Creato da bluewillow il 31/03/2006

L'angolo di Jane

Tutto su Jane Austen e sui libri che mi piacciono!

L'ANGOLO DI JANE

Benvenuti nel mio blog!

Questo spazio è dedicato a recensioni di libri e film, ai miei racconti,  a riflessioni personali di varia natura e soprattutto a Jane Austen, una delle mie scrittrici preferite.

Sono una stella del firmamento
che osserva il mondo, disprezza il mondo
e si consuma nella propria luce.
Sono il mare che di notte si infuria,
il mare che si lamenta, pesante di vittime
che ad antichi peccati, nuovi ne accumula.
Sono bandito dal vostro mondo
cresciuto nell'orgoglio e dall'orgoglio tradito,
sono il re senza terra.
Sono la passione muta
in casa senza camino, in guerra senza spada
e ammalato sono della propria forza.

(Hermann Hesse)

 


 

 

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I delitti della Rue Morgue - Edgar Allan Poe

Titolo: I delitti della Rue Morgue Titoli originali: The Murders in the Rue Morgue; The Mistery of Marie Rogêt Autore: Edgar Allan Poe Traduzione: Francesco Franconeri Casa editrice: Giunti (collana Acquerelli) formato: ebook  pag: 128 costo: 1,49 €

Nel 1841 un racconto apparso su Graham's Magazine cambiò per sempre il destino della letteratura del mistero: si chiamava “I delitti della Rue Morgue” ed averlo scritto era Edgar Allan Poe, un autore che forse fu fra coloro che ebbero la più vasta influenza nel plasmare l'immaginario collettivo dei suoi colleghi, visto il modo in cui molti si rifecero al suo lavoro negli anni successivi.
Per la prima volta appariva sulle pagine il prototipo dell'investigatore dalla eccezionali facoltà di analisi e dal carattere originale, incarnato da Auguste Dupin: un uomo capace di risolvere complicati casi per i quali le risorse fin troppo ordinarie della polizia, come il semplice e scontato zelo, non erano sufficienti.
Dirà Dupin in un altro suo caso:
Ho già avuto modo d'indicare che la ragione percepisce la strada della verità solo quando si eleva oltre la normalità
La domanda che si deve porre non è “Cosa è successo?” ma piuttosto “Cosa è successo che non era mai prima successo?”

I ragionamenti “laterali” e fuori dagli schemi sono il marchio di fabbrica di Auguste Dupin, che purtroppo apparirà in tutto in soli tre racconti (“I delitti della Rue Morgue”, “Il mistero di Marie  Rogêt”   e “La lettera rubata”), ma che saranno più che sufficienti per stabilire un canone da cui quasi nessuno fra coloro che si occuperanno di polizieschi riuscirà a sfuggire.
Aguste Dupin è un uomo eccezionale e a simili personaggi va tributato ovviamente il giusto grado di ammirazione, ecco quindi apparire sulla scena letteraria un altro importantissimo personaggio della letteratura: la spalla o testimone, l'amico fedele che racconta, con la giusta dose di meraviglia e adorazione, le gesta del grande investigatore, in questo caso si tratta dello stesso Edgar Allan Poe, che si fa compagno di stanza di Dupin, in una Parigi dove forse potrebbe non essere mai stato, o magari dove potrebbe aver vissuto all'insaputa di tutti, visto che esiste un certo numero di anni in cui si ignora cosa abbia fatto e dove sia vissuto Poe. Formidabile la scena (che certamente ha ispirato una analoga che avviene fra Sherlock Holmes e Watson, creati da Conan Doyle), in cui Dupin intuisce tutti i pensieri dell'amico e ne ricostruisce il filo, partendo dagli eventi degli ultimi minuti e da come egli ha posato lo sguardo su vari oggetti.
Dupin e Poe condividono lo stesso appartamento, in cui vivono costantemente immersi nel buio per volere dello stesso Dupin, tenendo tutte le imposte chiuse, per uscirne solo al calar delle tenebre: questo piccolo inquietante dettaglio è forse l'omaggio di Poe a se stesso, il voler inserire del gotico nel suo personaggio, richiamando la figura del vampiro, anche quando questo fa dichiaratamente sfoggio solo di doti fra le più razionali, tanto che all'inizio del romanzo vi è una sperticata lode della capacità di analisi. Da un punto di vista più terreno, però, questo amore del buio potrebbe anche essere tratto dalle abitudini dei tossicomani, in particolare degli oppiomani: l'oppio faceva dilatare le pupille, per questo la luce feriva i loro occhi e preferivano l'oscurità. In “Il mistero di Marie Rogêt" infatti, Auguste Dupin riceve il prefetto in casa propria: non si può immaginare che fosse ancora al buio, viste le circostanze, ma Poe ci dice che indossa degli occhiali da sole (dietro i quali sonnecchia, in verità). Dupin è in fondo l'alter ego dello stesso Poe, che per tutta la vita fu tormentato dalla dipendenza dall'alcol e dalle droghe: le abitudini del tossicomane sono qui trasformate in tendenze oscuramente vampiresche.
Benché Poe sia americano, il teatro delle azioni di Auguste Dupin è la Francia parigina. Ci si può chiedere perché e la risposta è duplice: da un lato Parigi era una grande metropoli, la capitale della civiltà dell'epoca, un posto esotico e affollato dove tutto poteva accadere, quindi il teatro ideale per qualunque azione letteraria un po' fuori dagli schemi, mentre l'America era ancora una grandissima provincia, dall'altro qualcuno sostiene che Poe sia stato effettivamente a Parigi e abbia voluto tributargli un omaggio.

