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Partite a scacchi

Post n°286 pubblicato il 02 Ottobre 2008 da lubely

Per certi versi è come una partita a scacchi.
Quando giochi con uno che sa giocare, muove il cavallo, sposta un pedone, fa avanzare la torre, e senza accorgertene sei in scacco matto.
Più o meno è così quello che sta succedendo. Capitano cose che sembrano fini a se stesse. Ma poi, se guardi le cose un po’ più da lontano, vedi che tutto a un suo senso.

Cominciamo dall’ultima trovata del diversamente alto: i ministri non partecipano più a trasmissioni dove vengono insultati. La cosa di per se può avere un senso. Invece la cosa è un po’ più profonda. Basta guardare nel piccolo per saperlo. Ogni sindaco di ogni Comune mette come assessore gente inguardabile, impresentabile. Gente che non capisce una mazza. Lo fa per diversi motivi: perché porta voti, perché bisogna restituire un favore, perché bisogna rispettare gli equilibri, perché il sindaco vuole fare quello che vuole in un certo settore, e per farlo ha bisogno di mettere la classica testa di legno (anche se in luogo del legno bisognerebbe parlare di ben altra cosa) che firmi quello che lui dice. Le succitate teste di legno, tolto nome grado e matricola, non sanno dire altro. Per cui il diversamente alto ha pensato bene di evitare che si facciano figuracce, facendo la solita manfrina del vittimismo. Pietoso.

Poi vedi una campionessa di scherma che va a fare una trasmissione. E succede un casino, perché lei è una carabiniera. Poco importa che qualche giorno prima una poliziotta dica al presidente del Consiglio: «Da lei mi farei toccare», facendola passare per una innocente battuta. Ma nessuno dice nulla. Se non il Coni, che pontifica che una campionessa olimpica può dire quello che vuole, salvo poi dimenticarsene quando poi un’altra campionessa olimpica va in un’altra trasmissione. Certo, è una poliziotta e non una carabiniera. Ma quando Tomba era carabiniere, e tirava le coppe sui giornalisti nessuno si scandalizzava. E quando i carabinieri pestavano a Genova gente ferma e con la braccia in alto, nessuno si scandalizzava. Ora, improvvisamente, si. Ma se poi pensi che quella trasmissione è la stessa a cui il diversamente alto faceva riferimento, un qualche movimento sulla scacchiera inizi a vederlo.

Poi vedi un ragazzo massacrato a sprangate. Ma ti dicono che non è razzismo. Poi pestano un ragazzo a Parma, ma ti dicono che non è razzismo. Poi pestano un cinese a Roma, e provano a convincerti che non è razzismo. Poi ne ammazzano sei a Napoli, e non è razzismo. Anzi, ti dicono che sono spacciatori, anche se non è vero. Poi c’è qualche testa di cazzo che scrive a Roma «Schifani, l’ebreo sei tu», e il diversamente alto, giustamente, esprime la sua solidarietà a Schifani. Ma guarda caso, si dimentica di esprimere solidarietà per una seconda scritta, «Minime dall’Italia, Milano -1, Napoli – 6». Ma in tutto questo non c’è razzismo.

Poi gli amici dei sei di Napoli si incazzano, e fanno casino. Certo che ‘sti negri…. Non solo sono clandestini, ma neanche vogliono starsene un po’ buoni quando li ammazzano come bestie. E comunque nessuno ha sottolineato un cosa: che se gli abitanti di quelle zone avessero fatto la stessa cosa, avessero fatto casino e barricate invece di accettare la camorra, forse ci avrebbero guadagnato. Invece sono stati loro, con le loro barricate ed il loro casino, a dare una lezione a tutti, ma specialmente a quelli che vengono abitualmente intervistati dai Tg e dicono cose tipo: «La camorra non esiste» o «I negri vogliono venire in Italia e sedersi sui nostri pulman» (giuro, sentita poco fa), che bisogna avere il coraggio di alzare la testa. Ma tanto sono solo spacciatori.

Poi capita che un portiere, del Milan, dica che è fascista. E nessuno dica nulla. Attenzione: non dice «Sono di destra» (cosa legittima quanto per me incomprensibile), non dice «Sono di Forza Nuova». Dice «Sono fascista», e nessuno dice nulla. Ci hanno pensato i tifosi dello Zurigo a dirgli due parole. Ma è strano solo per me, o c’è qualcosa che non torna? Poi se provi a dire che sei comunista c’è sempre il solito fighetto che ti fa una tiritera di alcune ore sul fatto che il comunismo è stata una iattura e tutte le peggio cose. Ma se qualcuno dice «Io sono fascista», proprio un minimo di reazione non viene?

Poi un cialtrone come Gentilini fa un discorso dove dice le seguenti cose: «Voglio la rivoluzione contro le televisione i giornali che infangano la Lega. Prenderò dei turaccioli per ficcarli in bocca e su per il c... a quei giornalisti. Non li voglio più vedere», «Voglio la rivoluzione contro la magistratura. Ad applicare le leggi devono essere i giudici veneti», «Ho scritto al presidente della Repubblica che bisogna dare un riconoscimento all'usciere di Ca' Rezzonico che ha vietato l'ingresso alla donna islamica. Io voglio la rivoluzione contro chi dice che devo mangiarmi la spazzatura di Napoli. Io la prendo e la macino e poi se la devono mangiare loro perché sono loro che l'hanno prodotta Io non lo tollero...Io voglio la rivoluzione contro chi vorrebbe dare il voto agli extracomunitari. Non voglio vedere neri, marroni o grigi che insegnano ai nostri bambini. Cosa insegneranno, la civiltà del deserto? Il voto spetta solo a noi. Ho bisogno del popolo leghista». E nessuno dei suoi dice nulla. Una cosa la dico io: a me non interessa se la maestra di Chiara è nera, marrone, grigia o bianca. Mi basta che non sia come Gentilini.

Diciamocela tutta: viviamo in un paese razzista. Viviamo in un paese sorretto da una classe politica inguardabile.

Ma io, e lo dico prevedendo futuri commenti, io di qui non me ne vado.
Io sono comunista.
Io sono antifascista.
Io sono razzista con i razzisti.
E me ne vanto.

 
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