tirandosi per i propri capelli come il Barone di Münchhausen. Di qui, la necessità di uno Stato sovrano, in grado di creare moneta e non di mendicarla presso una società per azioni partecipata dalle più grandi banche d’affari del mondo. Nel caso di uno Stato colonia, l’economia è destinata a sprofondare negli abissi della stagnazione, soprattutto se deve obbedire a strutture sovranazionali che operano in direzione opposta alle proprie necessità, perseguendo gli interessi delle grandi banche d’affari. In questo senso, le politiche di austerity sono un tragico esempio. Austerity vuol dire austerità, povertà. Con le politiche della povertà, si può diventare più ricchi? Se viene spostata la ricchezza dal settore non governativo a quello governativo, cioè, se facciamo risparmiare lo Stato (il famoso avanzo di bilancio) e rastrelliamo ricchezza dalle famiglie e le imprese, come faremo crescere gli investimenti e l’occupazione? L’austerità espansiva - cioè, farsi poveri per diventare ricchi – non esiste.  È come pretendere di sfamare i popoli con una carestia oppure di generare talenti con la rigidità mentale!  L’obiettivo delle politiche di austerity – e lo sanno bene anche i grandi pastori dell’ortodossia economica – non consiste nella crescita economica ma serve a spostare la ricchezza dal popolo al Governo e da questo alle banche d’affari, sotto forma di dividendi.

 

D. È possibile pensare, quindi, che il capitalismo globalista sia giunto al collasso? Una crescita economica con maggiori livelli occupazionali sarà di nuovo possibile?

R. Il capitalismo globalista, così come lo conosciamo, ha bisogno di un governo unico mondiale per sopravvivere. Un mostro enorme deve avere anche una testa enorme. Stando alla legge della varietà necessaria di Ashby, un sistema di controllo deve essere complesso almeno quanto il sistema controllato.  Questo vuol dire, da una parte, che il sistema di controllo deve crescere e complessificarsi ma senza inflazionare; dall’altra, ridurre la complessità del sistema controllato, quindi la varietà e la libertà. Per garantire margini di profitto, è necessario poter controllare il grande mercato planetario e, per fare questo, bisogna ridurre la complessità del reale, mediante il processo di omologazione delle masse e spezzando i legami sociali fino all’atomo, cioè, all’individuo, che alcuni vorrebbero liberare non solo dalla società e dalla Chiesa, ma anche da se stesso, relegando la sua psiche in qualche angolo nascosto del metaverso. Una volta annientata l’umanità non ci sarà neanche più il capitalismo, ragion per cui alcuni liberal-conservatori hanno cominciato a frenare il processo di globalizzazione. Gli strumenti tecnici per creare liquidità ed uscire dalla crisi ci sono e ce ne saranno ancora. Abbiamo solo bisogno di una classe dirigente costituita da persone preparate, oneste e coraggiose, in grado di abbandonare le logiche di un mondo vecchio e corrotto, di recuperare le radici di quel pensiero filosofico, che ha fatto risplendere l’Occidente cristiano".

 

FONTE: 

https://www.liberoquotidiano.it/articolo_blog/blog/andrea-cionci/32066706/banche-centrali-quantum-financial-system-mondo-vuolo-armando-savini.html

 
 
 

I DATI SULLE TEMPERATURE RILEVATE DA STAZIONI METEO INESISTENTI ALIMENTANO LA FALSA NARRATIVA SUL CAMBIAMENTO CLIMATICO!

Post n°1809 pubblicato il 15 Aprile 2024 da scricciolo68lbr

La National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAAprevede che luglio, agosto e settembre saranno più caldi del solito. E per coloro che considerano le temperature più calde come problematiche, questo è un motivo significativo di preoccupazione. [enfasi, link aggiunti]

“La Terra sta lanciando una richiesta di soccorso”, ha detto il segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres il 19 marzo. “L’ultimo rapporto sullo stato del clima globale mostra un pianeta sull’orlo del baratro.

“L’inquinamento da combustibili fossili sta mandando fuori scala il caos climatico. Le sirene stanno suonando a tutto volume su tutti i principali indicatori: l’anno scorso ha visto un caldo record, livelli del mare record e temperature record sulla superficie dell’oceano. … Alcuni record non sono solo da primato, ma anche da record”.

Il presidente Joe Biden ha definito il clima “una minaccia esistenziale” nel suo discorso sullo stato dell’Unione del 2023. “Guardiamo in faccia la realtà. Alla crisi climatica non importa se sei in uno stato rosso o blu”.

Nel suo discorso del 2024, ha detto: “Non credo che nessuno di voi pensi che non ci sia più una crisi climatica. Almeno, spero che tu non lo faccia”.

Quando si ricordano le temperature del passato per fare confronti con il presente e, cosa più importante, informare la politica climatica futura, funzionari come Guterres e il presidente Biden si affidano in parte alle letture della temperatura dello United States Historical Climatology Network (USHCN).

La rete è stata istituita per fornire un “record climatico storico accurato, imparziale e aggiornato per gli Stati Uniti”, afferma la NOAA, e ha registrato più di 100 anni di temperature massime e minime giornaliere dalle stazioni in tutti gli Stati Uniti.

Il problema, dicono gli esperti, è che un numero crescente di stazioni USHCN non esiste più.

Se ne sono andati fisicamente, ma continuano a riportare i dati come per magia“, ha detto il tenente colonnello John Shewchuk, un meteorologo consulente certificato.

La NOAA produce dati sulla temperatura per oltre il 30% delle 1.218 stazioni di segnalazione USHCN che non esistono più”.

Le chiama stazioni “fantasma”.

Shewchuck ha detto che le stazioni USHCN hanno raggiunto un massimo di 1.218 stazioni nel 1957, ma dopo il 1990 il numero di stazioni attive ha iniziato a diminuire a causa dell’invecchiamento delle attrezzature e del pensionamento del personale.

La NOAA registra ancora i dati di queste stazioni fantasma prendendo le letture della temperatura dalle stazioni circostanti e registrando la loro media per la stazione fantasma, seguita da una “E” per stima.

L’aggiunta dei dati della stazione fantasma significa che i rapporti mensili e annuali della NOAA non sono rappresentativi della realtà“, ha detto Anthony Watts, meteorologo e senior fellow per l’ambiente e il clima presso l’Heartland Institute.

“Se questo tipo di processo fosse utilizzato in un tribunale, allora le prove verrebbero respinte come inquinate”.

Dati critici

La registrazione completa dei dati USHCN del NOAA è disponibile sul suo sito web, rendendolo uno strumento vitale per gli scienziati che esaminano le tendenze della temperatura da prima della rivoluzione industriale.

Jamal Munshi, professore emerito presso la Sonoma State University in California, ha scritto in un articolo del 2017 che, poiché molte delle stazioni dell’USHCN e i loro dati risalgono al 1800, sono stati “ampiamente utilizzati nello studio del riscaldamento globale”.

Stazione meteorologica della Valle della Morte circa 1913-1922Foto del 1922 della stazione meteorologica della Valle della Morte che ha registrato la temperatura più calda del mondo nel 1913.

“La paura del riscaldamento globale antropogenico ha generato un grande interesse per le tendenze della temperatura, in modo tale che anche i minimi cambiamenti nel record di temperatura vengono esaminati e le implicazioni controverse per i loro effetti sul clima, le condizioni meteorologiche estreme e l’innalzamento del livello del mare vengono soppesate rispetto al costo della riduzione delle emissioni come un modo per moderare questi cambiamenti”, ha scritto Munshi.

