GENOVA, LUGLIO 2001
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Post n°294 pubblicato il 27 Dicembre 2008 da lubely
Questa cosa della prova d’amore è una cosa del secolo scorso. Funzionava così: ti mettevi con una e, per cercare di carpirne le grazie, visto che erano altri tempi, le si chiedeva la prova d’amore. Il concetto era questo: mi ami? Si? Bene, e allora dimostramelo in maniera tangibile dandomela. L’unica esperienza con la prova d’amore l’ho vissuta solo da lontano. Nel senso che, nella prima metà degli anni ’80, un mio amico, nel villaggio estivo dove si trascorrevano le vacanze, era riuscito ad entrare nel cuore (ma solo lì) della più bella del gruppo. Ottenendo, da parte della “parte” maschile del gruppo, tante pacche sulle spalle e complimenti quanto auguri, sempre alle spalle, che potesse essere scaricato al più presto. Un pomeriggio arrivò tutto tronfio dicendo che aveva studiato la strategia, e che la sera lei avrebbe ceduto. Rimase abbottonato sulla strategia stessa, forse per timore che qualcuno potesse copiarla. La sera li vedemmo allontanarsi, mano nella mano, verso uno dei luoghi deputato allo svolgimento di siffatte pratiche. Un luogo che mettesse al riparo da occhi indiscreti, specialmente da quelli della genitura della fanciulla. Si allontanarono, accompagnati dalla nostra malcelata speranza che lei lo mandasse a fare in culo. Si allontanarono e tornarono dieci minuti dopo. Lei che rideva da sganasciarsi, lui con lo sguardo funereo. Lei si fiondò nel gruppo delle ragazze, e iniziò un lungo e segretissimo conciliabolo, dal quale ogni tanto emergevano risate di pancia. Lui, ingenuo, venne a cercare solidarietà maschile tra noi. Iniziò a raccontare: «Arriviamo lì… la bacio…. E poi la guardo e le dico: se vuoi stare con me mi devi dare la prova d’amore. E lei ha iniziato a ridere e mi ha mandato affanculo». Ben presto, con suo grande scorno, le nostre risate coprivano di gran lunga quelle del gruppo delle ragazze. Non solo, ma ci mise diverse estati ad annullare quel soprannome, “prova d’amore” che gli avevamo affibbiato (per esempio, mentre ci esibivamo nelle nostre interminabili partite a calcio, ogni tanto qualcuno urlava: “Provadamore mettila in mezzo”, oppure, nel fare le squadre “Se tu prendi Gigi io prendo Provadamore”, e cose così). Ero convinto che dopo quell’estate agostana di prove d’amore non avrei più sentito parlare. E invece…. Invece lunedì scorso mi capita di andare a cena con Travaglio (posso garantire che nel momento nel quale me lo sono visto davanti, e mi ha dato la mano dicendo “Piacere Marco”, un po’ di bradisismo alle gambe mi è venuto), e poi l’ho intervistato nel corso di un dibattito pubblico. A fare le domande, con me, c’era anche il presidente dell’associazione che ha organizzato la serata. In precedenza io e lui ci eravamo divisi i temi da affrontare, e a me era capitato il ministro Brunetta. Ora, umanamente, che cazzo puoi chiedere su Brunetta? Tenendo presente che, solo pochi giorni prima, l’Espresso aveva dedicato fior di pagine sugli scheletri nell’armadio del succitato ministro? Cioè, tutto quello che dicevi poteva sembrare banale. Allora, come sempre faccio quando mi tocca scrivere di qualcosa che non conosco a fondo, mi sono fiondato in internet alla ricerca di documenti. Ed ecco che mi salta all’occhio un articolo scritto da Brunetta su Libero poco prima delle ultime elezioni (e su Libero ci sarebbe parecchio da dire, ma si finirebbe fuori tema) intitolato “I 27 motivi per cui sto con Silvio” (si potrebbe discutere a lungo del fatto che un tizio, candidato alle politiche, scriva di suo pugno articoli dedicati a sé stesso su un giornale, ma pure questo porterebbe fuori strada. Come pure porterebbe fuori strada il fatto che la moglie del mangiacicoria faccia la giornalista pontificando su tutti i campi dello scibile umano da tutte le italiche televisioni. E pure porterebbe fuori strada il fatto che se un giornalista di un giornale locale decide di candidarsi alla carica di consigliere comunale, anche se si occupa di sport, per tutto il periodo della campagna elettorale non può firmare articoli… ma andiamo avanti). Trovo, dicevo, questo articolo, e lo leggo. E mi torna in mente il