Creato da scricciolo68lbr il 17/02/2007

Pensieri e parole...

Riflessioni, emozioni, musica, idee e sogni di un internauta alle prese con la vita... Porto con me sempre il mio quaderno degli appunti, mi fermo, scrivo, riprendo il cammino... verso la Luce

 

Messaggi di Febbraio 2024

PIETRO ORLANDI E LE NUIVE ACCUSE AL VATICANO.

Post n°1762 pubblicato il 06 Febbraio 2024 da scricciolo68lbr

Giovedì, 18 gennaio 2024Pietro Orlandi accusa il Vaticano: "Casaroli? Si faceva portare le ragazzine"Il fratello di Emanuela rilancia le accuse al Vaticano: "L'allora segretario di Stato si faceva portare ragazzine dai suoi amici massoni...".Pietro Orlandi e le nuove accuse al Vaticano: "Il segretario di Stato Casaroli? Si faceva portare delle ragazzine dai suoi amici massoni...".

La travagliata commissione parlamentare d'inchiesta sul caso di Emanuela Orlandi accelera, mentre Pietro, il fratello, lancia nuove pesanti accuse al Vaticano, stavolta mettendo nel mirino il cardinale Casaroli, una delle maggiori personalità della Chiesa all'epoca dei fatti.

Nel sit-in organizzato il 13 gennaio a piazza Cavour (in occasione del 56° compleanno di Emanuela),  il fratello della ragazza sequestrata il 22 giugno 1983 con un tranello, all'uscita dalla scuola di musica (in un discorso lungo oltre due ore, poi diffuso sui social) ha parlato di un'altissima eminenza, il numero 2 del Vaticano ai tempi di Wojtyla, il cardinale segretario di Stato Agostino Casaroli, in termini tutt'altro che lusinghieri. Come riporta Il Corriere della Sera, la fonte delle presunte rivelazioni è un religioso, ha premesso Orlandi, "che se entra in Vaticano suonano gli allarmi... Questa persona è stata arrestata perché aveva dei legami con la Sacra corona unita e per traffico di opere d'arte, però è sempre un monsignore che frequentava gli ambienti...". Una tonaca equivoca, insomma, della quale viene reso pubblico il racconto: "Lui mi ha detto che ci stanno cose gravi e poi anche cose che fanno sorridere - ha proseguito il fratello di Emanuela - Allora io gli ho chiesto: cosa? E lui: 'Ti racconto questa... C'è un cardinale molto importante, soprattutto all'epoca, hai capito di chi parlo, veniva subito dopo il Papa'...".

Pausa. Pietro, sempre al microfono, per far capire ai presenti in piazza Cavour e a chi lo ascolterà in Rete, precisa: "Si riferiva a Casaroli e io dico: allora? E lui: 'Vuoi sapere cosa faceva? Si faceva portare da due o tre massoni che aveva sempre attorno tre o quattro ragazzine sui 12-13 anni, consenzienti... Si faceva dare le mutandine, e faceva da solo... Poi gli dava qualche soldino e loro contente se ne andavano... non le toccava... erano ragazzine che andava a prendere in certi ambienti, zingarelle...' E questo - ha chiosato Orlandi - me lo diceva come un fatto divertente,  mentre le cose importanti, quelle gravi, non me le ha dette, peccato...".

Il nuovo attacco frontale al Vaticano, sferrato nella stessa sede in cui il fratello di Emanuela aveva chiamato in causa l'ex ministro Franceschini, il 13 gennaio era passato inosservato forse a causa della lunghezza-fiume dell'intervento al microfono. Ma in queste ore, una volta postata la registrazione in Rete (su Instagram), le polemiche sono immediatamente (ri)partite, esattamente come lo scorso aprile dopo le accuse a Wojtyla, con tanti internauti dubbiosi, perplessi e anche indignati, al di là della solidarietà a Pietro e agli altri familiari della ragazza scomparsa. Da parte sua, l'ex ministro Dario Franceschini, chiamato in causa circa un suo coinvolgimento in alcuni lavori nella basilica di Santa Maria Maggiore nel 2014, con il trasbordo dal Vaticano di una "cassa con materiale sul caso Orlandi", aveva immediatamente replicato: «Non so proprio niente di tutta questa storia. Per altro ricordo che Santa Maria Maggiore è extraterritoriale e che quindi Ministero e Soprintendenza non hanno alcuna competenza in materia di tutela e di autorizzazione di lavori». 

FONTE:

https://www.affaritaliani.it/cronache/pietro-orlandi-accusa-il-vaticano-casaroli-si-faceva-portare-ragazzine-896382.html

 

 
 
 

INCINTA? GIÀ… MA DI CHI?

Post n°1761 pubblicato il 05 Febbraio 2024 da scricciolo68lbr

Lunedì, 05 febbraio 2024

Pietro Orlandi: “Emanuela era incinta e fu costretta ad abortire a Londra". La presunta lettera del cardinale Poletti al Regno Unito

"La sento viva, continuerò a cercarla". Pietro Orlandi, fratello di Emanuela, la ragazza sparita nel nulla a 15 anni all'interno delle mura vaticane, ne è certo. Non si è mai arreso, e anche oggi torna su una delle tante piste battute nel corso degli anni. Quella londinese.

Parlando a Verissimo su Canale 5 riferisce: "Una persona mi ha contattato un po' più di un anno fa", una persona che ha detto di essere "vicina agli ambienti dei Nar" e che gli ha detto di avere visto Emanuela a Londra, perché era in un appartamentino vicino al suo gestito dagli Scalabriniani. "Secondo me è una pista veritiera", ha detto Pietro che ha ricevuto da questa persona una lettera del cardinale Ugo Poletti inviata il 1° febbraio del 1993 all'ex Segretario di Stato Gb. Nella lettera letta in tv, attribuita dalla persona che l'ha data a Pietro al cardinale Poletti, il porporato accenna "alla soluzione immediata del problema totalmente inaspettato e indesiderato". E aggiunge che "è di vitale importanza che la signorina Orlandi rimanga viva e in salute".

Si fa riferimento poi al fatto che "anche un feto all'interno del grembo materno possieda un'anima". Per Pietro questa lettera "fa sembrare" che Emanuela era incinta e che poi è stata ricoverata per interrompere la gravidanza, "questo è quello che mi farebbe capire quella persona". E che per fare questo "il Vaticano aveva chiesto l'aiuto dello Stato inglese". Ma questo nuovo interlocutore di Pietro Orlandi "è scomparso, ha cancellato tutti gli account, spero che la procura di Roma o la commissione parlamentare lo cerchino".

