Creato da scricciolo68lbr il 17/02/2007

Pensieri e parole...

Riflessioni, emozioni, musica, idee e sogni di un internauta alle prese con la vita... Porto con me sempre il mio quaderno degli appunti, mi fermo, scrivo, riprendo il cammino... verso la Luce

 

Messaggi di Marzo 2024

FACEBOOK SCELTE IGNOBILI, INCONCEPIBILI ED ABOMINEVOLI!

Post n°1792 pubblicato il 31 Marzo 2024 da scricciolo68lbr
 

Venerdì scorso Facebook ha censurato la diretta della Via Crucis sul canale di Radio Maria. Questo "pseudo social" di proprietã "dell'askenazita", badate che non nominerò più né l'uno, né l'altro, perché anche solo sentirli quei nomi mi disgustano, ha eliminato il post per "contenuto immagini di nudo obatti sessuali". E ha ristretto i paramentri di visualizzazione.

Adesso si censurano anche le pratiche religiose? Non è discriminazione questa? Lui che tanto parla di stile inclusivo del suo pseudo social? Provo il voltastomaco!

Forse l'ashkenazita e i suoi accoliti, i fact checker, tra cui Open, non sanno che Gesù,mil Cristo, fu spogliato delle vesti, lasciandogli le parti intime coperte da panni. È storia questa, che questi analfabeti cognitivi dimostarno di non coniscere! E pensare che Gesù si è kasciato crocifiggere ed è morto anche per loro! Però ho letto del fatto che, in seguito alle censure illegali ed illegittime compiute anche durante il periodo della psico-infopandemenza, ai siti pedofili lasciava ampia libertà, ed è stato obbligato durante l'interrogazione al congresso dal CONGRESSO AMERICANO A DOMANDARE SCUSA (SE SEMPLICI SCUSE VERBALI POSSANO MAI LENIRE I DANNI CHE HA PROVOCATO).

Credo la misura sia colma. Tuttavia il mio pensiero riguarda il fatto che non è l'askenazita a sbagliare, lo pseudo social è proprietà privata mi pare... chi sbaglia sono coloro che ancora non hanno cancellato il loro profilo e continuano a sottoporsi alle vessazioni di questo essere innominabile umanamente. 

 
 
 

LA DISNEY IN CRISI: TROPPA IDEOLOGIA “WOKE”… INQUINA L’ANIMA!

Post n°1791 pubblicato il 29 Marzo 2024 da scricciolo68lbr
 
Tag: #disney

NON POSSO CHE ESSERE FELICE, NELL'APPRENDERE E RIPORTARE LA NOTIZIA, NONOSTANTE ABBIA AMATO IN PASSATO LA DISNEY, ORA TROPPO CAMBIATA, EROSA NELL'ANIMA DA UN'IDEOLOGIA CONTRARIA ALLA NATURA ED ALLA VITA. LA CULTURA WOKE HA LETTERALMENTE DISSIPATO IL CREDITO CHE LA DISNEY AVEVA PRESSO LE FAMIGLIE, QUELLA ISTITUZIONE APPUNTO CHE LA IDEOLOGIA WOKE VORREBBE SCALZARE. I GENITORI, LE MAMME E I PAPÀ (NON I GENITORI UNO E DUE) EVITANO DI PORTARE ORMAI I PRORPI FIGLI AL CINEMA A GUARDARE I CARTONI DISNEY DI ULTIMA GENERAZIONE, CHE NULLA HANNO DA INSEGNARE, ANZI, SONO DI CATTIVO ESEMPIO.

L’incantesimo della Disney “politicamente corretta” e della sua Agenda LGBT, si sta spezzando.

In realtà stiamo assistendo al suo declino da tempo, ma il punto è che alla Disney sembra che se ne siano accorti solo ora.

Dopo una lunga serie di disastrosi flopboicottaggi delle famiglielicenziamenti e critiche di massa che hanno raggiunto il loro picco proprio durante il centenario della compagnia, il CEO della Disney, Robert Iger, si è trovato costretto ad ammetterlo. Leggi le sue dichiarazioni: 

I nostri creatori hanno perso di vista quello che dovrebbe essere il loro obiettivo numero uno. Dobbiamo concentrarci sull’intrattenimento, non sui messaggi”.

L’ideologia woke, ovvero il politicamente corretto in salsa gender e personaggi lgbtqilwz... NON PAGA!

Massimiliano si tratta di dichiarazioni che attestano che la nostra campagna di boicottaggio per contrastare l’indottrinamento LGBTQ e gender della Disney sta funzionando!


Il nostro messaggio di auguri alla Disney per il suo centesimo anniversario: #BOICOTTADISNEY


La cosa che mi stupisce di più è il loro cambio radicale di linguaggio. Ci hai fatto caso anche tu? 

Permettimi di rinfrescarti la memoria Massimiliano.

Nel corso degli ultimi anni, la Disney si era vantata di aver aperto le porte dei suoi parchi a tema per bambini e famiglie per ospitare le manifestazioni dei Gay Pride.

Ma ancora più grave, i produttori della Walt Disney si erano vantati di aver iniziato a inserire personaggi omosessuali, transessuali e gender fluid nei cartoni animati e nei programmi per bambini per promuovere una vera e propria "Agenda Gay” (testuali parole), con tanto di baci omosessuali come nel film “Lightyear, la vera storia di Buzz”.

Lo scopo è sempre stato soltanto uno: influenzare la mentalità dei bambini (i nostri figli e nipoti) sui temi gender e LGBTQ.

Cos’è cambiato Massimiliano? Te lo dico io: forse si stanno rendendo conto che tradire le famiglie (i loro principali clienti) in nome dell’ideologia LGBTQ non è stato poi così tanto conveniente.

Il ragionamento è molto semplice: questi colossi dell’intrattenimento comprendono solo una lingua, quella del dio denaro. Ed essendo le famiglie la loro fonte primaria di guadagno, non possono permettersi di perderle.

Quindi ben venga il BOICOTTAGGIO delle famiglie!

Le dichiarazioni di Robert Iger sono il segnale palese che la modalità con cui stiamo portando avanti la nostra battaglia contro l’indottrinamento LGBTQ per bambini sta creando impatto.

Per questo ti chiedo con tutte le mie forze di continuare a boicottare i prodotti Disney. Dobbiamo proseguire su questa strada e insistere colpendo dove più sappiamo di fargli male (il protafogli) finché la Disney non dimostri alle famiglie di aver abbandonato definitivamente la sua “Agenda Gay”.

