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__________ “Let’s have that damned rugby daily dose!” __________ Diario per appassionati a cura di Massimo Coppa Zenari

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ALESSANDRO TRONCON

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Post N° 450

Post n°450 pubblicato il 26 Novembre 2008 da tempodirugby

Forze fresche contro il Galles
CINQUE CAMBIAMENTI PER I WALLABIES


Sono stati annunciati cinque cambiamenti nella formazione dell’Australia che, sabato, affronterà il Galles.

Phil Waugh torna terza linea ala destra. In seconda linea ci sarà Chisholm mentre, nelle retrovie, Richard Brown va al posto dell’infortunato Wycliff Palu. Il pilone sinistro Benn Robinson rimpiazza Ben Alexander. Infine Ryan Cross, che ha saltato la partita con la Francia, sarà centro al posto di Ashley-Cooper.

“Proprio per il rispettoso timore che nutro per il Galles, ho deciso di inserire forze fresche in squadra”, ha dichiarato il coach Robbie Deans.

Di seguito la formazione annunciata.


15 Drew Mitchell, 14 Peter Hynes, 13 Ryan Cross, 12 Stirling Mortlock (capitano), 11 Digby Ioane, 10 Matt Giteau, 9 Luke Burgess, 8 Richard Brown, 7 Phil Waugh, 6 Hugh McMeniman, 5 Nathan Sharpe, 4 Mark Chisholm, 3 Al Baxter, 2 Stephen Moore, 1 Benn Robinson.

A disposizione: 16 Adam Freier, 17 Matt Dunning, 18 Dean Mumm, 19 George Smith, 20 Sam Cordingley, 21 Quade Cooper, 22 Lote Tuqiri o Adam Ashley-Cooper.

 
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Post N° 449

Post n°449 pubblicato il 26 Novembre 2008 da tempodirugby

“Avrei fatto lo stesso se fossi stato il coach dell’Inghilterra”
CIPRIANI D’ACCORDO SULL’ESCLUSIONE


Anche dall’umiltà e dall’onesta ammissione dei propri limiti (anche temporanei) si vede la grandezza di un campione. Il giovanissimo Danny Cipriani si è dichiarato totalmente d’accordo con la decisione del coach dell’Inghilterra, Martin Johnson, di lasciarlo in panchina per il test match di sabato contro la Nuova Zelanda (vedi post precedente a questo).

Cipriani, richiesto di un commento sul provvedimento, ha detto di comprendere la scelta di Johnson e, anzi, ha simpaticamente aggiunto che lui stesso si sarebbe autoescluso visto il suo recente rendimento e si sarebbe sostituito con Toby Flood: “Se fossi stato il coach, avrei preso la stessa decisione. Contro il Sud Africa ho giocato in un modo che avrebbe reso difficile schierarmi ancora. Psicologicamente sto bene e me ne resto a ricaricarmi in attesa di un’altra occasione”.

 
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Post N° 448

Post n°448 pubblicato il 25 Novembre 2008 da tempodirugby

Clamoroso provvedimento del coach Martin Johnson:
a mali estremi, estremi rimedi?
CRISI INGHILTERRA, CIPRIANI SOSTITUITO


E’ tale la crisi in cui si dibatte l’Inghilterra, che nessuno può sentirsi al sicuro da critiche e provvedimenti di esclusione. Neanche un riconosciuto campione, benché giovanissimo.

Nella formazione che sabato affronterà la Nuova Zelanda, e che proviene dalle sconfitte interne contro l’Australia e contro il Sud Africa, resterà in panchina Danny Cipriani, la cui prestazione contro gli Springboks aveva lasciato molto a desiderare, a cominciare dai fallimenti sui calci piazzati.

Cipriani sarà sostituito da Toby Flood.

Il coach Martin Johnson, travolto dalle critiche di mass media e tifosi, ha quindi deciso per una piccola rivoluzione. Mossa disperata o egli è così lucido da aver individuato l’esistenza di un problema che ad altri può apparire poco evidente?

Ci saranno anche altri due cambi rispetto a sabato scorso. Il flanker Tom Rees andrà in panchina e sarà rimpiazzato da Michael Lipman, mentre Nick Kennedy torna in seconda linea al posto di Tom Palmer.

Con queste variazioni e con lo spirito di rivincita che si suppone animi i nazionali della Rosa, dovremmo assistere ad un tipo di match diverso, anche se l’avversario non potrebbe essere meno ostico…

Di seguito, quindi, la formazione annunciata oggi.


15 Delon Armitage, 14 Paul Sackey, 13 Jamie Noon, 12 Riki Flutey, 11 Ugo Monye, 10 Toby Flood, 9 Danny Care, 8 Nick Easter, 7 Michael Lipman, 6 James Haskell, 5 Nick Kennedy, 4 Steve Borthwick (capitano), 3 Phil Vickery, 2 Lee Mears, 1 Tim Payne.

A disposizione: 16 Dylan Hartley, 17 Matt Stevens, 18 Tom Croft, 19 Tom Rees, 20 Harry Ellis, 21 Danny Cipriani, 22 Dan Hipkiss.

 
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Post N° 446

Post n°446 pubblicato il 25 Novembre 2008 da tempodirugby

Fermo da sei a nove mesi per infortunio al ginocchio
STOP PER IL NAZIONALE GALLESE EVANS


Stop forzato per Ian Evans. La seconda linea del Galles e degli Ospreys si è procurato una lesione ai legamenti del ginocchio infortunandosi nel match di sabato scorso contro la Nuova Zelanda.

Evans dovrà essere operato e resterà fermo da sei a nove mesi. Salterà, quindi, il Sei Nazioni.

 
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Post N° 445

Post n°445 pubblicato il 24 Novembre 2008 da tempodirugby

English Guinness Premiership
IL BATH RESTA AL COMANDO, SEGUE IL LONDON IRISH; TONFO DEGLI HARLEQUINS


Venerdì, sabato e domenica si è giocata la English Guinness Premiership. Anche qui, ed esattamente come per la settimana scorsa, valgono le considerazioni per il turno di Top 14 francese: assenti quasi tutti i giocatori impegnati nelle varie nazionali, la giornata di campionato viene ad essere totalmente falsata rispetto alle sue reali potenzialità, per cui i risultati e le performance devono essere assolutamente presi col beneficio dell’inventario…

Il succo del turno è che il Bath resta al comando, ma al secondo posto arriva il London Irish. Gli Harlequins, da che erano secondi, crollano in sesta posizione.