Pietro Orlandi: “Il procuratore Diddi? Non si sta comportando nel modo più giusto. Nessuna volontà di cercare la verità"

Pietro dice che per ricontattarlo avrebbe anche cercato Fioravanti, "non sono riuscito a rintracciarlo", e Carminati "che però non vuole incontrarmi". Pietro vuole rintracciarlo perché "da domani qualcuno dirà che questa lettera è falsa". Porta l'intestazione del Vicariato ma "nel '93 il cardinale Poletti non era più vicario di Roma". Ma Pietro Orlandi su questo ha una spiegazione: "Mi è stato detto che all'epoca, per documenti particolari, venivano inserite delle cose, per cui se fossero diventate pubbliche si poteva dire che era un falso". Poi nei confronti del procuratore vaticano Alessandro Diddi aggiunge: "Mi auguro che papa Francesco prenda dei provvedimenti nei confronti di questa persona che non si sta comportando nel modo più giusto".

"Sono stato ascoltato una sola volta, ad aprile dell'anno scorso, ho fatto ventotto nomi e nessuno è stato ascoltato", ha detto ancora Pietro Orlandi"Non c'è quella volontà purtroppo" di cercare la verità,"Diddi ha fatto capire chiaramente che non vogliono la commissione parlamentare d'inchiesta. L'hanno definita una intromissione perniciosa". "In quest'anno si è fatto di tutto tranne che cercare la verità", ha ribadito. "Io sono contento che papa Francesco ha chiesto di indagare con la volontà di cercare la verità. Ma io non so se è a conoscenza del lavoro che sta facendo la persona che lui ha incaricato: o non è in grado oppure rema contro", ha aggiunto parlando del procuratore vaticano. "Dopo quarant'anni non si può continuare ad aspettare, mi dicono 'devi avere pazienza'. Dopo quarant'anni...", ha concluso Pietro Orlandi.

FONTE:

https://www.affaritaliani.it/cronache/pietro-orlandi-emanuela-era-incinta-e-aborti-a-londra-la-lettera-choc-899511.html

 
 
 

FALSO ALLARMISMO SUL CONSUMO DI CARNE.

Post n°1760 pubblicato il 04 Febbraio 2024 da scricciolo68lbr

NIENTE PAURA parola di Andrea Poli, esperto di nutrizionismo. Dal 1990 collabora con la Nutrition Foundation of Italy, di cui dal 1995 è Direttore Scientifico e dal 2014 Presidente. Ha avuto, per alcuni anni, un contratto di insegnamento relativo alla relazione tra alimentazione e prevenzione delle malattie degenerative, con l'università di Parma.
La zootecnia è il primo bersaglio delle politiche green dell’Europa. Per due motivi: si dice che le stalle inquinino e che la carne rossa faccia male. E questo dovrebbe sdoganare la bistecca in vitro contro cui l’Italia ha varato la prima legge per vietarla? (la stanno per imitare Fran-
cia e Slovacchia). In più ha promosso con Francia, Austria e altri 9 Paesi un documento che impone all’Europa di varare una consultazione popolare e di adottare gli stessi meccanismi autorizzativi dei farmaci prima di dare un’eventuale via libera alla carne sintetica. Che è anche uno dei motivi della protesta agricola.
Ma resta l’i nterrogativo: la carne rossa fa male? Ecco cosa risponde uno dei massimi esperti: il professor Andrea Poli, presidente della Nutrition Foundation. 

D - La scienza ha stabilito se il consumo di carne è nocivo?
R - «Gli studi più recenti suggeriscono che il consumo di carne rossa possa aumentare il rischio di malattie cardiovascolari e di alcuni tumori, specie quelli del colon-retto. Questi effetti sono tuttavia di ampiezza molto limitata (raramente eccedono il +10%), e si basano sui risultati di studi caratterizzati da un elevato tasso di incertezza, come sottolineato qualche anno fa, in un articolo che fece molto scalpore, dal gruppo di ricerca NutriRecs. Ma soprattutto, questi effetti di salute si manifestano quasi solamente per consumi relativamente elevati, oltre una o due porzioni giornaliere di carne rossa, che sono molto poco frequenti nel nostro Paese. Al di sotto di questi limiti di consumo, e specie negli studi condotti in Europa, al consumo di carne rossa non si associa alcun effetto di salute significativo».

D - Lei sostiene che bisogna tornare a mangiare con minore ansia: come?
R - «Un recentissimo studio condotto sulla coorte statunitense dei veterans (oltre 700.000 soggetti) suggerisce che un’alimentazione appropriata contribuisca per il 14% circa all’allungamento della speranza di vita che si può ottenere ottimizzando lo stile di vita.
Una regolare attività fisica e il fatto di non avere mai fumato hanno un peso molto più elevato, al proposito. Emerge dagli studi più recenti come il grado di soddisfazione e gratificazione personale della nostra vita, inclusi gli aspetti di natura relazionale, come la convivialità (spesso associata alla condivisione del pasto con amici o parenti) giochino
un ruolo pure importante nel determinare il nostro benessere futuro. In questo contesto credo sia corretto lasciare alle persone una maggiore libertà di scelta a proposito degli alimenti da consumare, che segua anche il gusto e il piacere personale, prestando naturalmente attenzione ad evitare gli eccessi e di prendere troppo peso».
D - Cos’è la nutrizione di precisione? 
R - «La nutrizione di precisione si pone l’ambizioso obiettivo di personalizzare le raccomandazioni di tipo nutrizionale, basandole su caratteristiche individuali rilevanti, per esempio di natura genetica. Si è osservato che gli effetti sulla salute delle cosiddette carni
trasformate sono maggiori nei soggetti con una storia familiare di malattie cardiovascolari, o con un assetto genetico che aumenta il loro rischio personale di queste patologie, e invece trascurabili in assenza di queste condizioni predisponenti».
© RIPRODUZIONE RISERVATA

 

 
 
 

46 GIORNATA DELLA VITA.

Post n°1759 pubblicato il 04 Febbraio 2024 da scricciolo68lbr

Oggi è la 46esima giornata nazionale della Vita e il tema scelto della CEI è “La forza della Vita ci sorprende” ♥️


Preambolo: Roma, 10.11.2023. Il 09 novembre scorso, è stato pubblicato il messaggio che il Consiglio Episcopale Permanente della CEI ha preparato per la 46ª Giornata Nazionale per la Vita, che si celebrerà il 4 febbraio 2024 sul tema «La forza della vita ci sorprende. “Quale vantaggio c’è che l’uomo guadagni il mondo intero e perda la sua vita?” (Mc 8,36)».


