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L'angolo di Jane

Tutto su Jane Austen e sui libri che mi piacciono!

L'ANGOLO DI JANE

Benvenuti nel mio blog!

Questo spazio è dedicato a recensioni di libri e film, ai miei racconti,  a riflessioni personali di varia natura e soprattutto a Jane Austen, una delle mie scrittrici preferite.

Sono una stella del firmamento
che osserva il mondo, disprezza il mondo
e si consuma nella propria luce.
Sono il mare che di notte si infuria,
il mare che si lamenta, pesante di vittime
che ad antichi peccati, nuovi ne accumula.
Sono bandito dal vostro mondo
cresciuto nell'orgoglio e dall'orgoglio tradito,
sono il re senza terra.
Sono la passione muta
in casa senza camino, in guerra senza spada
e ammalato sono della propria forza.

(Hermann Hesse)

 


 

 

JANE AUSTEN -RITRATTO

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Nuova legge per gli sconti sui libri: come far valere i propri diritti di lettore

Post n°660 pubblicato il 31 Agosto 2011 da bluewillow
 

Come molti ormai sapranno, dal 1° Settembre entrerà in vigore la nuova legge Levi che limiterà fortemente la possibilità di fare sconti sui libri.
D'ora in poi lo sconto massimo applicabile dai librai sarà del 15% sul prezzo di copertina, mentre le case editrici potranno proporre campagne di sconti una sola volta l'anno, con una riduzione di prezzo al massimo del 25%,  e saranno vincolate ad offrire le loro promozioni a tutte le librerie italiane, di catena ed indipendenti, con le medesime modalità, non potendo quindi favorire ad esempio i propri franchising.
Le campagne promozionali non saranno possibili durante il mese di dicembre, quello in cui tradizionalmente si vendono più libri.
Immediatamente la legge è stata ribattezzata  come "ammazza - Amazon", visto che è stata approvata in fretta e furia proprio dopo l'avvento sul mercato italiano del rivenditore di libri online, noto per la sua politica di sconti molto aggressiva, con riduzioni di prezzo che sfiorano anche il 40%.
Il promotore della legge (che ha rilasciato diverse interviste online, ad esempio quella riportata da kindle italia), sostiene invece che questa  tutelerà le piccole librerie indipendenti, perché le campagne di sconto dovranno essere uguali per tutti i soggetti sul mercato, e  sarà utile agli stessi lettori perché in realtà le politiche di sconto continue hanno portato ad un generale aumento dei prezzi di copertina.
Secondo Levi la legge non impedirà alle case editrici di poter applicare la riduzione di prezzo agendo direttamente sul prezzo di copertina, proponendo prezzi più bassi già in partenza.
Come stanno davvero le cose?
Analizziamo i fatti. Negli ultimi anni i prezzi di copertina dei libri hanno raggiunto cifre vergognose, con prime edizioni che sfiorano e superano spesso i 20 euro, e con edizioni tascabili che a volte quasi uguagliano quello che un tempo il prezzo ritenuto accettabile solo per un rilegata.
Contemporaneamente le campagne promozionali sui libri, specialmente quelle sui tascabili, sono diventate praticamente continue. Spesso però lo sconto è solo illusorio: poco prima dell'inizio delle campagne promozionali le case editrici inviano ai librai nuovi listini dei prezzi, aumentando tutti i prezzi di copertina. In questo modo lo sconto effettivo sui libri è molto inferiore a quello che il lettore crede di ricevere, se confrontato con il prezzo precedente (se non ci credete leggete qui, quello che ne pensa un libraio indipendente).
Ma limitare gli sconti servirà davvero a calmierare i prezzi? In teoria sarebbe possibile, nella pratica sappiamo tutti che nel nostro paese quando si tratta di abbassare i prezzi questo non accade praticamente mai. Difficile pensare che gli editori ritoccheranno al ribasso i prezzi già aumentati in passato.
Inoltre guardiamo con attenzione il mercato dei libri italiano: quanti libri l'anno leggono effettivamente gli italiani? Possiamo consultare a riguardo le statistiche ISTAT a questo indirizzo.
Solo il 46,8% della popolazione ha letto almeno un libro negli ultimi dodici mesi: più della metà degli italiani ha letto al massimo qualche cartello stradale nell'ultimo anno (e dobbiamo anche star contenti perché in passato i lettori erano molto meno e la tendenza è alla crescita e non al ribasso).
Solo il 15% degli italiani legge almeno un libro al mese.
