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MILITE IGNARO

 

Il milite ignaro, oltre quello ignoto. Tre commissioni parlamentari italiane, la prima "siglata" Mandelli, il luminare sulle leucemie, 14 anni di inchiesta medica con bioingegneri ed esperti nucleari sul Kosovo e i militari uccisi dall'Uranio impoverito e nessun risarcimento alle vittime di Stato. Almeno le prime dal '99 al 2001.

350mila euro sono stati pronunciati a favore di un militare in missione in Kosovo, ma era il 1 dicembre 2013 quando il Tar della Lombardia ha dato il via all'esecuzione del risarcimento per un carcinoma papillifero alla tiroide di un carabiniere assegnato nel 2002 alla missione Nato ‘Joint guardian’ – quella che partì nel 1999 e durò fino al 2004 con l’obiettivo di ostacolare l’avanzata delle truppe di Milosevic in Kosovo.

E le date sono importanti. Nel 2002 doveva essere noto il fatto che maneggiare uranio impoverito, non opportunamente protetti, poteva rappresentare un forte rischio.

L'Osservatorio militare decreta che non le opinioni ma le prove devono essere acquisite a verità sostanziale su quello che è accaduto ai soldati italiani che per primi hanno operato in un'area di guerra dove erano stati esplosi l'80% dei proiettili risultati in dotazione Nato.

Ricordiamo il milite ignaro, oltre che quello ignoto: le gravissime patologie tumorali riscontrate in decine di militari impiegati nella missione del kosovo derivano da cause di servizio […] senza l’adozione di alcuna protezione specifica.

Al tempo Sergio Mattarella era ministro alla difesa, oggi arbitro costituzionale con la  carica di Presidente della Repubblica ed è in tale carica chiamato dai familiari delle vittime chiamato a redimere chiarimenti e a verificare con la base stessa le responsabilità degli accertamenti.

L'uranio impoverito  - scarti di lavorazione nucleare - viene usato per dare maggiore impatto alla massa del metallo esplosivo, sviluppa una azione rotante del metallo impiegato nel proiettile perforante e amplifica la combustione dell'ordigno bellico. Le polveri fini della combustione sono letali per inalazione, giungono rapidamente ai polmoni e fegato e raggiungono i gangli vitali.

Numerose fonti bibliografiche affermerebbero che il primo uso noto in combattimento dell'uranio impoverito risale alla "prima guerra del Golfo" del '90 da parte delle FF.AA. americane e britanniche. Si suppone tuttavia che il primo uso avvenne in realtà nella guerra arabo-israeliana del '73.

C'è poi chi fa risalire l'impiego pratico dell'uranio impoverito addirittura agli anni '60 del XX secolo, durante le operazioni di bonifica del poligono di Stryker , nelle isole Hawaii, vennero trovate tracce evidenti di uranio impoverito. 

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