La Giornata è nata per alimentare una profonda e serena riflessione sia civile che ecclesiale sull’iniquità del provvedimento che legalizzò l’aborto in Italia. "La vita è un dono, per noi cristiani è un grande compito, un obbligo difendere la vita sin dall’inizio del concepimento: l’essere umano è tale già dall’unione delle due cellule progenitrici con tutti i diritti alla vita".

Sono numerose le circostanze in cui si è incapaci di riconoscere il valore della vita tanto che, per tutta una serie di ragioni, si decide di metterle fine o si tollera che venga messa a repentaglio. La vita del nemico – soldato, civile, donna, bambino, anziano... – è un ostacolo ai propri obiettivi e può, anzi deve, essere stroncata con la forza delle armi o comunque annichilita con la violenza.


Sì, è vero, la vita possiede una forza enorme. La forza di esistere, la forza di dire “IO SONO, ESISTO E MAI CI SARÀ UN ESSERE UMANO IDENTICO A ME”.

«La legge sull’aborto che la Chiesa condanna da sempre – ha dichiarato il presidente CEI - non la mettiamo in discussione ma chiediamo che venga pienamente applicata nella parte della prevenzione e della vicinanza alle madri e ai loro bambini».


La retorica dell’aborto come “diritto” dell'essere umano non tiene più, eppure molti, continuano ad affermarlo, con toni violenti, accecati dall’ideologia e dall’idea di una libertà che in realtà, libertà non è.

Eh sì… la libertà non è fare ciò che si vuole senza nessun limite e confine. La vera libertà è avere il diritto di fare senza ledere la vita di nessun altro.

Giustificare l’uccisione di un bambino, perchè di questo parliamo, quell'essere custodito nella sua prima fase di vita dentro il grembo materno, non è libertà di scelta. È libertà di uccidere. Convincersi che si tratti solo di un ammasso di cellule non è libertà. Credere che non sia senziente, che non provi dolore, che non esista nessun essere umano dentro quell’utero, non è libertà. È solo auto convincimento per poter perseguire i propri scopi.

Ecco, in questa giornata vogliamo riflettere sull’unicità e irripetibilità di ogni singolo essere umano: ogni aborto toglie la vita a un essere umano. Un essere umano che non verrà mai più al mondo perché nessuno avrà più lo stesso patrimonio genetico, la stessa personalità, la stessa fisionomia, lo stesso cuore.

Non è un concetto difficile da capire, pensiamo ai nostri fratelli e alle nostre sorelle: gli stessi genitori hanno dato vita ad esseri umani diversi (io non sono mio fratello). Se le nostre mamme avessero abortito noi o i nostri fratelli, non saremmo mai più esistiti.

Ecco cosa significa abortire: cancellare per sempre una persona che non tornerà mai più. 

Ed ecco perché noi chi sta dalla parte della vita, e della Famiglia non smetteremo mai di batterci per il diritto alla vita di ogni singolo essere umano.  

Ti ringraziamo, Signore, per la gratuità della vita che doni senza condizioni. Benedici chi l’accoglie, chi l’apprezza e chi la offre al tuo servizio. Perdona chi la rifiuta, chi la disprezzae chi la impiega per il male. Conforta chi la porta come una Croce o si sente vicino alla fine. Sostieni la perseveranza di chi custodisce, difende e promuove la vita umana. Infondi la forza del tuo Spirito in tutti i medici, infermieri, volontari e in coloro che assistono chi soffre nel corpo e nello spirito. Dona speranza ai genitori che si spendono con infinita pazienza per i figli che stanno per nascere o che devono crescere. Dona un cuore grande a chi cerca la tua volontà nella propria vocazione. Amen.

 
 
 

SCORRETTO TOGLIERE DAZI A KIEV!

Post n°1758 pubblicato il 03 Febbraio 2024 da scricciolo68lbr

La mia particolare rassegna stampa, prevede questo articolo tratto dall'edizione di venerdî 02 febbraio de La Verità.
.
Levare i dazi a Kiev mette fuori mercato i nostri produttori
Pollo, cereali e latte ucraini invadono il continente. A soffrire di più gli aiuti di Bruxelles a Zelensky sono i Paesi dell’Est.

È l’altra questione Ucraina; la protesta dei contadini romeni, polacchi, ungheresi, slovacchi e dei tedeschi soprattutto dell’Est è motivata (anche) dalle importazioni selvagge dalle pianure di Cherkasy, di Kherson, dell’oblast di Sumy. E sulle importazioni, o meglio sulla mancanza di clausole specchio, si fondano anche le rivendicazioni dei francesi, dei greci e degli spagnoli.