Nella immaginaria Rue Morgue (via dell'obitorio letteralmente), una strada collaterale di Rue Saint-Roche (ricordate questa strada, ve ne parlerò in un altro post),avviene un misterioso delitto, due donne vengono brutalmente assassinate.
Il caso è tanto più eccezionale perché il crimine avviene al quarto piano di un edificio attorno al quale gravitano molte persone che, richiamate da urla feroci, si precipitano in soccorso delle due sventurate, Madame L'Espanaye e la figlia.
Dietro una porta chiusa, in una stanza da cui sembra che nessuno sia potuto fuggire si ritrova, infilato a forza nel caminetto, il corpo di mademoiselle L'Espanaye. Fuori dall'edificio invece quello della madre viene rinvenuto praticamente decapitato. Tutti i testimoni riferiscono di aver sentito due voci venire da dietro la porta prima di aprirla: quella di un francese ed un'altra di cui nessuno riesce ad identificare la nazionalità, ma una volta giunti nella stanza, devastata da una specie di furia, non vi avevano trovato alcuno a parte il cadavere della povera sventurata mademoiselle L'Espanaye. Il delitto, di cui Dupin e l'amico apprendono leggendone sulla Gazette de Tribunaux, lascia basiti gli investigatori: nella stanza era presente molto denaro, lasciato intatto, e tutte le vie di fuga sembravano sigillate.
Richiamato dal fascino del mistero Auguste Dupin interverrà e ovviamente risolverà brillantemente l'enigma.
In questa edizione del volume è inclusa anche una seconda storia che ha per protagonista Auguste Dupin e sempre ambientata in Francia, pubblicata per la prima volta nel 1842: “Il mistero di Marie Rogêt”. Si tratta di una indagine di Dupin molto differente dalla precedente, nella quale diventa ancora più stretta l'identità fra lo scrittore e la sua creatura. Infatti nell'introduzione al racconto Poe sostiene di aver scritto questa avventura di Dupin ispirata da un fatto reale, avvenuto però a New York: l'assassinio di Mary Cecilia Rogers, una ragazza il cui cadavere fu ritrovato in acqua a pochi giorni dalla scomparsa.
Nella finzione letteraria Mary diventa Marie, e per risolvere il caso Dupin analizza semplicemente alcuni ritagli di giornale che riportano alcuni fatti avvenuti negli stessi giorni della scomparsa della donna. E' in pratica quanto ha realmente fatto Poe, sulla base di quanto scritto dai giornali a New York. Il caso è stato risolto nella finzione da Dupin, nella realtà da Poe: infatti sembra proprio che le conclusioni a cui è giunto lo scrittore siano state valide anche nel caso reale.
Una cosa che contraddistingue il poliziesco di Poe, rispetto ad altri di epoca anche successiva, è il grande rigore nel riportare i dettagli, anche scabrosi, rinvenuti sulla scena del delitto o sui corpi, in maniera quasi scientifica, una cosa che, considerando quanto era edulcorata e censurata l'informazione ottocentesca, doveva probabilmente essere piuttosto sconvolgente per il lettore e provocare veri e propri brividi di orrore.
Questa indagine è tutta fatta a tavolino e dimostra una cosa molto importante: la grande capacità di analisi di Poe, la sua mente razionale, che diventa quella di Dupin. Si potrebbe quindi dire che il modello di tutti gli investigatori più o meno geniali e stravaganti della letteratura abbia davvero avuto un corrispettivo nel reale e che questo sia proprio Edgar Allan Poe, allo stesso tempo attore e testimone delle proprie azioni, colui che agisce e colui che ammira le proprie gesta. Bisogna dire che se c'era qualcuno capace di sdoppiarsi a questo modo, certamente non poteva essere altri che Poe.

Potrebbe interssarvi anche questo altro post, dedicato a "L'assassinio di Rue Saint-Roch" di Alexandre Dumas, un'opera che ricalca "I delitti della Rue Morgue" di Poe, scritta da Dumas sul giornale napoletano L'Indipendente nel 1860

 
 
 
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