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Un blog creato da sara_1971 il 13/07/2007

S_CAROGNE

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Sara

 

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Vecchio Paz

Esistono persone al mondo, poche per fortuna, che credono di poter barattare una intera Via Crucis con una semplice stretta di mano, o una visita ad un museo, e che si approfittano della vostra confusione per passare un colpo di spugna su un milione di frasi, e miliardi di parole d'amore...

 

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Easy Rider

Post n°538 pubblicato il 07 Luglio 2009 da sara_1971

Premessa

Da che mondo è mondo le cazzate vanno fatte con consapevolezza ed una certa classe. E Sara, ricordiamolo, ad uno stipendio da fame che la stragrande maggioranza dei cingalesi schiferebbe, abbina il leggiadro desiderio ossessivo compulsivo di una ereditiera  (Ammetto di essere poco parsimoniosa e per nulla previdente ma quello che sto facendo al mio presente è aberrante perciò per ora al futuro è meglio non pensarci).

Un giorno qualsiasi

La Saramobile procede spedita nel traffico urbano mentre la proprietaria discetta amabilmente con un nuovo Accompagnatore (compendio vivente di tutte le psicosi ipocondriache dell’universo) conosciuto, indovina indovinello, tramite blog.

In quel territorio ameno in cui la legge della precedenza è data da chi occupa baldanzosamente per primo l’incrocio, si affiancano due harleysti nella impeccabile divisa in cuoio nero di ordinanza.  Al primo sottopasso si producono entrambi in un crescendo verdiano di sgasate ed è proprio lì, in quel glorioso frastuono che rimanda ad una adolescenza mai del tutto sopita, che Sara ad un tratto si pone la ferale domanda: “Ma perché l’ho poi venduta… la mia magnifica moto?”

L’Accompagnatore si limita a fissarla perplesso (un po’come fanno tutti gli uomini della mia vita) e continua, ignaro, a darle corda.

L’esito di questa fugace riflessione vede 48 ore dopo Sara e l’Accompagnatore in partenza alle tre del mattino sotto una pioggia torrenziale su una vespa d’epoca gentilmente fornita da Jay (chissà chi è il poveraccio che se la sta piangendo, mannaggia).  Il fine dell’impresa è quello di ricomprarsi una moto. Il badget purtroppo è (ma che ve lo dico a fare) piuttosto limitato. L’Accompagnatore a questo punto è già un filo meno ignaro di ciò che lo aspetta.

Primo venditore

O meglio una coppia. Lui alto come Tom Cruise (e qui finiscono le analogie con Tom Cruise), lei mai vista sorridere nell’oretta in cui l’ho avuta di fronte (giusto per descriverli sinteticamente). Interagiscono con Sara e l’Accompagnatore solo per promulgare la storia italiana su due ruote con particolare riferimento all'Impero Romano. A vederlo sembra una persona normale, uno stimato professionista con tre figli, ma dopo qualche minuto scopri che conosce per nome tutti i medici dell’Ortopedia del san Paolo e ha gli indirizzi dei migliori ambulatori di fisioterapia della città: è stato tentato una volta dal quad, ma dopo il primo incidente è ritornato all’enduro, almeno sa come farsi male. Viaggia sempre con una bottiglietta di Coca Cola piena di benzina per i rabbocchi (almeno voglio sperare sia benzina) e a sentirlo parlare quando viaggia su due ruote non mangia, non beve, non urina: la sua moto ha un’autonomia di un migliaio di chilometri. Non ti fa provare il suo gioiello però ti dà la possibilità di ammirarla mentre lui la guida. Tu lo segui con la vespa e scortandolo ti ritrovi in luoghi irraggiungibili anche per il Soccorso Alpino tanto che l’Accompagnatore è costretto ad interrogare il Tom Tom per ritornare a casabase. L’unico modo di sfuggirgli è quello di prendere una strada laterale, spegnere il motore e restare nascosti molto a lungo.

Secondo venditore

Con la stessa vespa d’epoca di cui sopra ci si dirige in quel simpatico quartiere di Bari soprannominato La Discarica, l’appuntamento è in un saloon che pensavi esistesse solo nei racconti di Bukowski. Quando finalmente il Venditore arriva (con appena una quarantina di minuti di ritardo) Sara ode distintamente l’Accompagnatore bisbigliare tra sé e sé Padre Figlio e Spirito Santo. La prima impressione rimanda ad uno di quei finti storpi che chiedono la carità nei giorni di mercato, la seconda (impressione) non è possibile farsela perché la fiatella mattutina del soggetto in questione pone fine a qualsiasi pensiero cosciente. Sara e l’Accompagnatore dopo aver perso inutilmente tempo con quelle leziosaggini  che gli ubriachi di solito non apprezzano (salutare, porgere la mano, presentarsi), accompagnano il Venditore in uno scantinato in cui lo stesso sopravvive allo stato selvatico. Tra varie lercerie abbandonate spunta una magnifica Harley. Sara si commuove e chiede di provarla. Il Venditore inorridisce e afferma di non essere disposto a vendere la sua amante ad una donna. Non so se lo sapete ma nei paesi culturalmente e socialmente più all’avanguardia come per esempio l’Iran, il Sudan, il Burkina Faso ed il Sud Italia le Quote Rosa non hanno ancora fatto la loro comparsa. Quando si ritorna in continente (per dirla con i sardi) l’Accompagnatore diventa inspiegabilmente muto e sottotitolato in puro stile Gattopardo.

Terzo venditore

La madre lo ha dato alla luce sulla sella della Moto Morini del padre. Ha il giubbotto di pelle della stessa marca della moto e la canottiera in tono, in testa una scodella ma solo perché obbligato dalla legge. Ricorda sempre quando, in Portogallo, in un paesino sperduto, ha riparato la leva del cambio con un pezzo di rastrello che un contadino non voleva dargli. Lo conserva ancora (il rastrello, non il contadino, per quanto non mi meraviglierei se anche quello…). Rammenta con occhi lucidi i tramonti capaci di farti sentire come Hemingway quando da giovane girava l’Europa con la moglie ed i bagagli arrotolati nelle borse laterali. Adesso si è finalmente deciso a vendere la moto. Perché di mogli ne ha già cambiate tre e forse questa è la volta buona.

Quarto venditore

L’appuntamento è fissato per la prossima settimana. Sembra un tipetto tranquillo. Ha messo in vendita la moto perché ha deciso di prendere i voti minori perciò quest’estate si trasferisce in un monastero per vivere una esperienza religiosa indimenticabile. Se dovessi decidermi all’acquisto potrò contare sulla sua benedizione. Da quando me l’ha comunicato vedo già tutto fluo intorno a me. L’Accompagnatore intanto si è dato alla macchia, il cellulare risulta irraggiungibile.  

Ora.

Se siete preoccupati per me è perché mi volete bene, nonostante tutto, e anche perché forse è il caso di esserlo, ma state tranquilli. D’altronde se alla tempeste tropicali hanno dato sempre e solo nomi di donna un motivo ci sarà.  

 

P.S. Se qualche gentile lettore si trovasse nell’impellenza di deliziarmi con un regaluccio sappia che sono alla ricerca di qualcosa di sobrio, qualcosa del genere, tanto per intenderci

 
 
 
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