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Vaghezze e paradisi di ieri

Post n°1375 pubblicato il 07 Ottobre 2020 da fedechiara
 


Miti e riti del tango. La 'mirada'

'...e mira ed è mirata e in cor s'allegra.' G.Leopardi – 'Il passero solitario'
Ero in un luogo 'blu', l'altra sera, nella milonga di un antico borgo divenuto 'cittade' e che vanta un annex artigianal-industriale dei più vasti e orridi a vedersi nella provincia.
Bella gente, bravi ballerini/e, ottima musica davvero e tuttavia una 'milonga chiusa', come le chiamo io : quelle milonghe in cui tutti conoscono tutte e gli inviti sono facili e scorrevoli e consuetudinari tra conoscenti, ma se fra 'la gioventù del luogo' ('gioventù' come vaghezza) capita svolazzando un passero solitario, beh, non ha vita facile perché non c'è gioco di sguardi che lo comprenda e lo includa.
Ed è come nel gioco delle quattro sedie (o più secondo il numero dei giocatori), che quando si interrompe la musica il più incerto a girare intorno rimane al palo.
Diciamocelo una volta per tutte, cari i miei tangheri/e, la mitica 'mirada' non funziona proprio.
Vuoi perché avete sguardi solo per chi vi ha lasciato l'imprinting di un tango favoloso qualche decennio fa o la domenica appena scorsa (il giovane favoloso), vuoi perché siete ciechi/e come talpe e gli occhiali ve li togliete perché 'non è carino' farlo sapere al mondo, sta di fatto che i passeri solitari, dopo un vano 'mirare' senza essere ri-mirati frullano via sopra un'altra torre nei paraggi perché 'la speranza è l'ultima a morire' - e uno straccio di tanghera si troverà, prima o poi, per girare in pista sulla musica preferita dei vals e delle milonghe.
E bisognerebbe fare come certi figuri di mia conoscenza che si fiondano come aquile sulle prede e si piantano davanti alla sciagurata - che non osa sottrarsi all'ingrato compito e avrebbe voluto scegliere e sorridere all'invito gentile di un bravo e dignitoso ballerino con il dovuto 'cabeceo', ma ora, di fronte all'ingombrante presenza, deve dire no ( e passare per una 'che se la tira') o lasciarsi abbracciare, obtorto collo, dal malcapitato e girare insieme per una tanda che non finisce mai e ti sconvolgerà i sonni come in un incubo atroce.
Ma dovremmo essere tutti/e un filo più rilassati, nelle storiche e nelle nuove milonghe, e godere degli sguardi e degli inviti prossimi venturi e ricordare sempre che 'mirare' è verbo aulico e sublime - e dobbiamo imparare a considerarlo come tale.
E si mira la 'grande luce' delle apparizioni angeliche in paradiso, così come l'apparire di Beatrice che 'tanto gentile e tanto onesta pare'. Ma quella è tutta un'altra milonga, ne convengo – e la musicalizacion vi è eccellente e tutte le ballerine ti mirano e tu le miri nelle vaghezze dei corpi ridotti a puri spiriti, come sempre avremmo voluto essere e divenire, ma non abbiamo mai osato chiedere. Amen e così sia.
L'immagine può contenere: una o più persone e spazio all'aperto

 
 
 
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