 
 
 

LA TRANSIZIONE ENERGETICA PENSATA DALL’EUROPA È UN SUICIDO!

Post n°1790 pubblicato il 29 Marzo 2024 da scricciolo68lbr
 

Propongo quest'oggi questo interessante articolo, a cura di Maurizio Belpietro, direttore del quotidiano LA VERITÀ, sulla transizione energetica che l'Europa vorrebbe imporre... uso il condizionale perchè credo che l'Europa se non sambia rotta, abbia i mesi contati, nel senso che presto il giocattolino voluto per salvare la Germania post unificazione, presto si sfalderà.

Buona lettura...

 

Gianni Barbero, lettore torinese de La Verità, mi suggerisce uno spunto non banale a proposito della cosiddetta transizione energetica. L’Europa ha deciso che entro il 2030 non sarà più possibile vendere e installare una caldaia a gas, che dovrà essere sostituita da una più efficiente e ecologicamente compatibile pompa di calore. «Bene», scrive Barbero, «per sostituire una caldaia con una pompa di calore, il contratto per la fornitura di energia elettrica deve passare da 3 kw, che è quello standard in uso nella maggior parte delle abitazioni, a 15 kw. Ora, a parte i maggiori oneri, che si traducono in un maggior costo della bolletta, qualcuno sa spiegarmi dove troviamo l’energia elettrica per alimentare tutte queste pompe di calore?». Barbero non ha torto. Ho provato a informarmi e la maggior parte degli impianti di condizionamento per un appartamento di 100 metri quadri consuma più di 3 chilowattora. Dunque, oltre a dover risolvere il problema di piazzare l’impianto (non tutte le abitazioni hanno balconi dove installare la macchina esterna e non sempre è concesso installarla sulla facciata condominiale), le famiglie rischiano di doversi sobbarcare il maggior costo dell’energia elettrica. Tralascio l’aspetto che non tutte le case hanno impianti in grado di sopportare una fornitura da 7 o da 15 chilowattora, ma il tema più importante è quello indicato dal lettore piemontese: dove la troviamo l’energia che ci consentirà di far funzionare le pompe di calore anche per riscaldarci? E qui la questione va ampliata, perché in futuro non dovremo solo alimentare l’impianto di riscaldamento di casa, ma pure le vetture, dato che l’Unione europea ha intenzione di vietare la produzione di motori termici per incentivare la diffusione delle auto elettriche. Non sto a elencare tutte le difficoltà di cui parliamo spesso, ovvero i costi di smaltimento delle batterie, l’autonomia dei veicoli che non inquinano, le stazioni di ricarica, la tecnologia in mano cinese e così via. Diamo per assodato che tutti questi problemi siano risolvibili. Ma l’energia elettrica per far funzionare le vetture a batteria dove la troviamo? Anche in questo caso non basta una fornitura da 3 chilowattora, ce ne vuole come minimo una da 7, meglio ancora se da 15. E oltre a pagare il maggior costo fisso, ci sarà energia sufficiente per tutti? Ho fatto un po’ di conti. In Italia, nel 2023, la domanda elettrica è stata di 306 terawattora. Immaginando di sostituire i 40 milioni di vetture a benzina e gasolio oggi in circolazione in Italia con altrettante auto elettriche, la domanda elettrica dovrebbe aumentare di un quarto, perché servirebbero altri 80 terawattora. Ammettiamo anche che non tutti i veicoli vengano sostituiti da macchine elettriche e che la richiesta di energia non sia costante, perché non ogni giorno è necessaria la ricarica. Comunque anche un bambino capirebbe che per alimentare pompe di calore e vetture a batteria, nel prossimo futuro avremo bisogno di un aumento importante della fornitura elettrica. E qui casca l’asino, perché si torna alla domanda di Barbero: dove la troviamo tutta questa capacità di cui abbiamo bisogno? Al momento, di quei 306 terawattora consumati nel 2023, 255 sono prodotti in Italia, mentre 51 arrivano dall’estero, importati da Paesi che li producono con centrali nucleari o a gas. Ma veniamo all’energia che ci facciamo in casa. Dei 255 di produzione propria, 143 terawattora sono prodotti con fonti termodinamiche, vale a dire da centrali a gas (il carbone praticamente non lo usiamo più), mentre 112 arrivano dall’energia rinnovabile, ma qui poi bisogna scomporre il dato. La più importante fonte resta l’idroelettrico, con 38 terawattora, poi viene il solare (31), l’eolico (23), le biomasse (15) e infine il geotermico (5,3). In pratica, le fonti rinnovabili che secondo l’Europa (ma anche i fanatici di Ultima generazione) dovrebbero presto consentirci di abbandonare le fonti fossili valgono da sole appena un sesto del nostro attuale fabbisogno energetico e domani non basterebbero ad alimentare neppure la metà delle pompe di calore e delle macchine elettriche previste. Dunque? Perché oltre a programmare divieti di vendita di caldaie e macchine a benzina o diesel, l’Europa non programma anche dove e come troverà l’energia pulita di cui si è fatta paladina? Perché non ci spiega come riconvertirà il sistema energetico europeo? La risposta è semplice: perché non lo sa. Nessuno infatti dei burocrati di Bruxelles è in grado di immaginare come giungere alla transizione che dovrebbe portare a un mondo a emissioni zero. In altre parole, stiamo facendo un salto nel buio. E non uso a caso questa immagine, perché l’Europa, se non si ricrederà in fretta modificando i propri obiettivi, si ritroverà presto senza luce, senza riscaldamento e senza mobilità. Stiamo insomma assistendo al suicidio di quella che un tempo era considerato la culla della civiltà e della modernità. Cambiamo in fretta la Ue o finiremo in fretta, grazie a una classe dirigente di pazzi.

 

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IL RISCALDAMENTO GLOBALE NON ESISTE - PARTE II

Post n°1789 pubblicato il 22 Marzo 2024 da scricciolo68lbr
 

IL RISCALDAMENTO GLOBALE DESCRITTO DALL’IPCC È “FISICAMENTE” IMPOSSIBILE! PARTE II

Del Professore Domenico Salimbeni – 6 Maggio 2023

Il 15 aprile ho pubblicato come SCOMODA VERITÀ n° 23 un post intitolato “IL RISCALDAMENTO GLOBALE È “FISICAMENTE” IMPOSSIBILE!” nel quale l’esigenza di non complicare eccessivamente il testo mi ha indotto, in modo (devo confessarlo) un po’ sprovveduto, a omettere alcune considerazioni che ritenevo implicite ma, ripensandoci, mi sono convinto che fossero invece necessarie, perché la loro mancanza potrebbe aver fatto pensare a un mio desiderio di negare l’esistenza dell’effetto serra (ES) che, invece, è indubbiamente presente e determina in modo estremamente importante la temperatura del nostro Pianeta consentendo a tutti noi “animali” terrestri di viverci.