RIEPILOGO RISULTATI

Gloucester-Bristol 39-10

Worcester-Newcastle 26-11

Northampton-Bath 28-28

Leicester-Harlequins 27-14

London Irish-Saracens 27-14

London Wasps-Sale 12-13


CLASSIFICA

Bath 25

London Irish 23

Gloucester 22

Leicester 21

Sale e Harlequins 20

Saracens 16

Worcester 14

Northampton 11

Newcastle 9

London Wasps 8
Bristol 6


Clamoroso risultato di parità tra Northampton e Bath, che concludono 28 a 28. Chi se l’è vista peggio è stato il Bath, che solo alla fine del secondo tempo è riuscito a rimontare e ad agguantare per il rotto della cuffia un disperato pareggio, dopo essere stato in vantaggio per gran parte del match. Se il Northampton ha avuto in Myler un tiratore scelto infallibile, il sudafricano del Bath, Butch James, ha di nuovo ritrovato il suo talento per i calci piazzati, forse definitivamente archiviando qualche parentesi negativa di inizio stagione (in Heineken Cup, il Bath perse a Tolosa anche a causa di cinque punizioni sbagliate dal nazionale Springboks); e, la settimana scorsa, ancora Butch James realizzò in extremis una meta che valse al Bath la vittoria sul Leicester e la conservazione del primo posto…

Insomma, san James! Ma il resto della squadra? Ha lasciato alquanto a desiderare, ancora una volta, specie per una sorta di crollo avutosi nel secondo tempo. Sempre in attacco e sempre pericoloso, il Bath aveva chiuso il primo tempo in vantaggio per 21 a 13. Nella ripresa, i padroni di casa pareggiavano e poi passavano in vantaggio; ma il Bath salvava match e classifica con la meta di Faamatuainu.

Per il Northampton: mete di Diggin, Easter e Tonga’uiha; due trasformazioni, due punizioni ed un drop di Myler.

Per il Bath: mete di Cuthbert, Browne e Faamatuainu; due trasformazioni e tre punizioni di James.

Il London Irish ha battuto i Saracens per 27 a 14, conquistando il secondo posto. Alterna prestazione degli “esiliati irlandesi” di Londra, caratterizzata dai calci piazzati di Hewat e dalle due mete (delle quali la seconda risolutiva) di Tom Homer, un ragazzo di 18 anni che era al suo fulminante esordio. L’unica meta dei Saracens, che si sono difesi egregiamente fino alla fine del match (conducevano 11 a 8 alla fine del primo tempo, e di nuovo erano in vantaggio prima della decisiva rimonta dei padroni di casa), è stata firmata da Van Heerden, nazionale sudafricano campione del mondo 2007, alla sua prima partita in squadra dopo il recente acquisto.

Per il London Irish: due mete di Homer, una di Thorpe; quattro punizioni di Hewat.

Per i Saracens: meta di Van Heerden, tre punizioni di Jackson.

Il Gloucester liquida il Bristol per 39 a 10 ed agguanta il terzo posto in classifica, anche grazie al punto bonus agevolmente guadagnato. Missione facile, per i padroni di casa, impegnati con l’ultima in classifica: cinque mete la dicono lunga sullo svolgimento del match. Il primo tempo si chiudeva già sul 25 a 3, con quattro mete e punto bonus già assicurato.

Per il Gloucester: mete di Morgan, due di Baxton, una per Brown e Lamb; quattro trasformazioni, una punizione ed un drop di Lamb.

Per il Bristol: meta di Lemi, trasformazione di Barnes, punizione di Jarvis.

Il Leicester ha battuto gli Harlequins per 27 a 14. Primo tempo finito 20 a 9, i Tigers hanno dato vita ad una gagliarda prestazione nonostante le assenze dei propri nazionali e qualche infortunio. Di contro, partita veramente deludente per gli Harlequins, che sembravano l’ombra della settimana scorsa.

Per il Leicester: mete di Johne Murphy, Hougaard e Smith; tre trasformazioni e due punizioni di Smith.

Per gli Harlequins: meta di Brooker, tre punizioni di Evans.

Il Sale ha espugnato la Londra dei Wasps per 13 a 12. Partita letteralmente gettata via dai campioni in carica londinesi, penultimi in classifica. Il primo tempo era finito 12 a 6 per i padroni di casa, grazie a quattro punizioni di Walder. Secondo tempo noiosissimo, senza che nessuno marcasse punteggio; ma, a cinque minuti dalla fine, una meta di Cueto, con la trasformazione di Hodgson, regalava la vittoria agli Sharks.

Per i London Wasps: quattro punizioni di Walder.

Per i Sale Sharks: meta di Cueto, una trasformazione e due punizioni di Hodgson.

Il Worcester ha abbattuto il Newcastle per 26 a 11. Partita sostanzialmente noiosa e lenta, ricca di errori da entrambe le parti. Primo tempo finito 9 a 3 per i padroni di casa, nella ripresa il match si movimentava un poco, ma solo gli ultimi dieci minuti registravano il decollo del Worcester.

Per il Worcester: mete di Latham e Tuitupou; due trasformazioni e due punizioni di Crichton; una punizione di Matthew Jones, una punizione di Pennell.

Per il Newcastle: meta di Williams, due punizioni di Clegg.


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Post N° 444

Post n°444 pubblicato il 24 Novembre 2008 da tempodirugby

Non solo Shane
I PIU’ SIGNIFICATIVI IRB AWARDS 2008

I premi assegnati annualmente dall’International Rugby Board non consistono solamente nel giocatore dell’anno anche se, certamente, questo è il premio più valido simbolicamente.

La giuria di esperti assegna awards (come si dice oggi…) anche per altre specialità.

