S_CAROGNE

Recensione? Firmino

Mala tempora currunt: il tempo che Sara dedica alla cucina lo testimonia. Assunto: Sara sta ai fornelli come le nuvole stanno al temporale. Svolgimento: sviluppare l’equazione e ricavare il coefficiente approssimativo di nervosismo all’orizzonte.
Sara, da quando ha depositato La Creatura nelle (dispendiose) mani dell’Agenzia è palesemente inquieta e rimesta con nervosismo tra attitudini domestiche che mai le sono appartenute. In questo umore temporalesco improbabili misture vegetariane si succedono tra le pignatte mentre il bestiario che vaga per la magione (Geghe e Jay), percependo l’instabilità meteorologica, si prodiga in atti scaramantici al fine di evitare il fortunale. Per intenderci Sara formula verbalmente con tono basso e monocorde una richiesta di ordinario vassallaggio e immediatamente i valvassini eseguono. Esempio: C’è da portare giù la spazz… e all’istante il più lucido dei presenti si carica in spalla una busta maleodorante contenente prevalentemente spoglie metalliche di cibo per cani e parte alla volta del cassonetto. In caso di sgocciolamento il compare premurosamente si adopera in minuziose operazioni di pulizia (nel corso della storia gli uomini si sono sempre sforzati di distinguersi dagli animali, in casa 1971 succede spesso l’esatto contrario, è questo il pensiero neanche troppo recondito che si materializza sul muso perplesso del gatto).
Non potendo quindi usufruire dei valvassini per scaricare la propria elettricità Sara siede spesso nelle opprimenti serate estive sul patio antistante l’uscio (fa molto Hemingway), in pazienta attesa di una preda, cercando nel frattempo di leggere nei fondi del caffè il proprio futuro. Urge la necessità di svagarsi in qualche modo, onde evitare di ripensare consapevolmente alla generazione da buttare di cui ella stessa fa parte (presa di coscienza tanto saggia quanto inutile).
Come? Semplice: leggendo Firmino, amabile storia di un parassita metropolitano partorito da una pantegana alcolizzata, diventato simbolo del moderno emarginato dickensiano sotto le mentite spoglie di un topastro (nei dispregiativi il sollievo di essere peculiare anziché diverso) che si esercita in prove di volo e prove di abbandono attraverso le pagine ciclostilate su cui è stato messo al mondo.
Firmino è un piccolo zero accattivante, fragile e malaticcio perché vorace soltanto di libri, piacione anche se repellente, sempre dannatamente eroico nella sua struggente solitudine vissuta con estremo ritegno nonostante le continue disillusioni e amarezze, ben consapevole che nessuno, dopo, lo verrà a cercare, perché nessuno, di lui, si ricorderà più. Un adorabile sorcio bistrattato, commovente eppur ironico che riesce a riconciliarti con le tue buone occasioni sprecate.
Sam Savage (americano, classe 1940) ex professore di Filosofia, meccanico di biciclette, carpentiere ed infine pescatore, dopo un timido esordio – una tiratura iniziale di sole mille copie presso una piccola casa editrice - contro ogni pronostico ha ricevuto in sorte una creatura letteraria destinata a diventare star. Sara si fuma un sigaro e se ne va a letto. Perché leggere è un medicamento e scrivere è un destino, che va assunto nonostante le avvertenze. A volte anche squittendo.