Aggiungo quindi adesso le considerazioni che ho omesso, che hanno lo scopo di giustificare la presenza sulla Terra dell’effetto serra anche se non è rappresentabile, contrariamente a quanto fanno l’IPCC e i suoi adepti, con la freccia arancione che descrive una radiazione termica “causa del riscaldamento globale” che la presenza nella stessa dei gas serra costringe alla Troposfera di riinviare sulla Terra.

Oltre a una piccola quantità di energia che arriva alla superficie della Terra come conseguenza dell’attività che si svolge nel suo interno, a grande profondità, la Terra riceve energia essenzialmente dal Sole, sotto forma di energia radiante nella misura di circa 1370±0,1% W/m2 (costante solare). Detta energia è in grado di determinare escursioni termiche, sia giornaliere sia stagionali, di circa 10÷20 °C. Nel ciclo annuale, invece, la temperatura media globale della Terra è molto costante: nell’ultimo secolo la differenza di temperatura fra gli anni più freddo e più caldo è di 1,0 °C, anche se è probabile che attualmente la differenza dipenda da una deriva verso un clima più caldo piuttosto che da fluttuazioni casuali. Questo significa che l’energia radiante assorbita da tutta la Terra in un anno è circa uguale a quella ceduta nello spazio. Il processo di cessione di energia radiante avviene prevalentemente tramite emissione di radiazione elettromagnetica (in accordo con la legge di Plank, che anche il Sole rispetta). Il bilancio energetico ci dice che la temperatura della Terra dovrebbe essere di -18 °C, ma nella realtà è molto maggiore: infatti, come sappiamo, la temperatura di equilibrio è di +15÷16 °C. E i satelliti che ruotano fuori dall’atmosfera confermano questa discrepanza: la Terra emette una radiazione elettromagnetica corrispondente alla temperatura superficiale di -18 °C invece di +15÷16 °C! Una discrepanza che si spiega con la presenza nell’atmosfera di gas che assorbono parte della radiazione terrestre grazie al fenomeno denominato effetto serra. Lo spettro dell’emissione termica terrestre coincide con la luce infrarossa (IR): 4000÷50000 nm (nanometri), con un massimo a 10000 nm.

I gas presenti nell’aria assorbono energia in alcune lunghezze d’onda IR, impedendo che tutta la radiazione emessa dalla superficie della Terra si disperda nello spazio. Come? “Eccitandosi”: l’energia assorbita fa entrare in vibrazione le loro molecole che, scontrandosi con le molecole circostanti, riemettono radiazione in tutte le direzioni, e parte della radiazione dovrebbe ritornare verso la Terra ed essere riassorbita dalla superficie terrestre con conseguente riscaldamento del pianeta (proprio la freccia arancione della figura n° 2 che io contesto).

I principali gas presenti nell’atmosfera, ossigeno (O2) e azoto (N2), non sono in grado di assorbire radiazione IR, la quale è assorbita dai soli gas responsabili dell’effetto serra elencati qui di seguito unitamente al loro contributo:

a) acqua (H2O) 65%

b) biossido di carbonio (CO2) 25%

c) altri gas (CH4, NO2, …) 10%

La prevalenza dell’acqua è dimostrata dalle basse temperature notturne nei deserti, dove l’assenza di umidità diminuisce l’effetto serra e la radiazione sfugge dalla Terra quasi completamente.

Poiché la superficie terrestre emittente è circa quattro volte maggiore di quella assorbente, l’energia assorbita rapportata a tutta la superficie terrestre vale circa 342 W/m2. Parte di questa energia (235 W/m2) è effettivamente assorbita, mentre i restanti 107 W/m2 costituiscono l’energia rimessa (denominata albedo).

La Terra emette 390 w/m2 di radiazione IR, di cui solo 40 W/m2 sfuggono direttamente nello spazio mentre i restanti 350 W/m2 vengono assorbiti e/o riflessi dalle nubi, dagli aerosol, e dai gas atmosferici. che a loro volta riemettono energia radiante in tutte le direzioni. Parte di questi ultimi, 195 W/m2, viene riemessa verso lo spazio, mentre il resto (40%), corrispondenti a 155 w/m2, torna sulla Terra. Ne segue che l’emissione totale, che vale 40+195=235 W/m2 eguaglia l’energia in entrata, e la temperatura della Terra rimane pressoché costante. Va rilevato che l’effetto serra gioca un ruolo molto importante nel bilancio energetico, perché vale 155 W/m2 su 235 W/m2, quindi il 66% dell’energia assorbita dalla Terra.

Se la percentuale di energia rimessa dalla Terra nello spazio crescesse dal 40% indicato sopra al 42%, nell’ipotesi di albedo costante l’emissione totale diminuirebbe da 235 W/m2 a 226 W/m2, quindi l’energia assorbita diventerebbe maggiore di quella emessa, con conseguente graduale aumento di temperatura calcolabile con la legge di Stefan, che a regime sarebbe di 2,7 °C. Ma, poiché anche l’albedo aumenterebbe, l’incremento di temperatura risulterebbe minore.

Per mera curiosità, l’effetto serra determina un incremento di temperatura che nel nostro Pianeta vale 33 °C (con CO2 che incide 0,035% nella composizione dell’atmosfera), mentre a Marte, con un’incidenza della CO2 del 96% determina un aumento di temperatura di soli 3 °C, e a Venere, con un’incidenza del 98%, determina un aumento di temperatura di ben 466 °C! Quanto sono scriteriati i marziani, e soprattutto i veneriani, che producono così tanta CO2! Vero?

Ancora per curiosità la figura n°1 illustra la media mobile della temperatura della Terra negli ultimi 170 anni, da cui si rilevano sia “l’attuale diminuzione della temperatura” sia l’estrapolazione statistica che induce a prevedere di aumento della temperatura dal 2027 al 2032.