Ecco la griglia delle più significative premiate ieri.

Giocatore dell’anno: Shane Williams (Galles), come già detto.

Squadra dell’anno: Nuova Zelanda

Coach dell’anno: Graham Henry (Nuova Zelanda)

Giovani promesse: Luke Braid (Nuova Zelanda)

Per la carriera di arbitro: Andre Watson.

C’è poi il premio “Meta dell’anno”, assegnato dall’IRPA, l’associazione internazionale dei giocatori, che quest’anno va a Brian O’Driscoll, in Australia-Irlanda.

 
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Post N° 443

Post n°443 pubblicato il 24 Novembre 2008 da tempodirugby

Assegnato ieri sera il trofeo IRB per il miglior giocatore dell’anno
SHANE WILLIAMS SBARAGLIA TUTTI,
DELUSIONE PARISSE


I concorrenti erano numerosi e valorosi. Eppure, per qualche mese abbiamo voluto credere che fosse possibile l’elezione di Sergio Parisse a giocatore internazionale dell’anno, il prestigioso trofeo dell’International Rugby Board equivalente al Pallone d’oro nel calcio.

Ieri sera, a Londra, dalla cerimonia di premiazione è uscito vincitore Shane Williams, il furetto gallese di 31 anni, ala degli Ospreys e della nazionale (nella foto, dopo la premiazione).

L’incoronazione di Parisse sarebbe stata non solo il giusto riconoscimento delle sue qualità agonistiche, ormai note in tutto il mondo, ma anche una bella soddisfazione per il rugby italiano. Pazienza.


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Post N° 442

Post n°442 pubblicato il 24 Novembre 2008 da tempodirugby

41 a 0 e niente da dire
LA SCOZIA PASSEGGIA SUL CANADA


Dopo aver fatto vedere buone cose contro il Galles, aiutato anche dal fatto che il coach avversario aveva fatto scendere in campo solo tre titolari della formazione consueta, il Canada è ritornato quello, consueto, che si fa seppellire sotto una montagna di punti.

Così, sabato, la Scozia ha vinto 41 a 0 sugli avversari nordamericani.

Sei mete e nessun’azione da parte dei canadesi, improvvisamente ritornati evanescenti ed assenti. Una partitella di allenamento? Sì.
Per la Scozia: due mete di Walker, una meta per Cairns, Barclay, Strokosch e Lamont; tre trasformazioni ed una punizione di Godman, una trasformazione di Parks.

 
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Post N° 441

Post n°441 pubblicato il 24 Novembre 2008 da tempodirugby

I Pumas perdono malamente e senza eleganza
NOIA E RISSA TRA IRLANDA E ARGENTINA


Partita noiosa e troppo, troppo nervosa. Si vede che tra irlandesi ed argentini ci sono vecchie ruggini e vecchi conti in sospeso. Un po’ di rivalità non fa male, ma troppo astio provoca continue risse e va a discapito del gioco.

Gli argentini sono senza Contepomi, affetto da un’infezione alla mano, ma questo non giustifica la loro totale opacità.

Non brillano nemmeno gli irlandesi, che si tengono aggrappati al piede di O’Gara, il quale castiga le fallosità avversarie.

L’unica meta della partita arriva proprio a pochi istanti dal fischio finale, ed è quasi beffarda. Non serve nemmeno all’esito del match, perché si era su un 12 a 3 che non consentiva speranze per gli ospiti.

La gara si concludeva, così, sul punteggio di 17 a 3. Gli unici punti argentini sono venuti da una punizione di Fernandez, un esordiente di 22 anni.

Finale incandescente, con rissa fra i due schieramenti a compimento di una tensione durata 80 minuti. Una punizione assegnata agli irlandesi al 75esimo non viene proprio accettata dai Pumas, che protestano vistosamente: quindi Roncero viene allontanato dal campo all’80esimo (!), mentre i giudici di gara non si avvedono che Ledesma applaude sarcasticamente l’arbitro mentre Albacete getta via la palla con rabbia. Da qui a passare alle mani il passo è breve.

Per l’Irlanda: meta di Bowe, tre punizioni ed un drop di O’Gara.

Per l’Argentina: una punizione di Fernandez.


(Fonti iconografiche:
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Post N° 440

Post n°440 pubblicato il 24 Novembre 2008 da tempodirugby

Wallabies tutt’altro che irresistibili, devono ringraziare
la serata nera di Skrela

L’AUSTRALIA VINCE IN FRANCIA, ROTTO UN TABU’
DI OTTO ANNI

Sabato, a Parigi, la Francia ha perso per 13 a 18 con l’Australia, ma è andata vicina al colpaccio. Finalmente una squadra europea avrebbe vinto con un gigante australe in questo mese di test match, ma il risultato finale è stato ancora una volta su quella scia.

Tuttavia i Wallabies hanno rischiato di perdere e, tutto sommato, lo avrebbero meritato, essendosi limitati ad agire di rimessa, aspettare le sortite francesi ed approfittare degli errori dell’avversario. Gli ospiti australi sono stati letteralmente graziati dai padroni di casa europei e, soprattutto, da Skrela (nella foto), le cui performance su calci piazzati sono state a dir poco disastrose: ben cinque su sei i fallimenti del nazionale francese, e quindi 15 punti persi che avrebbero davvero fatto la differenza.

Era dal 2000 che l’Australia non vinceva in Francia, e questo aumenta ancor più la rabbia degli uomini guidati da Lievremont.

Bisognava giungere al 28esimo minuto di gioco per sbloccare il risultato da uno 0 a 0 sorprendente quanto tignoso. Era Matt Giteau a realizzare una punizione da 25 metri di distanza e punire così la Francia per un mancato allontanamento post placcaggio di Dusautoir. Tre minuti dopo, un’azione articolatasi tra Mortlock e Burgess mandava in meta Moore. Meta trasformata da Giteau e 10 a 0 per gli ospiti in uno Stade de France ammutolito.

Mancava un minuto alla fine del primo tempo, quando la Francia guadagnava una meta di penalità dopo una mischia, riducendo lo svantaggio e sistemandosi sul 10 a 7.