L’energia e la politica di sviluppo in tutto il mondo sono influenzate da queste valutazioni”.

Shewchuk ha detto che i dati dell’USHCN sono gli unici dati storici a lungo termine sulla temperatura che gli Stati Uniti hanno.

“In questi giorni di apparente ‘crisi climatica’, si potrebbe pensare che il mantenimento delle stazioni di rilevamento della temperatura sia una priorità assoluta, ma invece producono dati per centinaia di stazioni inesistenti. Questo è un modo bizzarro di monitorare un clima che si dice sia una minaccia esistenziale”, ha detto.

“I dati osservati sono reali. I dati alterati e fabbricati non sono reali. Punto.”

Il sito web, noaacrappy, elenca tutte le stazioni fantasma o “zombie”, la loro posizione, da quanto tempo sono state chiuse e poi i link alle registrazioni della NOAA.

Significativamente, la mappa mostra che non tutte le stazioni utilizzate per interpolare i dati di temperatura si trovano vicino alla stazione chiusa.

Quindi, ipoteticamente, è possibile che, dal momento che le stazioni di Oklahoma City sono tutte “zombie”, i dati di interpolazione provengano da Gainesville, in Texas, che è a più di 136 miglia di distanza, ed Enid, in Oklahoma, che è a più di 100 miglia di distanza.

Leggi il resto su Epoch Times

Fonte : Climate Change Dispatch

 
 
 

LA VERITÀ CREA SEMPRE SCONCERTO IN CHI VIVE DI FALSITÀ! LA CENSURA DI ZUCKERBERG (FACEBOOK) È FUORI CONTROLLO!!!

Post n°1808 pubblicato il 15 Aprile 2024 da scricciolo68lbr
 

La censura di Facebook è totalmente fuori controllo e i loro “fact checking indipendenti e imparziali” sono tutt’altro. Ora stanno censurando Climate: The Movie. I presunti “fact checking” forniti da Science Feedback e Climate Feedback (sono due rami della stessa organizzazione) hanno dimostrato molte volte di essere sia di parte che ideologicamente guidati. Il “fact check” del bestseller di Steve Koonin, Unsteaded, effettuato da Climate Feedback, è stato aspramente criticato dal Wall Street Journal in un editoriale della redazione del WSJ.

L’editoriale include quanto segue:

Koonin, il cui accurato libro attinge ampiamente agli studi esistenti, può rispondere nel merito in un’altra sede. È sufficiente dire qui che molte delle affermazioni del “fact check” su cui Facebook si basa non contraddicono il materiale di base, ma piuttosto discutono con le sue implicazioni percepite.

Il fact check attacca il libro di Koonin perché afferma che “l’impatto economico netto del cambiamento climatico indotto dall’uomo sarà minimo almeno fino alla fine di questo secolo”. Minimo è negli occhi di chi guarda, ma il National Climate Assessment degli Stati Uniti ha previsto che i costi climatici dell’America nel 2090 saranno di circa 500 miliardi di dollari all’anno – una frazione del recente stimolo Covid in un’economia che potrebbe essere quattro volte più grande.

Il fact check sull’affermazione che “i raccolti globali stanno aumentando, non diminuendo” replica che “i raccolti globali stanno aumentando, ma questo non costituisce una prova che il cambiamento climatico non stia influenzando negativamente l’agricoltura”. Ok, ma questa è un’argomentazione, non una verifica dei fatti. …

Il commento di Climate Feedback su una riga della revisione riguardante “il numero e la gravità delle siccità” non identifica alcuna falsità, ma sostiene invece che “non ha davvero senso fare affermazioni generiche sulle tendenze globali della siccità”. Forse non ha senso per Facebook limitare la portata delle legittime argomentazioni scientifiche e delle interpretazioni concorrenti dei dati.

Le confutazioni di Steve Koonin al post di Climate Feedback sono qui e qui. Ho anche scritto dell’errato post sul feedback sul clima qui.

In altre parole, i fact checking dovrebbero verificare i fatti, non una differenza di opinione tra due scienziati. I “fact checking” oggi sono troppo spesso editoriali sottilmente mascherati e molto faziosi, che spesso confondono interpretazioni molto di sinistra di dati ambigui con i fatti. Quindi questi presunti “fact checking indipendenti e imparziali” vengono usati da Facebook, e talvolta da Linkedin, come scuse per censurare post e filmati legittimi e ben documentati. La documentazione e i riferimenti dei fatti e delle interpretazioni presentate in Climate: The Movie possono essere trovati qui.

Ulteriori approfondimenti sui palesi pregiudizi e sulla disinformazione che si trovano sui siti web Science Feedback e Climate Feedback:

  1. Il controllo fraudolento e fuorviante di Climate Feedback di un famoso e rispettato articolo peer-reviewed di Ronan Connolly, Willie Soon e 21 co-autori ben qualificati è confutato qui.
  2. Climate Feedback ottiene anche un fact check delle emissioni di CO2 Coalition completamente errata, come descritto qui.
  3. Infine, nel loro fact check di Gregory Wrightstone del CO2 Coalition fanno 13 (bugie?) selvaggiamente scorrette su Wrightstone, come descritto qui.

In sintesi, i siti web Science Feedback e Climate Feedback sono entrambi inaffidabili e fuorvianti. Non si sa perché Facebook e Linkedin ripongano la loro fiducia in un’organizzazione così prevenuta, a meno che non stiano anche spingendo una narrativa ideologicamente prevenuta.

 

La loro critica eccessivamente lunga (4.700 parole!!) di Climate: The Movie è completamente smentita nella mia bibliografia commentata dei punti principali del film, ma posso centrare i punti principali qui sotto.

La prima affermazione, chiaramente falsa, è che il recente cambiamento climatico sia guidato dalla CO2 esclusivamente senza alcun input dal 1750 d.C. dai cambiamenti del Sole o della natura in generale. Questa è un’affermazione non supportata dall’IPCC (AR6, p.5) che è spesso contestata nella letteratura peer-reviewed [Ad esempio: (Soon, Implications of the Secondary Role of Carbon Dioxide and Methane Forcing in Climate Change: Past, Present, and Future, 2007), (Davidson, Stephenson & Turasie, 2016), (Koutsoyiannis, Onof, Kundzewicz & Christofides, 2023) e (Liu, et al., 2014)].

In secondo luogo, ci sono problemi molto seri e ben documentati con le attuali misurazioni del riscaldamento globale sulla superficie terrestre. Questi problemi sono discussi nel film. Science Feedback che tenta, con troppe parole per essere credibile, che le misurazioni siano accurate. I problemi sono tutti ben documentati nella letteratura peer-reviewed [Ad esempio: (Connolly, et al., 2023) e (Soon, et al., 2023)].

In terzo luogo, il film spiega che le temperature odierne sono all’interno del normale intervallo di temperature viste nella storia recente e a lungo termine della Terra e non sono insolite o senza precedenti. Questo fatto è molto ben documentato nella letteratura peer reviewed [Kaufman & Broadman, 2023) e (Scotese, Song, Mills & Meer, 2021)]. La critica di Science Feedback prima si lamenta di questa affermazione e poi è d’accordo con essa.