Spero che sia tutto chiaro. Ma c’è un grosso problema che ho trascurato: il “Secondo Principio della Termodinamica” vieta alle molecole dei gas serra di emettere energia nella direzione della Terra! Quindi i 155 W/m2 che ho calcolato sopra non possono rientrare nella Terra a causa dell’effetto serra. E allora, perché la Terra si riscalda?

Prima di rispondere è necessario fare una breve precisazione.

Gli atomi che compongono una molecola dei gas serra sono vincolati nelle loro posizioni relative. Per esempio nella molecola di acqua gli atomi H “dovrebbero” stare ad una certa distanza (circa 0,1 nm) dall’atomo O, e devono anche formare un angolo HOH di 104°. Gli atomi però non stanno fermi nelle loro posizioni relative, ma oscillano attorno ad esse con movimenti che vengono detti moti vibrazionali, il cui numero è uguale al triplo del numero totale di atomi della molecola diminuito di 6 (o

di 5 per molecole lineari). Ciascuna di queste vibrazioni ha una frequenza temporale ben definita che dipende dalle caratteristiche sttrutturali della molecola, ed in particolare dall’energia dei legami chimici.

I moti vibrazionali permettono ad una molecola di assorbire l’energia di un’onda elettromagnetica elementare (fotone) se questa ha la stessa frequenza (o frequenza molto vicina) di uno dei moti, quindi risiede nella zona spettrale IR. Quando una molecola assorbe un fotone di frequenza corrispondente a uno dei suoi moti

vibrazionali si eccita e provoca una maggiore ampiezza delle oscillazioni vibrazionali. l’eccesso di energia vibrazionale viene perso o emettendo un fotone (processo inverso) o urtando un’altra molecola a cui viene trasmessa parte della energia in eccesso. In quest’ultimo caso la seconda molecola si muoverà più velocemente,

ovvero si sarà riscaldata: l’energia radiante si trasforma in un riscaldamento equivalente all’assorbimento di calore.

Vediamo allora come si comportano I due gas serra principali:

a) Le attività antropiche generano molta acqua, ma la concentrazione di vapore acqueo non può essere controllata da noi umani perché dipende esclusivamente dalla temperatura globale: la tensione di vapore cresce con la temperatura, provoca un aumento nell’atmosfera del vapore acqueo che, essendo un gas serra, provoca un aumento della temperatura (effetto detto “feedback positivo”) che però è compensato dall’umidità assorbita dalle nubi che, riflettendo parte della radiazione UV in ingresso nell’atmosfera, aumentano l’albedo, provocano una scrematura della radiazione solare, e determinano un “feedback negativo” che contrasta “mediamente” quello primitivo determinando un contributo complessivo del vapore acqueo al riscaldamento globale in 111 W/m2 storicamente costanti, ma la Scienza oggi non è in grado di prevedere quale sarà il bilancio fra i due “feedback” nel futuro;

b) Le attività antropiche generano biossido di carbonio o, se preferite, anidride carbonica, nella misura del 4% della CO2 totale presente nell’atmosfera, mentre le attività naturali (che però sono compensate dalla fotosintesi clorofilliana in modo molto preciso) immettono nell’atmosfera una quantità molto maggiore, nella misura del 96% della CO2 totale presente nell’atmosfera, e globalmente il contributo della CO2 al riscaldamento globale può essere stimato in 50 W/m2, a seguito dell’assorbimento di radiazione IR, soprattutto nella vibrazione “di bendino” (15000 nm), e alla successiva dispersione di energia tramite l’emissione di un fotone verso lo spazio o tramite gli urti con altre molecole che provocano un riscaldamento dell’aria.

Il comportamento dei due gas serra principali ci consente di fornire la risposta sospesa: la Terra si riscalda perché l’energia prodotta dai gas serra che non viene rinviata verso lo spazio è trattenuta nella Troposfera e ne aumenta la temperatura media.

Poiché l’energia termica dispersa (per effetto conduttivo) dalla Terra verso lo spazio è proporzionale alla superficie disperdente, certamente costante nei millenni, al coefficiente di trasmissione termica dell’intera atmosfera, che si può ipotizzare in prima approssimazione costante, e alla differenza fra la temperatura della Terra (~15 °C) e della Troposfera, all’aumentare di quest’ultima corrisponde una riduzione della dispersione termica della Terra che giustifica i 155 W/m2 calcolati sopra e non possono rientrare nella Terra sotto forma di radiazione termica per il “divieto” imposto dal “Secondo Principio della Termodinamica” illustrato nella figura n° 2.

In altre parole, l’ES esiste, circostanza che ovviamente non può essere messa in dubbio, ma dipende da un processo energetico di tipo conduttivo, non dalla riflessione verso la Terra di una radiazione termica.

FONTE:

https://www.attivitasolare.com/il-riscaldamento-globale-descritto-dallipcc-e-fisicamente-impossibile-parte-ii/

 
 
 

IL RISCALDAMENTO GLOBALE NON ESITE - PARTE I

Post n°1788 pubblicato il 22 Marzo 2024 da scricciolo68lbr
 

È ARRIVATA LA DIMOSTRAZIONE SPERIMENTALE CHE L’EFFETTO SERRA DELLA CO2 NON ESISTE!

Del Professore Domenico Salimbeni – 7 Settembre 2023

Mi ha fatto veramente piacere scoprire che l’8 luglio 2023 Science of Climate Change, rivista scientifica indipendente senza scopo di lucro dedicata alla pubblicazione e alla discussione di articoli di ricerca, brevi comunicazioni, e articoli di revisione su tutti gli aspetti del cambiamento climatico, ha accettato, dopo la revisione, l’articolo del membro dell’Accademia delle Scienza ungherese Ferenc Miskolczi “Greenhouse Gas Theories and Observed Radiative Properties on the Earth’s Atmosphere” (Teorie sui gas serra e sulle proprietà infrarosse osservate dell’atmosfera terrestre).

