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Sara
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Vecchio Paz
Esistono persone al mondo, poche per fortuna, che credono di poter barattare una intera Via Crucis con una semplice stretta di mano, o una visita ad un museo, e che si approfittano della vostra confusione per passare un colpo di spugna su un milione di frasi, e miliardi di parole d'amore...
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Post n°180 pubblicato il 10 Gennaio 2008 da delilah79
Domenica 6 gennaio 2008 Ore 19.26 Caro diario, come la più riuscita profezia di Nostradamus o semplicemente come ottima conoscenza dei polli umani che mi circondano, si è verificato quanto immaginavo: la mia inseminazione dichiarata ha generato sintomi di contagiosa follia nei prossimi congiunti: aviaria? Apprensione patologica insieme ad ansia “tachicardica” si sollazzano amabilmente nella mia casa prendendo ora il volto della madre, ora della non suocera, ora dell’intero albero genealogico femminile vivente che, compartecipando all’evento, si radica in quella che un tempo era la mia tranquilla dimora, passandosi il testimone del saggio nonché gratuito buon consiglio. C’è da dire che mai in me si è sviluppato quel senso di complicità a tinte rosa, così ampiamente diffuso nel “sesso debole”, che spinge donne di ogni età a comportamenti, per i miei occhi, quantomeno bizzarri. Parlo di quel sentimento alterato “d’esser femmina” che ti vede , da piccola, giocare a bambole tra “bimbe belle”, adolescente, andare in bagno in due (meglio se mano nella mano), iniziando la tradizione del racconto di vita, morte e miracoli del proprio ciclo alle amiche, fino ad arrivare alla gravidanza di massa con costante, apprensiva, ipocondriaca presenza femminile attorno al perno gravido. In altre parole, “le cose da donna” non hanno mai fatto per me! “Santo sesso forte”, isola perduta in cui spesso, negli anni, ho trovato ristoro! Pianeta con poche, semplici (a volte ottuse) chiavi di lettura, (solitamente tre: sesso, calcio, lavoro; con rutto libero e grattate di culo in sottofondo!) così facili da apprendere (sottofondi a parte: la grattata proprio non riesco a farla mia!) e riprodurre per chi, come me, ha sempre preferito il calcetto a Barbie FiorDiPesca! Dopo l’ammissione del peccato lussurioso e delle sue conseguenze, ho lasciato che questo delirio di donne di famiglia m’ invadesse la casa. Durerà poco. L’epifania, che tutte le feste e le riunioni familiari si porta via, domattina lascerà il posto al lavoro e al solito tran-tran di sempre, mai così felicemente atteso! Si allontaneranno da me , almeno in parte, le amorevoli grinfie e non ci saranno più pranzi o cene con più di tre commensali. Intanto, negli ultimi giorni e oggi in particolare (giorno in cui si è ben pensato di venire tutti da me, laddove il si impersonale non è un caso e cela vigliaccamente l’autore della genialata!), mi abbandono al fenomeno freudiano scatenato dalla notizia, cavia dell’assurdità, osservatrice basita e ammirata dei meandri oscuri della psiche umana. Ti scrivo (coattivamente) distesa nel letto con attorno innumerevoli riviste a tema che spaziano, con una originalità oserei dire commovente, dai sintomi della gravidanza, alla dieta della donna incinta, ai rimedi naturali contro i fastidi da gestante fino ad arrivare a mamma oggi, mamma anch’io, moda premaman, la musica pre-parto (come se una in pieno travaglio avesse il tempo di mettere musica!). Mi aspetto di trovare da un momento all’altro un articolo, sicuramente degno d’interesse, su come capire il carattere dell’embrione. Questi saggi di conoscenza pura sono stati accuratamente selezionati per me dalla madre del mio ello, la stessa che si dà al new age impellicciata e che si dimena allegramente tra Coelho e Hosseini. La mia, di madre, invece, si premura da tre ore a questa parte di non farmi muovere un arto continuando a ripetermi che “devo riposare il più possibile e non devo fare sforzi”. Mi ha piantato tre cuscini sotto le caviglie (dei quali ignoro la funzione) e va avanti e indietro proponendomi tisane varie per altrettanto vari scopi. L’uomo, molto più furbescamente di me, si è dato alla macchia alle prime avvisaglie di follia manifestatesi nel dopo pranzo. Ritengo ritorni a casa sfollata. Le “anziane”, in realtà una, la già nota zia Ada, chiusa in un gineceo improvvisato al piano di sotto, comincia a sferruzzare, cantando ave marie, per preparare il corredino del nascituro. E già arrivano le pressioni perché si sappia, appena possibile, il sesso del pargolo, per un lesto re-indirizzo verso il celeste o il rosa. Dulcis in fundo, è giunto alle mie orecchie il complotto volto all’allontanamento di cane e gatta. Osservo. Taccio (stoicamente). Assecondo. Do sempre ragione (regola prima dei manicomi). Ancora un quarto d’ora e tutti faranno rientro ai loro focolari. Il buonismo natalizio avrà termine e, si spera, tornerà sovrana (a costo di tirannia da me invocata) la dea ragione. Programma della serata, concerto Ska. Prima cosa da fare domattina: recuperare Marcos e Micia; di ritorno passare dal fabbro per cambio serratura. P.S. Nota di colore indefinito, direi “fumoso”. Dopo un elenco fitto e terrorista dei “disagi della gravidanza”, letto in una delle numerose riviste iper aggiornate che affollano il mio talamo, passo alla voce “generi voluttuari” e leggo un NO al fumo ed un “condizionale” per le sostanza psicoattive. Riporto: “Alle sostanze pscicoattive si DOVREBBE rinunciare durante la gravidanza.”. Ammetto: ho titubato, ma non ci sperare! Su questo fronte ti dovrai accontentare di “BUFFALO SOLDIER”!
