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L'angolo di Jane

Tutto su Jane Austen e sui libri che mi piacciono!

L'ANGOLO DI JANE

Benvenuti nel mio blog!

Questo spazio è dedicato a recensioni di libri e film, ai miei racconti,  a riflessioni personali di varia natura e soprattutto a Jane Austen, una delle mie scrittrici preferite.

Sono una stella del firmamento
che osserva il mondo, disprezza il mondo
e si consuma nella propria luce.
Sono il mare che di notte si infuria,
il mare che si lamenta, pesante di vittime
che ad antichi peccati, nuovi ne accumula.
Sono bandito dal vostro mondo
cresciuto nell'orgoglio e dall'orgoglio tradito,
sono il re senza terra.
Sono la passione muta
in casa senza camino, in guerra senza spada
e ammalato sono della propria forza.

(Hermann Hesse)

 


 

 

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L'altro hobbit

Post n°903 pubblicato il 31 Ottobre 2012 da bluewillow
 

Nelle sue lettere Tolkien parlava dei suoi personaggi come se esistessero (vedere qui), ma forse nemmeno il celebre scrittore avrebbe immaginato che prima o poi qualcuno  avrebbe scoperto i resti fossili degli hobbit.
Secondo “The Guardian”, infatti, Bilbo, Frodo, Sam e compagnia sono diventati talmente iconici, così rappresentativi di un certo tipo fisico, fatto da creature alte metà di un uomo, con i piedi pelosi, che nel 2003 alcuni archeologi hanno deciso di dare il soprannome di hobbit agli ominidi noti come Homo Floriensis, i cui resti sono sono stati scoperti nell'isola indonesiana di Flores.
Gli scienziati non si sono posti molti problemi su eventuali diritti di copyright: la parola hobbit è infatti addirittura riportata nei dizionari britannici, tanta la forza della letteratura tolkeniana, e pertanto è stata ritenuta utilizzabile liberamente.
Ma a quanto pare gli eredi di Tolkien non la pensano alla stessa maniera.
Proprio in coincidenza con l'uscita nelle sale del film su “Lo Hobbit”, che vede nei panni di Bilbo l'attore Martin Freeman (già Arthur Dent e Watson), sembra che si dovesse tenere una conferenza dedicata all'ominide in questione, dal titolo “L'altro hobbit”, il soprannome appunto da tempo usato in letteratura scientifica per l'Homo floriensis, ma i rappresentanti legali dei diritti delle opere di Tolkien sono insorti, sostenendo che “hobbit” non può essere usto come termine generico, ma è una parola protetta da copyright.
Un caso simile era accaduto qualche anno fa, in ambito completamente diverso, quando un dizionario italiano, il Devoto Oli, aveva incluso la parola “nutella”, con la lettera minuscola, fra i suoi lemmi. La Ferrero, proprietaria del marchio, fu tutt'altro che felice di vedere declassato un nome commerciale a parola comune: se infatti nutella fosse diventato un termine generico per indicare una crema spalmabile alla nocciola, allora chiunque avrebbe potuto usare quel nome.

Nel caso dell'Homo Floriensis, potrebbero valere gli stessi principi? Forse gli eredi di Tolkien hanno paura che tutti gli ominidi del mondo vengano chiamati hobbit d'ora in poi?

In ogni caso gli archeologi, messi di fronte a problemi legali, hanno deciso di cambiare nome all'evento chiamandolo “A newly dicovered species of Little People”, cioè “La scoperta di una nuova specie di Gente Piccola”.
“Little People” è un termine su cui nessuno potrebbe obiettare, visto che è tradizionalmente usato nei racconti popolari e nelle leggende, ma considerando che i “Little People” sono personaggi di Murakami nel suo recente 1Q84 (vedere qui e qui), c'è da pensare che questi archeologi siano grandi appassionati di letteratura!

 
 
 
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