Nella ripresa, al 48esimo, i padroni di casa pareggiavano con uno dei rari calci piazzati messi a segno da Skrela. Ed al 52esimo uno splendido drop da 45 metri firmato da Medard portava i bleus in vantaggio per 13 a 10.

L’atmosfera si infiammava. I Wallabies non ci stavano e, sette minuti dopo, tornavano in vantaggio, coronando con una meta di Hynes una insistita azione di Mortlock. Giteau falliva la trasformazione e si era sul 13 a 15 per l’Australia: un risultato sempre apertissimo che non consentiva a nessuno di rallentare il ritmo del match. Ma ormai il tempo stringeva: un’altra punizione di Giteau portava il punteggio sul 13 a 18, e così finiva. Sarebbe finita ben diversamente se Skrela avesse fatto il suo dovere.

Per la Francia: una meta di penalità; una trasformazione ed una punizione di Skrela, un drop di Medard.

Per l’Australia: mete di Moore e Hynes, una trasformazione e due punizioni di Giteau.


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Post N° 439

Post n°439 pubblicato il 23 Novembre 2008 da tempodirugby

Uno sgarbo diplomatico verso la Haka degli ospiti accende
gli animi
IN UN’ATMOSFERA INFUOCATA LA NUOVA ZELANDA SCHIACCIA IL GALLES


Il Galles aspetta dal 1953 di vincere contro la Nuova Zelanda, ma dovrà aspettare ancora. Ieri, a Cardiff, è stato infatti battuto dagli All Blacks per 29 a 9. I neozelandesi proseguono, quindi, imbattuti nel loro tour delle isole britanniche, che intendono concludere vincendo tutto e realizzando il cosiddetto “grande slam”.

Il Galles è sempre stato un osso duro, e la rivalità con gli All Blacks è storica e ne abbiamo già parlato. La gara di ieri era molto sentita dai padroni di casa, ed ha avuto luogo anche un incidente diplomatico, del resto preventivabile.

La Haka, la danza guerriera neozelandese di origine maori, è oramai un “must”, una cosa irrinunciabile a cui tutti siamo abituati. Ma fino agli anni Settanta del Novecento non era così. Anzi, gli All Blacks si facevano pregare per eseguirla in occasione di qualche tour europeo. Poi, è diventata una tale consuetudine ed è talmente suggestiva da essere una tappa obbligata di ogni partita della Nuova Zelanda. Siccome, però, è comunque una danza con la quale si sfida apertamente l’avversario, a volte possono capitare episodi sgradevoli. E spesso questo è accaduto proprio in Galles. I fumantini padroni di casa, una volta, costrinsero gli All Blacks a farsi la danza negli spogliatoi, tanto per dirne una. Peraltro questa consuetudine potrebbe un giorno portare a qualche grave incidente, che finirebbe per essere sanzionato dall’arbitro, visto che avviene in un contesto pre-partita che già ricade sotto la responsabilità dei giudici di gara.

E proprio ieri la situazione ha rischiato di degenerare. I neozelandesi hanno performato la “Kapa O Pango”, la danza più dura, quella per le grandi occasioni e che si conclude con un gesto che sta a significare il taglio della gola dell’avversario.

Terminata la Haka, i gallesi, riuniti come di consueto in linea a fronteggiare gli avversari, non si sono mossi. Allora anche gli All Blacks sono rimasti sulle loro posizioni in una specie di guerra di trincea. L’arbitro, il celeberrimo sudafricano Kaplan, è arrivato in mezzo col pallone in mano, quasi a far finta di niente. Ma nessuno si muoveva ancora. Allora Kaplan ha chiesto ai neozelandesi di prendere posizione per il match; questi hanno rifiutato. Poi l’ha chiesto ai gallesi: idem. Nessuno si muoveva. Alla fine hanno rotto le righe proprio gli All Blacks, per la felicità del pubblico casalingo e la vittoria morale dei gallesi. Tutto lo show è visibile su YouTube, cliccando QUI.

Prima o poi, per questa consuetudine della Haka, succederà qualche grosso guaio…

Dunque, il match cominciava con la rivalità più accesa e prometteva scintille.

I gallesi iniziavano subito a battagliare, e tenevano bene il ritmo. Il primo tempo si concludeva 9 a 6, grazie a tre punizioni di Stephen Jones. I gallesi sembravano a tratti delle autentiche furie rosse, ma si sospettava che ci fosse molto cuore e poca tecnica nella loro azione. Di fatti non riuscivano a realizzare nemmeno una meta. Ancora una volta, confermando un trend evidenziatosi nelle ultime gare, i neozelandesi organizzavano contrattacco e rimonta nel secondo tempo. Per tutta la partita Dan Carter è tornato il tiratore infallibile di calci piazzati (aveva molto deluso, finora) e, ad un certo punto, ha livellato il risultato. Quindi arrivavano le mete e la pratica era archiviata.

Gli All Blacks erano in formazione piena, stavolta, consci dell’importanza del match: niente seconde o terze squadre come con la Scozia o il Munster! Ed il collettivo, trascinato da McCaw, ha risposto.

Nemmeno il rientro in campo di James Hook al 59esimo (reduce da un infortunio nel match con il Canada) serviva a niente.

Per il Galles: tre punizioni di Stephen Jones.

Per la Nuova Zelanda: mete di Nonu e Kaino, due trasformazioni e cinque punizioni di Carter.


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Post N° 438

Post n°438 pubblicato il 23 Novembre 2008 da tempodirugby

La sconfitta più pesante mai rimediata in casa ad opera
degli Springboks
INGHILTERRA UMILIATA DAL SUD AFRICA


Ennesima sconfitta inglese e crisi aperta per la Rosa e per la gestione di Martin Johnson. L’Inghilterra ha perso per 42 a 6 contro il Sud Africa, che termina imbattuto il suo tour europeo di novembre.

E’ finita nel peggiore dei modi, per i padroni di casa, la riedizione a Twickenham della finale mondiale dell’anno scorso, ugualmente persa ma con uno scarto minore ed una prestazione ben diversa. Stavolta siamo all’umiliazione, e peraltro contro una squadra che, a partire dalla gestione de Villiers, ha lasciato molto a desiderare.

