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L'angolo di Jane

Tutto su Jane Austen e sui libri che mi piacciono!

L'ANGOLO DI JANE

Benvenuti nel mio blog!

Questo spazio è dedicato a recensioni di libri e film, ai miei racconti,  a riflessioni personali di varia natura e soprattutto a Jane Austen, una delle mie scrittrici preferite.

Sono una stella del firmamento
che osserva il mondo, disprezza il mondo
e si consuma nella propria luce.
Sono il mare che di notte si infuria,
il mare che si lamenta, pesante di vittime
che ad antichi peccati, nuovi ne accumula.
Sono bandito dal vostro mondo
cresciuto nell'orgoglio e dall'orgoglio tradito,
sono il re senza terra.
Sono la passione muta
in casa senza camino, in guerra senza spada
e ammalato sono della propria forza.

(Hermann Hesse)

 


 

 

JANE AUSTEN -RITRATTO

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Il richiamo della foresta – Jack London

Post n°457 pubblicato il 15 Febbraio 2009 da bluewillow
 


BLOG CALENDARIO 2009 – GENNAIO
(si, si lo so siamo a Febbraio! Ma da qualche parte nel multiverso è certamente Gennaio)


Titolo: Il richiamo della foresta Titolo originale: The Call of the Wild Autore: Jack London Traduzione: Ugo Dèttore Casa editrice: BUR pag: 144 costo:7,00 Note particolari: questa edizione ha una introduzione di Oriana Fallaci.



Nel 1903 Jack London aveva solo ventisette anni, ma alle spalle aveva una curriculum che solo per elencare nei dettagli i diversi mestieri svolti nel corso della vita avrebbe richiesto diverse pagine, era stato infatti nell'ordine: operaio in una fabbrica di conserve, poi nel corso di pochi mesi era passato dall'essere pescatore d'ostriche di frodo a guardacostiera che combatteva il contrabbando,  successivamente marinaio su una nave che aveva girato il mondo dalle Hawaii al Giappone,  di nuovo operaio in una fabbrica di iuta, scaricatore di carbone, vagabondo, fuochista su una nave, studente universitario per sei mesi, impiegato di una lavanderia, cercatore d'oro nel Klondike ed infine scrittore e giornalista di professione.
L'insieme di tutte queste esperienze viste attraverso gli occhi di una mente mai sazia del nuovo,  la dura lotta per la sopravvivenza, il fascino per le teorie darwiniane, portarono Jack London a comporre  il libro che lo consacrò come scrittore e che finalmente diede una linea di continuità ad una esistenza in perenne mutamento.
Nel 1903 venne pubblicato “Il richiamo della foresta” che diede a London il successo non solo nella nativa California, ma anche nel resto del mondo.
La storia è quella di un cane, Buck, strappato con la forza alla vita tranquilla del cane domestico nella assolata California , rapito per essere portato in una terra selvaggia, estrema, dove solo i forti possono sopravvivere. Nel gelido Klondike, nel Canada Nord-occidentale, è scoppiata la corsa all'oro, ma nelle terre ghiacciate gli uomini in cerca del biondo metallo possono muoversi solo con le slitte e non ci sono abbastanza cani per soddisfare le richieste di tutti . Così inizia l'avventura di Buck, il suo difficile, doloroso addestramento all'insegna della  legge del bastone e della zanna: in questo nuovo gelido mondo sopravvivono solo i più forti e non c'è spazio per la pietà.L'uomo è il più forte e il più spietato e quindi Buck può solo rassegnarsi a tirare la sua slitta cercando di fare quello che gli si chiede, per quanto difficile. Ma man mano che la natura diventa più crudele, mentre il gelo riesce a sopraffare anche gli umani, Buck impara qualcosa di nuovo su sé stesso: scopre nuovi limiti della propria resistenza al freddo, alla mancanza di cibo e di affetto e anche quanto possa essere crudele l'uomo. Nel mezzo del dolore e delle privazioni una nuova sensazione di forza, di indipendenza, di consapevolezza delle proprie capacità comincia a prendere il posto del desiderio di avere qualcuno da seguire. L'ultimo stretto legame col vecchio mondo sarà quello con il cercatore d'oro John Thornton, unico a trattare Buck con un sentimento che gli era rimasto fino a quel momento sconosciuto: l'amore, il calore di una calda amicizia. Ma quando anche questo filo sottile sarà spezzato, allora Buck sentirà di non avere più nulla in comune con la civiltà umana. Il cane si trasforma in lupo, in un essere nuovo, legato solo alla natura e ai suoi veri simili: il branco che da lontano lo chiama, con la sua voce ammaliante, che sa di libertà.
Ovviamente questa non è solo la storia di Buck e non è solo la storia di un cane: è certamente, almeno in parte la storia di Jack London, della sua lotta per la sopravvivenza, ma anche quella di ogni essere umano, del modo in cui tutti passiamo dai sogni dell'infanzia e dell'adolescenza, limitati però da una condizione di dipendenza, alla dura realtà della vita, fatta di ingiustizie, di fatica, di dolore, ma anche dell'esaltante sensazione che può dare il sentire di avere in sé la forza di affrontarli. Il viaggio di Buck è il simbolo del cammino verso la vita adulta, ma anche del senso di solitudine che accompagna questa trasformazione, anche quando sia coronata dal successo.
Il tutto è certamente impregnato del fervente darwinismo di Jack London, uno scrittore per il quale la legge “vince il più forte” è un cardine stesso della vita, incontestabile come il fatto che ogni giorno sorga il sole. Le teorie darwiniane e superomistiche di stampo nietzschiano hanno il loro peso nei volumi di London, ma in questo libro dalla scrittura perfetta è veramente lieve.
London mette a frutto tutta la sua esperienza per descrivere nei minimi dettagli la vita dei cani, le difficoltà nel trainare la slitta, il modo in cui si stabiliscono le gerarchie fra gli animali di una muta. Viene da chiedersi se non abbia passato ore ed ore solo a guardare i cani della propria slitta nel periodo trascorso nel Klondike, o se per caso non sia stato davvero Buck a scrivere qualche rigo con le sue zampe, tanto forte è la capacità di immedesimazione dello scrittore. Jack London ha fatto tanti mestieri nella vita ed è stato un grande scrittore, ma forse in tempi moderni avrebbe avuto un discreto successo anche come naturalista. Così siamo con Buck sulla neve, a correre più che possiamo trainando la slitta, lo seguiamo cercando un modo per scavarci una tana nella neve per la notte, o percepiamo il peso della speranza di Jack Thornton quando gioca fino all'ultimo dollaro scommettendo che riusciremo a spostare quella maledetta slitta anche se pesa una tonnellata, o sentiamo lontano, ma costante come il sussurro del vento, il richiamo di qualcosa che appartiene ad un passato incredibilmente remoto,ma che è dentro di noi da sempre, la voce di un tempo in cui eravamo liberi laggiù, nella foresta.

Link a risorse gratuite:

e-book in lingua originale (gratuito e legale) di "The Call of the Wild" del Project Gutenberg

link all'audiolibro (gratuito e legale) in inglese del Project Gutenber

 

PS: prossimo numero del blog-calendario (che arriverà nel Febbraio terrestre, lo giuro!): Frankenstein - Mary Shelley

 
 
 
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- perchè se il "Giornale del Grande Fratello" èuna testata giornalistica, va a finire che io sarei la CNN! (questa l'ho quasi copiata da un altro blogger!).
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