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Per la data non ti crucciare, 'sto periodo Sara contesterebbe anche l'inesatta cromia di una goccia di pioggia. -v-
Il problema di fondo non credo che sia la tua gravidanza, ma l'incapacità delle persone di farsi i cazzi propri quando il loro parere non è espressamente richiesto. C'è poi la supponenza di chi avendo avuto un figlio crede di sapere tutto su gravidanza e bambini. Nella mia vita di zio ho sentito tante di quelle cazzate sull'infanzia che potrei ricavarne un bestiario. Ricordo la furia dei nonni paterni quando nacque la prima figlia a mia sorella; improvvisamente, per il solo fatto di essere diventati nonni, si trasformarono da ignoranti totali (non solo per ciò che concerne l'infanzia...) in esperti di psicologia, nutrizione, patologie dell'infanzia; discettavano su tutto, solitamente sparando delle cazzate da far tremare i polsi.
Attenta però che la metamorfosi da ignoranti a saccenti può colpire anche i genitori; ricordo con orrore una discussione un'estate perché mio cognato faceva indossare a sua figlia neonata, il mese di agosto, una maglietta di lana "per difenderla dal caldo", solo perché qualcuno in televisione aveva sparato la cazzata che gli abitanti del deserto vestono di lana. Nel guardare mia nipote mi venivano i brividi; è solo un esempio, ma potrei farne a decine.
Mi dispiace apprendere che i rappresentanti del sesso forte che ti hanno circondato hanno instillato in te la convinzione che il maschio si cibi solo di sesso, calcio e lavoro. Ce ne sono, così come ci sono donne che passano la maggior parte del tempo a specchiarsi armeggiando con attrezzature che farebbero impallidire un restauratore, ma non è tutto qui, ci sono anche delle alternative.
P.S. avrai un po' esagerato con le virgolette?
Un abbraccio.
Ops!... un abbraccio pure ad erba e (perché no?) pure a Delilah.
Ti sei chiesto come mai, a parte i Tuareg, in luoghi caldi si tende a stare svestiti fino alla nudità?
Tranquillo, il prossimo ferragosto mi metto un maglioncino a collo alto...
Se riduci la dispersione del calore attraverso indumenti che trattengonono il velo di aria che circonda un corpo (la lana non fa altro che questo, non scalda, semplicemente ostacola gli scambi d'aria) il corpo continua a produrre calore che non viene disperso e la temperatura del corpo sale. Poco importa la temperatura esterna ciò che è importante è non ostacolare la dispersione del calore interno. Prova ad avvolgere qualcuno con plastica non traspirante e vedrai che dopo un po sul suo corpo ci potrai fare le uova al tegamino: la temperatura continua a salire perché il calore prodotto dalle reazioni biochimiche del nostro organismo non può più essere disperso. Anche in Italia si sono superati i 40 gradi: come mai gli esperti non consigliano di indossare un cappotto che impedirebbe , secondo il tuo ottuso ragnamento il passaggio del calore dall'esterno all'interno? Quindi il motivo del perché i Tuareg vestano di lana non è da vedersi nella necessità di evitare di assorbire calore, ma semmai terrei buona l'osservazione che nel deserto le condizioni climatiche variano enormemente dal giorno alla notte; i Tuareg, non disponendo del guardaroba di cui disponi tu, hanno optato per la lana.
Dove posso spedirti il Moruzzi, Il sienko, lo slabaugh parson, il raggi, l'ageno ecc... ossia la mia biblioteca scientifica?
Rassegnati pa', la fisica non è fisiologia, e neppure un'opinione. -v-
Noi stavamo parlando di fisiologia, non di fisica; i principi della termodinamica, dove ho studiato io, li conoscevano anche i sassi!!!
Panglos, tu continui a confondere la Fisica con Fisiologia: la febbre in un organismo non è propriamente assimilabile alla ventola del radiatore della tua auto, come il sudore non si spiega col ciclo di Carnot! -v-
(P.S.: Ma dove l'hai studiata Fisica, tu?)
Come dire: hai perso la scommessa!
Vedi, testa di minchia, non tutti hanno passato la loro vita a farsi sparare cazzate nel cervello, qualcuno ha preferito studiare...
Il calore si propaga per "conduzione", "convezione" e "irragiamento". Con la lana vanifichi gli scambi di calore quindi posso ipotizzare che una persona esposta ai raggi diretti del sole possa trovare giovamento dall'indossare lana perché ostacola l'assorbimento del calore per irragiamento, ma più in la non si va. Dammi retta, se bui star bene d'estate indossa fibre come lino e cotone, la lana, lasciala a vuelo e ai tuareg.
Focalizza la tua attenzione sulla frase da te scritta: "conseguente trattenimento di una maggiore quantità di aria". Questo è il punto fondamentale.
(Copione!)