Creato da bluewillow il 31/03/2006

L'angolo di Jane

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L'ANGOLO DI JANE

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Questo spazio è dedicato a recensioni di libri e film, ai miei racconti,  a riflessioni personali di varia natura e soprattutto a Jane Austen, una delle mie scrittrici preferite.

Sono una stella del firmamento
che osserva il mondo, disprezza il mondo
e si consuma nella propria luce.
Sono il mare che di notte si infuria,
il mare che si lamenta, pesante di vittime
che ad antichi peccati, nuovi ne accumula.
Sono bandito dal vostro mondo
cresciuto nell'orgoglio e dall'orgoglio tradito,
sono il re senza terra.
Sono la passione muta
in casa senza camino, in guerra senza spada
e ammalato sono della propria forza.

(Hermann Hesse)

 


 

 

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Il ritorno dell'economia della depressione e la crisi del 2008 – Paul Krugman

Post n°453 pubblicato il 02 Febbraio 2009 da bluewillow
 

Titolo: Il ritorno dell'economia della depressione e la crisi del 2008 Titolo originale: The Return of Depression Economics and the Crisis of 2008 Autore: Paul Krugman Traduzione: Nicolò Regazzoni, Roberto Merlini Casa editrice: Garzanti pag: 224 costo: 16,60 euro


