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L'angolo di Jane

Tutto su Jane Austen e sui libri che mi piacciono!

L'ANGOLO DI JANE

Benvenuti nel mio blog!

Questo spazio è dedicato a recensioni di libri e film, ai miei racconti,  a riflessioni personali di varia natura e soprattutto a Jane Austen, una delle mie scrittrici preferite.

Sono una stella del firmamento
che osserva il mondo, disprezza il mondo
e si consuma nella propria luce.
Sono il mare che di notte si infuria,
il mare che si lamenta, pesante di vittime
che ad antichi peccati, nuovi ne accumula.
Sono bandito dal vostro mondo
cresciuto nell'orgoglio e dall'orgoglio tradito,
sono il re senza terra.
Sono la passione muta
in casa senza camino, in guerra senza spada
e ammalato sono della propria forza.

(Hermann Hesse)

 


 

 

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Tempi difficili - Charles Dickens

Post n°670 pubblicato il 14 Settembre 2011 da bluewillow
 

Titolo: Tempi difficili. Per questi tempi Titolo originale: Hard Times. For These Times Autore: Charles Dickens Traduzione: Mario Martico Casa editrice: Newton Compton pag: 280 costo: 7,00 €


Tra il 1853 e il 1854 gli operai della città industriale di Preston, nel Nord dell'Inghilterra, organizzarono uno dei primi e più importanti scioperi del nascente mondo industriale moderno. Le condizioni lavorative ottocentesche erano infatti terribili: giornate lavorative che si estendevano dal tramonto all'alba, infortuni all'ordine del giorno, nessun diritto all'assistenza per chi si ammalava o rimaneva ferito sul lavoro.
Da sempre sensibile ai problemi del proletariato, dopo essere stato costretto da bambino a lavorare in una fabbrica di lucido da scarpe, a causa delle temporanee ristrettezze economiche della famiglia (il padre di Dickens finì in una prigione per debitori), Charles Dickens dedicò un lungo articolo dal titolo "On Strike" alle manifestazioni di Preston sul settimanale "Household Words", nel Febbraio del 1853.
Dickens sentiva come un vero e proprio dovere contrastare la filosofia capital-utilitaristica che minimizzava lo sfruttamento operaio in favore del maggior bene complessivo della società,  perché riteneva che da questa nascesse un male capace di corrompere lo spirito stesso dell'umanità, estendendosi anche a coloro che operai non erano: poneva infatti un bene materiale su un gradino superiore a quello del bene morale, dimenticando completamente solidarietà e fratellanza.
Il sostegno di Dickens alla protesta operaia non si limitò ad un singolo articolo, lo scrittore decise infatti di dedicare alla vicenda un intero romanzo dal titolo "Hard Times. For these Times", nome ispirato dalle opere del filosofo Thomas Carlyle che pubblicò contro l'utilitarismo "A Sign of  Times" nel 1829 e a cui il volume è dedicato (Dickens scrisse addirittura una lettera al filosofo per chiedergli il permesso di inserire la dedica, sostenendo che "non c'è uomo che mi abbia influenzato di più" e che il libro non conteneva nulla che lo stesso Carlyle non avrebbe approvato).
Il volume è pensato con uno scopo ben preciso: convincere chi sia affascinato dall'utilitarismo che questo è un male assoluto.  "Tempi difficili" però non affronta  in modo particolarmente approfondito la condizione operaia, se non mostrandone lo stato di generale sudditanza e scarso peso sociale, perché lo scrittore sa bene che il suo pubblico è troppo distante da chi la vive per comprenderla a pieno. Dickens vuole dimostrare che anche se non si è operai, anche se non si vive in prima persona in condizioni di indigenza e disagio, si ha comunque un effetto negativo sul resto della società.
Il libro è ambientato nella immaginaria città industriale di Coketown (letteralmente "città del carbone"), nome fittizio scelto per rappresentare non solo Preston, ma anche tutte le piccole realtà industriali che trasformavano il paesaggio di un borgo in quello di una sfilata di case ricoperte da un sottile velo di grigia polvere di carbone.
Il volume è suddiviso in tre sezioni: "Semina" , "Falciatura" e "Raccolto".

