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Messaggi del 27/04/2024

La sindrome di Dresda e Hiroshima.

Post n°3157 pubblicato il 27 Aprile 2024 da fedechiara
 

Confesso di essere soggetto anch'io – come una larga quantità di miei concittadini – a quel senso di fastidio che sconfina nell'intolleranza per tutte quelle forme di militanza aspra e clamorosa che ti portano in piazza a gridare insensatezze le più varie, convinti di poter 'cambiare il mondo'.
O a gridare slogans e insulti in pubblico (o nel privato profilo f/book di appartenenza) a questo o quel politico – secondo che al potere sia andata una parte politica o un'altra.
'La tolleranza sai è come il vento' scriverà a breve un qualche cantautore cazzuto.
Ma il mondo cambia di suo - e ancora non mi capacito di come si sia passati dalla convinzione ferrea che le generazioni dei nostri nonni e bisnonni siano state prede rimbecillite di una follia bellica (ben due guerre mondiali) e di strane forme di isteria per i confini (il professor Baricco docet nel suo bel libro 'The Game') e noi presenti e vivi, invece, globalisti per vocazione e digitalizzazione e internet, non li curassimo affatto, i confini, e sbeffeggiassimo quei trogloditi degli avi nostri certi delle 'magnifiche sorti e progressive' che stavamo interpretando sulla scena del mondo.
E, zac! eccoci di bel nuovo con la guerra mondiale alle porte-finestre e l'Ucraina dei nazistoni Azov sostenuta a spada tratta dagli Stranamore Nato e infiniti missili balistici di ultima generazione ed altre armi diaboliche fornite a tonnellate ai suicidi ucraini per titillare l'orso russo e spingerlo a premere il fatidico pulsante rosso del fuoco d'artificio megatonico.
E i 'propal' delle grida inconsulte e insulti e slogans imbecilli nelle piazze 'resistenti' sembrano curarsi di più di una guerra ricorrente e cronica tra Israele e i suoi nemici storici piuttosto di quella infame, stupidissima guerra per procura Nato europea che incombe sulle nostre teste e farà numeri di morti ammazzati di molto superiori a quelli di Hiroshima/Nagasaki e al massacro di Dresda insieme – stimato ad oltre 200.000 civili sotto un mare di bombe.
Correva l'anno di disgrazia massima...
p.s. Ricordiamoci che solo un vasto, clamoroso, voto a destra (il più possibile 'estrema', dal momento che la Meloni tende ad accreditarsi al centro con la Von del Leyen) alle prossime elezioni europee potrà mandare a casa i politici succubi alle politiche Nato degli Stranamore americani.
Un voto per la salvezza dell'umanità, un voto per le trattative di pace e lo stop alle forniture di armi all'Ucraina. Francesco è con noi: meglio la resa e trattative di pace piuttosto che milioni di morti e una guerra infinita.

 
 
 

Inni e peana di guerra.

Post n°3156 pubblicato il 27 Aprile 2024 da fedechiara
 

Inni 'giusti' e sipari che si chiudono. - 26 apriel 2022

L'abbiamo scelto davvero giusto il nostro inno nazionale. Risorgimentale e incomprensibile ai più che ne ignorano la storia e il contesto della sua redazione, contiene un distico quanto mai presente e attuale: '...siam pronti alla morte'.
Ma lo siamo davvero, o la totalità dei miserabili partiti di s-governo (nessuno escluso) che hanno votato l'invotabile delle armi all'Ucraina e il parallelo riarmo degli arsenali Nato ci ha trascinato in massa in quella landa desolata di Giosafatte degli interventismi cialtroni e un tanto al chilo che si auto alimentano della loro propria demenza verbale – e stiamo come le foglie d'autunno precariamente appese al picciolo che le sospende tra la rigogliosa vita verde che è stata e l'inevitabile caduta?
E guardiamo dall'alto in basso delle nostre vite precarie di foglie moriture lo scorrere degli eventi bellici - curiosi del momento in cui finalmente qualcuno si presenterà sul proscenio del teatro dei folli che si recita con una proposta di pace forte e risolutiva – che riconosca le ragioni del vincitore (come in tutte le guerre trascorse) e l'evidenza di una redistribuzione dei territori contesi e una salvifica cintura di stati neutrali intorno ai confini della Russia, ma osserviamo, invece, la coazione a ripetere, tipica dei pazzi, del coro Nato in sottofondo che declama il suo mortifero 'crescendo':
'Armi all'Ucraina, morte all'invasore!'
Che, detto da degli invasati armati fino ai denti, costringe il rumorista del teatro e lo scenografo a farci ascoltare il finale del rombo spaventoso delle prossime esplosioni termonucleari che accendono lo schermo con un immenso fungo di luce e l'improvviso buio che ne segue.
Silenzio in sala. Siam pronti alla morte. Sipario.
Prossimamente sui nostri schermi (moltiplicate per cento e oltre).
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