Poi continuano dicendo che le “tendenze di riscaldamento” sono insolite nell’era strumentale (ultimi 140 anni o giù di lì) rispetto alle antiche tendenze della temperatura, basate su proxy climatici incerti. I proxy climatici utilizzati nell’ultimo rapporto dell’IPCC (AR6) hanno una risoluzione temporale mediana (tempo tra le temperature) di 164 anni (Kaufman, McKay & Routson, 2020). Quindi, come possono sapere se le tendenze proxy sono più o meno di oggi? Vedi qui e qui per i dettagli. Inoltre, vedi questo eccellente post di Renee Hannon sull’impatto del confronto tra le letture giornaliere del termometro e i proxy climatici.

Fanno molte altre affermazioni errate e fuorvianti. Affermano che non ci sono prove che le popolazioni di orsi polari stiano aumentando, lo sono (Crockford, 2022). Sostengono che la Grande Barriera Corallina non ha recentemente raggiunto una dimensione record, quando lo ha fatto secondo Peter Ridd e l’Australian Institute of Marine Science.

Fanno molte altre affermazioni secondo cui le dichiarazioni del film sono fuorvianti, comprese le affermazioni secondo cui i modelli climatici dell’IPCC/CMIP sono accurati, ma l’IPCC stesso ammette che sono difettosi:

Quindi, valutiamo con media confidenza che i modelli CMIP5 e CMIP6 continuano a sovrastimare il riscaldamento osservato nella troposfera tropicale superiore nel periodo 1979-2014 di almeno 0,1°C per decennio, in parte a causa di una sovrastima del modello di tendenza SST tropicale in questo periodo. (AR6 WGI, p.444).

In breve, il post di Science Feedback è chiaramente errato nelle sue affermazioni secondo cui il film è fuorviante. Science Feedback esamina gli stessi dati e fatti esaminati nel film e trae conclusioni diverse rispetto agli eminenti scienziati del film. Hanno un’opinione diversa da quella degli esperti del film. Ciò non significa che gli scienziati nel film abbiano di fatto torto. Guardate voi stessi i dati, il supporto per tutte le 70 affermazioni scientifiche serie fatte nel film può essere trovato qui per coloro che vogliono vedere di più.

Scarica qui la bibliografia.

Leggi il “fact check” di Science Feedback su Climate: The Movie qui.

Questo articolo è apparso originariamente sul sito web Watt’s Up With That?

Fonte : Daily Sceptic

 
 
 

UE: OK DEFINITIVO DIRETTIVA CASE GREEN.

Post n°1807 pubblicato il 12 Aprile 2024 da scricciolo68lbr

Direttiva “case green”: ok definitivo del Consiglio UE, le novità.

 

Via libera definitivo alla nuova direttiva europea “case green” (EPBD – Energy performance of building directive) da parte del Consiglio Ue!

La direttiva europea “case green”, che fa parte del pacchetto di riforme Fit for 55, mira a ridurre progressivamente le emissioni di CO2 del parco immobiliare europeo e raggiungere l’obiettivo della totale decarbonizzazione entro il 2050 attraverso la riqualificazione del patrimonio edilizio europeo e il miglioramento dell’efficienza energetica.

Per il perseguimento di questi obiettivi, direttiva europea definisce:

In questo articolo, trovi un resoconto dettagliato della direttiva e a margine un’agile sezione di FAQ che sintetizza le novità del provvedimento.

Per progettare edifici ad alte prestazioni energetiche con le nuove norme sarà sempre più necessario un software termotecnico innovativo e potente, che ti offra la sicurezza di essere sempre aggiornato e di ottenere verifiche affidabili e professionali.

Cosa prevede la direttiva “case green”

La direttiva EPBD rappresenta una svolta significativa per le politiche energetiche comunitarie e statali. L’obiettivo della direttiva è stimolare la riqualificazione energetica di edifici privati e pubblici in tutta Europa, al fine di ridurre i consumi energetici e le emissioni di CO2 del parco immobiliare dei 27 Stati membri.

Nei diversi negoziati tra il Consiglio dell’Unione Europea, il Parlamento Europeo e la Commissione Europea, la direttiva case green ha subito una serie di modifiche che contemplano obiettivi intermedi meno stringenti, termini più estesi e un quadro normativo meno restrittivo rispetto alla versione precedentemente approvata dal Parlamento Europeo a marzo.

Il compromesso sui target della direttiva EPBD prevede la possibilità per i Paesi membri di richiedere deroghe sugli edifici alla Commissione europea.

Gli obiettivi medi saranno definiti in base al patrimonio edilizio, al sistema nazionale di classificazione energetica e alle strategie di ristrutturazione adottate da ciascun Paese.

I macro-obiettivi

L’obiettivo delle politiche energetiche degli stai membri è raggiungere l’obiettivo della neutralità climatica entro il 2050.

Ogni Stato membro dovrà adottare un piano nazionale che preveda la riduzione progressiva del consumo di energia degli edifici residenziali e non; ogni paese potrà stabilire autonomamente su quali edifici concentrarsi.

Complessivamente, il 55% della riduzione dei consumi energetici deve essere ottenuto tramite la ristrutturazione degli edifici con le prestazioni inferiori.

Entro il 2030, le ristrutturazioni dovranno coinvolgere il 15% degli immobili non residenziali e, entro il 2033, il 26% degli edifici di classe energetica più bassa.

Secondo le definizioni della direttiva, il 43% degli immobili meno efficienti dovrà essere riqualificato dal punto di vista energetico.

In Italia, secondo i dati Istat, vi sono circa 12 milioni di edifici residenziali. Pertanto, sarà prioritario intervenire sui circa 5 milioni di edifici con le prestazioni più scadenti, ognuno dei quali composto da una o più unità immobiliari.

Edifici residenziali

La direttiva “case green” richiede ad ogni Stato membro dell’Unione Europea di impegnarsi nell’implementazione di un nuovo piano di riqualificazione degli edifici, adottando misure mirate a garantire una riduzione dell’energia primaria media utilizzata dagli edifici residenziali pari:

  • al 16% entro il 2030;
  • al 20-22% entro il 2035.

 

Edifici non residenziali

Entro il 2030, dovrà essere prevista la ristrutturazione degli edifici non residenziali con le prestazioni energetiche più basse nella misura del:

  • 16% entro il 2030;
  • 26% entro il 2033.

 

Obiettivo di zero emissioni (ZEmB – zero emission buildings)

Dovranno essere a emissioni zero:

  • dal 2028 tutti gli edifici pubblici di nuova costruzione;
  • dal 2030 anche le nuove costruzioni residenziali private.

 

Impianti fotovoltaici

Gli Stati membri dovranno garantire che i nuovi edifici siano “solar-ready”, ovvero idonei a ospitare impianti fotovoltaici o solari termici sui tetti. L’installazione di impianti di energia solare diventerà la norma per i nuovi edifici.

Per gli edifici pubblici e non residenziali esistenti l’energia solare dovrà essere installata gradualmente, a partire dal 2027, laddove ciò sia tecnicamente, economicamente e funzionalmente fattibile. Tali disposizioni entreranno in vigore in momenti diversi a seconda della tipologia e delle dimensioni dell’edificio.

