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Un blog creato da sara_1971 il 13/07/2007

S_CAROGNE

Avvertenze: questo è un blog, bipolare come i più comuni disturbi dell'umore

 
 

Sara

 

AREA PERSONALE

 
 

Vecchio Paz

Esistono persone al mondo, poche per fortuna, che credono di poter barattare una intera Via Crucis con una semplice stretta di mano, o una visita ad un museo, e che si approfittano della vostra confusione per passare un colpo di spugna su un milione di frasi, e miliardi di parole d'amore...

 

Cuor di Carogna

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Diario di una gravida

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40 Parte II

Post n°776 pubblicato il 23 Gennaio 2015 da sara_1971

C'è una cosa ancora peggiore dell'influenza, sappiatelo, ed è La Ricaduta.

La Ricaduta è quella rara patologia che un soggetto predisposto (ovvero insofferente a tutto, anche a se stesso) contrae andando al lavoro con 37.5 di febbre. Di solito il soggetto predisposto preferisce andare in giro con il cimurro piuttosto che restare al caldo sotto le coperte perché a casa godrebbe di una situazione che invece preferisce rimuovere (litigate giornaliere con il coinquilino,caldaia bloccata, perdita di gas, prese a terra cortocircuitate, che altro? Ah sì, tre cani sul letto).

Il soggetto predisposto a metà mattinata viene rispedito a casa con una richiesta formale del Direttore di Dipartimento, anzianotto e quindi terrorizzato dall'eventuale contagio.

A seguire la cronistoria di 12 ore di ordinaria follia:


Ore 12:Sara torna a casa e guardandosi allo specchio si scopre assai somigliante all'effige mortuaria della maschera del faraone Ramses II


Ore13: Vinta dalla febbre Sara decide di prendersi una aspirina.


Ore16: L'aspirina non fa effetto e quindi Sara, improvvisamente assurta al ruolo di internista di grido, decide di prendersi una tachipirina.


Ore17: La tachipirina presa a stomaco vuoto produce il suo porco effetto quindi un'ora dopo Sara è in bagno a vomitare.


Ore18: Il bagno di casa_1971 diventa la versione colta di Trainspotting.


Ore19: Sara chiama il medico per dettargli le sue ultime volontà. Il medico, caritatevolmente, decide di visitare la moribonda presso il suo domicilio.


Ore20.00: Dopo appena 20 minuti dalla scampanellata del dottore i cani vengono chiusi in cucina e il coinquilino fa accomodare il medico. Per arrivare al letto di Sara il poveretto deve calpestare tre cucce per cani, aggirare una piramide di giornali, inciampare in una prolunga di 25 metri (ve l'ho scritto sopra che le prese sono in corto ma voi non state attenti) e farsi strada in una batteria di fazzolettini usati. Prima di visitare la paziente ritiene opportuno mettersi i guanti. E già questo fa capire a Sara che non è un professionista serio. Difatti...


Ore21: Sara e il medico litigano sulla diagnosi. Per il medico è una banale influenza, per la morente è una polmonite esitata in pericardite. I due si salutano mandandosi garbatamente affanculo. La ricetta viene lasciata al coinquilino e non sarà mai utilizzata.


Ore22:Sara costringe il coinquilino a prepararle la pastina con il formaggino (scaduto). Breve litigata per chiarire alcuni punti fermi della convivenza: ovvero che il giorno dopo nessuno dei due andrà a fare la spesa.


Ore22.30: Sara riassume la tachipirina. Stavolta non vomita però suda. E quanto suda!


Ore23.30: Sara costringe il coinquilino a cambiare le lenzuola: non può assolutamente dormire in un letto bagnato di sudore! Nel frattempo spalanca le finestre per far cambiare l'aria. Breve litigata con il coinquilino che in mutande sta rassettando il talamo e teme le correnti d'aria.


Ore24: Sara a letto inizia a lamentarsi della sete e chiede al coinquilinodi alzarsi per provvedere alla impellente necessità. Il coinquilinosi alza imprecando nella sua lingua, lascia un bicchiere d'acqua aSara e se ne va a dormire sul divano.

