S_CAROGNEAvvertenze: questo è un blog, bipolare come i più comuni disturbi dell'umore |
Sara
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Vecchio Paz
Esistono persone al mondo, poche per fortuna, che credono di poter barattare una intera Via Crucis con una semplice stretta di mano, o una visita ad un museo, e che si approfittano della vostra confusione per passare un colpo di spugna su un milione di frasi, e miliardi di parole d'amore...
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La semana
Post n°351 pubblicato il 22 Luglio 2008 da erbavoglio_70
(Sempre di domenica) Per quanto io profonda non indifferenti sforzi, lei resta così com'era. Nel senso che lo sfondo e il sapore non variano, al più si adeguano alla mia età anagrafica. Ma nulla di più. E così la scansione è ancora quella dettata dal menù di mia madre. Le uniche eccezioni, bramate, attese, benedette, erano concesse in occasione di compleanni e feste comandate. Dicevo: lunedì ovviamente pasta e lenticchie, frittata, insalata. Con ogni probabilità Bob Geldof e Vasco Rossi sono miei cugini, anche se parlano di me come dell'elemento dissonante della famiglia, dato che il ritorno a scuola prima, al lavoro poi, dopo ben due giorni di ozio, ha sempre provocato in me gridolini di gioia. Martedì. Tondo, imperioso, dall'alto della sua pasta al sugo e salsicce, indica la lunga settimana a venire, e quasi sempre si accompagna a progetti che appaiono realizzabili, perché no a qualche attività extra-lavorativa. Sbiadito dal minestrone e dalle mozzarelle, il mercoledì è in realtà il sole della settimana. Centrale. Quasi a ricordarti che sei in bilico tra un passato ozioso e pregno di futili propositi e un futuro promettente su cui incombono minacciosi inviti al divertimento. I saggi amici spagnoli erano soliti definirlo l'unico giorno lavorativo della settimana. È già giovedì. Che meravigliosa vigilia, che giornata propizia per la realizzazione di un progetto! Che si mangia? Pasta al sugo e cotoletta. Solitamente a scuola si susseguono tre ore di materie letterarie e due di scienze. Poi, al lavoro, è un giorno in cui ti senti importante, pare che i sacrifici, per quanto sparsi in modo talmente disordinato da apparire cenere, concorrano sinergicamente verso un possente obiettivo. Ed ecco il mio giorno preferito che sorge. Il venerdì, innanzitutto, per me c'è sempre il sole. Il seno si rassoda, lo sguardo si illanguidisce... diciamo che non sembro più io. Ovviamente pesce. Deve avere dei poteri taumaturgici. Sono felice, il venerdì, e senza un motivo apparente. (Lo so, Leopardi aspettava ancora un po' per certi slanci.) Bellissimo, è ovvio, il risveglio del sabato. Via via, però, nonostante le verdure, la focaccia e il caffè calmo, l'umore peggiora, per effetto dell'ansia elargitami alla nascita. Troppe aspettative privano gli eventi di spontaneità. E poi, e poi... Immobili, monumentali, interminabili, grigie domeniche. A volte penso che morirò schiacciata da una domenica dal sapore di ragù e Domenica Sportiva. |
Erba
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