Nel 1929 la borsa di Wall Street ebbe uno dei più grandi crac finanziari del mondo moderno, scatenando il panico fra i risparmiatori che si affrettarono a ritirare dalle banche gran parte dei propri risparmi e causandone di fatto il fallimento. La crisi non ebbe solo ripercussioni sul mondo economico, ma si trascinò nell'economia reale, causando la perdita di moltissimi posti di lavoro: negli anni '30 del secolo scorso la disoccupazione arrivò a toccare punte del 25% negli USA . Quel triste periodo prese il nome di Grande Depressione.
Sono passati settanta anni e il sistema bancario durante tutto questo periodo  è stato grandemente cambiato, proprio per evitare che simili situazioni potessero nuovamente ripetersi. Di fatto le banche moderne sono molto più sicure di quelle degli anni '30, anche perché la loro solvibilità è garantita dai governi ed ogni banca deve operare in modo da dare numerose garanzie. Per molto tempo si è pensato che una depressione come quella degli anni '30 non potesse mai più ripresentarsi, anche per la più diffusa cultura economica fra i governanti, in grado i mettere in atto misure per controbilanciare eventuali squilibri del mercato.
Una delle poche voci non perfettamente in accordo con questa convinzione è stata fin dagli anni '90 quella di Paul Krugman che non a caso proprio nel 2008 ha vinto il premio Nobel per l'economia. Già nel 1999 Krugman aveva analizzato, in una precedente versione di questo volume, aggiornato ora ai recenti sviluppi della crisi del 2008, i casi della recessione economica del Giappone della fine degli anni '90, mostrando che episodi simili potevano ancora una volta ripetersi, portando a forti recessioni, con una economia che viene definita della depressione, in cui il denaro c'è ancora da qualche parte, ma nessuno investe e il sistema ristagna per lunghi periodi che provocano forte disoccupazione.
Krugman analizza anche i casi del crac Messicano ed Argentino illustrando di volta in volta le cause che come in un domino, avevano ingigantito la portata di alcune insolvenze con effetti a cascata sull'economia reale.
Ma cosa è accaduto di fatto nel 2008? Nella prima metà degli anni 2000 in America si è creata quella che viene definita una “bolla economica” nel campo immobiliare, vale a dire una specie di corsa all'acquisto delle case che ha portato ad un aumento del prezzo delle case anche di oltre il doppio il loro valore precedente.  Di mese in mese il prezzo delle case continuava a salire vertiginosamente e molti ritenevano che investire in immobili fosse  molto conveniente, visto che in poco tempo le case acquistate sarebbero aumentate di valore. Tuttavia a causa dell'aumento dei prezzi chi aveva necessità di una casa non sempre aveva abbastanza denaro per poterla acquistare, ma nonostante questo a coloro che desideravano una casa veniva concesso facilmente un mutuo, anche senza le dovute garanzie, perché si riteneva che in caso di insolvibilità l'aumento di valore della casa, che veniva dato per certo, avrebbe garantito la solvibilità dei creditori. Detto in poche parole: se per caso qualcuno non avesse avuto i soldi per pagare il mutuo, sarebbe bastato vendere la casa per avere tutti i soldi necessari, anzi di più perché nel frattempo la casa sarebbe aumentata di valore. Le banche che permisero queste operazioni si tutelarono ulteriormente cartolarizzando i debiti: vale a dire che trasformarono i loro diritti di riscossione dei debiti in titoli, che vennero garantiti come ultrasicuri e venduti a terzi, che di fatto si accollarono i rischi dell'incauta concessione di mutui non sicuri.  A loro volta questi titoli entrarono a far parte di fondi di investimento che comprendevano più tipi di titoli e che dovevano garantire gli investitori da perdite, grazie alla suddivisione del capitale su più fronti di investimento.
Come era prevedibile però ad un certo punto i prezzi delle case smisero di crescere: erano diventati così alti che nessuno voleva più investire. Come conseguenza dopo un po' i prezzi cominciarono a scendere, raggiungendo valori inferiori in molti casi al mutuo richiesto.  La bolla era scoppiata.I     creditori insolventi e senza adeguate garanzie non avevano modo di recuperare i soldi: non solo il prezzo delle loro case era drasticamente diminuito, ma nessuno voleva più comprare, quindi i prezzi delle case scesero ancora. Risultato: i mutui non vennero onorati e i fondi di investimetno subirono forti perdite, tutti insieme. Per recuperare capitale i fondi di investimento dovettere procedere a vendere parte dei loro titoli sicuri: questo fece diminuire il valore dei titoli perché quando tutti vogliono vendere il prezzo si abbassa. Siccome i fondi di investimento avevano più o meno “composizioni” simili, incorporando lo stesso tipo di titolo, se il fondo di investimento A crollava, anche il fondo B ne risentiva e  doveva procedere a vendere i propri titoli e così via.. In pratica si è scatenata una folle corsa alla vendita, che ha deprezzato i titoli e mandato in fumo milioni e milioni di dollari.
Tutto per causa della bolla economica del mercato immobiliare e dei mutui poco sicuri, i famigerati “mutui subprime” .
Chi aveva investito in questi fondi si è ritrovato improvvisamente con un pugno di mosche in mano.
In questo momento secondo Krugman il sistema ha una specie di crisi di liquidità: non mancano le strutture industriali, la forza lavoro, le materie prime o le capacità tecnologiche, semplicemente il denaro è andato in fumo. Non ne circola abbastanza da far andare avanti la macchina economica: chi ce l'ha ha paura di investire perché non sembra più esserci niente di sicuro e chi non ce l'ha ovviamente non può spenderlo. L'effetto è la recessione: tutto paralizzato, crisi occupazionali  e tutte le belle notizie che ci attendono ogni giorno al telegiornale.
Cosa devono fare i governi per frenare il fenomeno secondo Krugman? Immettere liquidità nel sistema. Questo può essere fatto in vari modi: abbassando i tassi di interesse, in modo che le aziende possano chiedere prestiti più facilmente, dando il via a grandi opere pubbliche perchè questo è il modo principale in cui il governo può mettere soldi pubblici nel mercato oppure...aumentando l'inflazione! Eh sì: se il denaro nelle mani di chi ne ha di più non si smuove, allora in teoria bisognerebbe prospettare un aumento di inflazione: in pratica spingere gli investitori a rituffarsi nel mercato per non vedere ulteriormente diminuito il valore di ciò che hanno. A tutto ciò si dovrebbe aggiungere un clima di fiducia: il governo dovrebbe dare l'idea di essere solido, di garantire la sicurezza degli operatori economici, cioè delle banche ,e sopratutto intodurre regole che evitino disastri come quelli dei mutui subprime.
Naturalmente Krugman spiega tutto in modo molto più dettagliato, con numerosi riferimenti a situazioni reali del passato e del presente, ma mantenendo sempre un linguaggio molto semplice e facilmente comprensibile. Il libro nel complesso è facilmente abbordabile anche da non esperti di alta finanza e parte dalla crisi economiche più recenti per arrivare a spiegare quella attuale. Ho trovato molto interessanti l'analisi del sistema bancario, in particolare delle cosiddette banche d'investimento , quelle che come la  fallita Lheman Brother sono a maggior rischio di crac e che avendo regole diverse sono molto meno controllate di quelle che invece acquisiscono i depositi dei correntisti. Krugman le definisce addirittura banche-ombra. Inoltre anche il modo in cui avvengono gli scambi di denaro fra paesi a valuta diversa è trattato in modo  molto interessante: leggendo questo libro ho capito ad esempio che se in questo momento storico noi italiani avessimo avuto ancora la lira anziché l'euro, forse davvero ora avremmo dovuto preoccuparci di fallire come l'Argentina, la cui moneta in passato si è svalutata immensamente rispetto ai debiti contratti in dollari. Invece i nostri debiti sono in euro e la nostra moneta è l'euro: questo modera eventuali svalutazioni e protegge il nostro debito da rialzi inaffrontabili. Visto che ho finalmente capito a cosa serve l'euro, credo di poter concludere che Krugman si sia meritato il suo Nobel!


