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L'angolo di Jane

Tutto su Jane Austen e sui libri che mi piacciono!

L'ANGOLO DI JANE

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Questo spazio è dedicato a recensioni di libri e film, ai miei racconti,  a riflessioni personali di varia natura e soprattutto a Jane Austen, una delle mie scrittrici preferite.

Sono una stella del firmamento
che osserva il mondo, disprezza il mondo
e si consuma nella propria luce.
Sono il mare che di notte si infuria,
il mare che si lamenta, pesante di vittime
che ad antichi peccati, nuovi ne accumula.
Sono bandito dal vostro mondo
cresciuto nell'orgoglio e dall'orgoglio tradito,
sono il re senza terra.
Sono la passione muta
in casa senza camino, in guerra senza spada
e ammalato sono della propria forza.

(Hermann Hesse)

 


 

 

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Commedia in minore - Hans Keilson

Post n°974 pubblicato il 27 Gennaio 2013 da bluewillow
 

Titolo: Commedia in minore Titolo originale: Komödie in Moll. Erzälung Autore: Hans Keilson Traduzione: Matteo Ghidotti Casa editrice: Mondadori pag: 136 costo: 10,00 €

Hans Keilson, scienziato e scrittore di origine tedesca, morto a 101 anni nel 2011, perse entrambi i genitori nel campo di Auschwitz, ed ebbe la fortuna di scampare egli stesso alla deportazione perché fuggito in Olanda, dove rimase anche dopo la guerra.
Proprio agli anni della fuga nei Paesi Bassi si rifà questo breve testo, scrito nel 1947, “Commedia in minore”, che racconta la storia di due giovani sposi olandesi, Wim e Marie, che decidono di ospitare sotto il loro tetto un profugo ebreo, Nico, che non conoscono, ma che sono spinti ad aiutare sia come atto umanitario, sia per “patriottismo”, come forma di ribellione all'occupazione nazista.
La vita a tre con uno sconosciuto, autorecluso in una stanza della casa, da nascondere a tutti, non è semplice e Wim e Marie faticano a volte a capire Nico, le sue paure, il suo senso di sconforto.
Quando Nico muore di malattia, i due sono costretti a sotterfugi per sbarazzarsi del corpo, ma per un errore commesso mentre lasciano il cadavere su una panchina, finiscono essi stessi per dover nascondersi, temendo di poter essere collegati all'uomo morto misteriosamente e finire sotto lo spietato occhio nazista.
Il termine “commedia”, che è piuttosto ironico, usato nel titolo, si riferisce proprio a questa situazione paradossale, nella quale le speranze di fare del bene di Wim e Marie sono frustrate dalla morte di Nico: solo vivendo in prima persona le stesse sensazioni di Nico, la paura costante di essere presi, il senso di dipendenza verso terzi, Wim e Marie capiranno fino in fondo il loro ospite.
Hans Keilson, che visse in prima persona i problemi di Nico, illustra in maniera delicata e ironica un piccolo pezzo di “resistenza” al male, fatto di persone semplici come Wim e Marie, che vengono coinvolte in attività potenzialmente pericolose, ma che sentono di non poter agire diversamente.
Aiutando Nico e finendo poi essi stessi in fuga, Wim e Marie scopriranno una rete di persone silenziose, ma determinate, fra cui l'insospettabile sorella di Wim, Coba, che sono impegnate nella loro stessa attività.
“Commedia in minore” ha il dono della leggerezza nel parlare di argomenti molto difficili e di emozioni sfuggenti e indefinibili: l'angoscia di Nico, la difficoltà di Wim e Marie nell'afferrare, se non quando nella sua stessa situazione, i problemi del loro ospite, la frustrazione per aver compiuto un “bene a metà”, non pagato dalla felicità di aver raggiunto insieme la fine della guerra, il fatto che ricevere il bene possa essere perfino un peso e questo nonostante tutta la riconoscenza possibile, infine la cappa cupa che si stende sull'esistenza quando non si vive in un regime di giustizia e libertà.
Un bellissimo piccolo romanzo che getta una piccola luce su un periodo buio, ma allo stesso tempo mostra come sia facile, quando si vive in condizioni di non rispetto dei diritti umani, diventare facilmente le vittime di un sistema spietato.

 
 
 
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