Credo che anche Cleopatra con Marco Antonio abbia fatto così: ecco spiegate le ragioni del mio successo con gli uomini.


P.S.

C'era un tempo in cui la ricaduta me la prendevo passeggiando per romantici castagneti ovvero infrattandomi in boschi umidi e zeppi di vipere che riservavano però innumerevoli possibilità di tresca. Adesso il massimo della perversione è uscire in accappatoio sul balcone perfar ripartire la caldaia ed è così che probabilmente mi sono fottuta. Sic transit gloria mundi!



 
 
 

La passeggiata

Post n°775 pubblicato il 20 Gennaio 2015 da erbavoglio_70

Sono una donna fedele: da quando ho lasciato il blog, non ho (quasi) mai usato il pc per motivi ludici.

Ciò detto, confesso che Sara e la libertà di scrivere due righe in word mi sono mancate. Sì, ma chi di più? Duole ammetterlo, ma gli ultimi anni indicano che le sciagure siano strettamente collegate.

-Andiamo?

-Andiamo pure.

Mi accingo a ricordare la storia di questo blog, sfrondandola dai ricordi più dolorosi, a quanti si fossero da poco collegati e per arginare l’Alzheimer incipiente.

Un delizioso pomeriggio del luglio 2007 Sara mente una volta di più a Erba (nome di fantasia della sua compagna di banco del liceo) e la coinvolge nella gestione del presente blog.

Un folto gruppo di persone variamente disadattate decreta un imprevedibile successo del blog stesso: il pubblico –non pagante – raramente legge le lamentele di Sara o le colte parole di Erba; semplicemente usa il blog come se fosse il primo grande inutile gruppo di Whatsapp: chiacchiere, sfoghi, volgarità, citazioni… accettiamo tutto. Alcuni visitatori arricchiscono i contenuti del blog, divenendo coautori (Delilah, certo, ma anche Benedetta, Panglos e gli altri i cui occhietti si stanno riempiendo di lacrime perché non li ho citati).

Nel frattempo le autrici pubblicano un libercolo, detto La Creatura, per una oscura casa editrice; a leggerlo sono solo i più accaniti utenti del blog (neppure i parenti), innamorati dell’idea di Sara e disposti a qualunque sacrificio pur di mantenere in vita il blog. Ma è a tutti evidente che l’incantesimo sia finito: Sara è in pieno delirio di onnipotenza e Erba è impaziente di tornare a sfornare lasagne.

Beeeeeep… inutile tornare sulla scena del delitto, soprattutto perché Sara non ricorda nulla, a parte il mio nome e il mio amore per le borse (questo, lungi dal preoccuparmi, mi rende immensamente felice). Non si spiegherebbe diversamente la facilità con la quale abbiamo ripreso i rapporti, sbarazzandoci senza timori delle più primordiali forme di cortesia e rispetto, come si evince dai commenti.

Molteplici e fastidiose disavventure hanno reso impossibile un incontro tra le parti, il che probabilmente è un bene: sono comunque passati tre anni.

Sono pronta: andiamo pure.

 
 
 

40

Post n°774 pubblicato il 19 Gennaio 2015 da sara_1971

L'influenza, si sa, fa tornare tutti un po' bambini. Figuriamoci chi, nonostante i decenni, si è sempre rifiutato di raggiungere la maturità (un nome a caso: Sara, giusto per capire quali gravi ripercussioni possa avere una epidemia).

E'iniziato tutto mentre tornavo a casa con il sedile passeggero occupato dal sacco della spazzatura (una compagnia comunque migliore di tanti degli uomini che ho avuto, o creduto di avere): ho preso l'abitudine di farlo viaggiare davanti per evitare di dimenticarmelo per 7 giorni nel bagagliaio come già successo(all'epoca germogliarono le patate nella zona wagon: bei tempi!).

I soliti gadget: brividi di freddo, tosse, raffreddore, mal di schiena e fiatella che ho sentito finora solo in gatti con stomatite necrotica. Quindi l'istinto mi ha suggerito di mettermi a letto dopo aver assunto una pasticca.

