S_CAROGNE

Ikea

Da quando ho iniziato la ristrutturazione della mia casetta di marzapane mi cimento (o sarebbe più appropriato cemento?) in frequenti visite al capannone blu e giallo Ikea, simbolo della Compera Senza Scopo Apparente.

Tardo pomeriggio di un giorno trascorso, come tutti gli altri, tra le urla del suoro, in fila come se fossimo agli Uffizi o al Louvre, io con una faccia scioccata frutto della concessione ai vizi capitali della sera precedente, Congus con un demonio per follicolo  pilifero.

Intorno a noi un folto gregge di giovani coppie con la sindrome da pensionati. Alcune sono venuti accompagnati dal papà o dalla mamma, percependo l’appuntamento come una di quelle grandi occasioni della vita in cui è fondamentale il sostegno familiare.

Iniziamo col dire che gli svedesi sono gente pratica perciò siccome i mocciosi notoriamente intralciano e scassano i ninnoli, oltre che i maroni, hanno approntato una stanza intera per le loro necessità, separandoli dal resto del mondo tramite solide pareti in plexiglass dotate di utili fori per l'aerazione, in uso nei reparti psichiatrici per malati gravi, come è giusto che sia.

I piani superiori appaiono subito come scene di vita vissuta, luoghi in cui sembra che fino a dieci minuti prima ci abbia davvero soggiornato qualcuno: quel che ti promettono non sono solo tavoli e sedie ma una vita diversa dal design funzionale e giocoso.

Gli scaffali sono tutti ingombri di libri (lo stesso libro, e questo si intona bene al richiamo psichiatrico di cui due righe sopra), peluche (a 36 anni? Siamo seri) e migliaia di ceri colorati (sarebbe bello cenare qualche volta a lume di candela ma bisognerebbe avere un motivo, e questo di solito alla scrivente manca).

Visitatori anonimi si aggirano sperduti di fronte a questo miraggio arredatorio: montati a casa nostra quei mobili avranno ben altro effetto, ma lì dentro noi crediamo ciecamente a quella visione, ragionevolmente convinti che il tutto non sia un pacco allucinante (Pfui, illusi).

Sara_1971 sceglie decisa una cassettiera delle dimensioni di un container e dal peso di un orango maschio solo dopo aver giurato solennemente sulla Bibbia, sul Corano e sulla vita del proprio cane che non chiederà a Congus di montarla.

Sara e Congus dopo una simpatica litigata per annotare il codice esatto scendono direttamente all’inferno ovvero nel girone del ritiro acquisti.

Orbene. A parte che io sono convinta che lì dentro ci siano cadaveri mummificati di mariti creduti scappati con l’amante, in ogni caso mi preme consigliarvi di guardare CON ESTREMA ATTENZIONE il numero di colli corrispondenti al codice, altrimenti potreste incorrere nella fastidiosa situazione di dover ritornare frettolosamente a prelevare il pezzo mancante quando alla cassa vi accorgerete dell’errore. E lì la fretta, da cattiva consigliera, vi impedirà un confronto costruttivo con la responsabile perciò sarete costrette a chiedere al vostro solerte accompagnatore di caricarsi in spalla l’oggetto, cosa che lui comunque farà prontamente, lasciando una scia di sangue e imprecazioni dietro di sé tale da spingere Lucifero in persona ad annotare con estrema soddisfazione la sua anima sulla lavagnetta asteriscandola con un ghigno beffardo.

Una delle funzioni principali di un amico consiste nel subire, sotto una forma simbolica, i castighi che vorremmo, ma non possiamo, infliggere ad un nemico.

P.S. Ma come ho fatto finora a vivere senza le tende a pacchetto?