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L'angolo di Jane

Tutto su Jane Austen e sui libri che mi piacciono!

L'ANGOLO DI JANE

Benvenuti nel mio blog!

Questo spazio è dedicato a recensioni di libri e film, ai miei racconti,  a riflessioni personali di varia natura e soprattutto a Jane Austen, una delle mie scrittrici preferite.

Sono una stella del firmamento
che osserva il mondo, disprezza il mondo
e si consuma nella propria luce.
Sono il mare che di notte si infuria,
il mare che si lamenta, pesante di vittime
che ad antichi peccati, nuovi ne accumula.
Sono bandito dal vostro mondo
cresciuto nell'orgoglio e dall'orgoglio tradito,
sono il re senza terra.
Sono la passione muta
in casa senza camino, in guerra senza spada
e ammalato sono della propria forza.

(Hermann Hesse)

 


 

 

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Il capitan Fracassa - Théophile Gautier

Post n°733 pubblicato il 23 Dicembre 2011 da bluewillow
 

Titolo: Il capitan Fracassa Titolo originale: Le capitaine Fracassa Autore: Théophile Gautier Traduzione: Alfredo Jesi Casa editrice: BUR pag: 589 costo: sulla mia copia, acquistata un po' di tempo fa, c'è scritto 5,99 euro, ma ora questo libro costa 10,00 €. Vi consiglio di leggere questo altro mio post sull'accumulare copie di "Il Capitan Fracassa" come forma di investimento.

Può un giovane, cullandosi nei ricordi della passata gloria dei suoi avi, trascorrere tristemente i propri giorni nel maniero decadente costruito da chi lo ha preceduto che, incurante di dover provvedere a giovani generazioni, ha sperperato impunemente ogni quattrino, rimirando le vetuste vestigia di un mondo di lusso e spreco che non esiterà più?
No, non sto parlando della storia di un moderno giovane lavoratore precario italiano, in lotta per conquistarsi il suo posto al sole, ma lo spirito de "Il capitan Fracassa", pubblicato a puntate tra il 1861 e il 1863, è proprio quello di cui dovrebbe dotarsi chiunque debba affrontare la necessità di riscuotersi da un presente così immobile da essere diventato polveroso.
Il  barone di Sigognac, che  nel XVII secolo trascorre i propri giorni nel suo "Castello della miseria" (titolo del primo capitolo), con la sola compagnia del gatto nero Béelzébuth e del fedele servitore Pierre, è in fondo il simbolo di ogni giovane che voglia dare una scossa salutare alla propria esistenza, incapace di restare in un posto dove non accade mai nulla di interessante, tanto che:

Se Amleto, principe di Danimarca si fosse trovato a chiacchierare in quella camera, avrebbe sguainato la spada per colpire Polonio dietro la tappezzeria gridando: "Un topo!"

Quando il "Carro di Tespi" (titolo del secondo capitolo) arriva dunque al castello, con il suo carico frizzante di attori della Commedia dell'Arte, il destino di Sigognac è segnato: nessuno vuole fare della propria vita un romanzo noioso, quindi il barone, abbandonata l'ingombrante eredità di un onore di classe che mal si accorda con le circostanze e con il suo carattere, deciderà ben presto di unirsi alla compagnia: ufficialmente per cercare a Parigi aiuto economico, ma come ogni lettore capisce all'istante, per seguire il proprio cuore, affascinato dalla bella Isabelle e, infine, per attendere  l'occasione giusta per trovare, come attore, quel briciolo di gloria mondana a cui ognuno interiormente aspira.
Gautier ci illustra con grande maestria thèophile gautierquella che doveva essere la vita degli attori girovaghi, fatta di molti giorni  funestati da fame e freddo, ma riscaldata periodicamente dal caldo entusiasmo delle platee e dallo spirito di solidarietà che legava coloro che dovevano trascorrere molto tempo insieme, stretti su un piccolo carro.
Ogni attore, nella rappresentazione di Gautier, sembra aver assorbito parte dello spirito del suo personaggio, visto che la Commedia dell'Arte prevedeva che ci fossero dei "tipi" o "caratteri" ricorrenti: "l'ingenua" Isabelle è  romantica e vereconda, Zerbine la "soubrette" (termine che veniva riservato alla "servetta furba", che interpretava parti brillanti) è davvero pungente, spregiudicata e ambiziosa, mentre la "madre nobile" tende all'intrigo e alla manipolazione.
I sogni e le speranza degli attori animano il libro che diventa istantaneamente palcoscenico delle loro azioni.
Costretto dalle circostanze a sostituire un attore, Sigognac si cala  nel ruolo del "Capitan Fracassa", personaggio a cui vengono riservate le migliori parti comiche. Ovviamente il barone recita in incognito, visto che il mestiere di attore è piuttosto malvisto nell'ambiente nobiliare.
Quando il perfido duca di Vallombreuse insidia l'amata Isabelle però, Sigognac è costretto a mostrare il proprio coraggio anche sul campo, oltre che in teatro, ed una volta sfoderata la spada scopriremo che, al contrario del suo personaggio, le sue non sono solo sbruffonerie, grazie agli insegnamenti del vecchio Pierre che, oltre che essere un servitore dall'animo incredibilmente paterno, è stato anche un incomparabile maestro di scherma.
Nella storia principale dell'amore ostacolato fra Sigognac e Isabelle, si inserisce, in un incastro perfetto, anche quella della giovane Chiquita, giovanissima ladra di strada, a cui in questo libro sarà riservato il ruolo di "deus ex machina" e quello di portare un tocco oscuramente gotico nella trama.
Anche ai vari attori della compagnia sono riservate delle sotto-trame che finiscono per confluire nella storia principale, in un equilibrio perfetto, in quella che è una storia incredibilmente complicata, ma allo stesso tempo assolutamente fluida.
Amore e odio, vita e morte, teatro e realtà: Gautier ce l'ha messa davvero tutta e questo romanzo è giustamente considerato il suo capolavoro.
Superato un primo capitolo un po' lento, che serve però a calarci nello spirito di cupa tristezza iniziale di Sigognac, il romanzo diventa ben presto assolutamente coinvolgente e non ci vuole molto perché il lettore prenda presto il suo posto a teatro, per assistere ad una rappresentazione che non mancherà certamente di divertirlo.

 
 
 
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