L’articolo è il risultato di una lunga ricerca che analizza lo stato di equilibrio radiativo medio globale del sistema Terra-atmosfera già approfondito nell’ultimo decennio anche con lo sviluppo di equazioni teoriche fondamentali. E ha dimostrato che, utilizzando le leggi consolidate della fisica delle radiazioni, i parametri climatici chiave del pianeta possono essere dedotti teoricamente, da considerazioni puramente astrofisiche che sfruttano anche plausibili ipotesi sulla composizione materiale della superficie planetaria e sulla struttura dell’atmosfera. È stato inoltre dimostrato che il sistema Terra-atmosfera è in equilibrio radiativo con una costante solare teorica, e che tutte le componenti globali della densità di flusso media soddisfano le aspettative teoriche. Ma soprattutto mi fa veramente piacere la dimostrazione scientifica che la teoria dell’effetto serra di Arrhenius sulla quale si basa la teoria del riscaldamento globale non è coerente con l’esistenza di questo equilibrio radiativo. Un risultato importantissimo, perché dimostra che l’effetto serra provocato dalla CO2 sul quale si basa l’ipotesi del riscaldamento globale è fisicamente irreale. E questo risultato sperimentale supporta e conferma quanto ho recentemente scritto io nei seguenti tre post:

✓ SCOMODA VERITÀ n° 23 su GW/CC (Global Warming/Climate Change): IL RISCALDAMENTO GLOBALE È “FISICAMENTE” IMPOSSIBILE! (15 aprile);

✓ SCOMODA VERITÀ n° 23bis su GW/CC (Global Warming/Climate Change): IL RISCALDAMENTO GLOBALE DESCRITTO DALL’IPCC È “FISICAMENTE” IMPOSSIBILE! (6 maggio);

✓ SCOMODA VERITÀ n° 27 su GW/CC (Global Warming/Climate Change): I CALCOLI CHE UTILIZZA L’IPCC PER VALUTARE GLI EFFETTI DEL GLOBAL WARMING SONO SMENTITI DALLA TERMODINAMICA! (15 maggio);

Ma basandomi esclusivamente sulle cognizioni elementari della Fisica, e in particolare della Termodinamica, e forse facendo sorgere in qualche amico il dubbio che avessi “bevuto”, nonostante gli avvertimenti di Antonella Viola (ma sono totalmente astemio), e che stessi scrivendo “sciocchezze” in contrasto con un “principio ormai assodato e non più discutibile”. Cognizioni di cui, evidentemente, gli “esperti del clima” non sono in possesso, pertanto non sono in grado di capire che: l’effetto serra di per sé, e l’effetto serra della CO2 con l’ipotesi del riscaldamento globale basata sui suoi effetti, sono un pericoloso artefatto, politicamente ben motivato ma totalmente privo di qualsiasi base teorica o empirica. Il nostro Pianeta, infatti, “obbedisce” alle leggi fondamentali della fisica delle radiazioni, e dimostra in questo modo di conoscere dette leggi, quindi di essere molto più “colto” degli “esperti del clima”.

L’articolo che ho citato ignora completamente il problema dell’eventuale cambiamento della temperatura superficiale della Terra, perché focalizza l’attenzione sulle questioni teoriche e sperimentali dell’effetto serra ottenendo, e dimostrando, un risultato importantissimo: il fondamento teorico della struttura radiativa osservata dell’atmosfera terrestre.

Il nostro pianeta “gode di un clima globale stabile” perché il ciclo idrologico obbliga il sistema climatico a mantenere l’umidità caotica dell’alta troposfera e il campo dei venti, l’equilibrio della copertura nuvolosa e delle precipitazioni, e sposta il calore latente fra i diversi serbatoi geologici, come richiesto dal sistema planetario energetico. Il ruolo dei gas serra non condensanti deriva dal fatto che non partecipando al ciclo idrologico non possono contribuire alla produzione di entropia (misura del disordine presente in un sistema fisico), ma possono regolare la densità del flusso trasmesso al livello richiesto dalle equazioni di Milne-Eddington. La terminologia dell’effetto serra dei climatologi si riferisce alla differenza di temperatura, in regime stazionario, fra la temperatura radiativa Ts della superficie del suolo e la temperatura Ta di assorbimento del flusso solare (SW) planetario. Tuttavia, la temperatura di cielo sereno e la relativa densità di flusso sono costanti, perché non possono violare l’equilibrio radiativo planetario e i principi di conservazione dell’energia: qualsiasi perturbazione dello spessore ottico del flusso da parte dei gas serra non condensanti forzerà il ciclo idrologico ripristinando lo stato di equilibrio teorico.

Qualsiasi perturbazione dello spessore ottico del flusso da parte dei gas serra non condensanti forzerà il ciclo idrologico ripristinando lo stato di equilibrio teorico. Qualsiasi fenomeno fisico previsto dalla teoria di Arrhenius dell’effetto serra riferito alla concentrazione della CO2 è quindi incoerente con l’esistenza del CRE (Equilibrio radiativo di tipo Chandrasekhar). Pertanto, l’effetto serra della CO2 utilizzato nell’attuale ipotesi del riscaldamento globale è impossibile! Dunque anche l’ipotesi del riscaldamento globale basata sull’effetto serra determinato dalla concentrazione della CO2 è un artefatto senza alcuna base teorica o empirica (come lo schema allegato della NASA).

L’articolo dimostra dunque che Michael Mann, il famoso autore principale del grafico “Hockey Stick”, aveva ragione quando all’inizio di quest’anno si è scagliato con veemenza contro i ricercatori (veri) Gianluca Alimonti, Luigi Mariani, Franco Prodi e Renato Angelo Ricci con l’intento di supportare la richiesta di cancellazione di un loro articolo pubblicato da Springer Nature affermando: sono un esempio di scienziati provenienti da “campi totalmente estranei” che applicano ingenuamente metodi inappropriati a dati che non capiscono: lui conosce bene il significato di quell’affermazione, infatti è uno dei primi esempi di scienziahti provenienti da campi totalmente estranei alla Fisica (di cui la climatologia è innegabilmente una branca) che hanno applicato ingenuamente (io però sono convinto “in malafede”, come dimostra il Climategate) metodi inappropriati (la teoria dell’effetto serra) a dati (la concentrazione della CO2) che non capiscono! Seguito purtroppo negli ultimi 25 anni da scienziahti del medesimo stampo che, pensando di farsi credere all’avanguardia scientificah, continuano a trattare, loro probabilmente davvero ingenuamente e per ignoranza, argomenti che non capiscono.

Sarebbe opportuno pertanto che i Governi occidentali prescrivessero per tutti coloro che si definiscono scienziahti climatologi l’integrazione del ciclo di studi con almeno due anni di Fisica e Termodinamica insegnate da professori certificati non climatologi.