La Commissione europea ha usato l’agricoltura come merce di scambio senza mettere minimamente in conto le conseguenze sul reddito dei nostri contadini. In particolare il grano, l’olio di semi di girasole, il mais, il pollame, il latte e i formaggi sono stati sdoganati senza "dazi" e a prezzi di dumping dall’Ue come "aiuto" alla popolazione ucraina.
La conseguenza è che i romeni, i polacchi, gli ungheresi oggi hanno un reddito agricolo dimezzato. E le proteste degli agricoltori si sono tradotte prima in un blocco delle importazioni deciso da Polonia e Ungheria, successivamente nel dilagare della protesta.
Nel 2022 sono stati importati cereali e semi oleosi per 11,5 miliardi di euro da Kiev, quest’anno la cifra è salita a 13 miliardi di euro, a cui si sono aggiunti i polli. Fino al giugno 2022 i quantitativi erano contingentati a 90.000 tonnellate di carni avicole, ora si è arrivati a 218.000 tonnellate con un aumento del 240% in un anno. Lo stesso vale per il latte e i prodotti caseari che hanno avuto un boom: latte e panna (23%), formaggi (24%), caseina e caseinati (17%) e burro (15%). In particolare in Romania il latte ucraino fa paura agli allevatori. Il commercio del grano è in mano alle quattro big del mercato dei cereali ABCD (Acer, Bungie, Cargil e Dreyfuss: tre multinazionali statunitensi e una franco-olandese) che si appoggiano ad oligarchi locali quali Oleg Bakhmatyuk, Andriy Verevskij, Rinat Akhmetov. Lo stesso vale per il pollame di cui è il primo beneficiario il miliardario ucraino Yuryi Kosyuk che ha esportato in Francia un più 122% di prodotti avicoli. Sempre i francesi lamentano un’invasione dello zucchero di Kiev passato da 25.000 tonnellate nel periodo pre-bellico a 350.000 tonnellate nel 2023. Sulle barricate così ci sono anche i produttori di barbabietole d’Oltralpe. La questione ucraina è più spinosa: i Paesi al confine con Kiev, e anche i tedeschi della ex Ddr, temono che se l’Ucraina entrerà nell’Unione, come Ursula von der Leyen auspica, per vie brevi senza prima accordi di tutela delle produzioni europee, la Pac finirà per avvantaggiare quell’agricoltura in danno delle altre visto che l’Ucraina è una potenza agricola. A dimostrazione di come la Commissione non consideri le conseguenze sul mondo agricolo dei suoi atti viene un monito del professor Felic e Adinolfi, direttore del centro studi Divulga, uno dei più accreditai in Europa sull’economia agraria, che nel suo rapporto sul Green deal ammonisce: «Quella dell’Europa rischia di essere una corsa solitaria e penalizzante». Si sono fatte analisi sull’impatto del Farm to Fork sulla produzione agricola europea e ne è emerso che – sostiene Adinolfi – «tutte hanno come comune denominatore la previsione di riduzione della produzione agricola, di aumento dei prezzi al consumo e di calo della redditività dei produttori agricoli europei».
Perciò è necessario che l’Europa s’impegni sulla reciprocità (le cosiddette clausole specchio, quelle che chiedono tutti gli agricoltori attualmente in rivolta) «affinché l’iniziativa europea di lotta alla crisi climatica sia un successo e non si trasformi in un boomerang».
Ma le cose non stanno così. La Von der Leyen ha siglato, ad esempio, un accordo col Mercosur dando libero accesso alle merci brasiliane. Il Brasile, che è il nostro primo fornitore di semi oleosi e cereali e che ha aumentato l’export verso l’Europa quest’anno del 51% ha solo lo 0,5% di superficie coltivata a biologico, un terzo della chimica che usa è vietata in Europa, ha solo quest’anno approvato 37 principi attivi per uso agricolo che sono fuorilegge in Europa. Gli Usa e la Cina, da cui compriamo tantissimo, da soli rappresentano il 27% delle emissioni agricole del mondo, eppure abbiamo aperto all’importazione dalla Cina di tutto, ma Pechino in cambio ci compra meno carne di maiale. Superata la peste suina i cinesi sono tornati in joint venture con i russi a produrre maiali – ne sono i primi consumatori al mondo – che allevano in stalle a grattacielo dove sono stipati dai 10.000 ai 40.000 capi. Tutto ovviamente nel rispetto del controllo delle emissioni!
La protesta degli agricoltori europei sta tutta nei numeri del rapporto Divulga, che ha anticipato ciò che sta avvenendo sul mercato. «La posizione commerciale dell’Ue», 
scrive Adinolfi con i sui tecnici, «se il Green deal non troverà reciprocità, peggiorerebbe particolarmente per il settore cerealicolo, con un calo delle esportazioni del 38% ed un aumento dell’import del 39%. La carne suina vedrebbe un crollo del 77% del l’export». Il Green deal, negli studi di Jrc (il centro di ricerca europeo) del Dipartimento agricolo americano e dell’Università di Wengen, significa un crollo produttivo di 20 punti, un aumento delle importazioni di circa 39 punti, un crollo dell’export del 20% e un aumento dei prezzi
agricoli che va da un minimo del più 24% per la carne bovina a un più 92% per gli agrumi. Un ottimo affare per gli agricoltori. Del resto del mondo.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

 
 
 

Ucraina, "la Russia non è un paese aggressore": la sentenza che ribalta tutto!

Post n°1757 pubblicato il 03 Febbraio 2024 da scricciolo68lbr
 

Guerra in Ucraina, la Corte internazionale di giustizia delle Nazioni Unite dà ragione alla Russia nel processo sulla questione della discriminazione razziale che ha avuto inizio nel 2017

Il 31 gennaio 2024, la Corte internazionale di giustizia delle Nazioni Unite ha emesso la sentenza definitiva nella controversia con la Russia avviata dall'Ucraina nel gennaio 2017,basata sulla Convenzione inerente l'eliminazione di tutte le forme di discriminazione razziale (CERD), assolvendo la Russia. La Corte Suprema ha, inoltre, respinto le affermazioni ucraine che accusavano la Federazione Russa di finanziare il terrorismo. La corte ha, inoltre, rifiutato di riconoscere la DPR e la LPR come “organizzazioni terroristiche”, sulla base delle accuse provenienti dall'Ucraina e non ha riconosciuto il Paese di Putin colpevole di finanziare organizzazioni terroristiche.

La Corte internazionale di giustizia non ha riconosciuto la Russia come “paese aggressore”, smentendo clamorosamente la base propagandistica occidentale degli ultimi due anni. "Le argomentazioni della parte russa sull'infondatezza delle insinuazioni ucraine sono state ascoltate all'Aja: delle oltre 20 denunce avanzate da Kiev durante il processo, durato sette anni, la Corte le ha respinte quasi tutte e ha lasciato l'Ucraina senza alcun risarcimento", si legge in un comunicato il ministero degli Esteri russo.

Inoltre, la Corte non ha ritenuto la Russia responsabile dello schianto del volo Boeing MH17 e del coinvolgimento della DPR nella tragedia. E' stata respinta anche la denuncia di oppressione dei tartari di Crimea per motivi etnici. Sulla base di queste accuse, Kiev sperava di rafforzare le sue richieste per il trasferimento dei beni russi confiscati in Occidente e l'introduzione di restrizioni internazionali contro la Russia. La Corte ha respinto anche le accuse ucraine alla Russia di appoggiare e foraggiare gruppi terroristici. Il caso è chiuso. Tutte le richieste di risarcimento dell'Ucraina sono state respinte.

Il Presidente della Commissione Europea Charles Michel, con un post su X celebra la «responsabilità nel supporto all’Ucraina» mostrata dall’UE con l'unanime decisione di stanziare 50 miliardi di euro a Kiev. I finanziamenti erano precedentemente stati bloccati dal veto del Primo Ministro ungherese Viktor Orban, motivo per cui l’UE aveva minacciato di tagliare i finanziamenti all’Ungheria e di togliere a Orban stesso il diritto di veto, appellandosi all’Articolo 7 del Trattato sull’Unione Europea.

Dal Financial Times scopriamo che i leader europei avrebbero potuto rifiutarsi di scongelare i fondi destinati all'Ungheria, basandosi sul comportamento, definito "non costruttivo" di Orban, che, di fronte al palese ricatto, ha sottolineato che "un simile sviluppo della situazione avrebbe portato all' Armageddon". Il Washington Post ha scritto che il presidente ungherese ha affermato che gli europei hanno bisogno dei 50 miliardi di euro, tanto quanto gli ucraini. Così ha suggerito un compromesso, accolto dai leader europei: non stanziare l'intera somma in una sola volta per quattro anni, ma approvare i finanziamenti per Kiev annualmente ed all'unanimità.

