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L'angolo di Jane

Tutto su Jane Austen e sui libri che mi piacciono!

L'ANGOLO DI JANE

Benvenuti nel mio blog!

Questo spazio è dedicato a recensioni di libri e film, ai miei racconti,  a riflessioni personali di varia natura e soprattutto a Jane Austen, una delle mie scrittrici preferite.

Sono una stella del firmamento
che osserva il mondo, disprezza il mondo
e si consuma nella propria luce.
Sono il mare che di notte si infuria,
il mare che si lamenta, pesante di vittime
che ad antichi peccati, nuovi ne accumula.
Sono bandito dal vostro mondo
cresciuto nell'orgoglio e dall'orgoglio tradito,
sono il re senza terra.
Sono la passione muta
in casa senza camino, in guerra senza spada
e ammalato sono della propria forza.

(Hermann Hesse)

 


 

 

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Come scrivere un best seller in 57 giorni - Luca Ricci

Post n°509 pubblicato il 19 Novembre 2009 da bluewillow
 

Titolo: Come scrivere un best seller in 57 giorni Autore: Luca Ricci Casa editrice: Laterza pag: 109 costo: 9,5 euro


Al contrario di quanto si potrebbe credere leggendone il titolo “Come scrivere un best seller in 57 giorni” non è un manuale per aspiranti emuli di Dan Brown e John Grisham, ma un racconto umoristico che ha per protagonisti quattro scarafaggi e per obiettivo quello di mettere alla berlina il best seller, rivelandone la pochezza artistica e i mezzi  per confezionarlo come un prodotto industriale.
John, Paul, George e Ringo sono quattro blatte parigine che si vedono costrette a trovare un modo di aiutare Briac, il giovane scrittore bohemienne di cui condividono l’appartamento: un ragazzo con grandi aspirazioni artistiche, ma così in bolletta da non riuscire a pagare l’affitto.
Partito Briac, nessun futuro proprietario sarà così sciatto da lasciare in pace i poveri scarafaggi, quindi aiutarlo a comporre un grande successo editoriale diventa questione di vita o di morte.
I quattro insetti si danno quindi a riflessioni letterarie e filosofiche sulla natura del libro di successo, di quello cioè che sale in cima alle classifiche e che tutti leggono o dicono di avere letto.

- Datemi la vostra definizione di best seller.
-Un libro idiota che risulta intelligente.
-Un libro scritto così male da sembrare già un film.
- Un libro che è stato scritto per vendere molto che vende molto e poi lo ristampano e vende ancora di più e tutti ne parlano perché ha venduto e dopo vende ancora.

Con molta leggerezza,per mezzo dei suoi speciali Fab Four Luca Ricci tratta tutti gli aspetti che servono a confezionare un campione delle vendite e sebbene siano stati scritti chissà quanti articoli e pile di volumi a riguardo, la sua definizione molto semplice è in verità davvero calzante. Fondamentalmente un best seller è un libro che invoglia alla lettura anche chi di solito non legge, che aspira solo a raccontare una storia, non a proporre tematiche che inducano ad una riflessione, che ha personaggi fortemente caratterizzati, descritti in maniera tanto minuziosa da sembrare veri. Libri fatti per catturare subito il lettore, ma anche per essere subito dimenticati: avvincenti, senza essere emozionanti. I best seller sono tutti così simili tra loro, secondo l’autore, che se un tempo il fatto che un libro diventasse un best seller era solo una conseguenza di un caso fortuito e che poteva comprendere libri di ogni genere letterario, oggi invece “il best seller” è una categoria a sé, un nuovo genere: il best seller appunto, che ha le caratteristiche sopra elencate. Qualcosa così facile da progettare che…possono riuscirci anche quattro scarafaggi!
Il libro ha la rara caratteristica di essere intelligente rimanendo divertente e si lascia leggere in soffio. Non mancano frecciatine alla poca efficacia della critica letteraria, che non sembra assolvere alla sua funzione di guidare ad un gusto differente dal libro preconfezionato, né al mondo della scrittura in generale.
Anche se condivido gran parte di quanto Ricci scrive, alla fine della lettura mi rimane un grosso dubbio. Il best seller è davvero sempre da deprecare? Una storia scritta solo “per raccontare una storia”, con personaggi forti e indimenticabili, non è e non sarà mai letteratura?
Allora mi chiedo perché “I tre moschiettieri” di Dumas assomiglino così tanto ad un best seller, ma continuino sempre a sembrarmi un gran libro. Certo Dumas scriveva meglio di Dan Brown (e soprattutto usava una trama diversa per ogni libro, anziché riciclare la stessa per tutti),ma allora la differenza fra un libro valido artisticamente ed uno che è paccottiglia sta nello stile?
Domande vecchie come la letteratura, o forse come i primi due scrittori che si azzuffarono per decidere chi dei due era il migliore, alla quale temo ognuno debba dare la propria personale risposta.

PS: per rimanere in tema, la recensione del prossimo libro sarà, rullo di tamburi, proprio un best seller, stay tuned!

 
 
 
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-nessuno mi paga per scrivere e per dire quello che penso...
- e nemmeno quello che non penso!
- perchè se il "Giornale del Grande Fratello" èuna testata giornalistica, va a finire che io sarei la CNN! (questa l'ho quasi copiata da un altro blogger!).
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