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Canti dall'Inferno

Post n°262 pubblicato il 19 Gennaio 2008 da Kastania
 
Tag: Big, Io, teatro

Sebbene non ne avessi ancora fatto accenno, quest'anno io e Big
abbiamo sottoscritto non uno, ma due abbonamenti al teatro Stabile.
Per la serie,finchè godiamo degli sconti universitari tanto vale
spassarcela.Più, peraltro,diversi biglietti extra, fra musical, spettacoli
di cabaret al Colosseo e all'Alfieri.

Qui trovate l'elenco degli spettacoli

http://www.teatrostabiletorino.it/season.php?filter=performances&lang=ita#season

di cui abbiamo già potuto vedere Il sogno di un uomo ridicolo,
Angels in America, L'una e l'altra, Venere e Adone, Sei brillanti e
Maria Stuart.

Ieri sera, per l'appunto, siamo andati invece a vedere Canti dall'Inferno,
tratto dalle lettere di Ramon Sampedro. Una storia vera che aveva già
ispirato il film premio Oscar Mare dentro.

Un uomo intrappolato in un corpo che non è più suo: tetraplegia.
Un uomo chelotta per trent'anni contro lo Stato, la Chiesa, i benpensanti
per ottenere un sacrosanto diritto a morire con dignità anzichè vivere
senza di essa.

Non ci è riuscito. E grazie all'aiuto delle persone che lo amavano,
ha compiuto l'unico gesto umanamente possibile: il suicidio assistito
mediante assunzione di cianuro. Senza aver ottenuto rivendicazioni per
le persone nella sua condizione.

L'eutanasia, per molti, è un discorso spinoso. Io sono cristiana,
credo in Cristo,ma non nella cecità della Chiesa cattolica, nè del nostro
Stato laico solo di nome ma bigotto e ipocrita di fatto.

Ho sofferto sia per Welby che per Nuvoli, e molto di più per tutti
quelli che non hanno fatto notizia, non sono ancora morti, lo desiderano
e continuano a soffrire.

Credo che l'unico vero gesto cristiano e
misericordioso sarebbe non giudicare chi è tanto
disperato, umiliato e sofferente da vedere la morte
come unica soluzione alla vita, anzichè come sua fine.

 Perchè solo chi vive un'esperienza tanto devastante
deve avere il diritto di disporre di sè stesso, anche
se non può alzare un braccio per spararsi, o mettersi
in piedi per gettarsi dal quinto piano. Sarebbe bello
che le persone che comandano si svegliassero solo
per 24 ore intrappolate in un corpo che è loro estraneo,
che li disgusta, li affligge, li imprigiona.

Poi, forse, sarebbero più interessati a tutelarne i diritti.

 
 
 
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