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L'angolo di Jane

Tutto su Jane Austen e sui libri che mi piacciono!

L'ANGOLO DI JANE

Benvenuti nel mio blog!

Questo spazio è dedicato a recensioni di libri e film, ai miei racconti,  a riflessioni personali di varia natura e soprattutto a Jane Austen, una delle mie scrittrici preferite.

Sono una stella del firmamento
che osserva il mondo, disprezza il mondo
e si consuma nella propria luce.
Sono il mare che di notte si infuria,
il mare che si lamenta, pesante di vittime
che ad antichi peccati, nuovi ne accumula.
Sono bandito dal vostro mondo
cresciuto nell'orgoglio e dall'orgoglio tradito,
sono il re senza terra.
Sono la passione muta
in casa senza camino, in guerra senza spada
e ammalato sono della propria forza.

(Hermann Hesse)

 


 

 

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Un po' più in là sulla destra - Fred Vargas

Post n°419 pubblicato il 21 Settembre 2008 da bluewillow
 

Titolo: Un po' più in là sulla destra Titolo originale: Un peu plus loin sur la droit Autrice: Fred Vargas Traduzione: Margherita Botto Casa editrice: Einaudi pag: 257 costo: 17,00 euro


Pubblicato in Francia nel lontano 1996 questo romanzo,  in cui sono ancora in azione “gli evangelisti”, personaggi tra i più amati fra quelli creati da Fred Vargas, vede finalmente la luce in Italia solo ora a dodici anni di distanza, libro di mezzo nel paese di origine tra “Chi è morto alzi la mano”(1995) e “Io sono il tenebroso” (1997)  . Alla Einaudi devono averlo tenuto nel cassetto per un bel po' o devono essere dei nostalgici della vecchia moneta, visto che la quarta di copertina recita “”L'ex investigatore Louis Kehlweiler, il medievista Marc, l'archeologo Mathias e lo storico Lucien amano i bistrot, sono sempre senza una lira ma hanno un talento spiccato per le indagini complicate”.
“Complicate” comunque è una parola calzante, visto che fra tutti i libri di Fred Vargas questo è certamente uno di quelli con la trama più contorta e meno credibile. Nel tentativo di introdurre il nuovo personaggio Louis Kehlweiler, che poi sarà di nuovo presente in “Io sono il tenebroso, e che è il vero protagonista del libro (mentre ahimè gli evangelisti sono ridotti a comprimari e sono solo in due, Marc e Mathias),l'autrice fa compiere ai propri personaggi le scoperte più mirabolanti guidati unicamente dal proprio istinto in maniera assai poco convincente.
Antefatto:  Louis Kehlweiler (che chiameremo d'ora in poi LK), ex-investigatore per il ministero degli interni, ma dedito ancora ad indagini personali per scopi non ben precisati, trova infilato nella grata di protezione di un albero in un parco a Parigi (una cittadina di circa tredici milioni di abitanti) un osso. Notare bene: LK sorveglia tutta Parigi, appostandosi in panchine strategiche situate nei parchi, affidandosi è vero talora all'aiuto di un paio di aiutanti, ma insomma, come compito lo vedo abbastanza vicino a quelli di Batman e Robin..
Prima deduzione di  LK: l'osso era nella cacca di un cane, si capisce dal fatto che è poroso quindi è stato digerito. Seconda deduzione: quell'osso non è di pollo, maiale,etc. No, LK capisce subito che un osso in una cacca di cane, infilato in un albero vicino ad una panchina strategica è come minimo l'osso di un morto ammazzato, ovviamente umano, che è stato morso dal cane. Terza deduzione: appostandosi pazientemente LK riuscirà certamente a scoprire tutti i cani che usano regolarmente quell'albero come toilette, da lì al padrone il passo è breve, trovare l'assassino un gioco da ragazzi, anche se il morto non è di Parigi e il cane era in trasferta. Quindi, portandosi dietro prima il medievista Marc come aiutante e poi Mathias  il superuomo delle caverne (che ha una forza poderosa ed un udito da far invidia ad un pipistrello), LK parte per la piccola cittadina Port-Nicolas, che a questo punto ricorda terribilmente la Cabot Cove di Jessica Fletcher:qui, paesetto di trecento anime, è pieno di assassini, alcuni spuntati addirittura dal passato misterioso di LK.  Mi fermo qui,ma i colpi di scena da romanzo d'appendice son abbondanti anche nel seguito.
Fred Vargas ha sempre un bel modo di scrivere, i suoi personaggi fanno talora riflessioni interessanti, ma questo libro è un insieme confuso di più storie mescolate in maniera terribilmente inverosimile. Amo l'ironia, a volte ammetto anche la poca verosimiglianza, ma solo in nome di una buona storia, qui invece si scade nell'inutilmente assurdo. Io consiglio la lettura di questo romanzo solo a chi già conosce lo stile di questa scrittrice, diversamente se ne avrebbe l'impressione di una giallista alla Dan Brown, un contorsionista delle trame inverosimili. O se volete prendetaela come una versione-fumetto dei suoi personaggi.

PS: sembra che i vampiri , dei libri ovviamente,  non facciano altro che incrociare il mio cammino, ecco infatti il segnalibro che ho trovato nel volume, con una anticipazione sulla prossima uscita dell'ultimo libro di Fred Vargas (spero migliore di questo!):


Ed ecco cosa è riportato sul retro:

Diciassette piedi tagliati, ancora con le scarpe. Ritrovati davanti al più famoso e macabro cimitero londinese. Adamsberg tra Londra, i dintorni dell'Hauts-de-Seine e la Serbia. La storia vera di Peter Plogojowitz, un serbo riesumato nel 1725 un un piccolo villaggio col sospetto di essere un vampiro. Quasi trecento anni dopo i vampiri non hanno smesso di infestare il mondo.

La vampiro-mania dilaga!



 
 
 
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- perchè se il "Giornale del Grande Fratello" èuna testata giornalistica, va a finire che io sarei la CNN! (questa l'ho quasi copiata da un altro blogger!).
Se volete leggere altre definizioni simili e più divertenti (magari vi torna comodo) potete trovarle QUI

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