Invito quindi il ministro Giuseppe Valditara, che sembra voglia rovinare la scuola tecnica professionale con direttive copiate da quelle disastrose del ministro Luigi Berlinguer del 1996÷1999 il quale è riuscito a declassare le Facoltà di ingegneria italiane dalla “serie A” in cui erano state classificate da una ricerca europea sino alla “serie C” in cui erano state classificate le Facoltà di ingegneria di Francia e Germania, nazioni che sono riuscite a bloccare la pubblicazione ufficiale della ricerca per evitare la figuraccia che meritavano, a non perdere tempo con le berlinguerate e prevedere l’istituzione di un corso di studi di “recupero” per climatologi di natura ovina.

FONTE:

https://www.attivitasolare.com/e-arrivata-la-dimostrazione-sperimentale-che-leffetto-serra-della-co2-non-esiste/

 
 
 

I PAPÀ ITALIANI I PIÙ VECCHI DELL'UE.

Post n°1787 pubblicato il 22 Marzo 2024 da scricciolo68lbr
 

"I Papà italiani sono i più vecchi della UE. Primo figlio a 36 anni di media"

Il mito creato appositamente dello studio ad ogni costo, dove devi ottenere laurea prima e poi dei master anche per essere abilitato a fare due fotocopie, pensate sia un caso?
Hanno creato un falso mito, quello della "realizzazione professionale", in Italia, un paese dove poi in realtà stanno bene solo i politici e i lacchè (per non essere volgare).
Mentre i mestieri veri, tradizionali, dove trasmettere amore e passione, quelli magari prettamente manuali, vengono degradati, disprezzati e lasciati agli immigrati.

È qualcosa di avquisito ormai nel DNA della gente italica, quella che per anni si è sentita ripetere: "studia che senza un pezzo di carta non vai da nessuna parte!".

E via tutti i giovani dietro alla realizzazione ideata e conforme agli scopi delle multinazionali senza ponderare e riflettere sui propri reali talenti.
Persone che ottengono tre lauree per poi diventare insegnante di ruolo a 50 anni ed esporre a ragazzini annoiati grotteschi programmi ministeriali.
Gente che insegue perennemente, tra corsi, concorsi e quant'altro, ambite posizioni a cui poi giunge solo con i capelli bianchi.

Nel frattempo la vita scorre via, si sacrifica tutta una vita per una favola che non è reale, raccontata ad hoc, per poi essere giungere alla meta, annoiati, stanchi ed accorgersi del danno irrimediabile, spesso quando non c'è più nulla da fare. Accorgersi che esistono tanti mestieri meravigliosi, interessanti, che mettono in contatto col momdo e con le persone, offrendo occasioni a ripetizione di crescita personale, anche e soprattutto spirituale.

Ma la meta è il pezzo di carta... e non sia mai che si metta in discussione un sistema profondamente malato e da rifondare... no... meglio raccontare che la vita media si è allungata, così le aspettative di vita e la famiglia ed i figli poi, si possono fare anche a... 50/60 anni... così si passa direttamente dal fare i papà a fare il nonno senza neppure accorgersene.



 
 
 

LEO VARADKAR, PEIMO MINISTRO IRLANDESE SI DIMETTE, DOPO LA SCOPPOLA RIMEDIATA AL REFENDUM SULLA FAMIGLIA!

Post n°1786 pubblicato il 21 Marzo 2024 da scricciolo68lbr
 

Si dimette il primo ministro irlandese, Leo Varadkar,  dopo la scoppola rimediata al referendum costituzionale sulla famiglia.

 

Il partito e il governo sono resposnabili del disastroso referendum tenuto lo scorso otto marzo che, nel disegno di Varadkar, avrebbe dovuto modernizzare la costituzione cambiando sia la definizione di famiglia sia il ruolo della donna. Alla prova dei fatti il referendum è stato un clamoroso disastro, con circa il 70% dei votanti che si è espesso contro le proposte del governo, mostrando come quest’ultimo fosse ben lontano dal sentire popolare. Respinti entrambi i quesiti per modificare la carta del 1937 ed eliminare passaggi come l’invito alle cittadine di “rimanere in casa”. Bassa l’affluenza. Il primo ministro Varadkar: “Due sberle per il governo”.

 

È fallito in Irlanda il referendum per modificare la Costituzione e rimuovere i passaggi e i riferimenti, a sentir dire i promotori del referendum, sessisti nei confronti delle donne, incluso quello per cui farebbero bene a “rimanere in casa” a prendersi cura della famiglia. Come se la famiglia fosse improvvisamente divenuta un fardello da togliere di mezzo. Ma in fondo lo sappiamo, l'eliminazione della famiglia è uno dei punti fondamentali dell'agenda del WEF di Davos, ma ancora una volta, il Deep State ha fallito: gli irlandesi hanno ribadito il loro NO!

 

Lo spoglio delle schede del referendum dell'otto marzo scorso ha dato una chiara indicazione: per entrambi i quesiti ha vinto il “NO", nonostante nella campagna referendaria tutti i principali partiti si fossero spesi per il sì, da quelli di governo a Sinn Féin, ex braccio politico dei terroristi dell’Ira. Addirittura, il Taoiseach (il primo ministro) Leo Varadkar alla vigilia del voto aveva esortato tutti gli irlandesi a votare per quello che era un cambiamento necessario: “Se non votiamo sì, sarà un brutto passo indietro per il nostro Paese in termini di diritti e uguaglianza per le donne”.

Invece, il popolo irlandese non li ha ascoltati. E ha cassato le modifiche proposte. Eppure, la maggioranza dei sondaggi alla vigilia dava il sì nettamente in vantaggio, per entrambe le modifiche proposte. Si sono sbagliati tremendamente, e negli ultimi giorni il numero di indecisi era cresciuto fino al 35%. L'affluenza è stata molto bassa: circa il 40%. Nei referendum in Irlanda non è necessario un quorum, ma ciò dimostrerebbe come molti cittadini non fossero interessati a votare su un argomento del genere, dopo una campagna stanca. O forse, secondo le prime analisi del voto, una buona parte degli irlandesi non ha capito a pieno la questione, visto che i due quesiti riguardavano modifiche lessicali alla costituzione, sottili ma allo stesso tempo sostanziali, dalle conseguenze probabilmente oscure ai più. E così in molti hanno preferito non esprimersi. Nel Paese di storie drammatiche e misogine come nel film “Madgalene”, oggi bisognava decidere se emendare la Carta Costituzionale del 1937, scritta dall’allora presidente del consiglio esecutivo Éamon de Valera e alleati, in stretto contatto con la Chiesa Cattolica.