I fondi UE per l'Ungheria rimangono, per ora, congelati ma solo perché l'UE sta cercando di salvare le apparenze. Orban si aspetta che i soldi saranno sbloccati come parte dell'accordo. Non si parla, infatti, di bruscolini: dal dicembre 2022 l'UE sta congelando circa 10 miliardi di euro dei fondi per l'Ungheria stanziati durante il Covid-19, insieme a circa 22 miliardi di euro dei normali fondi strutturali dell'UE. Solo alla fine del 2023 la Commissione europea ha approvato un pagamento anticipato di 900 milioni di euro destinati a Budapest.

Ma l'UE, spesso in gran difficoltà nel rilasciare ai Paesi membri fondi a sostegno del lavoro e del sociale, da dove ha preso 50 miliardi di euro per il Fondo per l'Ucraina?

17 miliardi di euro provengono da beni russi sequestrati. Il Consiglio europeo ha appoggiato l'uso dei proventi dei beni russi congelati per finanziare l'Ucraina. In una dichiarazione rilasciata a seguito del vertice di ieri, si legge che dei 50 miliardi di euro, 17 miliardi sono "aiuti a fondo perduto".

Questi fondi sono un "regalo" all'Ucraina a spese della Russia, una sovvenzione, mentre il resto sono prestiti che dovranno essere rimborsati e, vedremo come, perché osservando la situazione del Paese, appare curiosa tutta questa fiducia nel rivedere tornare indietro tutti quei soldi.

8,5 miliardi di euro perverranno dal "fondo per il clima": l'UE ha tagliato da 10 a 1,5 miliardi di euro il fondo destinato a stimolare il Green Deal, dirottando i fondi verso la difesa.

8 miliardi sono uno strumento di investimento per coprire i rischi nei settori prioritari. I finanziamenti di questo strumento saranno disponibili per gli investitori attraverso la BERS, la BEI e altre istituzioni internazionali.

3 miliardi saranno utilizzati per il supporto tecnico, compresa la copertura degli interessi sui prestiti nell'ambito dell'Ukraine Facility

La decisione di Biden di vietare le esportazioni di GNL è un aiuto per Putin - riferisce Fox News - citando il senatore repubblicano del Texas, Ted Cruz. "La settimana scorsa, cosa ha fatto Joe Biden? Ha annunciato quello che io chiamo un 'sussidio a Vladimir Putin da parte di Joe Biden'. Ha bloccato le future esportazioni di GNL, il che significa che l'Europa dovrà acquistarlo dalla Russia, invece che dagli Stati Uniti", ha dichiarato Cruz. Secondo il senatore, la decisione del leader americano priva i residenti locali di posti di lavoro ed è un esempio di debolezza.

Perciò, si constata facilmente che gli americani non sono in grado di continuare a sostenere, con nuovi finanziamenti, la guerra perché il Congresso ha chiuso i rubinetti, così Biden fa pagare il conflitto in Ucraina alla UE.

ll segretario generale della NATO, Jens Stoltenberg pensa di conoscere l’argomento che farà la differenza: “L’Ucraina è un buon affare per gli Stati Uniti”. “E la maggior parte del denaro che gli Stati Uniti forniscono all’Ucraina viene effettivamente investito qui negli Stati Uniti nell’acquisto di attrezzature americane che inviamo in Ucraina. Quindi questo dà a tutti noi maggiore sicurezza e rende più forte l’industria della difesa americana”, ha spiegato. "La NATO crea un grande mercato per gli Stati Uniti, per l'industria della difesa americana", ha affermato Stoltenberg. Soltanto negli ultimi due anni, gli alleati della NATO hanno stipulato contratti di difesa per un valore di oltre 120 miliardi di dollari. Quindi è nell’interesse della sicurezza, è nell’interesse economico, è un bene per gli Stati Uniti”.

Il politico russo Andrey Klintsevich parla di "truffa davvero geniale", sostenendo che gli Stati Uniti vieteranno all’Europa di acquistare gas dalla Federazione Russa e sarà costretta a comprare GNL proveniente dagli USA al 300% del prezzo. Inoltre, ipotizza che gli USA triplicheranno le esportazioni verso l’Europa, a prezzi folli, producendo l'effetto di indurre l'industria a fuggire dalla UE negli Stati Uniti. Dal canto suo - sempre secondo Klintsevich - l'Europa vuole aumentare le importazioni. Cioè, costruire più terminali e ridurre il prezzo del gas per riportare in vita l’industria.

Gli Stati Uniti, per “salvare il clima”, vieteranno nuovi progetti GNL. Pertanto, il prezzo resterà elevato e i volumi limitati.

Perciò, conclude  Klintsevich:  "Chiunque ci sia dietro Biden se la è cavata brillantemente. L’Europa dipende dal gas americano ma è costoso e basta solo per i bisogni primari. La produzione sta finendo ma non c'è luce alla fine del tunnel, perché gli Stati Uniti vietano nuovi progetti volti a ridurre il prezzo del gas".

"Milano Finanza" scrive che l'economia russa è in crescita e le sanzioni non hanno avuto effetto. 

Secondo gli economisti una soluzione c'è: aumentare le sanzioni ai paesi che triangolano beni con la Russia e trasferire i beni sequestrati russi all'Ucraina.

I novelli economisti non dicono, però, che i beneficiari delle triangolazioni delle risorse russe siamo noi, che compriamo materie prime russe da paesi terzi, ovviamente a prezzi molto più alti. In quanto ai beni russi sequestrati, la questione è molto pericolosa, perché le aziende occidentali hanno proprietà in tutta la Russia, che verrebbero subito confiscate. E si tratta di somme enormi, praticamente pari ai beni russi sequestrati.

Nel frattempo, e più in generale, circa tre dozzine di Paesi hanno espresso il desiderio di entrare a far parte dei BRICS, mentre lo scenario prospettato sul canale governativo telegram cinese, ci informa che "la Cina sostiene la Russia sulla questione ucraina" - questa è la dichiarazione del nuovo Ministro della Difesa cinese Dong Jun. E l'aspetto principale è che l'Occidente non sarà in grado di impedirlo.

"Negli ultimi anni, gli Stati Uniti e l'Occidente hanno isolato la Russia - noi capiamo tutto - e sosteniamo fortemente la giustizia, fornendo supporto sulla questione ucraina. Gli Stati Uniti e l'Europa continuano a fare pressioni sulla Cina. La cooperazione in materia di difesa tra Cina e UE ha subito un colpo. Ma non cambieremo e non abbandoneremo le politiche consolidate per questo motivo. Non potranno ostacolare la normale cooperazione Cina-Russia" - ha dichiarato Dong Jun, nuovo Ministro cinese, che ha studiato a Mosca.