concetto di prova d’amore. Con il diversamente alto che, in una delle rare occasioni della sua vita, guarda in basso e dice: “Allora, Renatino, se vuoi che ti candidi mi devi dare la prova d’amore”, e il Renatino sculettante che si mette al computer e produce il suo articolo. Che, tra le altre cose, dice questo: «Sto con lui perché è pieno di difetti. Mai arrogante, sempre gentile. L’ho sentito e visto chiedere quasi con imbarazzo, a un dirigente della sua Mondadori, se era possibile avere con lo sconto, alcune centinaia di copie de “Il libro nero sul comunismo” da regalare ad una convention di An (e si capisce che il diversamente alto ha pure il braccino corto). Sto con lui perché l’ho visto e sentito rifiutare con sdegno qualsiasi compromesso processuale. Sto con lui perché è bugiardo per amore. Sto con lui perché è un ingenuo. Sto con lui perché ha sempre pagato di persona, non si è mai tirato indietro. Sto con lui perché ha saputo governare bene, senza darsi troppe arie da statista (e questo punto il dubbio che parli di un altro Silvio ti assale). Sto con lui perché durante la mia prima campagna elettorale di fronte al mio sconforto mi mostrò dei sondaggi personali strabilianti… forse taroccati (e qui capisci che parla proprio di lui)». Poi, in fondo, il motivo massimo. Talmente nobile che io manco riesco a capire come sia possibile fare una cosa simile dal vivo: «Sto con lui perché canta canzoni francesi, e mentre canta fa anche la traduzione simultanea». Letta una cosa simile, chiunque avrebbe riso, e lo avrebbe mandato a fare in culo. Invece no. Silvio ha gradito la prova d’amore, e lo ha pure fatto ministro. E allora, visto che il periodo natalizio che tutti ci rende più buoni, il vaffanculo ce lo metto io: Brunetta…. vai a fare in culo, va!!!!! Ps. Per motivi a me ignoti mi è tornato l'editor.... ora devo solo ricordarmi come funziona... |
Post n°293 pubblicato il 23 Dicembre 2008 da lubely
Festa di una grande società sportiva. Prendo la mia brava cartellina stampa. Mi danno anche un asciugamano, come gadget, col logo della società succitata. Poi l’addetta alla cartelle stampa mi fa l’interrogatorio del caso. Nome, cognome, testata, telefono, indirizzo e mail… Scandisco quest’ultimo con precisione teutonica: elle come livorno, u come udine, b come bergamo, e come empoli ecc ecc. Poi arrivo allo yahoo finale. Vedo che lei scrive IAU. Mi guarda. Vede il mio sguardo. Intuisce. Prende la penna e fa un’aggiunta trasformando IAU in IAU’. «Così, no?» mi chiede. «Y come yoga» ribadisco. «Ah sì, certo..» e IAU’ diventa YAU’. Poi arriva la sua collega, barra lo YAU’ e lo trasforma in YAHOO.
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Post n°292 pubblicato il 17 Dicembre 2008 da lubely
Soddisfazione per il brillante risultato conseguito in Abruzzo. Dove, alle ultime Regionali, sia Margherita sia Ds avevano preso più o meno il 16 % ciascuno, pari al 32 %. Ora, insieme, poco più del 19%. Generazioni di maghi, illusionisti, ladri e truffatori vorrebbero saper far sparire così tanta roba in così poco tempo sotto gli occhi di così tanta gente.
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Post n°291 pubblicato il 10 Novembre 2008 da lubely
Mi trascino, sabato scorso, in piazza Vittorio, a Torino (quella che, come ho già avuto modo di scrivere, non è proprio un cortiletto condominiale). Ci vado per una iniziativa di 180 cassaintegrati che consegnano i bilanci della ditta per la quale lavora(va)no a Di Pietro, il quale si trascina a Torino per una iniziativa del suo partito sul lodo alfano. Da una parte c’è Travaglio che parla, dall’altro lo stato maggiore dell’italia dei valori sabaudo che fibrilla in attesa di di pietro. In tutto questo, mentre marco stretto il sindacalista munito di macchina fotografica, mi si para innanzi una vecchia carampana, che mi fissa fitto fitto. Fosse almeno una gradevole fanciulla, invece è proprio una carampana. E mi fissa. Come prima cosa appuro di avere la cerniera su. Non so, è un riflesso condizionato. La prima cosa che mi passa per la mente quando qualcuno mi fissa è di avere le cerniera dei calzoni aperta. Verifico. E’ chiusa. La vegliarda continua a fissare. Poi mi dice: «Ma te sei Beppe Grillo?»