Non si capisce se il Sud Africa visto ieri sia nuovamente stellare o se sia l’Inghilterra a versare in una crisi che assume le tinte del dramma.

In linea di massima è comunque vero che praticamente tutte le squadre dell’emisfero boreale stanno facendo la solita, pessima figura, contro i giganti australi. Aver compagni al duol, quindi, scema la pena? Indubbiamente, ma la selezione inglese di problemi ne ha, eccome.

Mai, prima di ieri, gli Springboks avevano vinto in Inghilterra con un tale margine. Ma quello che, certamente, fa più impressione è la facilità con cui i sudafricani si sono imposti. E’ stata per loro la partita più facile: molto più che con il Galles o con la Scozia…

Persino quando gli ospiti sono rimasti due volte in inferiorità numerica (per cartellini gialli inflitti dall’arbitro a Mtawarira ed a Jantjes), l’Inghilterra non è riuscita a produrre alcuna pressione offensiva degna di questo nome.

Il Sud Africa ha stravinto e divertito, con cinque mete all’attivo. Due punizioni firmate da Cipriani: questo è stato tutto il contributo inglese al match. Il primo tempo vedeva i padroni di casa soccombere già per 20 a 6.

Ci sarà veramente da lavorare, per il coach Johnson: ammesso che resti al suo posto. E sabato prossimo arrivano gli All Blacks…

Per l’Inghilterra: due punizioni di Cipriani.

Per il Sud Africa: mete di Rossouw, Pienaar, Jacobs, Fourie e Habana; tre trasformazioni e tre punizioni di Pienaar; una trasformazione di Steyn.


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Post N° 437

Post n°437 pubblicato il 23 Novembre 2008 da tempodirugby

Top 14
IL TOLOSA RESTA IN TESTA, IL BAYONNE SEGUE


Classifica corta, ma il Tolosa resta in vetta al Top 14 francese, mentre il Bayonne diventa secondo, a due punti di distanza, ed il Perpignan, con lo Stade Français, è terzo a quattro punti.

Questo, in sintesi, il senso della giornata di campionato tenutasi tra venerdì ed ieri allo stesso modo della settimana scorsa: e cioè senza tutta la caterva di nazionali impegnati con le selezioni dei propri Paesi di provenienza nei test match di novembre voluti dall’IRB. Quindi, un campionato atipico, falsato in partenza e su cui non si può, onestamente, arzigogolare molto ed inferire ragionamenti e supposizioni.


RIEPILOGO RISULTATI

Bourgoin-Tolosa 12-18

Stade Français-Castres 19-12

Bayonne-Montpellier 42-9

Mont de Marsan-Dax 12-6

Tolone-Biarritz 10-5

Brive-Montauban 33-28

Clermont-Perpignan 29-9


CLASSIFICA

Tolosa 39

Bayonne 37

Perpignan e Stade Français 35

Clermont 30

Montauban e Montpellier 27

Biarritz e Brive 24

Dax 21

Tolone 19

Castres 18

Bourgoin 16

Mont de Marsan 11


Il Tolosa ha dunque vinto in casa del Bourgoin per 18 a 12. Le premesse erano tutte a suo favore: la prima in classifica, e che ha dimostrato di meritare di esserlo, contro una squadra che vegeta in zona rossa, sul fondo. Invece gli ospiti hanno sì vinto, ma hanno sofferto e, ad un certo punto nel secondo tempo, si sono pure trovati sotto!

Due mete per i tolosani, e sarebbero pure state sufficienti visto che gli avversari non ne hanno segnata nemmeno una; eppure, i padroni di casa si difendevano egregiamente: il primo tempo li vedeva sotto appena per 10 a 9, e nella ripresa l’estremo Denos centrava un magnifico drop e portava la sua squadra sul 12 a 10. Tutto il match, in verità, è stato pesantemente condizionato dalla situazione atmosferica: da un certo punto in poi ha letteralmente diluviato, per cui la soluzione dei calci piazzati e dei drop diventava quasi naturale ed obbligata. Cominciava un brutto periodo per il Tolosa, che ad un certo punto disperava di salvarsi: in effetti il pericolo c’è stato. Basti pensare che il pareggio arrivava al 67esimo con una punizione di Du Toit, ma la vittoria solo all’ultimo minuto, con una meta del neozelandese Kelleher. Michalak sbagliava incredibilmente una facile trasformazione e consentiva, quindi, al Bourgoin di incassare un punticino bonus per aver contenuto la sconfitta.

Per il Bourgoin: due punizioni ed un drop di Boyet, un drop di Denos.

Per il Tolosa: mete di Kunavore e Kelleher, una trasformazione ed una punizione di Michalak, una punizione di Du Toit.

Il Bayonne ha schiacciato il Montpellier per 42 a 9 raggiungendo la seconda posizione in classifica. Che dire di questa partita? Il risultato parla chiaro: i padroni di casa hanno dominato dal primo minuto all’ultimo, realizzando una valanga di mete ed ottenendo quindi anche il punto bonus. Primo tempo finito 21 a 6, il Montpellier realizzava solo tre punizioni.

Per il Bayonne: mete di Roumieu, Gerber, due di Lacroix, una di Inigo; quattro trasformazioni e tre punizioni di Edmonds.

Per il Montpellier: tre punizioni di McHugh.

Il Clermont ha battuto il Perpignan per 29 a 9. Anche qui la supremazia dei padroni di casa è stata schiacciante. Hanno prodotto una pressione offensiva costante che ha annientato i pur titolati ospiti, i quali sono riusciti solo a confezionare due punizioni ed un drop, peraltro tutti nel primo tempo (finito 19 a 9). La fallosità del Perpignan ha regalato fior di punizioni al Clermont, che ne ha approfittato largamente. Gran partita dell’australiano Brock James, a segno in tutti i modi.

Per il Clermont: mete di Brock James e Vermeulen, due trasformazioni e cinque punizioni di James.

Per il Perpignan: due punizioni di Porical ed un drop di Mele.