Sara i problemi (che si riaffacciano abbastanza spesso, e che nascono da evenienze assolutamente banali ma non dipendono assolutissimamente dal blog, come aveva insinuato la serpe della mia socia) li affronta prima diventando estremamente pesante con le persone che ha attorno,poi piangendo infine rompendo l'anima a tutti. Delle tre fasi l'ultima è quella che solitamente si protrae più a lungo.

Un'altra prova del fatto che sono una disagiata (ove ci fosse bisogno di una prova) è che non solo in casa 1971 non esistono farmaci (se non gli psicofarmaci scaduti che erano di Geghe ma vabbè) ma che dopo averli ottenuti costringendo la persona più paziente a portarli non li prendo, avendo un'anima assai incline al sospetto nei confronti dei medici. (Un po' meno dei veterinari e infatti è il medico delle bestie che consulto sempre prima di prendere qualcosa ed è proprio lui che mi ha implorato di vaccinarmi l'anno prossimo, chissà perché poi).

A parte questo l'unica che ha osato avventurarsi nella giungla di casa 1971 stavolta è stata la Regina Madre. Ho cercato di impedirle l'accesso in casa adducendo il concreto rischio di contagio e mi sono fatta passare i farmaci dalla finestra. In realtà l'intento era quello di impedirle di addentrarsi in una casa devastata dal disordine, dall'incuria, dalla presenza di tre cani e due bestie (ioe il coinquilino). Purtroppo non ha funzionato. Prova ne sono le urla che sembra siano state udite fino a Policoro.

Il risultato è stato che una telefonata minatoria il giorno dopo mi ha costretto a chiudere i cani e far entrare nel mio antro una colf. Lì per lì mi sono sentita molto Erba, una bella sensazione non c'è che dire. Mi sono sentita molto meno Erba invece quando la tizia ha finito di dare un aspetto civile alle mie tre stanze e mi ha lasciato il biglietto d'amore che vi propongo qui sotto.

'Non ti azzardare mai più a farmi trovare la casa in queste condizioni perché ti denuncio'

Il titolo del prossimo post sarà 'La vertenza sindacale'. E pensare che c'era un tempo in cui scrivevo solo di multe! (A proposito...)

 
 
 

There is hope. There is hope everywhere.

Post n°773 pubblicato il 12 Gennaio 2015 da sara_1971

Così scriveva la seduttrice, la squilibrata che portava nella borsa, con la stessa naturalezza con cui le altre donne portavano il rossetto, le pillole che chiamava “uccidimi”, la poetessa capace di trasformare in arte la confessione dell’inferno che aveva dentro di sé.

La biografia ci informa che nella vita di Anne Sexton c'è stato tutto: l’odio-amore per la madre, la perdita traumatica di una zia amica e complice, l’innamoramento, la vita domestica, la maternità, il senso d’inadeguatezza, la sofferenza che diventa insopportabile, la presa di coscienza attraverso la scrittura, il successo e ancora, sempre, di nuovo, i tentativi di suicidio, l’ospedale psichiatrico, la dipendenza dalle persone e dai farmaci, il bisogno coatto di piacere, la necessità di essere amata, la madre che muore di cancro, le figlie che diventano grandi, il marito che non ce la fa più, il divorzio, la solitudine nella casa da cui gli altri sono andati via
Bella, ricca e clamorosamente brava si giocò la vita sul labile confine tra creatività e distruttività, tirò avanti con l’aiuto di molta chimica (I like them more than I like me, disse riferendosi alle pasticche) e della scrittura, dell’affetto fedele di un marito e di alcune amiche, dell’amore che aveva per le due figlie, di cui però non sapeva prendersi cura. Dopo il secondo parto, finì in un reparto psichiatrico da cui la fece uscire quello che sarebbe diventato il suo primo psicanalista, oltre che il suo pigmalione: il dottor Martin Orne.
Crebbe nella confusione sociale dell'essere donna nell'America del dopoguerra e fu tradita, forse, dal suo sapersi affetta da una pallida irrecuperabilità.
La figlia, autrice di una accurata biografia, c’informa che la madre indossò, per morire, una vecchia pelliccia della nonna, e commenta la sua fine con la stessa tragica lucidità che era in dono alla madre: “Alla sua famiglia, frantumata dal divorzio, la morte della Sexton sembrò la fine di un lungo assedio”.