PS: scriverei di questo libro per ore, ma mi rendo conto che questo post è già abbastanza lungo,  l'unica cosa su cui non concordo con l'autore è il ritenere l'economia indipendente dalla giustizia del sistema sociale in cui si sviluppano. Questo può essere vero finché c'è crescita, ma quando la crescita si arresta e rimane solo “la fiducia”, è il sistema sociale giusto e stabile che fa la differenza fra le economie che vanno avanti e quelle che crollano.

Commenti al Post:
carolav08
carolav08 il 03/02/09 alle 09:23 via WEB
pure esperta di economia! fai pauraaaa ;)..buona giornata blue!
 
 
bluewillow
bluewillow il 03/02/09 alle 10:07 via WEB
per conquistare il mondo bisogna tenersi aggiornati su tutti i fronti ;)!
 
releardgl
releardgl il 03/02/09 alle 12:04 via WEB
esatto!!dillo allora come sta procedendo il piano per la conquista...
 
 
bluewillow
bluewillow il 03/02/09 alle 12:12 via WEB
purtroppo mi sono distratta un po' di mesi fa e vedi che hanno combinato in mia assenza: crisi economiche,etc, etc. Quindi mi ci vorrà un po' per portarmi avanti con la conquista. Mica colpa mia eh!:)
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 03/02/09 alle 13:18 via WEB
vista la recensione così esauriente, chiara e dettagliata può darsi che non leggerò il libro :):) coraggio, vai avanti così e il mondo sarà tuo!!! ciao! margherita
 
 
bluewillow
bluewillow il 03/02/09 alle 14:04 via WEB
Il libro però dice molte più cose di quante non ne abbia scritte io nel post, soprattutto riguardo alle crisi economiche asiatiche e dell'america latina e su come funziona il sistema bancario. Ci sono anche accuse alla Fed Americana e all'amministrazione Bush. E' un libro molto complesso,anche se estremamente chiaro. Ciao Margherita :)
 
quotidiana_mente
quotidiana_mente il 03/02/09 alle 13:38 via WEB
Convinta!
Ma... secondo te, se una decide di stare in "austerity" e non comprare libri fino a Pasqua perché sabato ne ha già comprato 8... e se ora decide di comprarne un altro perché la recensione (leggi questo post) mi ha convinto... è cosa giusta e buona o meglio aspettare e cercare, almeno per un paio di mesi, di tenere fede al buon proposito? Aspetto gradita risposta ;)
Tanto so che non resisterò mai fino a Pasqua, ma mi piace illudermi...
 
 
bluewillow
bluewillow il 03/02/09 alle 14:05 via WEB
Quoti, guardala da questo punto di vista: stai aiutando l'economia mondiale immettendo denaro liquido in circolo. Puoi forse sottrarti a questo dovere ;)?
 