Gli Stati membri saranno tenuti ad installare impianti solari secondo il seguente calendario:

  • entro il 31 dicembre 2026, su tutti i nuovi edifici pubblici e non residenziali con una superficie utile superiore a 250 m²,
  • entro il 31 dicembre 2027, su tutti gli edifici pubblici esistenti con una superficie utile superiore a 2000 m²;
  • entro il 31 dicembre 2028, su tutti gli edifici pubblici esistenti con una superficie utile superiore a 750 m²;
  • entro il 31 dicembre 2030, su tutti gli edifici pubblici esistenti con una superficie utile superiore a 250 m²;
  • entro il 2027, su tutti gli edifici non residenziali esistenti con una superficie utile superiore a 500 m² in cui l’edificio subisce un intervento che richiede un permesso amministrativo rilevante;
  • entro il 31 dicembre 2029, su tutti i nuovi edifici residenziali e su tutti i nuovi parcheggi coperti adiacenti fisicamente agli edifici.

 

Caldaie a combustibili fossili

Anche sull’impiego delle caldaie alimentate da combustibili fossili, la direttiva propone una strategia graduale invitando gli Stati membri a formulare misure specifiche per facilitare questa transizione nel settore del riscaldamento e del raffreddamento.

A partire dal 1° gennaio 2025, dovranno essere sospesi i sussidi per l’installazione di caldaie autonome che funzionano con combustibili fossili.

Agli Stati membri spetta elaborare piani dettagliati per l’eliminazione graduale dell’uso dei combustibili fossili nel settore del riscaldamento e del raffreddamento, con l’obiettivo finale di eliminare completamente le caldaie alimentate da tali combustibili entro il 2040.

Deroghe alle “case green”: gli immobili esclusi

Sono esclusi dagli obblighi previsti dalla nuova Direttiva EPBD i seguenti immobili:

  • edifici vincolati e protetti;
  • immobili storici;
  • edifici temporanei;
  • chiese;
  • abitazioni indipendenti con superficie < 50 mq;
  • case vacanza, ovvero le seconde case occupate per meno di 4 mesi/anno;
  • prevista anche la possibilità di esentare l’edilizia sociale pubblica, qualora i lavori di riqualificazione farebbero aumentare gli affitti in modo sproporzionato, rispetto al risparmio conseguibili nelle bollette energetiche.

 

Massimo sostegno alle ristrutturazioni importanti

Il termine di “ristrutturazione importante” fa riferimento ad un intervento di ristrutturazione a fasi che converta progressivamente edifici energivori in edifici a emissioni 0.

Gli Stati membri devono definire una “ristrutturazione importante” in termini di percentuale della superficie dell’involucro dell’edificio oppure in termini di valore dell’edificio. Se uno Stato membro decide di definire una ristrutturazione importante in termini di valore dell’edificio, si potrebbero utilizzare valori quali il valore attuariale o il valore attuale in base al costo di ricostruzione, escluso il valore del terreno sul quale l’edificio è situato.

La ristrutturazione importante costituisce un’occasione per migliorare la prestazione energetica mediante misure efficaci sotto il profilo dei costi. Per motivi di efficacia in termini di costi dovrebbe essere possibile limitare i requisiti minimi di prestazione energetica alle parti ristrutturate che risultano più rilevanti per la prestazione energetica dell’edificio.

Smart readiness degli edifici

Ci sarà un nuovo regime comune facoltativo dell’Unione, un indicatore e una metodologia per il calcolo dello per valutare la Smart readiness degli edifici, ovvero la loro predisposizione e capacità a utilizzare le tecnologie intelligenti per adattare il loro funzionamento alle esigenze dell’occupante, in particolare per quanto riguarda la qualità ambientale interna e il comfort termico.

Il lavoro in ambito Ue sullo Smart Readiness Indicator (SRI) – l’indicatore per valutare la predisposizione all’intelligenza degli edifici – è iniziato dal 2017 con la creazione di un consorzio di ricerca e il coinvolgimento di importanti Istituti di ricerca

Gli ambiti applicativi dell’SRI sono essenzialmente:

  1. il comfort, ovvero la capacità di modificare le prestazioni dell’edificio in relazione alle esigenze degli occupanti in modo sostanzialmente automatico, assicurando il mantenimento di condizioni microclimatiche interne ideali;
  2.  l’efficienza energetica, ovvero la capacità di gestire in modo automatizzato gli impianti di un edificio mirando al contenimento dei consumi, attraverso il loro costante monitoraggio e la massimizzazione dell’utilizzo di energia prodotta da fonti rinnovabili;
  3. la flessibilità, ovvero la capacità di un edificio di operare in un’ottica di “demand response”, ovvero di adattare la quantità di energia consumata alle reali esigenze, sfruttando al riguardo anche gli input provenienti dalla rete elettrica (per esempio modulandoli sulle diverse fasce orarie);
  4. l’interoperabilità, ovvero la capacità di mettere a sistema tutti gli impianti di edificio attraverso sistemi BACS avanzati in grado di gestire in modo intelligente il funzionamento complessivo dell’edifico, adattandolo agli input che provengono dall’esterno o dal suo utilizzo (nello specifico, impianti di climatizzazione, illuminazione, automazione, ventilazione, ma anche elettrodomestici e apparecchiature elettroniche connesse, ovvero tutto l’universo dell’IoT);
  5. la connettività, ovvero l’essere connesso in modo efficace ed efficiente alla rete di comunicazioni e quindi all’esterno, ma anche disporre di una adeguata infrastruttura d’edificio abilitante all’adozione di qualsiasi servizio innovativo.

Mobilità sostenibile

Gli edifici non residenziali con più di cinque posti auto – di nuova costruzione o sottoposti ad una ristrutturazione importante – dovranno garantire:

  • l’installazione di almeno un punto di ricarica per ogni cinque posti auto;
  • l’installazione di pre-cablaggio per almeno il 50% dei posti auto e condotti, cioè condotti per cavi elettrici, per i restanti posti auto, per consentire l’installazione in un secondo momento di punti di ricarica per veicoli elettrici, cicli assistiti elettricamente e altri tipi di veicoli di categoria L; e
  • spazi per il parcheggio delle biciclette che rappresentano almeno il 15% della capacità media o il 10% della capacità totale degli utenti degli edifici non residenziali, tenendo conto dello spazio richiesto anche per le biciclette di dimensioni maggiori rispetto alle biciclette standard;

Tutti gli edifici non residenziali con più di venti posti auto devono garantire entro il 1° gennaio 2027 l’installazione di almeno un punto di ricarica per ogni dieci posti auto.

Nel caso di edifici di proprietà o occupati da enti pubblici, gli Stati membri devono garantire il pre-cablaggio per almeno uno su due posti auto entro il 1° gennaio 2033.

Gli edifici residenziali con più di tre posti auto – di nuova costruzione o sottoposti ad una ristrutturazione importante – devono garantire:

  • l’installazione di pre-cablaggio per almeno il 50% dei posti auto e condotti, cioè condotti per cavi elettrici, per i restanti posti auto per consentire l’installazione, in un secondo momento, di punti di ricarica per veicoli elettrici, cicli assistiti elettricamente e altri tipi di veicoli di categoria L;
  • l’installazione di almeno un punto di ricarica per i nuovi edifici residenziali, e
  • almeno due spazi per il parcheggio delle biciclette per ogni unità abitativa.

Le sanzioni previste dalla Direttiva “case green”

La direttiva al momento non prevede sanzioni particolari per coloro che non adeguano i loro immobili ai nuovi standard entro i tempi stabiliti e non sono previste limitazioni alla vendita o all’affitto delle abitazioni per coloro che non possiedono il “bollino verde” dell’Unione Europea.

