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« Ragione e sentimento.Pensatori di ieri e di oggi »

Ode ad una dea sconosciuta.

Post n°2228 pubblicato il 13 Settembre 2022 da fedechiara
 

 

 

 

Il tango è una moderna democrazia. Un governo di tutti che funziona meglio delle democrazie anglosassoni – e non a caso trova origini lontane e 'costituzioni' fondative in quelle terre di immigrati europei dove le mescolanze, sai, sono pari al vento delle lontananze.

Il vento dei ricordi, il vento dei paesi lasciati, delle persone amate che 'mai più vi rivedrò' – e ne ascolti gli echi struggenti nelle canzoni che ti guidano i passi mentre abbracci una sconosciuta con dentro storie non tue (ma le carpisci e le accarezzi nel miracolo dell'abbraccio) e i cui segreti pensieri ti sono sconosciuti, ma fumigano nelle movenze dei corpi.

E le leggende metropolitane relative al tango dicono che 'i corpi parlano'.

E' vero, posso testimoniarlo, a volte singhiozzano gli amori perduti, e/o gli amori che sono stati e più non vivrai, chiusi come siamo nei coni d'ombra dell'età senile dal cui doloroso perimetro non ti è concesso di fuoriuscire.

 

E l'altra sera guardavo la luna – quella che ' di lontan rivela, sirena, ogne montagna' seduto in prima fila nel perimetro di una milonga estiva, forse l'ultima all'aperto, e già, a mezzanotte, la pelle si inumidiva dei primi sentori dell'autunno.

E il mio sguardo ha incrociato, giusto in fronte, lo sguardo di una creatura 'inarrivabile', una ballerina di una bravura cosmica, bella e sinuosa nelle movenze e capace di arditezze e 'adornos' che rapiscono gli sguardi - e la allontanavo un poco nell'abbraccio, di quando in quando, per poterne godere le evoluzioni sapienti della tanda anche con la vista, per ammirarne il disegno callipigio dell'intero perimetro del corpo scolpito da Fidia in antico.

Donne eterni dei, sospiro acerbo dei provetti giorni.

Un regalo, il suo sguardo che mi invita, che era la 'nostra parte di ricchezza' – la ricchezza di noi poveri tangheri imparaticci, com'é il colore dei limoni della poesia di Montale. Il regalo di relazionarsi finalmente con te, umile servente ai pezzi in quella guerra di trincea che diventa la milonga quando la lotta si fa dura e gli uomini in sala sono in maggioranza rispetto alle signore e si fiondano come aquile nell'invito in barba alla mitica 'mirada'.

 

Era una ballerina che osservavo da anni, col segreto inconfessato di poter ballare con lei, un giorno, un tango da sperdimento, un sogno lungo una tanda, io principe di una Cenerentola che anche una sua scarpetta persa nella fuga ti consola e consente alla fiaba di far durare il racconto.

 

E che dire della sua bellezza muliebre? Un viso spigoloso, statuario, uno sguardo severo e autorevole, più una Diana cacciatrice che una Venere - che guai allo sventato Atteone.

Una bellezza classicissima: austera e schiva, e negli sguardi la 'grinta' di donna che non concede altro che quello che ha deciso di concedere - statteve accuorti e 'lasciate ogne speranza' o voi che entrate nell'abbraccio.

 

Ma poi, partita la musica e accennati i primi passi, una sinfonia interiore ti si dipana nella mente, consona al tango, e, se apri il petto e drizzi la schiena come si conviene, ti spuntano le ali e ti par perfino di essere tu bravo nel condurre quella creatura di magie ed incanti a quegli esiti di bellezza, degna cornice di tanto quadro che viene filmato dagli obiettivi dei cellulari degli astanti al passaggio.

 

Non chiedetemi chi è quella dea tanghera, come si chiama, da dove viene. Inutile indagare.

I miti, lo sapete, non hanno provenienze. Si sfilacciano alle origini del Tempo, di quando prendevano forma le Grandi Madri capaci di miracoli inauditi che poi figliarono le dee olimpiche.

 

Imparate, invece, a ballare il tango. E' una narrazione di miracoli – che, come sapete, a volte accadono e ti illuminano di luce riflessa.

 

Imparare il tango: 5 mosse da fare subito e partire con il passo giusto

 

 

 

 
 
 
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