   
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 06/02/09 alle 17:53 via WEB
Già mai! Come potrei? :))) (Quoti)
 
     
bluewillow
bluewillow il 06/02/09 alle 20:36 via WEB
;), il tuo spirito di sacrificio è ammirevole :)))!
 
Tapiroulant
Tapiroulant il 03/02/09 alle 17:26 via WEB
A proposito della tua conclusione, penso che più che la stabilità e giustizia del sistema sociale, ad essere importante sia la *percezione* di questa giustizia. E quanta differenza possa esserci tra la realtà e la percezione della realtà ce lo spiegano molto bene le 'riforme' leghiste varate nell'ultimo anno... Per quanto riguarda il resto, trovo tutto molto interessante (l'economia ha il suo fascino), e sono d'accordo con l'analisi di Krugman. Unica discordanza: sulla soluzione. Quella prospettata da Krugman pare più una pezza, che può sì risolvere temporaneamente la soluzione, ma di fatto lascia immutato il sistema (e come faceva notare, è questo stesso sistema che tende, intrinsecamente, alla speculazione e alla crisi). Quindi una vera e definitiva soluzione al problema non la si potrà mai trovare finché ci si continua a muovere all'interno dell'attuale sistema economico: esso continuerà a presentarsi (o a rischiare di farlo) in modo più o meno grave ciclicamente.
 
 
bluewillow
bluewillow il 03/02/09 alle 18:02 via WEB
Ciao Tapis :)Ma infatti è vero, lo dice anche Krugman: non c'è una soluzione, questo sistema è pensato per avere ciclicamente delle recessioni che però si pensava non sarebbero mai più arrivate a gravità come quella che si vede ora, che ad alcuni fa temere la grande depressione degli anni '30 (anche se secondo me non accadrà, ma io sono ottimista). L'unico modo per evitare speculazioni così grandi sarebbe di introdurre più regole, e in parte si sta pensando di farlo, e di vigilare sulle bolle economiche, scoraggiandole. Però questo è impopolare e chi è al governo preferisce non farlo, piuttosto attende la rovina, come ha fatto Bush. Il sistema perfetto non esiste a quanto pare.
 
   
Tapiroulant
Tapiroulant il 04/02/09 alle 12:33 via WEB
Ah, ecco! E io che pensavo fossimo GIA' in una situazione irreversibile tipo Depressione del '29... sono stato troppo pessimista? Comunque siamo d'accordo allora, questo sistema non è perfetto. Ma ciò significa che non possono esserci sistemi migliori di questo? Me lo domando spesso. E la risposta è: dittatura del proletariato!! A ciascuno secondo il suo bisogno!! Sììììììììì!!!!!!!!
 
     
bluewillow
bluewillow il 04/02/09 alle 14:08 via WEB
Secondo quanto dice Krugman non siamo nelle stesse condizioni del '29: allora la situazione fu aggravata da errate decisioni del governo americano, che aumentò le tasse, tagliò le spese e fece insomma più danni che altro. Il sistema può essere migliorato sicuramente, probabilmente occorrono più trasparenza e più regole nel settore della alta finanza, regole che in questo caso non c'erano affatto. Il sitema da te suggerito Tapis lo hanno già provato e a quanto pare è andata piuttosto maluccio...Secondo me ci vorrebbe un sistema capitalistico meno orientao al consumismo e più ai servizi, compresi quelli per la tutela ambientale. Avremmo meno sovrapproduzione, meno inquinamento e una migliore qualità della vita.
 