Questo è il suo primo contatto internazionale dopo la nomina. Avvenuto, naturalmente, con il suo omologo russo, Sergei Shoigu.

 
 
 

UNIONE EUROOEA E DUMPING FISCALE.

Post n°1756 pubblicato il 02 Febbraio 2024 da scricciolo68lbr
 

Forse non tutti saranno a conoscenza del fatto che, all'interno dell'Unione Europea, che la Von der Leyen pretende di governare con giustizia ed equità, invece in tanti, lei in testa, si fanno i cavolacci propri?

Rewind! All'interno dell'Unione europea ci sono stati che con le loro politiche si comportano come dei "paradisi fiscali" ed attuando pratiche aggressive, danneggiano l'economia degli altri membri della Ue, tra cui l'Italia.

Questi Paesi sono Olanda, Irlanda e Lussemburgo! Loro praticano il dumping fiscale.

E cos'è il dumping fiscale? In sintesi, il dumping fiscale è una pratica di concorrenza sleale in campo fiscale in cui alcuni paesi offrono condizioni fiscali molto vantaggiose, causando perdite di entrate fiscali per altri paesi e creando uno squilibrio nella concorrenza globale.


Per l'Italia si hanno perdite fino a 8 miliardi di dollari.

A puntare il dito contro Stati già citati, come l'Irlanda, l'Olanda e il Lussemburgo, non sono io, ma è il presidente dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato, Roberto Rustichelli che parlando alla Commissione Politiche dell'Unione europea della Camera, in tempi non sopsetti disegnato un quadro non affatto roseo. La "concorrenza fiscale sleale" a livello europeo "comporta un danno per l'Italia che può essere stimato tra i cinque e gli otto miliardi di dollari l'anno", con alcune ricerche che "stimano che, a causa della concorrenza fiscale sleale a livello europeo, il fisco italiano perde la possibilità di tassare oltre 23 miliardi di dollari di profitti: 11 miliardi dei quali vengono spostati in Lussemburgo, oltre 6 miliardi in Irlanda, 3,5 miliardi in Olanda e oltre 2 miliardi in Belgio".

Paradisi fiscali all'interno della UE. Possibile?

Il leader dell'Antitrust non usa mezzi termini e afferma che “Paesi come l'Irlanda, l'Olanda e il Lussemburgo sono veri e propri paradisi fiscali nell'area Euro, che attuano pratiche fiscali aggressive che danneggiano le economie degli altri Stati membri e che, anche grazie a queste pratiche, registrano elevatissimi tassi di crescita”. A suo avviso l'esperienza, "unica nella storia del nostro continente, di un'unione monetaria accompagnata da una crescente integrazione dei mercati reali e finanziari è sempre più incrinata dall'assenza di stringenti regole comuni fiscali e contributive”, e tale vuoto normativo “rende possibile ad alcuni Stati membri di porre in essere pratiche di dumping fiscale e contributivo, che possono minare le fondamenta della stessa costruzione europea”.

Le conseguenze di questi comportamenti scorretti sono a suo avviso evidenti. “Nell'ultimo quinquennio il Pil italiano è cresciuto solo del 5%, mentre quello dell'Irlanda è cresciuto del 60%, quello del Lussemburgo del 17% e quello dell'Olanda del 12%”. Altrettanto significativi risultano i dati relativi al reddito pro-capite nei diversi paesi. “A fronte di un reddito pro-capite nel 2019 in Italia pari a euro 28.860, si registra in Lussemburgo un reddito pro capite di 83.640, in Irlanda di 60.350 e in Olanda di euro 41.8702", ha denunciato ancora, concludendo che “se alcuni Paesi ci guadagnano, è l'Unione europea a perderci, visto che le multinazionali reagiscono alla concorrenza fiscale, localizzando le loro sedi proprio nei Paesi europei con una tassazione più favorevole”, cosa che “drena risorse dagli Stati in cui il valore è effettivamente prodotto”.

E' inutile girarci intorno, finché le regole non cambieranno, chi può farlo lo fa. Se, in maniera legale, un imprenditore può decidere di tenere nelle proprie tasche le plusvalenze generate dagli introiti aziendali invece che versarle all'erario sceglierà questa opzione.

Ed è questa una delle ragioni per la quale la maggior parte delle grandi aziende italiane anche a partecipazione pubblica (Enel, Eni, per dirne alcune) hanno trasferito la propria sede legale o fiscale in Olanda.

A livello legale non fanno nulla di male: in nome del principio europeo della libera circolazione di merci e capitali nel territorio dell'Unione è possibile stabile la propria sede in un Paese che abbia un regime fiscale differente dal proprio.

In questo l'Olanda è il Paradiso in Terra pur non essendo un Paradiso Fiscale: semplicemente il diritto societario è meno complesso rispetto ad altrove. A fronte di aliquote che non sono molto differenti da quelle degli altri Paesi UE, infatti, a essere quasi nulla è la tassazione sugli utili. Quindi in maniera trasparente e legittima le plusvalenze societarie restano nelle casse dell'azienda.

 

Da Fca a Ferrari da Luxottica a Mediaset per finire con Campari, pertanto, quasi tutti i grandi marchi del made in Italy hanno fatto le valigie dirottando ad Amsterdam oltre 30 miliardi di euro che dovrebbero restare nelle casse italiane. Di questi 30 solo 10, però, finiscono al Fisco olandese, gli altri restano nelle tasche delle imprese.

Ricordo cosî che Fiat, poi FCA, ora dopo la fusione di FCA e PSA e poi Stellantis, ha la sede legale di Fiat Chrysler ad Amsterdam dove si trova la holding Fiat Chrysler Automobiles N.V. controllata a sua volta da Exor. Il gruppo automobilistico ha scelto l'Olanda nel 2014 e da lì non si è più mossa. Da ultimo Stellantis, come altre multinazionali, italiane e no, ha sede legale a Londra e fiscale ad Amsterdam.

 

MEDIASET - FININVEST:

Una delle creature del Cavaliere Berlusconi, recentemente scomparso, la Fininvest, MFE-MEDIAFOREUROPE la holding di uno dei maggiori poli radiotelevisivi pan-europei, nata nel 2021, ha sede legale ad Amsterdam (Paesi Bassi) e sedi fiscali in Italia e Spagna, dove si svolgono le attività operative. È quotata alle Borse di Milano e Madrid. Da Cologno Monzese diverso tempo fa ha preso un biglietto di sola andata per Amsterdam, dove ha creato la holding MFE (Media For Europe) rafforzando il suo controllo sulla spagnola Mediaset Spagna e sulla tedesca ProsiebenSat.1.

