Creato da: tempodirugby il 08/10/2008
__________ “Let’s have that damned rugby daily dose!” __________ Diario per appassionati a cura di Massimo Coppa Zenari

PER CONTATTARE
"TEMPO DI RUGBY"
Per messaggi, richieste
e collaborazioni:
tempodirugby@libero.it

 

JONNY WILKINSON

LIVING LEGEND
RECORDMAN DI PUNTI
REALIZZATI NELLA
STORIA DEL RUGBY
(e gioca ancora...)

 
 
 

ALL BLACKS

BENVENUTI ALL'INFERNO



 

Cerca in questo Blog

  Trova
 

FACEBOOK

 
 

Archivio messaggi

 
 << Maggio 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
    1 2 3 4 5
6 7 8 9 10 11 12
13 14 15 16 17 18 19
20 21 22 23 24 25 26
27 28 29 30 31    
 
 
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 

ALESSANDRO TRONCON

NELLA STORIA

 

Chi può scrivere sul blog

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti possono pubblicare commenti.
I messaggi e i commenti sono moderati dall'autore del blog, verranno verificati e pubblicati a sua discrezione.
 

Area personale

 

 

 
« Messaggio #438Messaggio #440 »

Post N° 439

Post n°439 pubblicato il 23 Novembre 2008 da tempodirugby

Uno sgarbo diplomatico verso la Haka degli ospiti accende
gli animi
IN UN’ATMOSFERA INFUOCATA LA NUOVA ZELANDA SCHIACCIA IL GALLES


Il Galles aspetta dal 1953 di vincere contro la Nuova Zelanda, ma dovrà aspettare ancora. Ieri, a Cardiff, è stato infatti battuto dagli All Blacks per 29 a 9. I neozelandesi proseguono, quindi, imbattuti nel loro tour delle isole britanniche, che intendono concludere vincendo tutto e realizzando il cosiddetto “grande slam”.

Il Galles è sempre stato un osso duro, e la rivalità con gli All Blacks è storica e ne abbiamo già parlato. La gara di ieri era molto sentita dai padroni di casa, ed ha avuto luogo anche un incidente diplomatico, del resto preventivabile.

La Haka, la danza guerriera neozelandese di origine maori, è oramai un “must”, una cosa irrinunciabile a cui tutti siamo abituati. Ma fino agli anni Settanta del Novecento non era così. Anzi, gli All Blacks si facevano pregare per eseguirla in occasione di qualche tour europeo. Poi, è diventata una tale consuetudine ed è talmente suggestiva da essere una tappa obbligata di ogni partita della Nuova Zelanda. Siccome, però, è comunque una danza con la quale si sfida apertamente l’avversario, a volte possono capitare episodi sgradevoli. E spesso questo è accaduto proprio in Galles. I fumantini padroni di casa, una volta, costrinsero gli All Blacks a farsi la danza negli spogliatoi, tanto per dirne una. Peraltro questa consuetudine potrebbe un giorno portare a qualche grave incidente, che finirebbe per essere sanzionato dall’arbitro, visto che avviene in un contesto pre-partita che già ricade sotto la responsabilità dei giudici di gara.

E proprio ieri la situazione ha rischiato di degenerare. I neozelandesi hanno performato la “Kapa O Pango”, la danza più dura, quella per le grandi occasioni e che si conclude con un gesto che sta a significare il taglio della gola dell’avversario.

Terminata la Haka, i gallesi, riuniti come di consueto in linea a fronteggiare gli avversari, non si sono mossi. Allora anche gli All Blacks sono rimasti sulle loro posizioni in una specie di guerra di trincea. L’arbitro, il celeberrimo sudafricano Kaplan, è arrivato in mezzo col pallone in mano, quasi a far finta di niente. Ma nessuno si muoveva ancora. Allora Kaplan ha chiesto ai neozelandesi di prendere posizione per il match; questi hanno rifiutato. Poi l’ha chiesto ai gallesi: idem. Nessuno si muoveva. Alla fine hanno rotto le righe proprio gli All Blacks, per la felicità del pubblico casalingo e la vittoria morale dei gallesi. Tutto lo show è visibile su YouTube, cliccando QUI.

Prima o poi, per questa consuetudine della Haka, succederà qualche grosso guaio…

Dunque, il match cominciava con la rivalità più accesa e prometteva scintille.

I gallesi iniziavano subito a battagliare, e tenevano bene il ritmo. Il primo tempo si concludeva 9 a 6, grazie a tre punizioni di Stephen Jones. I gallesi sembravano a tratti delle autentiche furie rosse, ma si sospettava che ci fosse molto cuore e poca tecnica nella loro azione. Di fatti non riuscivano a realizzare nemmeno una meta. Ancora una volta, confermando un trend evidenziatosi nelle ultime gare, i neozelandesi organizzavano contrattacco e rimonta nel secondo tempo. Per tutta la partita Dan Carter è tornato il tiratore infallibile di calci piazzati (aveva molto deluso, finora) e, ad un certo punto, ha livellato il risultato. Quindi arrivavano le mete e la pratica era archiviata.

Gli All Blacks erano in formazione piena, stavolta, consci dell’importanza del match: niente seconde o terze squadre come con la Scozia o il Munster! Ed il collettivo, trascinato da McCaw, ha risposto.

Nemmeno il rientro in campo di James Hook al 59esimo (reduce da un infortunio nel match con il Canada) serviva a niente.

Per il Galles: tre punizioni di Stephen Jones.

Per la Nuova Zelanda: mete di Nonu e Kaino, due trasformazioni e cinque punizioni di Carter.


(Fonti iconografiche:
1)

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 
Vai alla Home Page del blog

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963