I QUESITI ERANO DUE. La prima modifica riguardava l’articolo 41.1.1, riguardo al matrimonio. Se oggi si legge che, un po’ come in Italia, “lo Stato irlandese promette di difendere particolarmente l’istituzione del matrimonio, sul quale si fonda la famiglia, e proteggerla da ogni attacco esterno”, la nuova proposta recitava: “Lo Stato riconosce la famiglia, che sia fondata sul matrimonio o altre unioni di lunga durata, come il nucleo primario, naturale e fondamentale della società”. Proprio l’alternativa “unione di lunga durata” è stata attaccata dei sostenitori del “No”, perché secondo loro troppo vaga e dunque possibile “pretesto per far riconoscere poligamia o i ricongiungimenti familiari di migranti e richiedenti asilo”.

 

Il secondo ritocco alla Costituzione irlandese riguardava invece più specificatamente il ruolo della donna. Nell’attuale articolo 41.2 si legge: “Lo Stato riconosce che, passando la sua vita in casa, la donna dà alla comunità un sostegno senza il quale il bene comune non potrebbe mai essere raggiunto”. E inoltre: “Lo Stato farà sì che le madri, in caso di necessità economiche, non debbano essere obbligate a lavorare, per occuparsi invece dei loro impegni casalinghi”. Il nuovo testo, invece, avrebbe rimpiazzato il vecchio così: “Lo Stato riconosce l’attenzione e l’accudimento, da parte di membri di una famiglia, di altri dello stesso nucleo, perché si tratta di azioni senza le quali il bene comune non può essere raggiunto”.

Non possiamo rimanere ancorati al passato”, aveva insistito Varadkar due giorni fa, “ci sono centinaia di migliaia di persone in Irlanda che non sono riconosciute in base al concetto di “famiglia tradizionale” espresso nella nostra Costituzione del 1937”.

 

Invece l’Irlanda, dopo essersi espressa nei referendum degli ultimi decenni in massa a favore di divorzio, aborto e matrimoni gay nonostante l’ancora forte influenza della Chiesa Cattolica, stavolta non ha seguito le indicazioni di quasi tutta la politica. Il primo ministro Varadkar parla di “due sberle” ricevute dal governo. Fianna Fáil e Fine Gael, i due partiti di coalizione, ammettono che “il popolo ha parlato e bisogna rispettare la sua decisione”, mentre Mary Lou McDonald, leader di Sinn Féin che aveva chiesto addirittura una formulazione più radicale contro il sessismo e la misoginia in costituzione, insiste: “Non siamo alienati dagli elettori”. Varadkar non aveva mai nascosto le sue SIMPATIE PER LE STRAMPALATE TEORIE SCARNIFICANTI IL SIMBOLO CARDINE DELLA AZIONE CATTOLICA, LA FAMIGLIA, CHE SCHWAB E GLI ACCOLITI DI DAVOS HANNO SEMPRE GRIDATO AI QUATTRO VENTI. EPPURE GLI IRLANDESI, CON CORAGGIO E DETERMINAZIONE, HANNO MALAMENTE SCHIAFFEGGIATO IL LORO GOVERNO CON DUE SECCHI "NO".

Adesso il primo ministro irlandese Varadkar si dimette dalla guida del partito di governo Fine Gael e da primo ministro. Pesano cosi tanto quindi le sconfitte elettorali. Ora o ci saranno elezioni o la nomina di un nuovo primo ministro, che potrebbe essere anche il commissario Paschal Donohoe.

Il Primo Ministro irlandese Leo Varadkar ha annunciato mercoledì 20 marzo 2024, che si dimetterà non appena il suo partito Fine Gael nominerà un nuovo leader.

“Quando sono diventato leader del partito e Taoiseach (primo ministro) nel giugno 2017, sapevo che una parte della leadership consiste nel sapere che è arrivato il momento di passare il testimone a qualcun altro, e di avere il coraggio di farlo. Quel momento è adesso”, ha detto Varadkar ai giornalisti fuori dagli uffici governativi a Dublino.

“Perciò mi dimetto da Presidente e leader del Fine Gael con effetto da oggi e mi dimetterò da Taoiseach non appena il mio successore sarà in grado di assumere l’incarico”.

Varadkar ha affermato che le sue ragioni per dimettersi erano “sia personali che politiche”, suggerendo che un nuovo leader sarebbe in una posizione migliore per guidare il suo partito e l’attuale coalizione di governo centrista – che comprende anche Fianna Fáil e il Partito Verde – alle prossime elezioni locali ed europee di giugno. Le prossime elezioni nazionali dovranno essere indette entro l’inizio del 2025.

Ha chiesto di scegliere un nuovo leader il 6 aprile, consentendo l’elezione di un nuovo Primo Ministro dopo la pausa pasquale del Parlamento.

Il risultato di sconfitte elettorali e del disastroso referendum

Il Fine Gael ha subito una serie di clamorose sconfitte elettorali negli ultimi tempi, mentre 11 dei parlamentari del partito – conosciuti come Teachta Dála (TD) – hanno annunciato che non si ricandideranno alle prossime elezioni. Varadkar ha detto di non sentirsi più la persona migliore per guidare il partito.

“Ci sono colleghi leali e buoni amici che si candidano alle elezioni locali ed europee, e voglio dare loro la migliore opportunità possibile, e credo che abbiano maggiori possibilità con un nuovo leader”, ha detto.

Varadkar rimarrà come deputato della circoscrizione di Dublino Ovest e ha detto di non avere “nient’altro in programma” e “nessun piano personale o politico definito”.

L’oopposizione del Sinn Fein ha chiesto ora le elezioni anticipate. Nel caso non fossero concesse la coalizione di governo nominerà un nuovo primo ministro che potrebbe anche essere il commissario europeo Paschal Donohoe.

 
 
 

LE FAMIGLIE KAZARE ASHKENAZITE CHE GOVERNANO IL MONDO!

Post n°1785 pubblicato il 14 Marzo 2024 da scricciolo68lbr
 

 

Se pensate e credete alla democrazia, alle elezioni dei politici che poi givernano nel bene del Paese e degli elettori... beh, guardate prima questo video:

https://www.virgilio.it/video/le-famiglie-che-governano-segretamente-il-mondo-64964

 

Nel 1743, cinquant'anni dopo che la Banca d'Inghilterra ha aperto i battenti, un mercante e cambiavalute di nome Amschel Moses Bauer, un ebreo tedesco con la passione per i prestiti, fonda nella Jugengasse, la via che raccoglie il ghetto ebraico di Francoforte, una ditta di contabilità. Sull'entrata del negozio colloca un'insegna con un'aquila romana su uno scudo rosso, che diventa l'emblema, oggi diremmo il logo, dei Bauer, una famiglia che è tutt'uno con la sua attività: la ditta dallo Scudo Rosso, in tedesco Rothschild. Nasce così il nome della dinastia di banchieri più famosa e potente del mondo.