Anne Sexton si suicidò il 4 ottobre 1974, intossicandosi con il monossido di carbonio. Era sola nel suo garage a Boston quando scrisse le sue ultime parole: 
E poi dove vai quando una vita finisce, la vita per cui hai dato tanto?

 
 
 

Siamo chi Siamo

Post n°772 pubblicato il 31 Dicembre 2014 da sara_1971

E siccome so che non vedete l'ora di tornare a farvi una forchettata dei mazzi miei vi porgo in pasto i miei ultimi due anni di vita. D'altronde distrarsi con le sfighe di chi sta peggio resta il modo migliore per tirarsi su il morale. Capisco. Potendo lo farei anche io.

Prego,a voi.


Lavoro:

Vivaddio ho un lavoro. Stabile. Indeterminato. Di cui non mi frega assolutamente nulla ma ce l'ho. Attenzione: con questo non voglio dire io non abbia debiti, tutt'altro. In parte perché sto ancora saldando quelli della mia precedente vita da precario, in parte perché mi sono impantanata in uno di quei progetti che una volta su un miliardo portano alla scoperta dell'America mentre nella restante parte dei casi riducono in miseria. Delle due capirete da soli quale sia l'una che più mi si addice.



Famiglio:

A differenza della sottoscritta LORO stanno benone. Geghe, parrà strano, ha una casa (del comune) tutto sommato decente ed ordinata(più della mia, in ogni caso). Ultimamente ha anche una relazione,non ricambiata, con una ragazza. Direi quindi che si è uniformato alle masse. Jay è emigrato. In Olanda fino a qualche mese fa. E'fidanzatissimo (con Nuccia, la cartomante, ricordate?). Probabilmente nel momento in cui andiamo in onda starà cambiando nazione ma non preoccupatevi: il rischio di ritrovarselo in Italia è bassissimo vista la quantità inusitata di procedimenti penali a suo carico.


Erba:

Come già successo in passato abbiamo chiuso ogni rapporto dopo la ennesima furiosa litigata. In questi quasi 24 mesi io ho rimosso il suo numero di cellulare. Lei, invece, deve aver rimosso la rabbia el'astio provato nei miei confronti. Sarete felici di sapere che mi ha ricontattata un mesetto fa. In effetti ne sono felice anche io,nonostante la motivazione addotta al riavvicinamento sia stata gradevole quanto il rintocco di una campana mortuaria. Sue parole testuali: non volevo che una delle due venisse a sapere dell'altra attraverso, magari, un necrologio. Il 'magari' non è una invenzione letteraria.


Delilah:

Suppongo sia viva. Perché quando trova un animale per strada cerca di piazzarlo inviandomi su whats app una foto del suddetto corredata da messaggio strappalacrime. Lei, viceversa, crederà che io sia morta visto che in due anni mi sono ben guardata dal risponderle.



Situazione affettiva:

Dop oaver collezionato una serie di fregature, mezze storie, fidanzamenti improbabili ed improponibili, rapporti part time, licenziamenti atempo determinato, solo due fortunati sono riusciti ad intavolare una relazione seria con la scrivente.

Sempre che seria si possa definire una – passata - convivenza ognuno acasa sua (VoglioSara) ed una – attuale - convivenza effettiva tramutatasi, dopo l'iniziale vigore tellurico, in una condizione di separati in casa che non si sopportano.

Non è da tutti, ammettetelo.

La verità è che sto cercando ANCORA qualcuno che mi venga a salvare dame stessa ma pare nessuno voglia farlo. Però, forse, sto giungendo alla conclusione che sia meglio sola e disagiata che disagiata accompagnata da disagiato, mettiamola così. E siccome attualmente la situazione è quest'ultima come potete vedere non è cambiato nulla:sono sempre al peggio delle mie possibilità.



(Ou ma che è già Capodanno???)


 
 
 
 

 

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