ENI:

Tra le primi a scegliere il profumo dei tulipani è stata ENI, società fondata dallo Stato italiano nel 1953 e di fatto controllata ad oggi da MEF e Cassa Depositi e Prestiti. Nonostante sia, quindi, un'azienda pubblica il Gruppo multinazionale è presente ad Amsterdam dal 1994 con la Eni International B.V. ed è attiva nei settori di petrolio, gas naturali ed energie rinnovabili.

ENEL:

Altro big dell'energia che ha preferito il diritto societario olandese a quello italiano è Enel, compartecipata al 23,6% dal MEF. Enel in Olanda si trova attraverso le società finanziarie Enel Finance International N.V. e Enel Investment Holding B.V., che promuovono obbligazioni e altre forme d'investimento incentrate su produzione e distribuzione d'energia elettrica.

EXOR:

Ma non è finita qui. L'intera famiglia Agnelli, baluardo di quell'Italia imprenditoriale ormai in bianco e nero, ha deciso, nel 2016, di trasferire i propri affari nei Paesi Bassi stabilendo lì la sede legale della holding di famiglia. Exor, infatti, rappresenta forse la più importante delle aziende italiane con sede in Olanda in quanto azionista di maggioranza di FCA, Ferrari, Juventus F.C. e dei gruppi editoriali GEDI e The Economis.

FERRARI

Restando in ambito automobilistico il cavallino rampante orgoglio del made in Italy versa le tasse ad Amsterdam e non a Roma da diverso tempo. Ferrari, infatti, è proprietà di New Business Netherlands N.V., rinominata Ferrari N.V. dopo lo scorporo da FCA di gennaio 2016, restando però sotto il controllo di Exor; nel 2018 ha stipulato un accordo con l'Agenzia delle Entrate e mantiene sede in Olanda.

 

CEMENTIR

La multinazionale italiana del cemento e calcestruzzo - Gruppo Caltagirone – è in Olanda dal 2019 con lo scopo di evitare scalate dall'estero al gruppo vista la legislazione olandese in fatto di quote societarie.

LUXOTTICA

La sede legale è in Olanda dal 1999 ed è tra le aziende pioniere nel trasferimento all'estero per eludere il Fisco italiano

FERRERO

La multinazionale dei dolci ha sede fiscale all'estero praticamente da sempre. Nel 1973 aveva stabilito di pagare le tasse secondo il sistema lussemburghese per poi virare verso l'Olanda più di recente tramite il solito gioco delle scatole cinesi delle holding

Da ILLY a CAMPARI

L'elenco è molto lungo e conta decine di aziende che ogni anno fanno le valigie e si sottraggono alle regole italiane beneficiando delle agevolazioni fiscali olandesi. L'ultima, in ordine di tempo, è stata Campari che da Sesto San Giovanni, in provincia di Milano, ha lasciato tutto per volare a Amsterdam. Stessa scelta già fatta da Illy come da Prysmian, da Telecom Italia come da molte altre.

 
 
 

QUEI QUOTIDIANI CHE NESSUNO PIÙ ACQUISTA.

Post n°1755 pubblicato il 01 Febbraio 2024 da scricciolo68lbr
 

Dicono che nel Belpaese non si leggono più i libri, eppure non dicono che la crisi dell’editoria libraria è seconda alla ben più grave crisi, quella dei giornali, dei QUOTIDIANI che da vari anni registrano ogni anno che passa un calo sempre più vertiginoso delle vendite in edicola e della raccolta pubblicitaria. Edicole anche loro che chiudono, di conseguenza.

Cercano di imbastire tutta una serie di motivazioni che hanno portato al tracollo di un intero settore come quello del giornalismo cartaceo. Senza che nessuno tocchi la causa reale, e cioè che i giornalisti sono ormai tutti servi dei poteri forti e degli imprenditori. Mi spiego meglio. Occorre fare delle premesse...

Settore pubblicitario. Fino agli anni ’90 c’è stata una crescita esponenziale della raccolta pubblicitaria, i quotidiani si finanziavano quasi esclusivamente con la pubblicità raccolta dalle concessionarie e le vendite in edicola, i lettori, erano un valore aggiunto. Con la nascita e la diffusione del web, gli investitori hanno iniziato a frammentare i budget a disposizione non solo tra radio, televisione e carta stampata ma anche su uno strumento come il web che, essendo un media scritto, faceva concorrenza ai giornali.

Il tracollo della pubblicità sui quotidiani è avvenuto col passare del tempo, anche in conseguenza della diffusione dei "social network" che hanno permesso agli investitori di raggiungere un pubblico più targettizzato e maggiormente vicino alle esigenze delle aziende. Per questo motivo investire su quotidiani generalisti con un numero di lettori sempre più in calo e per di più con un’ampia fetta di mercato (i giovani) praticamente esclusa, ha sempre più perduto di attrattiva.

Nel momento in cui iniziò a manifestarsi un calo di vendite, nella raccolta pubblicitaria, escogitarono un’iniziativa per risollevare le casse dei giornali: gli allegati. Vi fu un vero e proprio boom di collane di libri – soprattutto di classici – venduti a prezzi molto più bassi rispetto alle librerie. Per alcuni anni il sistema funzionò poi, com’era prevedibile, il mercato fu saturo e ritornarono a galla ancor più prepotentemente i problemi non affrontati (calo delle vendite e della pubblicità, diffusione dei nuovi media).

Il problema della crisi dei giornali tuttavia, non sta tutto qui. In Italia tutti dovrebbero sapere che non esistono editori di giornali "puri", ma imprenditori politicizzati, che operano in tutt’altri settori che hanno investito nei giornali per interessi politici o d’immagine. Ciò ha permesso che in un periodo economicamente florido in cui vendite e pubblicità si attestavano su cifre importanti (per intenderci fino ai primi anni del XXI secolo), nella stragrande maggioranza delle testate fossero sostenute spese, se non ingiustificate, certamente esagerate. Agli errori nella gestione economica e manageriale dei giornali si sono sommate scelte editoriali ancor più gravi.

Hanno raccontato tante bugie. Hanno addebitato ad internet la colpa, permettendo la diffusione delle notizie online gratuitamente. Hanno detto che tra i lettori si è creata la percezione che le notizie potessero essere lette gratuitamente senza dover spendere 1 euro e spiccioli ogni giorno in edicola.