     
Tapiroulant
Tapiroulant il 05/02/09 alle 13:43 via WEB
Beh no, ad essere sinceri il mio sistema non l'hanno ancora provato, a meno di ritenere la dittatura statalista modello Stalin o Mao un esempio di politica comunista, cosa sicuramente *un po'* azzardata... XD Io non ho nulla contro il capitalismo per partito preso. Ma il punto è questo: il capitalismo non può essere orientato meno al consumismo e alla concorrenza come tutti vorrebbero. Il capitalismo è una lotta continua fra corporazioni, orientato al benessere di dette corporazioni e solo collateralmente a quello dei cittadini/consumatori. Lo Stato può anche intervenire protezionisticamente per regolare questa lotta, ma non può eliminare questa componente, dato che è il motore stesso del sistema capitalistico.
 
     
bluewillow
bluewillow il 06/02/09 alle 16:45 via WEB
Questa è la situazione attuale, ma anche se può sembrare utopico, non è detto che non possa esistere un capitalismo più etico, limitando il lobbismo e favorendo la meritocrazia. Attualmente invece non è così: in Italia quanti manager meritano davvero il loro posto? Forse molti meno di quanti pensiamo. Gli effetti si vedono.
 
     
Tapiroulant
Tapiroulant il 07/02/09 alle 12:16 via WEB
Beh, ma un capitalismo più 'etico' nuocerebbe al capitalismo... Un sistema economico intraprende una direzione solo se è economicamente vantaggiosa (o se viene rovesciato da un nuovo sistema), ma non certo perché spinto dal buon cuore...^^'
 
     
bluewillow
bluewillow il 10/02/09 alle 17:05 via WEB
Il capitalismo è opportunista, ma penso si possa mettere limite all'opportunismo, questo tramite una maggiore trasparenza su come si ottiene un qualunque prodotto (in modo etico o meno), con controlli sul lavoro e sul modo in cui sono ottenute le materie prime, costruendo un sistema di regole che tutti devono rispettare, con una informazione libera in grado di denunciare ciò che è illegale o che comporta rischi per la società. Sono cose al momento molto difficili, perché alla gente non importa di sapere come qualcosa è stato fatto, ma solo di spendere il meno possibile. Eppure io non credo sia impossibile, lo sarà solo se l'informazione diventerà ancora più schiava del potere.
 
ericarg
ericarg il 03/02/09 alle 22:15 via WEB
bella recesione per un libro decisamente interessante che merita di certo di essere letto però probabilmente anche questo autore non da' una ricetta sicura per uscire dalle recessioni, compresa quest'ultima che stiamo subendo e che ci lascerà di certe in pessime ...condizioni!!!, vero?
 
 
bluewillow
bluewillow il 04/02/09 alle 14:04 via WEB
No, in effetti non garantisce nulla sull'efficacia dei metodi proposti perché ritiene che in realtà servano anche soluzioni nuove, adatte alle singole economie. L'autore sostiene che molto probabilmente anche se questa è una grave recessione non andremo incontro ad una depressione, anche se purtroppo erica devo dirti che dice anche di non esserne del tutto certo.
 
shiondgl
shiondgl il 04/02/09 alle 16:04 via WEB
Il ragionamento del professor Krugman non fa una piega. Magari "chi di dovere" lo avessero ascoltato. Era logico non si potesse andare avanti in questo scellerato modo; prima o poi l'economia globale sarebbe collassata. Ed eccoci qui. Ma perche' queste cose (forse) le si comprende soltanto dopo che sono accadute? Non ho risposte adeguate, perche' forse nno ve ne sono. Non so. Ciao Blue, buon pomeriggio. Silvia
 
 
bluewillow
bluewillow il 04/02/09 alle 16:21 via WEB
Ciao Silvia :). Pensa che Krugman scrive anche che uno dei più grandi fondi di investimento che hanno causato questo crollo e che incorporavano i mutui subprime è stato creaoi da due premi Nobel per l'economia. Lo scrittore avanza un dubbio: sicuro che non sapessero cosa stavano facendo? O lo sapevano? E' una frase buttata là, ma mi ha dato da riflettere.
 
