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L'angolo di Jane

Tutto su Jane Austen e sui libri che mi piacciono!

L'ANGOLO DI JANE

Benvenuti nel mio blog!

Questo spazio è dedicato a recensioni di libri e film, ai miei racconti,  a riflessioni personali di varia natura e soprattutto a Jane Austen, una delle mie scrittrici preferite.

Sono una stella del firmamento
che osserva il mondo, disprezza il mondo
e si consuma nella propria luce.
Sono il mare che di notte si infuria,
il mare che si lamenta, pesante di vittime
che ad antichi peccati, nuovi ne accumula.
Sono bandito dal vostro mondo
cresciuto nell'orgoglio e dall'orgoglio tradito,
sono il re senza terra.
Sono la passione muta
in casa senza camino, in guerra senza spada
e ammalato sono della propria forza.

(Hermann Hesse)

 


 

 

JANE AUSTEN -RITRATTO

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Gli scrittori e i social network

Post n°741 pubblicato il 04 Gennaio 2012 da bluewillow
 

Sempre più celebrità aprono profili sui social network più famosi, soprattutto facebook e twitter. Se un tempo le persone comuni aspiravano ai propri cinque minuti di gloria su uno dei media tradizionali, dalla TV ai giornali, adesso sembra accadere esattamente il contrario: coloro che sono già celebri agognano lo stesso tipo di notorietà degli studenti che girano video amatoriali in cameretta o di coloro che vogliono commentare con gli amici quanto accaduto durante la giornata. Ma se da una persona qualunque non ci si attende certo la perfezione, e non ci si scandalizza più di tanto se adopera a volte un linguaggio non esattamente da educanda di collegio, non accade la stessa cosa per coloro che sono invece investiti da un ruolo pubblico. Celebre il caso del cantante Vasco Rossi, che nei suoi video su Facebook si è lanciato in esternazioni non sempre condivise dai suoi fan, suscitando molto clamore sia sulla stampa che nella rete, per vari motivi (dal presunto sostegno all'uso di droghe, agli attacchi a Nonciclopedia). Ma il fascino della internet-celebrity non risparmia nemmeno gli scrittori che, però, rischiano molto di più di altri tipi di artisti in questo tipo di attività, almeno a parere di chi vi scrive: in fondo la parola è il loro mestiere. Per fare un paragone paradossale, nessuno vorrebbe pensare ad esempio ad un Alessandro Manzoni moderno che invece di "risciacquar i panni in Arno" si mettesse a parlare "sporco", distruggendo l'immagine da santino laico che la nostra letteratura gli ha costruito attorno.

Molto clamore ha suscitato in America ad esempio un'infelice uscita di Stephen King su suo profilo Facebook che, dopo essere stato insultato da un commentatore (cito: "F*ck you ,Stephen King ^_^"), ha risposto: "Well, F*ck you too, kid". La vicenda è controversa, perché sembra che la pagina ufficiale di Facebook di Stephen King sia in realtà gestita da dalla sua casa editrice, la Little Brown, ma siccome King è noto per essere piuttosto attivo su Facebook, è probabile, vista anche la risposta piuttosto "sentita", che a scrivere il commento incriminato sia stato lo stesso scrittore. Magari qualcuno troverà che il provocatore meritasse tale risposta, ma la cosa toglie forse un po' di patina dorata all'immagine da uomo saggio e imperturbabile che di solito si associa ai grandi scrittori.
Regola numero uno degli scrittori su internet: mostrare più educazione dei propri
lettori.

Anche l'italiano Roberto Saviano è stato colto di recente in fallo su Twitter.

Niente insulti agli utenti per fortuna, ma la vicenda è stata addirittura ripresa dai giornali. A quanto pare lo scrittore sarebbe colpevole di "reato grammaticale:" avrebbe infatti scritto in un mesaggio "qual'è" con l'apostrofo, mentre correttamente si scrive "qual è", visto che in italiano esiste la parola "qual" che non va quindi apostrofata per indicare la mancanza della "e" finale. Lo scrittore ha prontamente corretto la frase incriminata, ma è stato comunque inondato da valanghe di proteste indignate di neo-puristi della lingua. La vicenda mi fa sorridere, perché in fondo a chi non capita di fare qualche errore di battitura o di scrivere soprappensiero, ma c'è gente che ha preso la cosa proprio sul serio.
Regola numero due: rileggere quel che si scrive, consultarsi con l'Accademia della Crusca in caso di dubbi, e ricordarsi che lì, acquattato nell'ombra, c'è sempre qualcuno che ha il correttore automatico inserito di default nel cervello.

Infine, ne ho parlato anche in questo articolo, la scrittrice Lucìa Extebarria, si è lamentata sul proprio profilo Facebook, che il suo libro, appena uscito, era stato immediatamente piratato su internet, dichiarando di voler abbandonare la scrittura piuttosto che continuare a scrivere per far guadagnare i pirati informatici e di avere necessità di trovare un lavoro più redditizio. Ha forse ricevuto solidarietà dai suoi lettori? Ma neanche per sogno: i commentatori le hanno rimproverato il prezzo eccessivo dei suoi libri e le hanno chiesto conto di importanti cifre vinte in premi letterari, che certamente le avrebbero comunque consentito di vivere bene.
Regola numero tre: mai parlare di soldi (vale secondo me anche per le non-celebrity).
Regola numero quattro: i lettori non sono i tuoi migliori amici.

In poche parole una star della scrittura non può mai permettersi i lussi della gente qualunque, neanche quando finge di essere come i propri lettori: ogni parola, ogni errore, ha un peso da dichiarazione pubblica ai giornali. Le parole "in confidenza" non valgono per chi è già famoso.
Personalmente, trovo che di solito meno si sa degli scrittori, più si apprezza quel che scrivono, nonostante mi piaccia in ogni caso cercare notizie biografiche sugli autori (a volte mi pento amaramente di averlo fatto, non si scoprono sempre belle cose).Chissà che in futuro le biografie di autori diventati immortali non integrino importanti brani tratti da facebook o twitter!

 
 
 
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-non vedo il becco di un euro, ma in compenso a scriverlo sto andando alla neuro
-nessuno mi regala i libri
-nessuno mi regala i biglietti del cinema
-nessuno mi paga per scrivere e per dire quello che penso...
- e nemmeno quello che non penso!
- perchè se il "Giornale del Grande Fratello" èuna testata giornalistica, va a finire che io sarei la CNN! (questa l'ho quasi copiata da un altro blogger!).
Se volete leggere altre definizioni simili e più divertenti (magari vi torna comodo) potete trovarle QUI

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