Tuttavia, spetta ai singoli governi nazionali decidere quali sanzioni applicare, oltre alla perdita automatica di valore degli immobili non conformi alle normative.

La Direttiva “case green” e i bonus edilizi

La direttiva “case green” avrà un forte impatto sui bonus per l’edilizia. Basti pensare all’ecobonus e alle agevolazioni per le caldaie, che non saranno più incentivabili dal 2025. La direttiva stabilisce che le risorse dei paesi membri dovranno essere destinate, in via prioritaria, a interventi che garantiscano una soglia minima di risparmi.

Oltre ad ammettere tra le forme di sostegno le detrazioni e i crediti fiscali, nella EPBD si fa riferimento anche a risparmi direttamente nelle fatture dei cittadini, come lo sconto in fattura.

FAQ: tutto sulla direttiva “case green” in 8 domande

Quando entra in vigore la direttiva europea “case green” ?

 Dopo il via libera definitivo, la direttiva sarà pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea ed entrerà in vigore 20 giorni dopo la pubblicazione. Da quel momento i Paesi membri avranno due anni di tempo per recepirla. Ogni Stato dovrà presentare un piano di riduzione dei consumi nel quale dovrà spiegare come intende raggiungere i target fissati dalla direttiva.

Cosa prevede in sintesi la direttiva europea “case green”?

La direttiva europea “case green” prevede che gli Stati membri riducano il consumo di energia degli edifici residenziali del 16% entro il 2030 e del 20-22% entro il 2035. Il 55% di questa riduzione dovrà essere ottenuta tramite la ristrutturazione del 43% degli immobili con le prestazioni peggiori. Saranno i singoli Paesi a definire nei piani nazionali come intendono raggiungere questo obiettivo. Inoltre, tutti i nuovi edifici residenziali dovranno essere a emissioni zero dal 2030.

Per raggiungere questi obiettivi, la direttiva europea “case green” definisce un quadro comune generale della metodologia per il calcolo della prestazione energetica integrata degli edifici e delle unità immobiliari e l’applicazione di requisiti minimi di prestazione energetica di edifici e unità immobiliari di nuova costruzione ed esistenti.

Cosa sono le “case green”?

Generalmente si intende “per case green” edifici:

  • a emissioni zero o quasi zero con una domanda molto bassa di energia, zero emissioni in loco di carbonio da combustibili fossili e un quantitativo pari a zero, o molto basso, di emissioni operative di gas a effetto serra.
  • progettati in modo da ottimizzare il loro potenziale di produzione di energia solare sulla base dell’irraggiamento solare del sito, consentendo l’installazione successiva di tecnologie solari efficienti sotto il profilo dei costi
  • il cui consumo totale annuo di energia primaria sia coperto da energia da fonti rinnovabili generata in loco o nelle vicinanze, fornita da una comunità di energia rinnovabile, proveniente da un sistema efficiente di teleriscaldamento e teleraffrescamento o da energia da fonti prive di carbonio.

La direttiva “case green” definisce un “a emissioni zero”  un edificio ad altissima prestazione energetica con un fabbisogno di energia pari a zero o molto basso, che produce zero emissioni in loco di carbonio da combustibili fossili e un quantitativo pari a zero, o molto basso, di emissioni operative di gas a effetto serra.

Un edificio “a energia quasi zero” è un edificio ad altissima prestazione energetica, nel quale il fabbisogno energetico molto basso o quasi nullo è coperto in misura molto significativa da energia da fonti rinnovabili, compresa l’energia da fonti rinnovabili prodotta in loco o l’energia da fonti rinnovabili prodotta nelle vicinanze.

Quante e quali case si dovranno ristrutturare in Italia?

Secondo le stime «le ristrutturazioni dovranno coinvolgere il 15% degli immobili in classe F e G entro il 2030 e il 26% degli edifici di classe energetica più bassa entro il 2033». Questo significa che nel giro di pochi anni sarà necessario riqualificare oltre 500 mila edifici pubblici e circa 5 milioni di edifici privati con le prestazioni più scadenti.

Quanto costeranno le “case green”?

La Commissione europea calcola che entro il 2030 saranno necessari 275 miliardi di euro di investimenti annui per la svolta energetica del parco immobiliare.

È molto difficile fare delle stime precise su quanto dovrà spendere una famiglia per i lavori.

Per una stima più precisa si dovrà attendere il varo del piano nazionale e capire come saranno selezionati gli edifici su cui sarà necessario intervenire per primi. In ogni caso secondo le prime stime la spesa potrebbe oscillare tra un minimo di 20-30 mila euro a famiglia fino a un massimo di 50-60 mila euro per adeguarsi alla nuova normativa.

Leggi anche l’articolo “Case green”: quanto costerà mettere a norma gli edifici

Case green: cosa cambia per gli edifici pubblici?

A partire dal 2028 tutti i nuovi edifici occupati o di proprietà delle autorità pubbliche dovranno essere a emissioni zero. Inoltre gli Stati membri dovranno ristrutturare il 16 per cento degli edifici non residenziali con le peggiori prestazioni entro il 2030 e il 26 per cento entro il 2033, introducendo requisiti minimi di prestazione energetica.

Case green: ci sarà l’obbligo dei pannelli solari?

La direttiva prevede l’obbligo di installare pannelli solari sui nuovi edifici pubblici e non residenziali, che sarà progressivo dal 2026 al 2030.

Per tutti i nuovi edifici pubblici e non residenziali con una superficie coperta utile superiore a 250 metri quadri la scadenza è fissata al 31 dicembre 2026.

Da quando scatta il divieto della direttiva “case green” di installare caldaie a gas?

I Paesi Ue avranno tempo fino al 2040 per dire addio alle caldaie a gas, ma già a partire dal 2025 non saranno più ammesse agevolazioni fiscali per gli impianti tradizionali, ma solo per gli ibridi, ovvero quelli che associano alla caldaia a gas una pompa di calore.

I Paesi Ue avranno tempo fino al 2040 per dire addio alle caldaie a gas, ma già a partire dal 2025 non saranno più ammesse agevolazioni fiscali per gli impianti tradizionali, ma solo per gli ibridi, ovvero quelli che associano alla caldaia a gas una pompa di calore.

Leggi anche l’articolo “Direttiva case green, stop definitivo alle caldaie a gas

Cosa succede a chi non si adegua la casa entro il 2030? Chi non si adegua potrà vendere, ristrutturare o affittare l’immobile?

La direttiva “case green”, nella sua versione definitiva, non prevede sanzioni né obblighi di ristrutturazioni.

Il divieto di vendita o affitto, inizialmente previsto, è stato stralciato già nella versione di dicembre 2023.

Per maggiori approfondimenti sull’argomento, leggi l’articolo “Case green”, sanzioni per chi non si adegua alla direttiva?

Leggi anche:

Direttiva EPBD: come cambiano i calcoli energetici

“Case green”: quanto costerà mettere a norma gli edifici

Direttiva “case green”, lo stop definitivo delle caldaie a gas

“Case green”, sanzioni per chi non si adegua alla direttiva?

 

 
 
 

USA: QUELLA DEMOCRAZIA FONDATA SUL RICATTO!

