Creato da fedechiara il 14/11/2014
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Messaggi del 18/02/2024

Carri di Tespi e templi in rovina.

Post n°3019 pubblicato il 18 Febbraio 2024 da fedechiara
 

Templi che crollano, carri di Tespi e recite a soggetto. 18 febbraio 2022

Ci siamo. Siamo al primo ammonimento pubblico, ma altri ne seguiranno, ne sono certo.
C'è un tempo per unirsi e un altro per dividersi, per dirla con la saggezza ultima dell'Ecclesiaste.
E la fine della pandemia porta con sé il tanto atteso redde rationem tra partiti mai uniti, bensì saliti sul carro (di Tespi) del vincitore ciascuno con le proprie bandiere e le insegne di riferimento, e che, al momento delle decisioni cruciali, recitano bravamente a soggetto. Ciascuno per sé e Dio con tutti. E sulla bravura degli attori in scena meglio stendere il pietoso sipario.
E Draghi, personaggio in cerca di autore, sta per suo conto, sconsolato e con la coda fra le gambe, e se ne va in pellegrinaggio rituale al Quirinale dall'uomo che lo ha investito della augusta funzione di 'uomo della provvidenza'.
Funzione provvisoria e figura retorica per dire la propria personale ritrosia a riconsegnare lo scettro al popolo sovrano – che scalpita e freme e non vede l'ora di vendicarsi dei tiranni pandemici che lo hanno costretto ai maledetti lockdown e agli obblighi vaccinali e alle odiose sanzioni.
Muoia Draghi con tutti i filistei e si vada alle urne, finalmente! e si liberi la democrazia dai lacci e lacciuoli di una vergognosa interpretazione partigiana della Costituzione che consente, da sempre, i rivoltanti inciuci dei voltagabbana e degli Incollati-alle-cadreghe.
Allons enfants.
Nessuna descrizione della foto disponibile.

 
 
 

Dell'andare 'in piazza'.

Post n°3018 pubblicato il 18 Febbraio 2024 da fedechiara
 

18 febbraio 2015
E se vai in 'piazza' (la sola 'piazza' qui in città), oggi che la grande kermesse carnascialesca è finita, ti sorprendi del fatto che tutti gli ospiti turisti si sono adeguati al verbo quaresimale e nessuno prova a mostrarsi in maschera, malgrado la città, per loro, sia davvero un inesausto carnevale e una 'Veniceland' tutta piccioni e scatti fotografici a pioggia fitta.
E un 'quaresimale' duro e puro ha affisso, nottetempo, su per i muri del sestiere di san Polo una reprimenda savonaroliana rivolta agli ospiti che se ne sono andati e hanno portato seco ( a suo dire ) un cattivo ricordo di pessimi ristoranti e carissimi e la nomea di 'merce' turistica da un tanto al chilo per l'ingrasso dei soliti noti: ristoratori e osti e gondolieri e motoscafisti e bottegai della ben nota paccottiglia targata 'veniceland'. E forse ha ragione, ma la sorte di questa città è segnata da tempo e i binari sono quelli - e ogni mese nuovo ti capita di notare l'ennesimo albergo che apre dove prima c'erano gli uffici del tribunale a Rialto o un altro b§b nuovo di zecca dove abitavano certi nostri conoscenti 'esodati' in terraferma.
E del carnevale che se ne è andato ricordiamo una meravigliosa visita all'Archivio storico dei Frari dedicata al tema del carnevale (e dell'expo milanese) che ci ha rallegrato l'animo per la capacità della nostra guida di raffigurarci cinematograficamente la storia della Serenissima e le 'mude' che andavano a commerciare le 'spezie' nell'Oriente mitico - e ci illustrava sui documenti storici cosa mangiavano i marinai e gli ufficiali a bordo delle galere, con le merci meticolosamente segnate per quantità e genere sui quaderni di bordo risalenti al Tre/quattrocento e la carne veniva imbarcata viva, con le galline che razzolavano tranquille in giro per le stive e sul ponte fino al momento del sacrificio.
E, certo, ricordiamo anche le moltissime maschere magnificenti ed elaboratissime che provocavano autentici orgasmi fotografici ai visitatori, ma nessuna maschera di Maometto col turbante e un cartello appeso al collo 'je suis charlie' che avrebbe fatto tanto occidente fiero delle sue storiche libertà e coraggioso.
Ma non si può chiedere troppo agli ospiti del carnevale impauriti per le notizie che vengono dalla Libia - e i fantasmi delle orrende uccisioni li perseguitano di notte e il timore dei 'turchi' alle porte di Venezia. E magari una prossima quaresima da trascorrere decollati a decine di migliaia in tuta arancione o tutti convertiti all'islam per amor di quiete e voglia di vivere comunque e malgrado il medioevo di ritorno che tutti ci avvolge colle sue nebbie rossastre di morte e le ceneri e le macerie di un mondo rotto che, davvero, non ce lo aspettavamo così all'alba dei nostri vent'anni.
Ma non era meglio 'morire da piccoli', mannaggia?

 
 
 
 
 

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