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Post n°290 pubblicato il 05 Novembre 2008 da lubely
Riprendo da Otherwise:
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Post n°289 pubblicato il 31 Ottobre 2008 da lubely
Il corteo viene vomitato fuori da piazza Arbarello, e finisce dritto in via Cernaia (per chi non è di Torino, trattasi di via larga e lunga che, con il suo proseguimento, via Pietro Micca, arriva dritta nel cuore di Torino, piazza Castello). Passano le scuole, passano gli universitari, passano i centri sociali, passano i ricercatori, passano gli insegnanti, passano le mamme e i papà. Passano davanti ad un gruppo di poliziotti che li guardano, ampiamente ricambiati, in cagnesco.
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Post n°288 pubblicato il 23 Ottobre 2008 da lubely
Senza commenti, un'intervista del senatore a vita Kossiga sulla Nazione di oggi.
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Post n°287 pubblicato il 08 Ottobre 2008 da lubely
Il presidente del Consiglio in seconda, quello che sta in Vaticano (e che prossimamente sarà candidato agli Oscar, categoria effetti speciali per le cose che usa a mo di cappello) ha fatto una scoperta. Non se lo fila nessuno. Neppure i suoi. Passi il fatto che, politicamente parlando, quelli che lo sostengono sono divorziati, passi il fatto che tra quelli che, politicamente parlando, lo sostengono c’è gente che è ricorsa all’aborto. Ma che nessuno si attenga alla contraccezione legale, neppure tra i baciapile più assidui, questo gli sta un tantinello sugli zebedei. Il fatto che nessuno prima di accoppiarsi, si metta a fare il conto dei giorni per pi greco diviso la radice quadrata della lunghezza del pisello, gli fa girare veramente le balle.
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Post n°286 pubblicato il 02 Ottobre 2008 da lubely
Per certi versi è come una partita a scacchi.
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Post n°285 pubblicato il 24 Settembre 2008 da lubely
Me ne vo con tutti i miei bravi foglio nell'ufficio preposto per iscrivere l'erede alla mensa dell'asilo.
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Post n°284 pubblicato il 19 Settembre 2008 da lubely
Premesso che di questa cosa ho sentito il minimo sindacale, perché più di tanto da sentire non c’era (è come se ti presentassero nel piatto una torta fatta di cacca: non è che devi mangiarla tutta per capire che fa schifo: ti basta, e avanza, la prima cucchiaiata). Però questa storia, quella del ragazzo ammazzato a sprangate per furto di gallette, qualche pensiero te lo fa venire.
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Post n°283 pubblicato il 13 Settembre 2008 da lubely
Non ho scritto nulla per l’11 settembre. Né per quello americano, né per quello cileno. Nulla perché non sapevo che dire di nuovo.
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Post n°282 pubblicato il 08 Settembre 2008 da lubely
Me ne torno dalle vacanze con molti dubbi e qualche certezza in valigia.
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Post n°281 pubblicato il 09 Agosto 2008 da lubely
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Post n°280 pubblicato il 06 Agosto 2008 da lubely
Ieri l'altro, come tutti i pomeriggi, sono andato a recuperare Chiara dai nonni. La carico in macchina e parto. Quando imbocchiamo la nostra via, scorgo la mamma di un suo compagno di asilo in bicicletta, intenta a pedalare accanto al marito, ognuno con un bimbetto infilato nel cestino e un terzo con la sua biciclettina con le rotelle. Ovviamente non capisco dei tre qual è il compagno di Chiara, e quindi mi esibisco in un generico: «Hai visto chi c'è?», confidando in una delle tre seguenti risposte:
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UNA QUESTIONE DI MANI
nelle condizioni di avere
bisogno di una mano.
In genere qualcuno c'è.
Io ne ho avuto bisogno.
Le mani ci sono state.
Adesso le mie,
assieme a quelle
di tanti altri,
sono nel
"Blog for Africa".
Lo trovate qui accanto,
a sinistra.
In attesa di altre mani....
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Inviato da: dondolino61
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il 27/01/2020 alle 11:44
Inviato da: ciccio
il 27/01/2020 alle 11:43