S_CAROGNEAvvertenze: questo è un blog, bipolare come i più comuni disturbi dell'umore |
Sara
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Vecchio Paz
Esistono persone al mondo, poche per fortuna, che credono di poter barattare una intera Via Crucis con una semplice stretta di mano, o una visita ad un museo, e che si approfittano della vostra confusione per passare un colpo di spugna su un milione di frasi, e miliardi di parole d'amore...
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Post n°590 pubblicato il 12 Novembre 2009 da erbavoglio_70
(Non ho opinioni. Ho i nervi.)
Questo lavoro di pazienza mi fece entrare in una specie di trance organizzativa, la tipica illusione dell'impiegato per il quale tutto il dolore del mondo può in fondo essere ridotto all'obbedienza con un po' di dattilografia, una buona stampante laser e una scatola di graffette. (Ian McEwan)
Il posto fisso non è la causa del mio male, ma talvolta, quando sono a corto di omega 3, quando lui va a cena fuori, quando - nonostante l'ombretto e la borsa siano in tinta - il friccicore mi abbandona, lascio che mi raggiungano i commenti di corridoio e, insomma, penso solo a fare il minimo sindacale. Ammetto che il mio minimo per molti sia un massimo, e lo faccio benino, anche in poco tempo, essendo intuitiva oltre che ipercinetica e poi spesso inframezzare con il blog mi dà una spinta propulsiva non indifferente (scappo non sapendo dove sia peggio fermarmi). Ma, vivaddio, a volte arriva il momento in cui ci si sente come il primo giorno di scuola o la notte prima degli esami: torna la bramosia di trascorrere notti intere sui libri, a sorprendersi, a perdersi nel fascino della scoperta, ad anelare all'infinito. La cosa più bella è emozionarsi. E dimenticare di mangiare, aver voglia di continuare, svegliarsi nel cuore della notte per gridare “Ho capito!” Innamorarsi, dunque. Se siete fortunati, certo, ma anche maledettamente cocciuti ed esigenti, dovreste riuscire anche da impiegati a inebriarvi per qualcosa. Altro che cappotto! Come sottrarmi, allora, dinanzi all'educata richiesta del mio capo “Erba, potresti occuparti dei contenuti del sito web del nostro (ente/azienda/istituzione/scuola/associazione)?” Con un certo ritardo, anche lui si è reso conto che noi e le nostre deliziose personalità multiple esistiamo solo se un sito web lo dimostra. Non solo, ha compreso che è démodé non avere forum. Sarà che non ha colto il senso del bell'intervento su L'Espresso di Andrzej Stasiuk “Schiavi di una opinione” e così mi ha chiesto di informare i colleghi tutti della sua nuova mentalità WEB 2.0. Che dire? Ho pensato di sfruttare per un post la richiesta di comunicare coram populo la sua decisione.
Lamentarsi del partner, dei colleghi, della città, del governo, è pratica diffusa. A volte ci si sorprende a criticare con veemenza persone o comportamenti per puro spirito di gruppo. Altre, ma questo accade assai di rado, minimizziamo un traguardo da noi raggiunto o più semplicemente fingiamo sorpresa davanti a un complimento (anche se dopo aver trascorso due ore dal parrucchiere è quasi doveroso che gli altri notino la nostra piega, ma soprattutto la luce tronfia di cui brillano i nostri occhi...). In ogni caso è una questione di stile: lasciate agli altri il piacere di farvi i complimenti, di dirvi che siete bravi, bravi, oh, sì, tanto tanto bravi bravi. (Continua...) |
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Sto sul web perché mi consente l'anonimato, perché mi consente di mostrarmi, perché non guardo la TV, perché mi consente di non esserci pur essendoci... per molti altri motivi. Dire che la gente sta sul web per un solo motivo è limitativo, miope.
Per quanto riguarda la puzza di ciao.it che esalano alcuni commenti vorrei precisare che non c'è il mio zampino; su questo post non ho cazzeggiato, gli unici commenti sono quelli dove compaio logato... so' ragazzi, lasciamo che si divertano...
Ah, france... buonasera!
Prendiamo la nostra sciagurata (Sara... chi altra?) e me... sono convinto che se le nostre vite si fossero incrociate nella realtà prima che questo avvenisse sul web neanche ci saremmo rivolti la parola... se ci fossimo incontrati su di un treno, appena un timido buongiorno. Qui invece l'incontro c'è stato... l'incorporeità come nuovo modo di presentarsi all'altro. Qui non sei fuorviato da metamessaggi quali l'abbigliamento, l'accento, lo stile, qui ti incontri se senti che l'altro ha qualcosa da dire alla tua anima. C'è ovviamente un meccanismo proiettivo alla base, l'importante è rendersene conto... non potrei mai prendere in seria considerazione un innamoramento nato sul web MAI, un innamoramento ha bisogno della realtà perché sia vero... altra cosa è l'incontro occasionale.
