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Messaggi del 12/02/2024

Gli ammutinati di giugno.

Post n°3010 pubblicato il 12 Febbraio 2024 da fedechiara
 

Gli ammutinati del Bounty-Europa.
'Pagare e morire si fa sempre a tempo.' Dovrebbe essere questa frase ad essere scolpita a caratteri cubitali sull'architrave all'ingresso della sede Nato in Europa. Perché, a detta di Trump – verosimilmente di nuovo in sella a novembre di quest'anno – l'Europa non paga tutte le sue quote e vive di luce riflessa, difesa 'a sbafo' dagli Stranamore d'Oltreatlantico.
La frase di Trump mena scompiglio in Europa, ma è sferza, invece, affinché i paesi alleati si armino a dismisura e mettano sotto pressione le industrie belliche nazionali e sfornino nuovi e più micidiali strumenti di morte a spese nostre – del contribuente che vede aumentare le percentuali di spesa in conto Difesa e diminuire, di contro, quelle riservate alla Sanità e/o al ministero dell'agricoltura e delle foreste. Dovete morire prima e mangiare di meno e peggio, è il messaggio dei leaders europei in via di rottamazione, perché 'chi per la patria (europea e Nato) muor vissuto è assai.'
E nessuno, in questa Europa di pazzi a guinzaglio degli Stranamore d'Oltratlantico, che sollevi un dubbio, avanzi una obiezione piccola piccola: mandare una delegazione a Mosca per sondare la disponibilità di Putin ad un accordo di pace – quali le sue condizioni e 27 referendum nei paesi-membri per accertare quanti cittadini sono d'accordo con questa guerra per procura Nato in cui ci siamo invischiati e non sappiamo come uscirne dignitosamente senza arrivare, passo dopo passo, all'opzione termonucleare.
La nave dei folli naviga su e giù lungo le coste europee nebbiose e, nel cassero, si sono persi la bussola. A giugno l'ammutinamento dell'equipaggio per recarsi in massa alle urne.
Potrebbe essere un'immagine raffigurante 10 persone e testo

 
 
 

Parole come chiodi.

Post n°3009 pubblicato il 12 Febbraio 2024 da fedechiara
 

12 febbraio 2022
I ss'a dito paroe da ciodi... E anche se ancora 'no i ss'a da' quatro pugni sul muso ' i venti di guerra soffiano potenti lungo l'intera frontiera ucraina e russa e non sarebbe male se la Nato e i dirigenti degli stati membri dicessero finalmente le parole chiare capaci fermare l'invasione e la guerra che ne conseguirebbe.
Non accetteremo la richiesta dell'Ucraina di schierare truppe e armamenti Nato ai confini con la Russia, questo e' quanto Putin vuole che si dica e che e' giusto e ragionevole che venga detto perche', se uguale pretesa avesse Putin di tornare a piazzare missili a Cuba di converso, apriti cielo! Gli alti lai americani si leverebbero al vento dell'intero pianeta e Biden vestirebbe i panni di Jfk e minaccerebbe ben peggio di quanto minaccia oggi Putin di fare.
E l'Europa degli stolidi s-governanti di sempre faccia pressione sull'alleato americano ed eviti di fare la parte del pagliaccio in fiera da tre palle un soldo perche' il prezzo che pagano i suoi cittadini di economie allo stremo causa bollette energetiche stellari e' intollerabile scotto e insensatezza politica di prima grandezza.

 
 
 

Infiammazioni neuroniche gravi.