   
shiondgl
shiondgl il 05/02/09 alle 11:10 via WEB
Come disse in quel simpatico spot di qualche anno fa il grande Vittorio Gassman "Questo...Lo ignoro". ;-) Battute a parte, Krugman pone un quesito forte, che fa pensare e preoccupare, anche. Potrebbe essere vero... Certe cose noi "comuni mortali" non le sapremo forse mai. E non e' affatto giusto, perche' alla fine "giocano" su di noi. Buona giornata! Silvia
 
     
bluewillow
bluewillow il 06/02/09 alle 16:55 via WEB
Infatti loro giocano, noi paghiamo. Il potere alla fine non è tutto, quanto vorrei che chi ce l'ha lo capisse. Siamo in una fase che sembra un medioevo mondiale: si ritorna al classismo, al razzismo, alla chiusura mentale. Invece muovendosi in senso inverso avremmo risorse e benessere per tutti,ma forse c'è chi preferisce molto per sé a paragone con gli altri.
 
shine_out
shine_out il 04/02/09 alle 22:41 via WEB
Ciao amica unpost veramentte molto delucidante e interessante ... hai visto ke brutto i num grandi dei post??? SENZA PAROLE PAPAPRARA (Vasco R.) ovviamente! ;)))
 
 
bluewillow
bluewillow il 05/02/09 alle 09:45 via WEB
ciao shine :), sì ho visto...non sempre le cose cambiano in meglio, preferivo il vecchio editor.
 
RusselKane
RusselKane il 05/02/09 alle 09:00 via WEB
Buongiorno!
 
 
bluewillow
bluewillow il 05/02/09 alle 09:45 via WEB
ciao RK :)
 
into_the_wild
into_the_wild il 05/02/09 alle 20:15 via WEB
mhmma......( e qui ci starebbe un'emoticon che si gratta la zucca ) , a me piace pensare che i sistemi economici e sociali siano suscettibili di cambiamenti , un po' come l'evoluzione cambia le specie viventi in natura0 . Alle volte ho la sensazione che le nostre vite , il nostro modo di pensare persino , siano controllate da una decina di multinazionali che ci indicano come vestirci , parlare , pensare ...... Forse bisognerebbe cominciare a ripensare al metodo consumistico ed al sistema capitalistico come stile di vita verso un'esistenza che dia priorita' ad altro che non al possedere e consumare .E qui ci vorrebbe un'emoticon che sta spaparanzato su un'amaca.....
 
 
bluewillow
bluewillow il 06/02/09 alle 16:51 via WEB
Infatti penso sia proprio così: abbiamo bisogno di un sistema più "intelligente", meno consumistico. Penso che in questo senso internet potrebbe essere una chiave di volta nel nuovo sistema che col tempo prenderà forma. Una intelligenza globale al servizio dei problemi mondiali e un controllo etico costante da parte di tutti. Forse sogno, ma se accadesse magari inizierebbe un sistema di gestione delle risorse più equo ed efficiente per tutti. Io penso che il problema fondamentale del mondo moderno è che abbiamo pochi a comandare, che pensano solo a mantenere il potere e non vedono le grandi risorse che possono derivare da tutti quelli che il potere non ce l'hanno, ma hanno le risorse intellettive per risolvere i problemi. Bisognerebbe promuovere l'acesso all'istruzione a tutti, invece sembra che si remi in senso inverso.
 
sara.princess1987
sara.princess1987 il 06/02/09 alle 14:27 via WEB
 
 
bluewillow
bluewillow il 06/02/09 alle 16:52 via WEB
ciao sara!:)
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
valentina il 28/06/09 alle 12:59 via WEB
complimenti....sei molto in gamba..e mi hai aiutata a fare un punto della situazione su questo libro interessante ma un pò dispersivo...:-)
 
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