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Il silenzio dei comunisti. E degli educati.

Post n°198 pubblicato il 01 Giugno 2007 da Kastania
 
Tag: Big, Io

IL SILENZIO DEI COMUNISTI è stato uno spettacolo fantastico,la cui visione consiglio a tutti, a prescindere totalmente dalla propria fede politica.

Equilibrato, intenso,vibrante. Suscita domande e suggerisce solo a metà delle risposte, lasciando che la nostra storia personale, il nostro bagaglio di fedi ed esperienze completi la nostra formazione.

Inutile dire che Lo Cascio è stato superbo nei panni dell'"inquisitore", così come Maria Paiato; una bella sorpresa è stato Fausto Russo Alesi, che non conoscevo affatto. Rispettivamente i tre incarnavano Vittorio Foà, Miriam Mafai e Alfredo Reichlin, autori dell'epistolario da cui è tratto il lavoro teatrale di Ronconi.

Suggestivo e particolare anche l'allestimento scenico, con il palco diviso in tre stanze e il pubblico che veniva fatto "slittare" meccanicamente da una stanza all'altra.

Ma di più non dico. Andatelo a vedere! ;)

Nel foyer, per la precisione al bar dove (nemmeno a dirlo) mi stavo esaltando con un caffè, mi rendo conto che il mio vicino al bancone è nientemeno che Luca Zingaretti. Uno degli idoli di mia madre, insomma, che se fosse stata lì sarebbe certo svenuta per l'emozione, come una sedicenne.

Gli ho sorriso e niente più.
Non perchè non lo apprezzi come attore, anzi. Ma c'è contesto per ogni cosa, e penso che anche i personaggi pubblici vogliano un po' di pace.
Se all'interno di un teatro tieni un cappello da baseball calato sugli occhi, ti defili dalla folla ed entri quando le luci in sala sono già basse, secondo me l'ultima cosa che vuoi è una folla che inneggia.

Qui a Torino, fortunatamente, è così.
Non riesco nemmeno a ricordare le volte in cui, nei locali vicini all'Università, ho incontrato uno dei Subsonica che prendeva l'aperitivo. Non più tardi di un mese fa passeggiavo in centro, al fianco della coppia Violante Placido e Fabio Troiano. Ho cenato in un locale a tre tavoli di distanza da Sergio Castellitto e Margaret Mazzantini, e preso il caffè in uno dei locali "storici" vicino alla Pession. E la lista potrebbe essere ancora molto lunga.

Ma nessuno, nessuno li ha mai disturbati. Nè il personale nè gli altri avventori.

Certo, artista che vai trattamento che trovi.
Ricordo un pomeriggio, davanti alla Rinascente, in cui Gabriel Garko era stato talmente accerchiato dalle fans da bloccare l'intera via.
Inutile sottolineare che non avevo partecipato al giubilo, avevo svicolato ed ero entrata a comprare le mie caramelle.

Mi piace pensare che la mia città rispetti gli artisti, non li soffochi con paparazzate, grida,boati che non sottolineano apprezzamento intellettuale, quanto una sorta di collezione di figurine mediatiche.

"Ce l'ho ce l'ho mi manca. Ho tutto il cast di Rivombrosa e di Centovetrine ma mi mancano i tronisti della De Filippi. Interessano delle doppie dell'Isola dei Famosi?"

Non sarebbe triste se fosse veramente così?
Poveri noi, lo è.

 
 
 
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