Post n°3008 pubblicato il 12 Febbraio 2024 da fedechiara
 

Incurabili infiammazioni neuroniche buoniste. 12 febbraio 2018

Li dovreste leggere i reportages di Domenico Quirico. Perché non è un semplice reporter e il suo non è solo pedissequo giornalismo di inchiesta bensì un inno lirico, un panegirico e una ispirata elegia della miseria e, insieme, un formidabile, violento 'j'accuse' lanciato contro il maledetto Occidente e gli occidentali responsabili di tutti i mali dell'Africa e del Medio Oriente - e che oggi rifiutano perfino di espiare le loro storiche malefatte, i malnati, cercando di chiudere le vie dei migranti manu militari.
Domenico Quirico, nel suo scritto di oggi, un vertice assoluto della sua appassionata prosa lirica, ci manda a dire che noi occidentali siamo dei fantasmi se ambiamo a frenare e/o bloccare le migrazioni e nessuno ordinamento del caos immigratorio è possibile, anzi!
Ed è talmente dentro la sua parte in causa di difensore degli oppressi – per lui il sale della terra, il luminoso futuro del mondo – da avvisarci che: '...i giovani del Sahel, specchiandosi nella tragedia della migrazione, hanno preso coscienza delle loro ingiustizie e non le accettano più. I migranti come miccia, come lievito di rivoluzione, i ragazzi, quando scenderanno in piazza, avranno con sé ogni diritto.'
Bisogna ri-andare alle prose liriche dei giornalisti degli anni Venti innamorati della rivoluzione russa per trovare parole così ispirate, impeti lirici così ricchi di pathos. John Reed era un arido contabile, al confronto, quando scrisse 'I dieci giorni che sconvolsero il mondo'.
San Domenico, nel suo scritto di oggi sulla Stampa, fa predizioni di catastrofi imminenti e inevitabili e irrefrenabili e di prese dei palazzi africani - dove alloggiano i cleptocrati che privatizzano i fondi europei destinati a fermare i flussi di migranti – e il suo sembra a noi allibiti lettori un auspicio, un peana di battaglia a cui, forse, egli, novello profeta, parteciperebbe volentieri con il turbante di un tuareg sulla testa per meglio immedesimarsi.
Lui sta dalla parte dei miseri 'senza se e senza ma' – infiammatissimo buonista e 'no borders' a cui schifano come maledette bestemmie le attività di addestramento dei nostri militari e dei francesi e degli americani per fermare e arginare la tratta degli schiavi e l'abominevole commercio di esseri umani tra il Niger e la Libia.
Incarnato mistico di una misericordia senza limiti, il nostro inviato scrive: 'Prima di questo viaggio pensavo che il problema fosse che abbiamo cessato di dare. Ai poveri, ai migranti. Torno convinto che non sappiamo più dare. Ed è peggio.'
E aggiunge il suo apodittico, spaventoso e irrimediabile 'j'accuse' : 'E' chiaro che noi occidentali siamo qui a combattere per i nostri soli interessi. Questa parte del mondo perde le proprie povere viscere. (…) Costoro sono condannati. Ma noi spediamo inutili soldati e paghiamo i grandi ladri vestiti di eleganti boubou.'
Segue una descrizione accurata di come i 'passeur' locali, gli schiavisti che ingrassano sulla pelle dei migranti, riescono ad aggirare coi loro camions rigurgitanti di miserabili i blocchi militari e trovano piste nuove nel deserto per raggiungere la Libia - e si sente, nel racconto che ne fa san Domenico assai poco savio, una viva e sentita partecipazione e malcelata solidarietà a quei 'passeurs', a quei miserabili schiavisti che lui nobilita e descrive quali strani missionari di una causa nobile: quella di consentire il rinnovato 'viaggio della speranza'; violare a centinaia di migliaia ogni semestre le frontiere europee col grimaldello della pietas dovuta ai naufraghi - per molti concluso da morte per affogamento e per l'Europa tutta un lavoro enorme e difficilissimo di contrasto attivo e 'suasion' diplomatica e milioni di euro di noi contribuenti gettati al vento dei corrotti governi africani.
L'Europa come novello Atlante che regge sulla schiena il peso dell'Africa e dell'intero Medio Oriente in perenne affanno di guerre e miserie e carestie e chissà quale altro maledetto destino di tragedia di cui, secondo il vangelo di san Domenico-poco-savio, noi occidentali dovremmo sentirci colpevoli e spregevoli affamatori – e, oggi, crudeli invasori manu militari col maledetto scopo di arginare la marea umana che si raduna incessantemente nei lager nigerini e libici.
Cronache di follia e di infiammazioni neuroniche buoniste del terzo millennio che ha elevato la misericordia a nuovo imperativo categorico morale assoluto e indiscutibile - e che si fottano i difficilissimi equilibri economici e sociali pericolosamente scossi dai milioni di migranti già in loco e da quelli in arrivo, e non ci frega nulla delle cronache di integrazioni impossibili nelle enclaves islamiche nemiche delle periferie urbane di ogni metropoli.
Per tacere delle cronache delle stragi di Nizza, Berlino, Parigi e Bruxelles e gli stupri e lo spaccio e la 'microcriminalità' tollerata e impunita e le cronache di miseria diffusa davanti ai supermercati e per le strade - e le occupazioni abusive e tutto il resto del vistoso disordine e degrado delle città italiche per il quale attendiamo il 4 di marzo come un giorno di liberazione nazionale e continentale.
Liberazione da questa inguaribile follia buonista che pretende che dobbiamo mettercela via, accettare il disordine assassino come un castigo divino e le migrazioni disordinate e non governate come biblica piaga delle locuste. La migrazione universale delle genti miserabili per questi suonati buonisti di ogni ordine, grado e professione è un castigo che ci meritiamo, noi vergognosi occidentali colpevoli di ogni nefandezza coloniale e post.
Il 4 di marzo mandiamoli tutti a casa con la massima ignominia elettorale.
Il pd sotto al venti per cento è un sogno possibile. Diciamo loro un sonorissimo 'Via! Basta! Avete distrutto il paese! Pretesi antifascisti dei nostri stivali.'
E restateci, nel cono d'ombra della vostra infamia politica, per altri tre lustri perlomeno.
Parce sepulto. Ve la siete cercata con pervicacia davvero degna di miglior causa, Alfano, Renzi e Gentiloni. A mai più risentirvi e rinominarvi nelle televisioni e sui giornali del nostro scontento.
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L’allarme del commissario UE:”i migranti sono una bomba nucleare pronta ad esplodere”
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