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Faust e il desiderio

Post n°263 pubblicato il 21 Gennaio 2008 da Kastania
 
Tag: Big, Io, teatro

Domenica a teatro: in scena il Faust di Goethe.

La complessa e contrastata figura del Dottor Faust, imbonitore e ciarlatano
o forsedotto studioso di scienza, simbolo dell’uomo spregiudicato e
scellerato, ha ispirato nel corso dei secoli la penna di scrittori e musicisti di
tutta Europa. Goethe lavoròcirca sessant’anni, dal 1772 al 1831, alla
scrittura del suo Faust, opera che lo avrebbe reso uno dei massimi scrittori
di lingua tedesca. A questo proposito scriveva: «il mio Faust è un grande
gioco molto serio». E secondo questa indicazione Glauco Mauri e Roberto
Sturno presentano la loro messinscena, un gioco ricco di passione,
intelligenza e follia dove raccontare la storia dell’uomo. Sturno veste i panni
del giovane Faust lasciando intravedere in lui una dimensione ancora
preromantica, Mauri prima Mefisto interpreta poi un Faust spettrale che
cresce sempre di più sino ad avvicinarsi al Sogno e “all’Utopia dell’Umanità”.
Se Sturno è vicino allo stato d’animo e ai “dolori” del giovane Werther,
Mauri vive nel continuo sforzo di superare i limiti, di non appagarsi mai in
nessuna situazione facendosi simbolo del cammino dell’uomo verso la
redenzione. Questo Faust è un atto d’amore verso un teatro che attraverso
le sue favole meravigliose «parla agli uomini delle loro angosce, delle loro
speranze, dei dubbi, delle solitudini. Attraverso il faticoso e straordinario
viaggio di Faust - spiega Mauri - è possibile per l’uomo comprendere cosa
dovrebbe essere la sua vita».

Mi ha sempre attratto la storia del Faust. Insomma, l'insoddisfazione
al picco più alto, il desiderio di desiderare sempre qualcosa.

Non è ironico che l'uomo sia realmente condannato a non vedere mai
realizzata la capacità totale dei suoi desideri, e sia conscio che se
anche ciò avvenisse, nascerebbero nuovi desideri? è una certezza.
E se fossimo esseri più razionali forse questo basterebbe a condurci
ad un nirvana.

Ma ovviamente non lo siamo.

Desiderare.. quanti desideri mi si affollanno nella mente, alcuni
assolutamente frivoli e accessori, altri totalmente utopistici ed
irrealizzabili.

La vera felicità, dice il proverbio, è desiderare ciò che si ha già.
Noi invece lo diamo totalmente per scontato. Nessuno di noi si sente
grato per la salute, fintanto che non ci ammaliamo. L'ho visto accadere
molte volte. Uno dei nostri beni più preziosi, e ce lo portiamo in giro
in maniera scontata.

E l'amore? parliamo continuamente d'amore. Quando non lo abbiamo.
Ma se abbiamo la fortuna di passare ogni giorno al fianco di chi amiamo
e ci ama a sua volta, lo diamo di nuovo per scontato.

Quanto siamo piccoli ed egoisti in questo.
Forse il Diavolo aveva ragione.

 
 
 
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