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Un blog creato da sara_1971 il 13/07/2007

S_CAROGNE

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Sara

 

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Vecchio Paz

Esistono persone al mondo, poche per fortuna, che credono di poter barattare una intera Via Crucis con una semplice stretta di mano, o una visita ad un museo, e che si approfittano della vostra confusione per passare un colpo di spugna su un milione di frasi, e miliardi di parole d'amore...

 

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Sapore di Sale

Post n°544 pubblicato il 21 Luglio 2009 da sara_1971

Un garbato salve dalla redazione di questo blog.

Sull’esempio di ben più autorevoli comunità (trekker, adoratori di Satana, amanti della briscola) saltuariamente anche Sara ed Erba partecipano a simpatici ritrovi conviviali tra i pochi, disagiati digitatori avanguardisti che frequentano siffatto blog.

L’ultima avventura vede all’opera la sola Sara che decide di accompagnarsi ad un paio di festanti lettori per raggiungere Esperimente in ferie sul Gargano.

Per coronare la sua onorata  carriera da paranoica Sara si reca all’appuntamento in tenuta da alpeggio: tacchi, jeans e camicia per scoprire solo a metà tragitto che la meta della gita è una ridente spiaggetta in quel di Mattinata, le cui acque notoriamente riservano una pletora di germi incattiviti da temperature africane e rinvigoriti dalla frequentazione di meduse morte, alghe norvegesi e scarichi fognari della Capitanata. 

Per affrontare la trasferta Sara ha inoltre ben pensato di soddisfare precedentemente il suo palato con un paio mozzarelle comprate appena qualche ora prima (circa 180, a voler essere fiscali, fate voi il computo in giorni) e una lugubre macedonia di pere tristi: per tutto il viaggio lo stomaco provvederà a rallegrare i gitanti con gemiti da monatti in processione o da capodoglio offeso, volendo restare in tema marinaro (C’è stato un tempo - lontano, purtroppo molto lontano - in cui Sara viveva di mojito e ostriche ma adesso preferisce restare in balia di poche, caparbie e nostrane nausee)

Dopo qualche chilometro i gitanti di cui sopra si rendono conto che la famigerata capacità sfigante della Scrivente non è una invenzione letteraria e il viaggio risulta subito allietato dalla rottura di un finestrino: quando la temperatura all’interno dell’abitacolo raggiunge la temperatura di fusione l’unico modo per i gitanti di trovare refrigerio è quello di sostare in galleria, con buona pace dello Chanel numero 5 con cui Sara si era argutamente vaporizzata prima della partenza.

Ma poco importa: nel tragitto i 4 riescono persino a procurarsi un costume da bagno ed un paio di ciabatte, tutti i problemi sembrano risolti perciò da brava educanda Sara pensa bene di ingiocondire l’arrivo con una inappropriata battuta sulla imbarazzante lunghezza dell’organo riproduttore del maschio calvo (scoprendo lì per lì quanto la questione sia diffusa al giorno d’oggi –intendo la questione delle calvizie, non l’altra).

La mattina prosegue discettando di problemi intestinali, argomento di cui alle donne piace sempre discutere, soprattutto se intercalato alla compravendita di un pareo da un ambulante ospitato sotto l’ombrellone. Tra la raccolta di preziose pietre di fondale e lamenti da orca morente  Sara riesce ad acquisire una abbronzatura da ustione molto trend, a dimostrazione del fatto che i solari non sono poi particolarmente efficaci oppure che il sole del mattino non è così innocuo come dicono (La spiaggia, ricordiamolo, è il luogo ideale per la socializzazione della più svariata umanità: indelebile resta il ricordo di una notte trascorsa con Erba in spiaggia, spesa a contendersi un materassino intorno al fuoco delle offese vicendevolmente appiccate in ventidue anni di onorata amicizia litigatoria). 

Il pomeriggio vede Sara interpretare un nuovo ruolo, quello di parente adottivo assai giovanile, per intenderci quel genere di zia che a 11 anni ti pulisce la faccia con uno sputo, e a 18 ti presta di notte le chiavi dell’auto per raggiungere il ganzo nonostante il foglio rosa scaduto (in buona sostanza una vera manna per genitori apprensivi).

La bella giornata è poi corollata da una saporita cena a base di frutti di mare a cui Sara non rinuncerebbe nemmeno al momento dell’estrema unzione.

Il viaggio di ritorno viene quindi effettuato in un uno stato simile al collasso, con la Scrivente che giace sfiancata dalla calura della spiaggia sui sedili posteriori accarezzando il suo nuovo  Kaftano paillettato a manica lunga. La rimanente parte della nottata, invece, viene spesa cercando vanamente di asportare la miscela di bitume e sassolini* (che notoriamente non va via nemmeno sotto le docce della Caritas) dal Kaftano di cui sopra  e osservando il ritmico accendersi della luce nella casa dei vicini tenuti svegli dai latrati causati dagli spasmi agonici (In altre parole ancora oggi sembro uscita da una nottate sadomaso. Ed il mio abbigliamento, le occhiaie ed in generale il mio stile di vita confermano ai più i sospetti di cui sopra).

Ma poco importa: mi sono divertita e alla fine  l’unico inconveniente di certe giornate è che vanno via troppo in fretta.

I problemi intestinali invece no, quelli non vanno via così in fretta, credetemi, perciò casomai aveste la fortuna di incontrare una donna con l’alito che sa di lettiera di gatto sappiate che sono io.

 

*ANSA per l’autista: io fossi in te darei una attenta occhiata ai sedili.

 
 
 
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