Post n°1806 pubblicato il 12 Aprile 2024 da scricciolo68lbr
 

Da quando è partita l'operazione speciale che la Russia sta portando avanti in Ucraina, per "denazificare" il Paese, parole dello stesso presidente Putin, UE e USA (che si dice esporti la democrazia negli altri Paesi, quando non è fatto a suon di bombe, lo è a suon di ricatti come quello in questione) stano ricattando i Paesi membri della Unione.

Di cosa sto parlando? Risale a più di due anni or sono, il patto tra il Presidente degli Stati Uniti, Joseph Biden, e la Presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, in base al quale gli USA dovrebbero divenire il maggior singolo esportatore di gas naturale liquido in Ue. Quest’ultima dirà addio alle forniture russe entro il 2027, grazie a stoccaggi, acquisti comuni e una rete interna più connessa (sic).

In particolare, gli Stati Uniti, avevano annunciato, all'epoca (2022), che avrebbero inviato in Europa miliardi di metri cubi di GNL, conosciuto anche con la sigla inglese LNG (Liquefied Natural Gas). 

A ben vedere, grazie alla rivoluzione tecnologica dello “shale gas”, gli USA sono oggi il maggior produttore di gas mondiale con circa mille miliardi di metri cubi l’anno, seguiti da Russia e Iran. Solo nel 2021 avevano esportato in tutto il pianeta 101 miliardi di metri cubi sotto forma di GNL.

Tanto per essere precisi. Si tratta di gas naturale raffreddato fino a portarlo dallo stato gassoso a quello liquido a una temperatura al di sotto del suo punto di ebollizione, di circa 162° C e ridurne il volume di circa 600 volte! Il gas naturale estratto giunge attraverso gasdotti in speciali cisterne oceaniche o direttamente sulle navi metaniere (LNG Carrier) dove è immagazzinato in enormi serbatoi criogenici a doppia parete, pronto per essere stocccato. Una volta consegnato al destinatario, il GNL viene riconvertito nella fase gassosa nei cosiddetti impianti industriali di rigassificazione, sia terrestri che offshore, ossia in unità galleggianti di stoccaggio (e rigassificazione).

Tralasciando per ora le considerazioni sulle compagnie (per la maggior parte americane) coinvolte anche nei trasporti, tramite utilizzo di navi cosiddette “metaniere o gasiere”, è importante sapere che le tariffe di noleggio per tali natanti, da ricomprendere nel costo della fornitura, sono aumentate a dismisura da quando è iniziata la guerra in Ucraina. Complessivamente in giro per il mondo non ci sono moltissime navi di rigassificazione e quelle disponibili sono già oggetto di incetta da parte di molti governi.

I piani degli USA sono estremamente ambiziosi: diventare il maggior esportatore mondiale di LNG. Motivo per cui il prezzo di tale materia prima è aumentato progressivamente ed ha avuto un'impennata significativa da quando è iniziata la guerra in Ucraina con ovvie ripercussioni sugli iniari cittadini.

Ovviamente il prezzo del GNL che arriverà dagli USA, che parrebbe non ancora concordato, dipenderà dagli accordi siglati. Con buona pace della segretezza che in questi casi non manca e dell'Italia che non c'è!

 
 
 

SPERANZA ERA A CONOSCENZA DEGLI EFFETTI AVVERSI DEI VACCINI, EPPURE IL TRIBUNALE HA ARCHIVIATO L’INCHIESTA!

Post n°1805 pubblicato il 10 Aprile 2024 da scricciolo68lbr
 

Mi domando se il nostro, può dirsi un Paese civile, in cui la magistratura possa svolgere il proprio compito liberamente. Queste considerazioni mi sembrano normali e dovute quando si apprendono certe notizie. Come si evince dal titolo, l'ex ministro della Salute ha fatto delle dichiarazioni quanto meno scioccanti: Speranza: «SAPEVO CHE IL 20 PER CENTO
DEGLI EFFETTI AVVERSI ERA GRAVISSIMO». I legali che hanno seguito il procedimento contro l’ex ministro svelano: con i pm ammise di essere sempre stato a conoscenza dell’alta percentuale di reazioni, anche mortali.
Eppure le toghe l’hanno archiviato!!!
MI SORGE IL SOSPETTO CHE MAGISTRATI E POLITICI NON SI SIANO SOTTOPOSTI AI SIERI, VISTO CHE HANNO CANDIDAMENTE DECISO DI NON PROCEDERE CONTRO L'EX MINISTRO DELLA SALUTE. ERANO TRANQUILLI...
L’ex ministro in poche parole, ha ammesso, (ammesso... confessato... non c'era bisogno di raccogliere prove, lo ha AMMESSO) quindi che, fin dai primi mesi della campagna dei sieri sperimentali, l’Aifa gli segnalò che una reazione negativa su cinque poteva essere addirittura mortale. Eppure andò avanti con obblighi ai sieri e con gli Open day, recitando il mantra (senza dimenticare che ha scritto pure un libro, prima subito ritirato, poi rimesso in commercio recentemente) dei farmaci «sicuri ed efficaci».
Roberto Speranza ha "ammesso"... non posso far altro che ripeterlo, nella speranza (quella vera) che qualcuno possa magari accorgersi dell'errore (se di errore si tratta) commesso, di come fosse ben informato del fatto che un effetto avverso su cinque dei sieri sperimentali anti Covid riguardava eventi gravi o addirittura "decessi".
Così riferiscono gli avvocati dall’associazione che ha trascinato alla sbarra lui e Nicola Magrini, ex capo dell’Aifa, il politico l’ha ammesso candidamente davanti ai magistrati del Tribunale dei ministri. La confessione tuttavia non deve averli sconvolti più di tanto, visto che poi hanno archiviato le accuse contro l'ex ministro.
Le cifre di cui Speranza ha dichiarato di essere a conoscenza e quindi più che consapevole, non sono irrisorie: si parla del 20% del totale dei casi riportati all’autorità di vigilanza sui medicinali - che a ben vedere, rappresentano solo una parte di quelli realmente verificatisi, visto che è stato rilevato e dimostrato successivamente, quanto la vigilanza sui sieri sperimentali sia stata alquanto carente.
E meno male che, nel suo libro, l’ex ministro parlava di «rare segnalazioni».
Rammentiamo questa frase... dell'ex ministro Speranza: «Sapevo che un quinto degli effetti avversi era grave».
Antonietta Veneziano e Angelo Di Lorenzo, dell’associazione Avvocati Liberi, sono i legali che hanno seguito il procedimento giudiziario riguardante Roberto Speranza e Nicola Magrini, che per l’ex ministro si è concluso con una archiviazione presso il Tribunale dei ministri di Roma. Finora avevano evitato di commentare la vicenda, anche perché non la ritengono ancora finita. Rimane infatti in piedi, in altra sede, la causa riguardante Magrini che all’epoca era a capo di Aifa, l’Agenzia italiana del farmaco, ma pure per quanto concerne Speranza non è detto che la partita sia chiusa.
Comunque sia, i due professionisti hanno scelto di rompere il silenzio, (rimorsi di coscienza?) rilasciando una serie di interviste all’emittente Byoblu nel programma quotidiano Orso-bruno, conversazioni che saranno trasmesse a puntate da oggi fino a venerdì. Passo dopo passo, gli avvocati hanno esaminato le motivazioni - raccolte in oltre 30 pagine - sulla base delle quali il Tribunale dei ministri ha deciso per l’archiviazione di Speranza, mettendone in luce tutte le falle e le incongruenze.

