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L'angolo di Jane

Tutto su Jane Austen e sui libri che mi piacciono!

L'ANGOLO DI JANE

Benvenuti nel mio blog!

Questo spazio è dedicato a recensioni di libri e film, ai miei racconti,  a riflessioni personali di varia natura e soprattutto a Jane Austen, una delle mie scrittrici preferite.

Sono una stella del firmamento
che osserva il mondo, disprezza il mondo
e si consuma nella propria luce.
Sono il mare che di notte si infuria,
il mare che si lamenta, pesante di vittime
che ad antichi peccati, nuovi ne accumula.
Sono bandito dal vostro mondo
cresciuto nell'orgoglio e dall'orgoglio tradito,
sono il re senza terra.
Sono la passione muta
in casa senza camino, in guerra senza spada
e ammalato sono della propria forza.

(Hermann Hesse)

 


 

 

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Agatha Christie e l'Enigma di Bletchley Park

Post n°981 pubblicato il 05 Febbraio 2013 da bluewillow
 

Nel suo salotto, Dilly Knox girò nervosamente la tazza da té fra le mani, fissò il liquido ambrato intensamente come per cercarvi le parole giuste, poi alzò la testa e guardò l'amica che aveva invitato con tutta l'indifferenza di cui era capace, che come tutti i suoi amici sapevano era di solito assai poca, poi disse con la maggiore noncuranza possibile:
“Sai che ho finito di leggere “Quinta colonna”? Fantastico, cara, mi hai lasciato col fiato sospeso fino alla fine. Davvero non so come fai a sorprendermi tutte le volte.”

Agatha fissò l'uomo dal viso tirato, i capelli scuri impomatati con cura e l'aria più che evidentemente sulle spine, con i suoi occhi acuti, penetranti, che come sempre fecero sentire Dilly sottoposto ad una specie di radiografia mentale, infine il suo sguardo si addolcì, le labbra si arcuarono nella tipica espressione del sorriso e la donna rispose, con voce evidentemente compiaciuta, come se se avessero fatto un bel complimento al bambino di cui era la madre orgogliosa “Davvero? Ne sono felice!” poi, soppesando le parole con cura chiese “Cosa ti è piaciuto di più Dilly? Sorprendere un matematico come te non è cosa da tutti gli scrittori!”
“Oh, tutto, tutto, cara” Dilly espirò nervosamente “ Il tuo libro era straordinario ma...” Quel “ma” fece subito cambiare espressione ad Agatha, non aveva mai ben visto i “ma” dopo i complimenti ai suoi libri, sapeva per esperienza che dopo sarebbe seguito qualcosa di spiacevole.

“Ma cosa?” disse la donna con l'aria tesa come un gatto appostato per acchiappare un topolino.

“Ma, quel tuo magggiore Bletchley, lasciatelo dire, era proprio odioso. Sì, davvero. Che razza di tipo! Ma come ti è venuto in mente di chiamarlo così, poi? Bletchley, che strano nome!”
Un attento osservatore, un profondo conoscitore di nature umane, avrebbe forse potuto vedere aleggiare un rapidissimo sorriso sul volto della nota scrittrice di gialli, ma quella istantanea espressione sfuggì invece a Dilly Knox, che invece vide solo la donna sospirare di sollievo e rispondere: “Oh, ma io volevo fosse odioso. Davvero ho fatto di tutto perché lo fosse, sono felice tu lo abbia notato”, disse rispondendo alla domanda solo a metà.
Dilly Knox capì che avrebbe dovuto scoprirsi un po' di più, Agatha rispondeva sempre alle domande in maniera poco diretta: “Sì, ma sono curioso, ti prego, dimmi perché lo hai chiamato Bletchley, come Bletchley Park? Sai, è un posto vicino proprio a casa mia”
“Bletchley? Mi hanno bloccata lì lungo il viaggio in treno da Londra ad Oxford e mi sono vendicata dandogli il nome del meno amabile dei miei personaggi!”

“Oh, oh, davvero?” sorrise Dilly più rilassato “So, che capita spesso. Già una vera seccatura. Vuoi altro tè Agatha? Questa miscela viene dall'India, proprio come il tuo maggiore Bletchley, ma ti assicuro che al contrario di lui è davvero amabile”.

“Certo. Davvero un ottimo tè Dilly. Gentile da parte tue dividere questa delizia con me, ora che c'è il razionamento.” La donna sorseggiò con aria sorniona.
Dilly Knox sentiva di aver rischiato di scivolare su un terreno difficile, ma aveva fatto quel che gli era stato chiesto. Nessuno avrebbe potuto rimproverarlo per questo: aveva posto la sua domanda ed ottenuto la sua risposta, e questo sarebbe quanto avrebbe riferito.
Non era colpa sua se Agatha non aveva bisogno di porre domande per capire qualcosa, era stata sempre così da quando la conosceva. Chiunque avesse incontrato sufficientemente a lungo Agatha Christie non aveva dubbi sul fatto che Miss Marple fosse una donna molto più reale di quanto si potesse immaginare.

L'MI5 non avrebbe avuto bisogno di sapere che Agatha Christie aveva una passione per le pubblicazioni e le conferenze sulla crittografia, una memoria fotografica per le facce e che certamente, nella sua sosta a Bletchley Park, aveva visto un paio dei più noti studiosi del ramo, girovagare per una zona di campagna dove non avevano nessun motivo di trovarsi.
Nessuno tranne il fatto di lavorare alla decrittazione del codice segreto tedesco Enigma, nella sede segreta deputata allo scopo.

“Sono felice che tu lo apprezzi Agatha.”
“Lo apprezzo moltissimo Dilly”.
Non ci fu bisogno di aggiungere altro.
Dilly Knox aveva capito, non era uno sciocco, ma era un amico.


Secondo quanto riportato da “The Guardian” nel 1941, Agatha Christie pubblicò il libro “N or M” (“Quinta Colonna”), nel quale uno dei personaggi era indiano e si chiamava “Maggiore Bletchley”.

Il libro parlava di segreti carpiti durante la guerra ed insospettì moltissimo i servizi segreti britannici, perché proprio in quel periodo, nella sede di Bletchley Park, alcuni dei più importanti crittografi del paese stavano lavorando per decifrare il codice segreto con cui i tedeschi scambiavano i loro messaggi, detto codice Enigma.
Dilly Knox era uno dei crittografi di Bletchley Park ed anche un amico di Agatha Christie.
L'MI5 incaricò Knox di interrogare Agatha Christie sul perché avesse chiamato uno dei suoi personaggi Bletchley e la risposta fu proprio quella riportata in questo racconto (il resto del quale è pura invenzione).

Ovviamente nessuno ci toglierà mai il dubbio che in realtà la scrittrice avesse intuito che a Bletchley Park ci fosse qualche segreto.


 

 
 
 
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