In pratica chi ha fatto questa legge sa bene una cosa: alla gran parte degli italiani non importa niente di leggere, e molti di quelli che comprano pochi libri l'anno non si accorgeranno nemmeno della differenza. I voti degli italiani non si sposteranno di molto solo per la legge sui libri (almeno credo sia questo quello che pensano i politici).
Chi è dunque il più colpito da questa legge? Ovviamente siamo noi forti lettori, almeno nell'immediato: a breve, se vorremo leggere tanto ci troveremo a sganciare parecchi soldi in più.
Noi non siamo certo quelli da un libro al mese o all'anno: un libro al mese è la carestia, la fine del mondo, va bene giusto se arriva la guerra. Per noi non si tratterà solo di 1 o 2 euro di differenza.
A rimetterci saranno inoltre le biblioteche e gli istituti pubblici: incomprensibilmente questa legge vieta di fare sconti forti perfino a loro, a cui certo non verrà aumentato il budget a causa della crisi. Risultato: meno libri nuovi, meno copie da dare in prestito, più difficoltà per i lettori squattrinati.
Questo di certo non promuoverà la cultura.
Cosa possiamo fare allora noi lettori forti, che ci troveremo a boccheggiare davanti alle sbrilluccicose vetrine di libreria?
C'è una sola cosa che può fare un consumatore davanti ad una politica dei prezzi che ritiene ingiusta: non comprare, o almeno non comprare al prezzo sbagliato.
Volete prezzi più giusti? Pretendeteli con i fatti e non a parole.
Non comprate libri da 20 e passa euro, privilegiate chi vi offre un prezzo equo per il libro che volete leggere (quale debba essere tale prezzo per voi, solo voi potete stabilirlo).
Per la cronaca: mi rendo conto di non aver seguito spesso questa regola, ma ora credo che sarà indispensabile anche per me, per quanto mi sarà possibile cercherò di resistere alle sirene tentatrici delle nuove edizioni se avranno prezzi proibitivi.
Forse alla luce di quanto detto sul numero di lettori forti in Italia potreste credere che questo comportamento abbia poco effetto: ed è qui che vi sbagliate!
Siamo pochi, ma siamo molto importanti: noi compriamo più di tutti gli altri messi assieme.
Secondo questo post, il 9% dei lettori genera il 57% del fatturato sui libri. Praticamente campano su di noi.
Ai politici ormai non riusciamo più a far capire niente. Facciamolo capire a chi di dovere, cioè a chi decide il prezzo effettivo dei libri, a coloro a cui diamo i nostri soldi: le case editrici.
Non volete fare più sconti?  Va bene, allora dovete offrire prezzi più equi tutto l'anno.  Nessuno di noi, credo, vuole vedere scomparire le piccole librerie indipendenti o le piccole case editrici, ma spero davvero che nemmeno le case editrici vogliano vedere sparire i lettori, perché i soldi non crescono sugli alberi nemmeno per noi.
Se come lettori questa soluzione vi sembra poco efficace, posso consolarvi con il fatto che entro un anno la legge sui libri dovrà essere valutata: se non sarà stata efficace potrà essere modificata.
In secondo luogo tale legge non si applica agli e-book, ai libri usati e a quelli pubblicati da almeno 20 mesi che non siano stati riordinati da almeno 6 mesi (se alla libreria rimane sul groppone un libro, potrà scontarlo).
Il mio consiglio: il mondo è pieno di libri belli ed economici e di classici che non costano un occhio della testa, io punterei su quelli. Anche in edicola si trovano spesso libri allegati ai giornali molto belli. L'effetto di questa legge su di me sarà uno solo: molti meno bestseller e rilegate, se le cose non cambiano davvero nel senso di una riduzione generale dei prezzi. Mi dispiace invece molto per le biblioteche, per le quali non vedo grandi soluzioni, se non una effettiva modifica della legge.

 
 
 
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-non vedo il becco di un euro, ma in compenso a scriverlo sto andando alla neuro
-nessuno mi regala i libri
-nessuno mi regala i biglietti del cinema
-nessuno mi paga per scrivere e per dire quello che penso...
- e nemmeno quello che non penso!
- perchè se il "Giornale del Grande Fratello" èuna testata giornalistica, va a finire che io sarei la CNN! (questa l'ho quasi copiata da un altro blogger!).
Se volete leggere altre definizioni simili e più divertenti (magari vi torna comodo) potete trovarle QUI

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