Lo Stade Français è finalmente tornato alla vittoria. Ha battuto il Castres per 19 a 12, ma non è stato facilissimo. Innanzitutto per la pioggia battente che ha molto influito sull’incontro. Poi perché, ancora, lo Stade era decimato dall’assenza dei vari nazionali. Un aiuto lo ha dato il Castres, la cui difesa ha lasciato molto a desiderare. Così, i padroni di casa sono stati brutti, ma vincenti.

Per lo Stade: meta di Camara, una trasformazione e quattro punizioni di Oelschig.

Per il Castres: quattro punizioni di Toulet.

Il Brive ha battuto il Montauban per 33 a 28. Il Brive rimane imbattuto in casa, e conclude il primo tempo in vantaggio per 16 a 15. Il risultato stato in dubbio più volte, ma i padroni di casa non si sono mai fatti scavalcare dall’avversario, anche se non l’hanno umiliato: anzi, ha pure guadagnato il punto bonus. Infallibile il piede dell’inglese Andy Goode, a cui si è contrapposto il romeno Mitu.

Per il Brive: due mete di Estebanez e Khinchagishvili, tre trasformazioni, tre punizioni ed un drop di Goode.

Per il Montauban: una meta di penalità, una trasformazione e due punizioni di Fortassin, cinque punizioni di Mitu.

Toh! Il Tolone ha vinto una partita! E’ accaduto col Biarritz e per 10 a 5. Partita noiosa tra squadre in crisi e con la paura di perdere. Primo tempo con gli ospiti in vantaggio per 5 a 3. La meta dei padroni di casa nella ripresa decideva il match.

Per il Tolone: meta di Ai’i, una trasformazione ed una punizione di Pisi.

Per il Biarritz: meta di Gobelet.

Sorpresa per sorpresa, anche il fanalino di coda del Mont de Marsan ha vinto una partita (la seconda vittoria della stagione): 12 a 6 col Dax. Anche in questo caso match noioso, senza neanche una meta. Primo tempo finito 6 a 6.

Per il Mont de Marsan: tre punizioni di Arrayet ed una di Lafforgue.

Per il Dax: due punizioni di Vignau-Tuquet.


(Fonti iconografiche:
1)

 
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Post N° 436

Post n°436 pubblicato il 22 Novembre 2008 da tempodirugby

FLASH
Top 14, Tolosa ancora in testa
SUD AFRICA, NUOVA ZELANDA E AUSTRALIA, TUTTE VINCENTI


Continua il predominio (anzi, lo strapotere) delle maggiori formazioni australi in questo tour europeo novembrino.

Oggi il Sud Africa ha battuto l’Inghilterra per 42 a 6; la Nuova Zelanda ha sconfitto il Galles per 29 a 9 e l’Australia, pochi minuti fa, ha vinto di misura, per 18 a 13, sulla Francia.

Per il resto, la Scozia ha annientato il Canada per 41 a 0, e l’Irlanda ha liquidato l’Argentina per 17 a 3.

Nel Top 14 francese il Tolosa ha vinto ancora, conservando la prima posizione, mentre il Bayonne è passato in seconda.


A partire da domani resoconti su tutti i match internazionali, sul Top 14 e sulla English Guinness Premiership (di cui oggi si sono giocati due anticipi).

 
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Post N° 435

Post n°435 pubblicato il 22 Novembre 2008 da tempodirugby

Un’altra polemica sul massimo campionato italiano
in coda alla pessima prestazione degli Azzurri
MALLETT VUOLE FARE L’OTTIMISTA MA CRITICA
LA QUALITA’ DEL SUPER 10


Nelle dichiarazioni del dopo partita il coach degli Azzurri, Nick Mallett, ha cercato di guardare il bicchiere mezzo pieno, specie se ci riferiamo al secondo tempo: “Abbiamo tenuto la palla per 35 minuti (nella ripresa, NdR) e mi dispiace solamente che siamo riusciti a segnare una meta troppo tardi. Nel secondo tempo abbiamo giocato solo noi e, se abbiamo segnato poco, è stato anche perché ci siamo trovati di fronte giocatori molto forti fisicamente, che ci hanno concesso pochi spazi. Ma ho visto una buona organizzazione di gioco e buoni movimenti collettivi”.

Il coach sudafricano non cerca di scansare le colpe: “Io sono l’allenatore, quindi le responsabilità sono mie. Se i giocatori non sono in forma dal punto di vista psicologico, è colpa mia. Nella prima fase della partita abbiamo giocato bene, poi nel finale del primo tempo abbiamo commesso degli errori e li abbiamo pagati. Ma non credo perché i giocatori non avessero voglia di tentare di giocare. E’ un fatto di mentalità e volontà. E ancora: “Contro l’Argentina avremmo dovuto giocare come oggi nel secondo tempo: abbiamo fatto tanto gioco, loro hanno avuto la palla solo per 5 minuti. Loro sono grossi e veloci, forti sui punti d’incontro; andare uno contro uno non è facile: se loro hanno la palla in mano segnano mete. Partendo dal 22-10 dell’intervallo è molto facile perdere con squadre come queste per 45-10, per questo sono felice di quello che abbiamo fatto nel secondo tempo”.
Per quanto concerne il trittico deludente di questo novembre, Mallett sostiene che “l’Italia è indietro di dieci anni, ci sono solo due squadre veramente professionistiche”. E questo aprirà sicuramente una nuova polemica sulla qualità del rugby italiano e, segnatamente, del Super 10. Ha quindi aggiunto: “Marcato? Ha sbagliato solo con l’Argentina. Oggi ha giocato una bella partita, ha bisogno di giocare ancora di più. Masi? Non gioca mai da estremo, lo ha fatto solo per la nazionale. Abbiamo cinque, sei trequarti che giocano nel campionato italiano, mentre avremmo bisogno di farli giocare ad un livello più alto, come dimostrato dai risultati dei club nelle coppe europee”.

In definitiva, “la migliore partita è stata quella contro Australia. Abbiamo giocato una brutta partita contro l’Argentina, per la quale siamo tutti responsabili, ed oggi abbiamo giocato un buon secondo tempo con giocatori che hanno fatto buone cose”.

