Creato da bluewillow il 31/03/2006

L'angolo di Jane

Tutto su Jane Austen e sui libri che mi piacciono!

L'ANGOLO DI JANE

Benvenuti nel mio blog!

Questo spazio è dedicato a recensioni di libri e film, ai miei racconti,  a riflessioni personali di varia natura e soprattutto a Jane Austen, una delle mie scrittrici preferite.

Sono una stella del firmamento
che osserva il mondo, disprezza il mondo
e si consuma nella propria luce.
Sono il mare che di notte si infuria,
il mare che si lamenta, pesante di vittime
che ad antichi peccati, nuovi ne accumula.
Sono bandito dal vostro mondo
cresciuto nell'orgoglio e dall'orgoglio tradito,
sono il re senza terra.
Sono la passione muta
in casa senza camino, in guerra senza spada
e ammalato sono della propria forza.

(Hermann Hesse)

 


 

 

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Inseparabili - Alessandro Piperno

Post n°869 pubblicato il 04 Luglio 2012 da bluewillow
 

Titolo: Inseparabili. Il fuoco amico dei ricordi Autore: Alessandro Piperno Casa editrice: Mondori pag: 351 (riferite al cartaceo) formato: e-book costo: 0,99 € (era una promozione di qualche tempo fa)

Gli insperabili del titolo, almeno nelle speranze infantili di uno di uno dei due protagonisti, sono due fratelli, Filippo e Samuel Pontecorvo, appartenenti all'alta borghesia romana ebraica, la cui infanzia è stata segnata da un evento traumatico: il suicidio del padre in seguito all'accusa di aver tentato di sedurre la dodicenne fidanzatina di uno dei suoi due figli.

Il libro si apre a venticinque anni di distanza dal fatto, quando Filippo Pontecorvo sta per realizzare i suoi sogni d'artista: dopo una vita inconcludente, il cui punto più fulgido agli occhi altrui è consistito nello sposare una attrice di famiglia molto ricca, il suo cartone animato “Erode e i suoi pargoli” sta per essere presentato a Cannes.

Il libro, la cui voce narrante si rivolge spesso al lettore esprimendo opinioni sui fatti che avvengono, si snoda tra eventi sul contiuum temporale del crescente successo di Filippo come creatore di cartoon e flashback del passato, in cui viene analizzata pezzo per pezzo tutta la vita dei due fratelli Pontecorvo e del loro rapporto con la madre Rachel, donna allo stesso tempo forte, amata, ma verso la quale è sotteso un risentimento mai espresso.

Filippo e Samuel sono due figure speculari: il primo poco studioso da giovane, sempre in cerca di avventure extra-coniugali e tendenzialmente depresso, tanto da essere dipendente da prozac, il secondo invece dalla carriera scolastica ineccepibile, spaventato dalla propria impotenza e dipendente da ansiolitici.

Ad accomunarli c'è una spontanea solidarietà che sembra però venir meno proprio quando Filippo raggiunge il successo e contemporaneamente Samuel finisce per mettersi in un grosso guaio a causa di una speculazione finita male. Entrambi sono serialmente infedeli alle proprie compagne ed il libro si dilunga parecchio in quelle che sono le loro abitudini sessuali.

Lo sfondo di tutte le vicende è quello di un ambiente benestante, dove si prendono arei come se fossero autobus ed ogni personaggio viene presentato senza mai trascurane la caratura finanziaria, di regola piuttosto alta, ad eccezione proprio dei fratelli Pontecorvo, caduti in disgrazia dopo la morte del padre.

Il volume raccoglie una messe molto fitta di aneddoti, descrizioni sulle abitudini, sessuali e non, dell'ambiente alto-borghese ed eventi del passato non sempre molto significativi: ci sono perfino discussioni sulla cucina.

La mia idea è che questo libro cerchi di ricalcare lo stile de “La versione di Barney” di Mordecai Richler, con la sua voluminosa massa di ricordi, sia significativi che depistanti, che ruotano però tutti attorno ad un punto focale. Nel caso di questo libro tutto è centrato sulla morte di Leo Pontecorvo, padre di Samuel e Filippo.

Se Richler non spreca una parola, per quanto possa apparire dispersivo, qui invece sono davvero molte, troppe, le scene inutili, se non le riflessioni veramente poco felici sulle donne, come quando di Samuel, che è impotente, mentre pensa a ragazze di liberi costumi che ha conosciuto, si dice “Non le sopporta, quelle ragazze. Forse perché gli ricordano quanto lui sia incapace di utilizzarle”: gli utilizzatori di ragazze vorremmo vederli archiviati e appartenenti a tempi dimenticati, non nei libri candidati al premio Strega.

Se poi penso che la morte del padre dei fratelli Pontecorvo viene attribuita alle perfide macchinazioni di una maliarda tredicenne (eh sì), a cui non vengono risparmiati epiteti assai offensivi, ebbene rimango ancora più perplessa.

Decisamente questo libro non incontra il mio gusto né per la narrazione prolissa e dispersiva, né per le la davvero assai meschina descrizione della sua popolazione femminile, vista solo come possibile fonte di trastulli.

Questa è la quinta ed ultima recensione che dedico ai libri candidati al premio Strega. A seguire la mia classifica della cinquina finalista.

 

 
 
 
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