S_CAROGNE

Le traiettorie delle mongolfiere

http://it.youtube.com/watch?v=ow4y61l13_k

Mi sono persa. E adesso mi tocca fermarmi e capire quale direzione prendere senza proseguire alla cieca.

Ho smarrito il bandolo di qualsiasi matassa e non riesco più a sorridere di me.

Ordine, devo mettere ordine, quello che non ho mai messo, quello che ho sempre rinviato perché c’era altro di più urgente.

Ho qualcosa in gola da un po’ che ostruisce il passaggio dell’ossigeno.

Mi dispiace. Ho fallito ancora una volta. Soffocando ho soffocato e non è da me. Ma ciò che è fatto è fatto e ora posso solo voltare pagina e scrivere o riscrivere meglio. Il senso di colpa è alto, ma è congenito, inculcato. Dovrò fare qualcosa anche per questo.

La lista dei propositi aumenta e mi chiedo se sia normale averne così paura, una paura che quasi supera la volontà di costruire sé.

Ma perché è tutto così difficile? Perché la vita non è come quei giochi che si facevano da bambini in cui il cubo si riponeva nella sagoma del cubo, il triangolo nel triangolo, finché tutto era al suo posto. O forse è così, ma a me è stato dato in dotazione un altro gioco. Oppure io al gioco della semplicità non so giocare…

Io vorrei che i miei desideri si realizzassero e che lo facessero un po’ in autonomia. Come una madre che svezza i suoi figli dopo trent’anni che li ha alimentati. E’ impossibile? E’ ovvio, banale, patetico, sciocco? Cos’è?

Dov’è che bisogna guardare? Qual è il tasto da pigiare per fare luce?

Dicono che volere è potere, ma non è vero, accidenti! Non lo è sempre, almeno.

E poi, dicono che devi sempre tenere presente ciò che sei. Bene, io non ce l’ho presente.

E’una vita che manco all’appello con me e non per vigliaccheria, lo giuro, ma perché proprio non trovo la strada che mi conduca all’aula e da lì, al momento fatidico alzare la mano e dire a me stessa: presente!

Il mio essere è anche questo: oscillante, assente, lacunoso. Ho cercato, ho provato a capire cos’è che non vada, cosa cambiare, inserire, spostare, ma non ce l’ho fatta. Non mollo, assicuro, non mollo, ma non vogliatemene per questo!

E’ che devo aver perso il manuale delle istruzioni o forse ero un fai da te made in China.

E’ che ho bisogno di tempo per ricaricare la pila. Sono stanca.

Allora, facciamo così, io rimango buona e tranquilla ad “eliminare complessità”, a capire dove indirizzare il passo, e stavolta ci riprovo con impegno totale, ma voi, non lasciate la mia mano e non chiudete le porte. Perché se poi non vi vedo inizio ad avere paura e se ho paura perdo di lucidità. E alzate un po’ la musica, così il silenzio sarà meno pesante e magari, finché sono qui, mi viene anche da cantare… pensare… volere… trovare… trovarmi… ritrovarci.

…lasciano tracce impercettibili

le traiettorie delle mongolfiere

e l'uomo che sorveglia il cielo

non scioglie la matassa del volo

e non distingue più l'inizio

di quando sono partite

sopra gli ormeggi e la zavorra sono partite

sopra gli indugi e la zavorra

sono partite…

Gianmaria Testa.

[Annotazione a termine:

1. Nonostante i miei ultimi post, non intendo suicidarmi o ammazzare nessuno, sebbene su quest'ultima ipotesi mi concedo margini ampi di ripensamenti.

2. Saretta, Erbuccia, questo è il mio primo tentativo, bonario, di ricondurvi in questa cloaca che avete generato circa un anno e mezzo fa. Non potete lasciare questo branco di disadattati (me inclusa) così brutalmente. I punti di vista divergenti (si noti lo slancio diplomatico) si appianano, o trovano modo di convivere, come è sempre accaduto.

Fate finire questo silenzio e rientrate ai posti di combattimento, l'una con il suo stile impeccabile, l'altra con... con... l'altra anche, ecco.

Se questo non dovesse accadere a breve - considerate quanto segue come un mite avvertimento - radunerò l'esercito dei commentatori e darò luogo a rappresaglie e moti rivoluzionari.

Amen.]