Il catalogo, a ben vedere, è abbastanza impressionante.
C'è un passaggio in particolare che lascia decisamente sconcertati, anche per via dell'argomento che tratta: gli effetti avversi delle vaccinazioni e le conseguenze che hanno avuto sulla popolazione. Lo sappiamo bene: il verificarsi di effetti collaterali è stata sempre minimizzata, se non espressamente negata, sia dalle VIRUSTAR, gli scienziati (e ci vuole coraggio oggi a chiamarli ancora così dopo quanto appreso), «catodici», sia dai tecnici ministeriali, sia da chi ricopriva ruoli di potere. «Sicuri ed efficaci»: era questo il mantra che ha accompagnato e caratterizzato qualsiasi tentativo di discutere di reazioni avverse e che ha tirato la volata alla campagna di iniezioni a tappeto, imposte a prescindere da qualunque valutazione di rischi e benefici dei farmaci a seconda delle fasce d’età e dello stato di salute degli individui inoculati.

Come riferisce l’avvocato Veneziano, però, già dopo le prime settimane dall'avvio della campagna di punturazioni, a Speranza erano arrivate segnalazioni allarmanti, che tuttavia egli preferì ignorare, pur di portare avanti l’impresa di «immunizzare» gli italiani - si fa per dire, visto che le punture non bloccavano la trasmissione del virus.
Intervistata da Byoblu, la legale ha svelato che, «incredibilmente, nel suo interrogatorio» con i magistrati del Tribunale dei ministri, «Speranza ammette di essere a conoscenza del fatto che un evento avverso su cinque di quelli segnalati ad Aifa fosse grave, gravissimo o addirittura mortale». Proprio così: l’uomo che, insieme con l’allora premier Mario Draghi, gestiva le politiche anti Covid, ha ammesso candidamente, davanti alle toghe, di essere stato perfettamente al corrente che ci fosse un certo numero di effetti collaterali seri, persino fatali, potenzialmente collegati alle punturazioni. Parliamo di circa il 20% di casi sul totale di quelli segnalati all’Aifa (che sono stati solo una parte di quelli effettivamente verificatisi, visto che la vigilanza è stata alquanto carente e quasi integralmente passiva). Sono cifre importanti. Eppure, nel suo libro, Perché guariremo, riveduto, corretto e ristampato pochi mesi fa, l’ex assessore di Potenza si limita a citare «rare segnalazioni di effetti avversi». Che strano concetto di «raro ».

Quel 20% di segnalazioni non spinse Speranza a rallentare la catena di montaggio delle iniezioni. Nemmeno su quelle categorie anagrafiche meno vulnerabili al virus, che magari avrebbero meritato qualche approfondimento in più, prima di essere esposte a eventuali pe-
ricoli. Men che meno i dati lo indussero a scoraggiare gli Open day. Il ministro - come
svelato dalle carte genovesi dell’inchiesta sulla morte di Camilla Canepa - ebbe anzi la battuta pronta, allorché, durante un vertice, osservò che alcune Regioni, accogliendo negli hub ragazzi giovanissimi e offrendo loro il preparato di Astrazeneca, erano state «un po’ più sportive». Peccato che quella faciloneria avrebbe portato, a giugno 2021, alla morte della
diciottenne ligure. Prima di lei, una trombosi aveva stroncato il militare Stefano Paternò (43 anni) e l’insegnante trentaduenne Francesca Tuscano, entrambi punturati con Astrazeneca.
Proprio la vicenda del sottufficiale di Marina siciliano mostra quale fosse l’approccio di Speranza dinanzi alle notizie di possibili effetti nocivi dei vaccini: sapere, eppure non agire.
Con il quotidiano La Verità, l’avvocato Di Lorenzo ricorda un particolare significativo: «Nella vicenda Paternò, Nicola Magrini», all’epoca al vertice dell’Aifa, «avrebbe inviato al pm di Siracusa una mail, dicendo di aver parlato con il ministro, che gli avrebbe chiesto di non sequestrare o di sospendere il sequestro dei vaccini». La singolare ingerenza non avrebbe portato grandi risultati: «Il pm», riferisce Di Lorenzo, «temporeggiava un paio d’ore e poi sequestrava». È per questo che «l’istigazione all’omissione di atti d’ufficio, unica possibile eccezione all’innocenza di Soeranza » individuata dal Tribunale dei ministri, «non è stata considerata punibile». Ma la circostanza la dice lunga su quali fossero le priorità dell’ex assessore lucano.
Sul preparato anglosvedese, lui e i suoi esperti pasticciarono parecchio: per qualche giorno, a marzo, Aifa lo fece sospendere in via precauzionale; poi, il medicinale venne di nuovo sbloccato; infine, 24 ore dopo la morte della Canepa, su suggerimento del Cts, il governo dispose che fosse riservato agli over 60, mentre, ai più giovani che avevano ricevuto già una dose, venne proposto il «mix and match», un miscuglio con i vaccini a mRna sulla cui
sicurezza ed efficacia non era stato condotto alcuno studio esauriente.

La preoccupazione di Speranza, a quanto pare di capire, non era quella «ippocratica»: prima di tutto, non nuocere. Sia nel caso di Astrazeneca, sia in quello, forse più grave poiché fondato su una statistica, del 20% di eventi avversi gravi o fatali segnalati alle autorità, il ministro pensava soprattutto a proseguire con la campagna dei sieri sperimentali. Senza curarsi di qualche incidente di percorso. Dopo tutto, se anche qualcuno viene danneggiato, poco importa: basta, al momento opportuno, scaricare le responsabilità su qualche organismo istituzionale e il gioco è fatto.

 
 
 

LA PAURA? USATA PER MANIPOLARE LE MENTI!

Post n°1804 pubblicato il 09 Aprile 2024 da scricciolo68lbr

LA PAURA, QUALE STRUMENTO DI MANIPOLAZIONE DELLE MASSE.

Vorrei oggi parlare di un argomento molto dibattuto in questi ultimi quattro anni, che ritengo di grandissima valenza per ognuno di noi. Quello della manipolazione delle menti attraverso il sentimento e l'emozione della paura.

Negli ultimi tempi, infatti, gli organi d'informazione e la stampa mainstream focalizzano, o almeno questo è l'intento, l'attenzione su nuovi allarmi e vengono istillate nuove paure. Mai come in questo ultimo periodo tutti ci siamo accorti che tutto questo è fatto con il proposito di controllare le libertà delle persone e limitarne gli spazi di intervento e di partecipazione.

Questo metodo è sempre più utilizzato anche per tentare di annullare soprattutto la coscienza critica.

Questa manipolazione, è stata descritta molto bene in un decalogo, cosiddetto della “distrazione”, che secondo l’autore è stato diuso attraverso il sistema mediatico. Uno dei punti di questo decalogo è proprio instillare paura.   

Questo testo è stato attribuito impropriamente a Noam Chomsky, in realtà non è stato elaborato da lui, quanto invece ricavato da alcuni suoi scritti sul tema della manipolazione di massa (come lui stesso disse in qualche occasione).

Al di là del come e del perchè e di chi sia l’autore, ciò che a me interessa generare è una riflessione utile per comprendere come si sono succeduti certi eventi che hanno prodotto una delegittimazione complessiva del sistema delle libertà e delle democrazie.

