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Coulrofobia: niente da ridere. Compare il Clown Malvagio. Sale l'isteria del Clown diabolico in attesa di Halloween

Post n°115 pubblicato il 17 Ottobre 2016 da ilmiviso
 

 

 

L"avvistamento di clown" è un nuovo fenomeno ha preso piede negli Stati Uniti e si è diffuso in altri paesi e si teme che possa diventare un vero problema a pochi giorni da Halloween, ricorrenza festeggiata con i travestimenti di strada.

 

 Tutta colpa del successo di Twisty, il clown cattivo dell' American Horror Story Freak Show che ora alimenta la paura anche in Europa e in Italia. Sindaci e giornali italiani dicono che non ci sono reati commessi da tizi vestiti da clown e che è tutta colpa di internet.

 

Sembra una produzione cinematografica statunitense scappata di mano, dallo schermo. 

C'è il clown che fa sorridere, quello triste e il clown malvagio, un personaggio stereotipo delle opere di fiction disegnato con elementi inquietanti, di humor nero. La paura del clown è la coulrofobia. 

L"avvistamento di clown" genera panico. L' uso improprio di questi abiti genera isteria e reazioni anomale nei malcapitati . 

Non sono chiare le intenzioni di coloro che indossano maschere di clown cattivi e compaiono d'improvviso tra la gente, ma lo scherzo può essere molto cattivo.

Per la polizia americana è un Crimine, mascherato da pagliaccio. 

"La maggior parte dei casi sono stati confermati come semplici burle, ma il disagio e l’ansia causata alle vittime è molto reale e di conseguenza è cresciuto l’interesse verso le ragioni scientifiche e psicologiche dietro alla capacità dei clown di suscitare sentimenti di terrore in così tante persone". La figura del clown innescherebbe alcune delle nostre reazioni universali agli stimoli sociali.

Nel 1961, l’antropologo Claude Levi Strauss scrisse delle “libertà” che il travestimento permette. In un suo scritto si legge:

“Il travestimento del viso elimina temporaneamente dal rapporto sociale una parte del corpo ... attraverso la quale i sentimenti personali e gli atteggiamenti dell’individuo possono essere rivelati o deliberatamente comunicati agli altri.” Anche Sigmund Freud parlò di un’idea chiamata l’effetto “valle perturbante”, nel quale l’idea di una cosa molto familiare ma allo stesso tempo stranamente non familiare causa un sentimento di repulsione, dando origine al sentimento contraddittorio e perturbante di dissonanza cognitiva.

 

 
 
 
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