 
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Post N° 434

Post n°434 pubblicato il 22 Novembre 2008 da tempodirugby

Ancora una scialba prestazione dell’Italia, raddrizzata parzialmente ma tardivamente nel secondo tempo
AZZURRI GRIGI, ANCHE PER I PACIFIC ISLANDERS
E’ FESTA


L’Italia è riuscita nella difficile impresa di perdere tutte e tre le partite previste per questo luttuoso mese di test match griffati IRB e Cariparma.

Anche con i Pacific Islanders, oggi, gli Azzurri hanno rimediato una sconfitta (per 25 a 17), anche se stavolta in uno stadio non completamente pieno nonostante la splendida (ma fredda) giornata a Reggio Emilia.

Siamo partiti subito male: in svantaggio già al terzo minuto, a causa di una meta fulminea degli australi, peraltro perfettamente evitabile e su cui abbiamo grosse colpe. Poi, però, ritrovavamo il bandolo della matassa, pareggiavamo e, addirittura, passavamo in vantaggio. Ma, ancora, riemergevano tutti i fantasmi della peggiore Italia ed un atteggiamento da partita con l’Argentina: approssimativo, impreciso, falloso e rinunciatario.

Così, gli Isolani tornavano in cattedra nonostante siano una squadra obiettivamente mediocre, dal gioco sfilacciato, inconsistente in molti reparti e, insomma, neanche tecnicamente all’altezza non dico dell’Italia, ma probabilmente nemmeno di diversi club del Super 10. Eppure, anche con loro abbiamo sofferto; eppure, anche con loro abbiamo perso.

E’ stato un match deprimente, e davvero si fa una gran fatica persino a scriverne, tanto fa male pensarci: ancora una volta, abbiamo perso per essere stati peggiori dei nostri pessimi avversari. Abbiamo regalato alla selezione di Tonga, Samoa e Fiji l’unica vittoria del loro grigio tour europeo.

E meno male che quello di oggi doveva essere il match della riscossa! Già arzigogolavamo sul fatto che, pur vincendo, questo avrebbe solo parzialmente riscattato le due precedenti sconfitte (anche se quella con l’Australia era assolutamente preventivabile, data la caratura dell’avversario – ed è stata una partita assolutamente dignitosa): si sperava, però, che oltre alla vittoria arrivasse una nuova mentalità in campo ed un bel gioco. Invece, non è arrivata nemmeno la vittoria…

Tutti i reparti degli Azzurri hanno sofferto, anche se la nostra croce è stata ancora la trequarti; delle disattenzioni difensive si è già detto, e persino la mischia ha lasciato a desiderare. Nel secondo tempo abbiamo attaccato molto, ma non siamo riusciti a concretizzare se non parzialmente.

Al quarto minuto di gioco, come detto, gli ospiti andavano in meta con Delasau, su spunto di Tagikakibau: Marcato sbagliava un calcetto, Pratichetti e Garcia, improvvisamente evanescenti, lasciavano che Delasau si insinuasse facilmente ed andasse in area di meta. Bai trasformava ed eravamo già sotto per 7 a 0.

Marcato accorciava le distanze con una punizione, e gli Azzurri sembravano capaci di riorganizzarsi, nonostante il comprensibile choc iniziale. Leonardo Ghiraldini ci faceva tornare a sorridere, andando in meta di forza, sospinto da Mirco Bergamasco e dopo un’azione insistita con continui cambiamenti di fronte. Con la trasformazione di Marcato eravamo al sorpasso: 10 a 7, e potevamo pensare di archiviare la follia iniziale nel ripostiglio delle sciocchezze a cui si rimedia. Ma al 19esimo ancora Bai, su punizione, pareggiava; quindi subiva un cartellino giallo e veniva allontanato temporaneamente dall’arbitro. Ora gli Azzurri erano in superiorità numerica ed avrebbero potuto (ed avrebbero dovuto) cercare di approfittarne. Invece, come con l’Argentina, era proprio questo il momento in cui subivamo: al 29esimo era ancora Delasau ad involarsi in meta provenendo da una mischia. La trasformazione veniva malamente fallita ed eravamo sul 15 a 10 per gli ospiti. Non era il disastro. Non ancora. Al 35esimo l’arbitro allontanava anche il nostro Robertson. Ormai il tempo regolamentare era scaduto, e si pensava che i Pacific Islanders, appena avessero avuto il pallone fra le mani, lo avrebbero calciato fuori per andare al meritato riposo. Invece, inspiegabilmente, seppur molto arretrati, gli ospiti organizzavano una nuova azione, apparentemente ignari o indifferenti al fatto che il tempo fosse scaduto. Forse avevano vaticinato il futuro, o forse i nostri erano già con la testa alle panche degli spogliatoi, perché da quell’azione, incredibilmente, scaturiva una scorribanda di Ratuvou, che andava in meta dopo costruzione ancora di Tagikakibau. Bai trasformava e si andava al riposo sul 22 a 10.

Da indiscrezioni risulta che Mallett abbia fatto un cazziatone agli atleti italiani negli spogliatoi: altro che relax e bottiglietta di minerale!

Comunque sia, al ritorno in campo erano ancora gli avversari a marcare punteggio con una punizione di Bai. Sul 25 a 10, finalmente si registrava la reazione italica: maturava un pressing costante ma che, purtroppo, era piuttosto sterile. Era inoltre costretto ad andarsene Masi (nella foto) per un infortunio al ginocchio.

Al 25esimo Parisse concretizzava un possesso a partire da una mischia, lanciando Mauro Bergamasco che arrivava in meta come un treno. Trasformazione di Marcato e punteggio di 25 a 17. Restavano quindici minuti ed un passivo che poteva essere recuperato. Poteva, appunto.

Per l’Italia: mete di Ghiraldini e Mauro Bergamasco, due trasformazioni ed una punizione di Marcato.

Per i Pacific Islanders: due mete di Delasau ed una di Ratuvou; due trasformazioni e due punizioni di Bai.