Alcuni recenti esempi lo dimostrano ancora una volta, a partire in ordine di tempo dal Forum di Davos, dove recentemente è stato lanciato un allarme per una nuova malattia X. Gli esperti ipotizzano che questa futura patologia potrebbe causare 20 volte più decessi di quelli causati dalla psico-info-pandemenza 2020-2022.

La virologa Ilaria Capua ha dichiarato: “Non è questione di sé, ma di quando arriverà”.

E a fronte di questi ennesimi allarmi, si prospettano nuovi vaccini, nuovi lockdown e altre misure tutte contro le libertà degli individui. Anche il piano pandemico 2024-2027 stilato dal ministro della Salute Schillaci, va in questa direzione. Tuttavia il giochino non attacca più, le persone hanno compreso e non credo siano più così ingenue da cascarci. La riprova di quanto sto dicendo, la troviamo nella "calda" per usare un eufemismo, accoglienza riservata dal pubblico SIVAX (i sierati rimasti danneggiati dal siero genico sperimentale) e non da quello NOVAX (attenzione ad usare questo appellativo, viste le recenti sentenze di magistrati che ne hanno condannato un uso indiscriminato), come gli organi di informazione mainstream si affannano (inutilmente) a sottolineare.

Ancora, per testimoniare queste drammatizzazioni raccontate dall'informazione mainstream, faccio un ulteriore esempio: negli ultimi giorni, il Comune di Roma ha invitato, addirittura, i cittadini, con un’ordinanza, a limitare l’esposizione all’esterno per le polveri del Sahara (anche se alcuni video su YouTube e sul web in generale, dimostrano come non di polveri si tratta, quanto di materiale che può essere spostato con delle calamite), che sarebbero state, secondo la narrativa e il pensiero unico dominante, trasportate anche in Italia. Per questo la raccomandazione (instillare la PAURA, come nei lockdown) per evitare probabili rischi per la salute, di stare più possibile a casa.

Come pure a Roma le polveri sottili hanno superato il livello di guardia, quindi anche questo sarebbe un altro rischio per la salute dei cittadini. Perchè seguitare a spaventare attraverso queste denunce, le persone?

Tutto si ripete ogni volta, le notizie vengono ammantate sempre da "rischi per la salute delle persone", le quali devono stare attente e vengono invitate a limitare i movimenti; con lo scopo di impaurire le persone per la propria salute, nella speranza, come normale conseguenza, secondo le loro malate menti, di accettare di limitare i loro spazi di libertà democratiche.

Ma è proprio così? Non è bastata la lezione della psico-pandemenza?

Finalmente, o purtroppo, oggi stanno venendo fuori le tante violazioni alle norme costituzionali; i mille pericoli successivi derivati dall’imposizione di “presunti” vaccini, come testimoniato da molti scienziati, con decine di migliaia di morti improvvise e malattie nuove; oltre alle disfunzioni sociali, economiche, produttive e alla mancanza di socialità, soprattutto per i giovani.   

Già in precedenza si è attraversato un lungo periodo in cui i cittadini spesso subivano qualsiasi evento impauriti.

La Paura veniva promanata in tutte le salse con una manipolazione continua delle menti.

Questa strategia è indispensabile per il potere oscuro, le lobbies finanziarie globaliste agganciate a politici corrotti, in quanto impedisce che l’interesse pubblico si concentri sui reali problemi sociali, accattivandolo con temi senza un’importanza reale.

Si distoglie, insomma così l’attenzione pubblica dai "problemi importanti" e dai cambiamenti determinati dalle élite finanziarie e politiche ed economiche, mediante la tecnica dell’inondazione di continue distrazioni e di informazioni insignificanti, condite di PAURA.

Quello di utilizzare l’aspetto emozionale è una tecnica classica per provocare un "corto circuito" nell’analisi razionale e nel senso critico dell’individuo.

E su quale emozione si può puntare di più, se non sulla paura?

Ogni evento viene descritto con abbondanza di particolari sui probabili disastri in cui si può incorrere, determinati da alluvioni, piogge torrenziali, smottamenti, emergenze  climatiche, terremoti, fino ultimamente ai nuovi immancabili virus.

Tutto viene strumentalizzato in modo enfaticamente drammatico per fare in modo che prevalga la paura e autonomamente ogni individuo si senta costretto, così, ad accettare di "sacrificare la propria libertà", per evitare qualche probabile danno o calamità.

Oggi, si può dire che, alla luce anche di queste enfatizzazioni, il principio generale di libertà è stato interamente assorbito dal principio di sicurezza personale, dettato dalla finanza e dalla globalizzazione, come dai politici corrotti che lo assecondano, e che è stato assunto a modello ideologico generale di tutta la società. Questi con l'intento di fare nascere una crisi, la più devastante e lunga possibile.

È opportuno ricordare sempre  un aforisma che così si esplicita: La paura controlla
l’ignoranza. La conoscenza la Paura
.

Quindi, per vincere le paure è fondamentale arrivare alla conoscenza.

Vorrei ricordare, per rafforzare questo assunto, che il partito socialista francese, con la leadership di Mitterand, aveva individuato uno slogan prima di andare al governo, che recitava: Conoscere, controllare, decidere.

Il significato era rendere partecipato e democratico il sistema di governo. In sintesi, il cittadino per poter essere al centro delle decisioni, di carattere politico, economico e sociale deve essere in grado di controllarle e può farlo solo conoscendo.

Quindi si può dedurre ancora che la conoscenza è democrazia.

Proprio così!

Invece della reale conoscenza, con la strategia della paura e con le misure prese, nella fase della psico-Pandemenza, si sono causati una serie di problemi attinenti alla limitazione degli spazi di libertà, quella dei singoli, ma anche quella di tutti i cittadini e conseguentemente anche della democrazia.

Carlo Rosselli sostenne che la libertà comincia con l’educazione dell’uomo e si conchiude con il trionfo di uno Stato di liberi, in parità di diritti e di doveri, in uno stato in cui la libertà di ciascuno è condizione e limite alle libertà di tutti.

Se ne discute poco!

È sempre più importante, invece, avviare un’ampia riflessione sulle libertà e sulla democrazia perché si rischia, come avvenuto con i precedenti provvedimenti sulla base dell’emergenza, di incidere profondamente su diritti fondamentali e costituzionali, anche perchè in quella fase la restrizione di questi diritti è stata giustificata immotivatamente, alla luce degli studi recenti e dei dati raccolti, dalla tutela della salute.

È ovvio, appare evidente a tutti, che l'intento delle élite e spingere affinché il diritto alla vita ed alla sicurezza dell’individuo prevalga rispetto a tutto! Tuttavia in Costituzione non ci sono diritti di seria A e diritti di serie B, anche nel caso in cui sia la stessa Costituzione a perimetrarne eventuali limiti, come nell’art.16 della Costituzione.

Sia su questo, sia sulla tecnica della distrazione attraverso la paura, ci sarebbe bisogno di un momento di elevatissimo confronto, perché si toccano le regole costituzionali che la comunità ha scelto di darsi, oppure si elimina la partecipazione del cittadino.

I dibattiti ci sono, sul web, su YouTube, le persone comprendono cosa stia accadendo in realtà, eppure molto c'è ancora da fare, importante è che le persone hanno compreso che tutto quello che la narrativa dominante propone è volto a ridurre le libertà e la democrazia.

Scusate... non è poco!

 
 
 
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