"Semina" si apre con un significativo ammonimento  ad un maestro da parte di Thomas Gradgrind, uomo d'affari e utilitarista convinto, di fronte ad una intimidita scolaresca, di cui fanno parte anche la figlia Louisa e il figlio Tom:

"Dunque voglio solo Fatti. Insegnate a questi ragazzi e ragazze soltanto Fatti. Solo di Fatti c'è bisogno nella vita. Piantate nient'altro, estirpate tutto il resto. Solo con i Fatti si educano le menti di animali razionali e nient'altro riuscirà mai loro di alcuna utilità. Questi sono i princìpi base ai quali educo i miei propri figli, e questi sono i prìncipi in base ai quali educo questi ragazzi. Perciò, signore, attenetevi ai fatti".

Al culto dei Fatti, della ragione e del proprio tornaconto, senza alcuno spazio per la fantasia, verranno infatti educati i figli di Gradgrind.
A far parte della famiglia entra però anche la piccola Sissy Jupe che, abbandonata dal padre, artista in un circo, viene accolta da Mr.Gradgrind che non è per inciso, una persone malvagia o cattiva, ma che ritiene semplicemente che non ci sia vantaggio alcuno nel curare il lato spirituale del carattere; mostra quindi disprezzo per ogni volo di fantasia della piccola Sissy.
Per pura convenienza e senza amore Louisa Gradgrind finirà per sposare il capo del padre, Mr. Bounderby, anche perché questo avvantaggerebbe il fratello Tom nella sua carriera. Ben lontano dal dissuadere la sorella da un simile passo, è lo stesso Tom ad incoraggiare Louisa in questa direzione.
Sempre in questo volume viene presentato il personaggio di Stephen Blackpool, un operaio che ha contratto un matrimonio infelice in gioventù con una donna alcolizzata, che lo abbandona periodicamente, ma da cui non può divorziare perché non può permettersi di affrontare le costosissime procedure burocratiche; a confortarlo c'è l'affetto per la compagna di lavoro Rachel, a cui però non può offrire altro che la propria amicizia, visto che sono precluse loro le nozze.

Nella seconda parte "Falciatura" le conseguenze delle azioni dell'educazione ricevuta si manifestano nella vita adulta di Louisa e Tom: la prima finirà per essere una sposa infelice ed annoiata che mediterà di tradire il marito, mentre Tom, cresciuto come un irresponsabile bamboccio, per coprire un ammanco di denaro rubato sul lavoro ordirà un complicato piano per incolpare del danno Stephen Blackpool, incurante di rovinarne totalmente la vita.

Nella terza parte ,"Raccolto", tutti i nodi verranno al pettine, ma il finale non è assolutamente felice, è anzi tragico: tutti i personaggi pagheranno amaramente le proprie o altrui scelte, talora anche con la vita. Solo Sissy, che non è mai stata partecipe della mentalità materialista che si è cercato in ogni modo di insegnarle, troverà a suo modo la gioia, circondata dai figli che la amano, a cui non tarperà mai le ali calpestando le loro innocenti fantasie.

Il volume forse non è dei più significativi di Dickens,  ma ha a suo modo una certa attualità ancora oggi: forse gli operai non lavorano più quattordici o sedici ore al giorno, ma la mentalità utilitaristica e senza solidarietà di metà ottocento torna ancora oggi ad affacciarsi pericolosamente nelle nostre vite. Le conseguenze, ci ammonisce Dickens, non sono solo per gli "altri", quelli costretti al sacrificio, sono per tutti: una società meno umana è una società condannata all'infelicità e ad un perenne senso di inutilità e di vuoto.

Di Charles Dickens ho recensito anche:

Canto di Natale

 
 
 
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