Quindi io penso ad una serata diversa... mi 'mbriaco con gli amici fino alle due di notte e poi magari ne parlo, se mi va di farlo, sul web... una cosa non esclude l'altra.
Una buona notte a te... una buona notte a France...
Qui si tratta di uno strumento di comunicazione: o lo usi o ti usa lui, o lo domini o ne sei dominato... FINE! non c'è altro, tutto il resto sono le segate di sempre... la gente avendo poco da fare straparla di tutto.
L'eterna cazzata del surplus di informazioni! La perenne stronzata della selezione da operare!
Chiunque ami le pubblicazioni cartacee ed ama andarle a cercare sa che il problema del surplus dell'offerta e della selezione da operare per evitare di portarsi a casa carta da macero c'è da sempre; l'unica cosa che cambia è il formato... che piaccia o no, nuovo
Chi ha la mia età ed è quindi nato agli albori della televisione ricorderà la frase detta dai padri, dalle madri e dagli zii l'ha detto la televisione. Costoro di fronte ad una nuova tecnica di comunicazione restavano supini e supinamente accettavano tutto ciò che veniva loro sparato nel cervello dal tubo catodico; non conoscendo quel linguaggio non erano in grado di esercitare una funzione critica. Ancora oggi zia Filomena, 83 anni (segue post) ripete quella frase. La mia generazione che ha imparato a leggere la televisione al massimo afferma questa cazzata l'ha detta la televisione
, dopo di che la trasforma in un soprammobile da accendersi giusto per vedere se è ancora funzionante.
Lo stesso identico problema viene posto dal WEB; giuro che è vero ho sentito affermare da miei coetanei l'ho letto su internet; costoro hanno nei confronti del WEB lo stesso atteggiamento supino che i nostri padri avevano nei confronti della televisione.
Nessuno si sognerebbe di dare fra le mani di un semianalfabeta La strada di Swann per avvicinarlo alla lettura... rassegnatevi, prima di cominciare a leggere un libro bisogna aver imparato a leggere...
Chi non conosce il web entra su una enciclopedia virtuale e la considera alla stregua di un'enciclopedia cartacea, rigorosa, attendibile. Chi conosce il web sa che Wikipedia è scritta dal primo che passa... il primo che passa potrebbe essere la Hack che discetta di astrofisica o Il segaiolo per caso che ha voglia di rompere i coglioni. Ecco che chi non conosce il web è dominato, condizionato dal web, chi lo conosce lo domina e prende la notizia di Wikipedia per quel che è, un'informazione passibile di approfondimento più autorevole.
La dabbenaggine del popolino fa di peggio, credimi. Vivere su ciao.it per tre lunghi mesi mi ha portato a conoscere il popolino, la massa che veicola mediocrità. Non pochi fra costoro facevano riferimento per scrivere di prodotti che facevano uso della chimica ad una sorta di enciclopedia che li classificava in base alla pericolosità. Mi è bastata una sola occhiata a quell'ammasso di cazzate per riconoscerle per tali: l'autore è un perito chimico che classifica secondo il suo estro del momento OGNI MOLECOLA presente sulla faccia della terra. Ecco cosa voglio dire quando affermo che per iniziare a leggere un libro devi prima imparare a leggere. Non puoi limitare la tua fonte di conoscenza al web, la Conoscenza la ottieni solo spaccandoti il culo sui libri per anni. Il web è solo un'immensa fonte di informazioni, nulla di più; una delle tante forme di informazioni. Il senso critico, la cultura deve essere preesistente all'approccio col web, così come ai tempi di zia Filomena (segue post) doveva essere preesistente alla televisione.
E' questo che intendo (il Segaiolo per caso mi perdonerà) quando affermo che si può dominare o essere dominati dal web: lo domini se lo tratti alla stregua di qualsiasi fonte di informazione; ne sei dominato se ti bevi ogni cazzata che ti viene sparata sul monitor. Non è il web ad essere pericoloso, ma sono le persone ad essere a rischio. Un certo web somiglia alla televisione, ma un certo web ti consente di tenerla spenta...
Saranno cose già sentite
o scritte sopra un metro un po' stantio
ma intanto questo è mio!
Una serena notte e torna a trovarci se hai qualcosa che valga la pena di essere letto... non sono io che ho delirato di surplus di informazioni e di selezione della fonte... queste sì che sono cazzate, ma belle grosse!!!