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Post N° 434

Post n°434 pubblicato il 22 Novembre 2008 da tempodirugby

Ancora una scialba prestazione dell’Italia, raddrizzata parzialmente ma tardivamente nel secondo tempo
AZZURRI GRIGI, ANCHE PER I PACIFIC ISLANDERS
E’ FESTA


L’Italia è riuscita nella difficile impresa di perdere tutte e tre le partite previste per questo luttuoso mese di test match griffati IRB e Cariparma.

Anche con i Pacific Islanders, oggi, gli Azzurri hanno rimediato una sconfitta (per 25 a 17), anche se stavolta in uno stadio non completamente pieno nonostante la splendida (ma fredda) giornata a Reggio Emilia.

Siamo partiti subito male: in svantaggio già al terzo minuto, a causa di una meta fulminea degli australi, peraltro perfettamente evitabile e su cui abbiamo grosse colpe. Poi, però, ritrovavamo il bandolo della matassa, pareggiavamo e, addirittura, passavamo in vantaggio. Ma, ancora, riemergevano tutti i fantasmi della peggiore Italia ed un atteggiamento da partita con l’Argentina: approssimativo, impreciso, falloso e rinunciatario.

Così, gli Isolani tornavano in cattedra nonostante siano una squadra obiettivamente mediocre, dal gioco sfilacciato, inconsistente in molti reparti e, insomma, neanche tecnicamente all’altezza non dico dell’Italia, ma probabilmente nemmeno di diversi club del Super 10. Eppure, anche con loro abbiamo sofferto; eppure, anche con loro abbiamo perso.

E’ stato un match deprimente, e davvero si fa una gran fatica persino a scriverne, tanto fa male pensarci: ancora una volta, abbiamo perso per essere stati peggiori dei nostri pessimi avversari. Abbiamo regalato alla selezione di Tonga, Samoa e Fiji l’unica vittoria del loro grigio tour europeo.

E meno male che quello di oggi doveva essere il match della riscossa! Già arzigogolavamo sul fatto che, pur vincendo, questo avrebbe solo parzialmente riscattato le due precedenti sconfitte (anche se quella con l’Australia era assolutamente preventivabile, data la caratura dell’avversario – ed è stata una partita assolutamente dignitosa): si sperava, però, che oltre alla vittoria arrivasse una nuova mentalità in campo ed un bel gioco. Invece, non è arrivata nemmeno la vittoria…

Tutti i reparti degli Azzurri hanno sofferto, anche se la nostra croce è stata ancora la trequarti; delle disattenzioni difensive si è già detto, e persino la mischia ha lasciato a desiderare. Nel secondo tempo abbiamo attaccato molto, ma non siamo riusciti a concretizzare se non parzialmente.

Al quarto minuto di gioco, come detto, gli ospiti andavano in meta con Delasau, su spunto di Tagikakibau: Marcato sbagliava un calcetto, Pratichetti e Garcia, improvvisamente evanescenti, lasciavano che Delasau si insinuasse facilmente ed andasse in area di meta. Bai trasformava ed eravamo già sotto per 7 a 0.

Marcato accorciava le distanze con una punizione, e gli Azzurri sembravano capaci di riorganizzarsi, nonostante il comprensibile choc iniziale. Leonardo Ghiraldini ci faceva tornare a sorridere, andando in meta di forza, sospinto da Mirco Bergamasco e dopo un’azione insistita con continui cambiamenti di fronte. Con la trasformazione di Marcato eravamo al sorpasso: 10 a 7, e potevamo pensare di archiviare la follia iniziale nel ripostiglio delle sciocchezze a cui si rimedia. Ma al 19esimo ancora Bai, su punizione, pareggiava; quindi subiva un cartellino giallo e veniva allontanato temporaneamente dall’arbitro. Ora gli Azzurri erano in superiorità numerica ed avrebbero potuto (ed avrebbero dovuto) cercare di approfittarne. Invece, come con l’Argentina, era proprio questo il momento in cui subivamo: al 29esimo era ancora Delasau ad involarsi in meta provenendo da una mischia. La trasformazione veniva malamente fallita ed eravamo sul 15 a 10 per gli ospiti. Non era il disastro. Non ancora. Al 35esimo l’arbitro allontanava anche il nostro Robertson. Ormai il tempo regolamentare era scaduto, e si pensava che i Pacific Islanders, appena avessero avuto il pallone fra le mani, lo avrebbero calciato fuori per andare al meritato riposo. Invece, inspiegabilmente, seppur molto arretrati, gli ospiti organizzavano una nuova azione, apparentemente ignari o indifferenti al fatto che il tempo fosse scaduto. Forse avevano vaticinato il futuro, o forse i nostri erano già con la testa alle panche degli spogliatoi, perché da quell’azione, incredibilmente, scaturiva una scorribanda di Ratuvou, che andava in meta dopo costruzione ancora di Tagikakibau. Bai trasformava e si andava al riposo sul 22 a 10.

Da indiscrezioni risulta che Mallett abbia fatto un cazziatone agli atleti italiani negli spogliatoi: altro che relax e bottiglietta di minerale!

Comunque sia, al ritorno in campo erano ancora gli avversari a marcare punteggio con una punizione di Bai. Sul 25 a 10, finalmente si registrava la reazione italica: maturava un pressing costante ma che, purtroppo, era piuttosto sterile. Era inoltre costretto ad andarsene Masi (nella foto) per un infortunio al ginocchio.

Al 25esimo Parisse concretizzava un possesso a partire da una mischia, lanciando Mauro Bergamasco che arrivava in meta come un treno. Trasformazione di Marcato e punteggio di 25 a 17. Restavano quindici minuti ed un passivo che poteva essere recuperato. Poteva, appunto.

Per l’Italia: mete di Ghiraldini e Mauro Bergamasco, due trasformazioni ed una punizione di Marcato.

Per i Pacific Islanders: due mete di Delasau ed una di Ratuvou; due trasformazioni e due punizioni di Bai.


(Fonti iconografiche:
1)

 
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