S_CAROGNE

Decalogo del blogger

1)  E’ meglio morire in piedi che vivere in ginocchio, sii coraggioso, non rifuggere dai congiuntivi, affrontali piuttosto: solo colui che non scappa potrà combattere ancora.

2) Ogni frase compiuta dovrebbe avere un senso, perlomeno sforzati di darglielo. Sappi che il passaggio dalla fase di confusa ispirazione a quella di stesura del testo è un momento irrinunciabile e prezioso: perchè privartene?

3) Distingui tra l’essere e l’avere e soprattutto rendi partecipe del discorso la famigerata mutina, anche se capisco possa essere impegnativo. Concedi alla virgola il piacere di pararsi le terga con uno spazio vuoto: detta così sembrerebbe una cosa oscena ma, credimi, non lo è.

4) Evita di scimmiottare Montale: l’attimo poetico riflessivo è un istante delicato e spontaneo, ma soprattutto raro.

5) Non apostrofare mai un articolo indeterminativo prima del sostantivo maschile, se proprio non riesci a fare a meno di quella virgoletta pretenziosa adoperala per scrivere un po’, invece di accentare senza giusta ragione vocali non consone.

6) Ammiro il tuo buon cuore nel tentare di coinvolgere in ogni discussione il fanalino di coda dell’alfabeto, tuttavia raddoppiare a piacimento la Z non è un tuo diritto.

7)

Non

andare

troppo

sovente

a

capo

è

fastidioso.

8) Se carichi di immagini artigianali il tuo nido virtuale rendi difficile la comunicazione con gli altri naviganti: nel caso in cui, invece, il fine sia perdere per strada i tuoi 5 sparuti lettori sappi di essere sulla buona strada.

9) Lungi da me non concederti il primo dei conforti, quello musicale, ciononostante mi preme avvertirti della evidente difficoltà di accedere al tuo blog in orari di ufficio.

10) Se devi stilare elenchi numerati prendi esempio da Dio, che con i  suoi comandamenti ha avuto il buon gusto di fermarsi a 10.

Ed infine:

La parola non è mai neutra, è piuttosto una curiosa mescolanza di sentimenti. La parola è delirio e anche godimento, è l’ombra dell’azione, è potente quando viene dall’anima, fragile quando non esprime se stessa, la parola è un dono, un delitto, una droga, un pensiero, un coltello che strappa le viscere o una goccia che scivola dal becco. Perciò, prima, abbi ben chiara la cosa da dire e poi, vedrai, le parole verranno…