I giornali dovrebbero svolgere il ruolo che un tempo era dei settimanali: approfondimento, inchieste, interviste esclusive, contenuti inediti. I quotidiani dovrebbero poi orientarsi verso edizioni con una foliazione ridotta durante la settimana, agile, snella e rivolta a un pubblico di lettori che ha intenzione di puntare dritto al sodo e alle notizie realmente importanti e uscire nel fine settimana con un’edizione ricca di pagine e contenuti (si tratta di un modello già ampiamente diffuso ad esempio, nel mondo anglosassone).

Infine un’altra delle motivazioni per cui i giornali sono in crisi è la mentalità di gran parte dei giornalisti che, attaccano l'asino dove vuole il padrone. Dicevo all'inizio della quasi totale assenza di editori puri, in questo modo i padroni dei giornali, legati come sono alla politica e ai grandi potentati economici, si permettono e pretendono di arrogarsi il diritto di MANIPOLARE L'INFORMAZIONE!

Fare giornalismo non significa solo scrivere articoli in redazione ma rispondere a criteri di verità considerare che le persone vogliono conoscere sempre la verità REALE, NON QUELLA DI COMODO IMPOSTA AI GIORNALISTI DAI LORO PADRONI! Occorre conoscere i propri lettori, comprendere le loro reali necessità e problematiche.

I giornali, se vogliono sopravvivere, dovrebbero per continuare ad avere un pubblico anche nei prossimi anni, tornare a svolgere il ruolo per cui sono nati: servire i lettori, raccontando la verità.

Invece cosa accade? Che sui quotidiani circolano montagne di spazzatura, di falsa informazione, di fake news, di notizie impregnate di ideologia partitica, politica, aristocratica, dettata dalle lobbies e dai potentati economici. 

Guardate cosa accade in questi giorni, comprendendo questo, si capisce bene il reale problema della disaffezione dei lettori. Tutti i TG e il nostro Governo, sono occupati dal caso di una antifascista accusata di avere massacrato in Ungheria, un cittadino ungherese. Come si chiama questa procedura? MANOVRA DI DISTRAZIONE DI MASSA!

Le preteste degli agricoltori che stanno assediando la Germania, la Francia ed oggi sono arrivati alla sede della UE, a Bruxelles; i massacri ed il genocidio compiuto dal governo di Israele nei confronti del popolo Palestinese; la epidemia delle cosiddette morti improvvise, che sta colpendo giovani e meno giovani... sino tutte notizie che passano in secondo piano.

Tra le altre cose sapete perchè gli agricoltori europei protestano? Ebbene i lavoratori agricoli percepiscono un sostegno economico dalla UE, stabilito con il Bcaa per il periodo 2023-2027. Questo prevede che il 4% del terreno non sia coltivato, è una condizione ineludibile per percepire i sostegni. La norma risente delle nuove politiche GREEN Europee, che stanno in pratica distruggendo l'europa e portando i suoi cittadini indietro di 100 anni. Nel 2023 l'UE ha previsto una deroga a questa norma, ma nel 2024 ha deciso che l'obbligo dovrà essere rispettato, da qui la protesta risentita.

Queste cose però nessuno le racconta, nessuno le spiega, tutti intenti a scrivere su argomenti di DISTRAZIONE DI MASSA.

BIASIMATE LE PERSONE CHE NON ACQUISTANO PIÙ QUELLA CARTA STRACCIA E CHE CHIAMANO QUOTIDIANI PER SEGUITARE AD ESSERE PRESI... PER IL NASO?

 

 
 
 

FINE DELL’EUROPA…

Post n°1754 pubblicato il 01 Febbraio 2024 da scricciolo68lbr
 
Tag: #UE

La situazione attuale dell’Unione Europea, fatta di scandali, corruzione, dove la presidente Von der Leyen stipula contratti segreti con Pfizer e poi distrugge tutto il carteggio fatti di sms per distruggere le prove, Europa corrotta dai dollari del Qatar a tutti i livelli, Europa che finanzia una guerra tra Ucraina e Russia che non ci interessa, nessuna delle due nazioni fa parte della UE; Europa sorgente di decisioni scellerate sul green, sull'energia, sull'alimemtazione, sulle abitazioni, sulle auto, sulle scelte industriali, che esasperano ogni giorno sempre più cittadini, agricoktori (che oggi stanno assediando Bruxelles), industraili, è la stessa del Sacro Romano Impero, che in realtà cessò di esistere molto prima che questo fatto fosse ufficialmente riconosciuto. 


Così gli Stati nazionali europei avranno presto un’occasione storica di liberazione. 
Questa possibilità spiega risiede nella riforma istituzionale dell’Unione, che prevede una transizione verso un’Europa a quattro velocità, con la possibilità di coinvolgere l’Ucraina e i Balcani senza incorrere in inutili costi finanziari e trasferendo pari diritti politici ai neofiti. 


Mancando di una leva finanziaria, l’UE perderà perciò attrattiva non solo per i candidati, ma anche per i Paesi membri. 


La fine dell’impero postmoderno dell’Europa è quindi dietro l’angolo.


Per questa ragione Putin, al Valdai, non si è opposto all’ingresso dell’Ucraina nell’Unione".

 
 
 

AREA PERSONALE

 

RADIO DJVOCE

 

PAROLE

   

     IL TIBET NASCE LIBERO

  LASCIAMO CHE RESTI TALE

                             i

Le parole.

                       I

Le parole contano
dille piano...
tante volte rimangono
fanno male anche se dette per rabbia
si ricordano
In qualche modo restano.
Le parole, quante volte rimangono
le parole feriscono
le parole ti cambiano
le parole confortano.
Le parole fanno danni invisibili
sono note che aiutano
e che la notte confortano.
                                  i
 
 

ULTIME VISITE AL BLOG

scricciolo68lbrcassetta2norise1there0perla88sQuartoProvvisoriom12ps12Kanty0ssurfinia60Rico65moroPenna_MagicaThirteen13daniela.g0starluci
 

I LINK PREFERITI

DECISIONI.

 

 

 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Febbraio 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
      1 2 3 4
5 6 7 8 9 10 11
12 13 14 15 16 17 18
19 20 21 22 23 24 25
26 27 28 29      
 
 

IMMAGINI DI TE

 

 

 

 

 

CONTATTO

 

 

PASSIONE

immagine


 

 

LIBERTà.

 

 

Affrontare ciò che ci spaventa

è il modo migliore per superare

ciò che ancora non si conosce.

 

 

 
 

ATTIMI

 

 

 

UN GIOCO!

 

 

EMOZIONI

 

 

 

 

 

PASSAGGI

Contatore accessi gratuito

 

 

ABBRACCIO

 

  

 

 

BOCCA

 

 

 

 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963