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L'angolo di Jane

Tutto su Jane Austen e sui libri che mi piacciono!

L'ANGOLO DI JANE

Benvenuti nel mio blog!

Questo spazio è dedicato a recensioni di libri e film, ai miei racconti,  a riflessioni personali di varia natura e soprattutto a Jane Austen, una delle mie scrittrici preferite.

Sono una stella del firmamento
che osserva il mondo, disprezza il mondo
e si consuma nella propria luce.
Sono il mare che di notte si infuria,
il mare che si lamenta, pesante di vittime
che ad antichi peccati, nuovi ne accumula.
Sono bandito dal vostro mondo
cresciuto nell'orgoglio e dall'orgoglio tradito,
sono il re senza terra.
Sono la passione muta
in casa senza camino, in guerra senza spada
e ammalato sono della propria forza.

(Hermann Hesse)

 


 

 

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Rosa candida - Audur Ava Ólafsdóttir

Post n°884 pubblicato il 08 Ottobre 2012 da bluewillow
 

Titolo: Rosa candida Titolo originale: Afleggjarinn Autrice: Audur Ava Ólafsdóttir Traduzione: Stefano Rosatti Casa editrice: Einaudi pag: 206 costo: 17,00 €

L'Islanda, con appena 300.000 abitanti, è forse una delle meno conosciute isole d'Europa da un punto di vista letterario, ma è proprio dai freddi ghiacci nordici che arriva “Rosa candida”, di Audur Ava Ólafsdóttir (classe 1958), scrittrice originaria della capitale Reykjavik, dove si concentra circa un terzo della popolazione che parla correntemente l'islandese.
Nonostante il clima ghiacciato della sua terra natale, la storia narrata in questo romanzo è tutt'altro che gelida, incentrata com'è sullo sbocciare di un tenero sentimento paterno, in un ragazzo appena ventiduenne, dall'impronunciabile nome per esteso di Arnljótur Thórir che, fortunatamente per lettori poco adusi alla sovrabbondanza di consonanti islandesi, è soprannominato, per gran parte del libro, Lobbi.
Divenuto padre suo malgrado di una bellissima bambina, Flóra Sól, dopo una sola notte di passione con Anna, una ragazza praticamente sconosciuta, Lobbi decide di partire per un imprecisato paese estero, probabilmente vicino all'Islanda ( vista l'abbondanza di carne e pesce nel menù) dove realizzare quello che è forse uno dei sogni più insoliti per un islandese, vista l'aridità dei campi che lasciano crescere praticamente solo muschi: diventare giardiniere ed occuparsi di un antico roseto presso un monastero, dove piantare una rosa speciale, dotata di otto petali, coltivata dalla madre scomparsa da poco in un tragico incidente.
La nuova vita della bambina e la morte della madre, generano dentro Lobbi uno strano miscuglio di sensazioni e molta confusione, che deriva dalla sensazione che la gioia di una nascita possa essere costantemente offuscata dall'idea della morte che essa un giorno inevitabilmente comporterà.
Forse la partenza del giovane potrebbe anche essere una fuga, come fa notare anche l'anziano padre, un simpatico elettricista in pensione, durante la cena d'addio, prima della partenza, insieme al fratello autistico di Lobbi, Jósef.
Il viaggio di Lobbi, con destinazione un minuscolo paesino sperduto nel nulla, diventa una esplorazione di ricordi legati a madre, padre e fratello, alla ricerca di un appiglio dentro di sé che testimoni la capacità di riuscire  ad amare e proteggere.
Quando, per una serie di circostanze, Lobbi dovrà passare molto tempo con  Flóra Sól, anche nel suo rifugio solitario, i pezzi della vita del ragazzo cominceranno ad andare insieme, prospettandogli un futuro diverso in cui sembrerà ci sia stato sempre posto per la piccola, dove anzi la sua presenza sembra essere da sempre a lungo attesa e quasi determinata dal destino.

Audur Ava Ólafsdóttir (nella foto a lato) sa creare atmosfere evocative, permeate da un silenzio pieno di attese, come quello che forse si potrebbe udire, camminando sul muschio molle islandese, più volte citato in questo libro.
Vita, morte e impegni a lunga scadenza, non scatenano sentimenti infuocati, rabbia o risentimento, ma una specie di attonito stupore di fronte a quello che l'esistenza può riservare, che permette di cogliere il lato positivo, luminoso di ogni evento.
Perfino la morte della madre di Lobbi, sembra trasformarsi nella vita, piena di spontaneo amore per gli altri, di Flóra Sól, come se ogni evento negativo potesse sempre trovare un significato a prima vista sfuggente, un libro in cui il protagonista può dire : “la gente è incredibilmente disponibile. Comincio a credere che gli esseri umani, dove le circostanze lo permettono, siano buoni e onesti per natura, o che quantomeno s'impegnino al massimo per esserlo.”.

Questo libro racconta, in modo molto tenero (a volte al limite estremo del confine con il mieloso) di quanto un genitore possa perdutamente innamorarsi della prole, e trovare segni e corrispondenze quasi divine, in ogni più piccolo gesto di una propria creatura.
E' una storia che forse più che nella trama, che assume a volte i tratti del fiabesco, vista la straordinaria ondata di bontà universale che sembra travolgere Lobbi nel suo viaggio, pone le sue fondamenta sulla capacità di restituire al lettore la portata dell'intenso legame fra padre e figlia, soprattutto quando questo è il frutto di una conquista.
Il titolo originale del libro è  Afleggjarinn che, se il traduttore automatico di Google non mi tradisce, dovrebbe significare “Bivio”: quello forse tra il volere essere o subire la paternità, ma anche quello fra due possibili futuri nella vita dei protagonisti, che l'autrice non scrive nel finale, meno roseo del previsto, ma che lascia col compito di immaginare ai lettori.

 
 
 
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