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l'indistinto e il distinto nel suo farsi
 

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« Negli anni e decenni a seguireGli x-files dell'Europa... »

A che punto è la notte. Quando ero di sinistra

Post n°1088 pubblicato il 27 Dicembre 2019 da fedechiara
 

Quand'ero 'di sinistra'. Prima del biennio di sangue del terrore islamo-radicale 2015/16 e degli sbarchi a tre cifre quotidiani dello s-governo immigratorio dei buonisti d'accatto. Il mondo cambia, date aria al cervello.

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Ieri accadeva 26 dicembre 2013

 

Non si dovrebbero mai turbare le atmosfere natalizie, di dolcezze e abbandoni e lucine intermittenti e i regali da rivisitare e degustare - e tutto il bendidio di cibi luculliani ingurgitati ieri e l'altro ieri da riproporre in tavola, alla faccia de 'la fame nel mondo'.
Però il conflitto è latente, il nemico è alle porte, i barbari sono ai confini dell'impero occidentale e, dopo le feste, torneranno 'i forconi', pare, si mormora, che il diavolo se li porti - e ricomincerà la bagarre e la piazza greca e l'Europa in fiamme stretta d'assedio dai peones del sud, i rivoluzionari mediterranei de 'una faccia, una razza' che maledicono lo spread ed esigono il ritorno alla 'sovranità nazionale' e alla liretta da svalutare al bisogno, per rilanciare le importazioni, dicono. E che il debito pubblico si fotta, chi se ne frega, vogliamo i militari e niente tasse, morte a equitalia, patria o morte, eia eia, alalà.

Non è così semplice - non è mai così semplice – e, per chi avesse voglia di approfondire l'argomento e di 'farsi una cultura' sui rischi che si correrebbero in caso di uscita dall'euro, i link sul web abbondano, cliccate, cliccate e molte lampadine si accenderanno nel buio cerebro.
Ma i 'rivoluzionari' dei presidi e dei blocchi stradali odiano i 'cacasenno' e gli intellettuali in genere - che invitano a riflettere e meditare e 'non darsi la zappa sui piedi' e tenere a freno le lingue e moderare gli slogans para fascisti ed eversivi che si sono ascoltati dopo il 9 dicembre.

Non sappiamo bene che idea di sviluppo economico del paese abbiano costoro, temiamo nessuna e sarebbe bene cominciare a farsi un'idea di come difendere l'ordine democratico manu militari, nel caso tornassero più minacciosi che pria - e se fosse vero quel che scrive Guido Viale in un suo articolo: che l'insorgenza eversiva del 9 dicembre è stata preparata e concordata con alcuni alti papaveri della polizia e, speriamo non sia vero, dell'esercito - lo confermerebbe la compiacenza del 'togliersi i caschi' e la 'mano morbida' nel fronteggiare gli esagitati.

Però il Natale li ha fermati, alleluia! Temo, peraltro, che non li abbia fatti diventare 'più buoni' e più rispettosi dei diritti degli altri concittadini, perciò attrezziamoci. Chi sta con l'ordine democratico lo dica, lo manifesti, prima che sia troppo tardi. Ne va del futuro di questo tragico paese.

 

 

Che sensazione di leggera follia

Un tale, un uomo di cultura, sale in macchina e la conduce a sbattere contro il cancello dell'Eliseo, nientemeno. Ribellismo italiano d'esportazione, che mostra a qual punto di 'leggera' follia' sia arrivato il 'sentire comune' di manifestanti e 'rivoluzionari' di ogni risma e condizione sociale e causa da perorare anche con un discreto uso di violenza.

Dunque converrà farsene una ragione di questo straordinario imperare della follia in questo scorcio di millennio entrante che supera il Medioevo perché la follia non è più il segno del sacro che s'impone dolorosamente sulla vita degli uomini, bensì una laica variante della normalità di noi postmoderni e della libertà di 'fare un po' il caxxo che ci pare', in barba alle leggi e alle convenzioni sociali e alle buone regole di vicinato con il nostro prossimo diverso da noi e che ha interessi diversi.

E se un uomo di cultura arriva al diapason della sua follia protestataria e perde il senso del limite e si fa arrestare in flagranza di violazione delle leggi del paese che lo ospita, figuriamoci che cosa potrà succedere da noi con i cosiddetti 'forconi' e movimenti poveristici aggregati e i partiti politici di destra e populisti che li sostengono e rilanciano a gran voce le confuse richieste di 'niente più tasse' e 'fuori dall'euro' – come fossero la panacea di tutti i mali e ritorna il lavoro per tutti e l'economia rifiorisce d'incanto.

Che cosa ci porterà il nuovo anno? Una sensazione di leggera follia e di ebbrezza sociale e politica in aumento, temo. Ma niente paura, l'umanità ha visto di peggio e forse doppierà il capo di buona speranza del 2050 previsto dal Casaleggio e associati quale nuovo 2012 dei disastri annunciati dai Maya.

Di Hans Holbein il Giovane - Web Gallery of Art: Immagine Info about artwork, Pubblico dominio,

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