(Fonti iconografiche:
1)

 
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Post N° 433

Post n°433 pubblicato il 22 Novembre 2008 da tempodirugby

E forza, Italia!
TUTTO PRONTO PER UN ALTRO GRANDE
SABATO DI RUGBY


Oggi sarà un altro grande sabato di rugby, come ormai ci ha abituato questo mese di novembre di test match internazionali targati IRB.

Si terranno però anche alcune partite della English Guinness Premiership ed un intero turno di Top 14 francese. Ovviamente, questi campionati saranno ancora senza i nazionali impegnati nei test match.

Ricapitolando, queste le partite internazionali di oggi.

Italia-Pacific Islanders

Inghilterra-Sud Africa

Irlanda-Argentina

Scozia-Canada

Galles.Nuova Zelanda

Francia-Australia

Tutte le partite sono su Sky, tranne l’Italia (su La 7 a partire dalle 14.00).

 
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Post N° 432

Post n°432 pubblicato il 21 Novembre 2008 da tempodirugby

Stanco ed amareggiato in un’intervista alla BBC
JONNY WILKINSON DICE ADDIO ALLA NAZIONALE?


Fine di un’epoca?

I continui infortuni (anche adesso è fermo) hanno forse fatto spezzare qualcosa nel morale di Jonny Wilkinson, il mitico rugbista inglese, oggi 29enne, recordman internazionale di punti realizzati nella storia del rugby ed artefice della vittoria in extremis del Mondiale 2003 a tempo scaduto.

In un’intervista rilasciata oggi ad un canale radio della BBC, Wilko ha detto di non sentirsi più motivato a rientrare in nazionale (“sento che non mi divertirei”), ed ha affermato ancora una volta di ritenere Danny Cipriani un successore più che degno.

Il mediano ha affermato: “Se volessi giocare per l’Inghilterra, potrei tornare come in passato, ma potrei non divertirmi”. E ancora: “Se riuscissi a dare ancora il meglio di me, non avrebbe importanza farlo per l’Inghilterra o altrove”.

Ed ecco la frase cruciale, che fa veramente riflettere: “Ero solito giudicare la mia vita in base ai trofei. Ho giocato per l’Inghilterra e vinto una Coppa del Mondo. Bene: ho fatto quelle cose e non ero felice. E’ questo il punto”.

Un eterno insoddisfatto, dunque?

Ti prego, Jonny: ripensaci!

 
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Post N° 431

Post n°431 pubblicato il 21 Novembre 2008 da tempodirugby

I gallesi non vincono dal 1953; tra inglesi e Springboks
il remake della finale mondiale 2007
GALLES-NUOVA ZELANDA ED INGHILTERRA-SUD AFRICA: QUANDO STORIA, PASSIONE E CRONACA
SI FONDONO


Tra le varie partite di domani previste per i test match novembrini voluti dall’International Rugby Board, due si impongono all’attenzione più delle altre.

Una è Galles-Nuova Zelanda. La partita si terrà a Cardiff, al Millennium Stadium, esattamente dove, il 6 ottobre dell’anno scorso, in una delle ambientazioni “decentrate” del Mondiale tenutosi in Francia, gli All Blacks rimasero scioccati dall’eliminazione avvenuta ad opera proprio della nazionale francese, per 20 a 18.

Le selezioni dei due Paesi anglofoni, dove il rugby viene inteso quasi come una religione (come è stato giustamente ed acutamente osservato), si scontreranno ancora, nell’aggiornamento di una lunga scia storica: il Galles cercherà, ancora una volta e sempre, di ottenere un successo che manca addirittura dal 1953, quando vinse 13 a 8 al National Stadium. Tra l’ottobre del 1953 ed il marzo del 1954 gli All Blacks furono impegnati nell’emisfero boreale in un tour tra i più lunghi e massacranti della storia (36 partite in sei mesi). Per avere un’altra vittoria del Galles bisogna risalire al 1935 ed al 1905. Sarà quindi, come sempre, un match pieno di significati: senza dimenticare che il Galles è vincitore del Sei Nazioni di quest’anno.

A Twickenham si incontreranno invece Inghilterra e Sud Africa. E’ il remake della finale dei Mondiali 2007, quando i sudafricani, allora guidati da White, il 20 ottobre si laurearono campioni del mondo vincendo 15 a 6 allo Stade de France, a Parigi.

Dovremmo assistere ad un match emozionante: entrambe le squadre hanno la disperata necessità di vincere ma, soprattutto, di convincere, essendo entrambe reduci da periodi opachi: la Rosa, guidata dal nuovo coach Martin Johnson, ha mostrato diversi, gravi problemi; gli Springboks del primo allenatore di colore, de Villiers, hanno disputato un Tri-Nations assolutamente da dimenticare.

 
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Post N° 430

Post n°430 pubblicato il 21 Novembre 2008 da tempodirugby

Rugby e solidarietà
I PACIFIC ISLANDERS VANNO A TROVARE
I MALATI ITALIANI


E’ una di quelle notizie che scaldano il cuore e testimoniano l’incredibile differenza tra calcio e rugby. Tanto spesso il primo appare distante, sofisticato, arrogante ed insensibile, altrettanto spesso lo sport della palla ovale sembra rimarcare i concetti di solidarietà, amicizia, sensibilità, frugalità.

Ieri una delegazione dei Pacific Islanders, che domani incontreranno l’Italia a Reggio Emilia, è stata all’ospedale “San Sebastiano” di Correggio (dove gli australi sono in ritiro) per incontrare i malati.

L’iniziativa è stata promossa dall’istituto scolastico “Einaudi” nell’ambito del progetto “E.R., studenti in prima linea”. Gli studenti di questa scuola sono impegnati in volontariato ospedaliero ed hanno pensato di invitare la selezione di rugbisti di Fiji, Tonga e Samoa. Il dirigente Rambuka ha accettato e, così, ecco arrivare al cospetto dei piacevolmente allibiti degenti quattro giganti del Pacifico, che si sono intrattenuti con i malati firmando autografi e lasciandosi fotografare in un’atmosfera di grande allegria.

 
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