I banchieri che fomentano guerre

Il motto di famiglia lo conia il figlio maggiore del capostipite, Mayer Amschel (1744-1812), che non si chiama più Bauer ma di cognome fa Rothschild: «La nostra politica è quella di fomentare le guerre, dirigendole in modo che tutte le Nazioni coinvolte sprofondino sempre più nel loro debito e quindi sempre più in nostro potere». Mayer Amschel eredita la ditta nel 1755, alla morte del padre. È lui il vero fondatore dell'impero, esce dal ghetto, crea una banca ad Hannover, il cui principale cliente è il principe ereditario dell'Assia, che diventerà uno degli uomini più ricchi del Vecchio Continente.

 

Cinque fratelli alla conquista dell'Europa

Mayer Amschel è un collezionista di monete rare, sposa una ricca ereditiera, da cui ha 10 figli, di cui 5 maschi, che invia come emissari nelle principali capitali d'Europa, per conquistarle finanziariamente, fondando gli altri rami dell'impresa: Nathan, il più famoso (1777-1836), è inviato a Londra nel 1798, Solomon (1774-1855) va a Vienna, Carlmann (1788-1855) a Napoli e Jakob (1792-1868), il più giovane, va a Parigi nel 1811. I fratelli Rothschild si scambiano favori e informazioni e, nell'arco di meno di mezzo secolo, a partire dagli inizi dell'800, si espandono su scala internazionale e moltiplicano il capitale, passando dai 3 milioni di franchi del 1812 agli oltre 100 milioni del 1825. La loro specialità è quella di muovere il denaro, non necessariamente il loro, soprattutto quello delle principali case regnanti, verso le attività più redditizie, che poi sono essenzialmente due: i prestiti a tasso elevato diretti alle nazioni che intendono entrare in guerra e i titoli del debito pubblico ad alto rendimento acquistati dai Paesi che, usciti dalla guerra, si apprestano alla ricostruzione. Per l'alta finanza è dunque essenziale sapere, prima degli altri, chi vuole la guerra e poi, ripristinata la pace, quando si comincerà a ricostruire. A questo servono i legami familiari dei Rothschild, che si scambiano informazioni e stringono saldi rapporti con le grandi case reali che governano le sorti dell'Europa. In tal modo riescono a prevenire e influenzare gli eventi, giocando sullo scacchiere politico e intascando profitti stratosferici.

Nathan, il creditore di Napoleone e di Wellington

Nel 1823 diventano Guardiatesori del Vaticano, ma il posto chiave per le sorti della dinastia è quello che ricopre Nathan a Londra durante le guerre napoleoniche. A soli 21 anni, Nathan è inviato dal padre a Manchester, che è il cuore della rivoluzione industriale britannica. Nathan dispone di un cospicuo capitale, che presta ai magnati dell'industria tessile. A 27 anni si sposta a Londra, dove fonda una banca e investe nella City, specializzandosi in prestiti di guerra e in titoli di Stato. Presta soldi a tutti, compresa la Francia di Napoleone, anche se il suo 'core business' è il finanziamento dell'Inghilterra e dei suoi Stati satelliti. Nathan diventa l'uomo di fiducia del duca di Wellington, l'artefice della vittoria su Napoleone e Waterloo.

 

La leggenda del banchiere che ha fatto soldi con Waterloo

Per conto di Londra, Nathan dirige gli aiuti agli Stati alleati, cioè controlla spedizionieri, corrieri e diligenze che trasportano in gran segreto per l'Europa i traffici d'oro che servono a finanziare gli eserciti. Può contare sulla rete di informazione di famiglia, che funziona meglio di un servizio segreto. A questo proposito gira una storia, che forse non corrisponde del tutto a verità, oppure è vera, o semplicemente è stata esagerata, non si sa, ma che merita di essere raccontata per dare l'idea dell'alone leggendario che circonda i Rothschild. Si narra che nel 1815 Nathan avrebbe assistito personalmente alla vittoria di Wellington a Waterloo. Per sfruttarla economicamente, avrebbe intrapreso un viaggio pazzesco, via nave, facendosi trasportare da un peschereccio sul mare in tempesta. Così sarebbe riuscito a tornare a Londra il 21 giugno, 24 ore prima che la notizia diventasse di dominio pubblico e, diabolicamente, l'avrebbe trasformata in oro colato. In che modo? Si racconta che l'avrebbe fatto con un'operazione a cavallo tra insider trading e 'fake news', cioè diffondendo la voce che a Waterloo avesse vinto Napoleone e iniziando lui stesso a vendere i titoli del debito pubblico inglese in suo possesso, per provocarne il crollo in Borsa.


Nel frattempo, in gran segreto, avrebbe ordinato ai suoi agenti di ricomprarli a prezzi stracciati, prima che la notizia della vittoria di Wellington si diffondesse e che il valore di quei titoli andasse alle stelle. Vero, falso? Impossibile dirlo, sicuramente Nathan non era a Waterloo quel giorno, anche se poteva avvalersi di una formidabile rete di corrieri e delle confidenze degli agenti di Wellington, cioè di un servizio informazioni senza pari per l'epoca. Sta di fatto che la speculazione sui titoli inglesi è avvenuta e ha ulteriormente arricchito i Rothschild, anche se nessuno ha mai potuto consultare i loro archivi e le operazioni finanziarie di questa dinastia sono sempre rimaste avvolte nel mistero, contribuendo ad alimentare il mito dei banchieri ebrei, plutocrati, padroni del mondo, geni del male e cosmopoliti affamatori di Nazioni e di popoli. Nel 1825 Nathan Rothschild è riuscito ad aumentare di 2.500 volte la somma iniziale affidatagli dal padre e ha abbastanza soldi da finanziare la Banca d'Inghilterra, evitando che scoppi una crisi di liquidità.

Le fortune degli altri rami di famiglia

Il ramo austriaco della famiglia è quello creato da Salomon, che diventa il braccio finanziario di Metternich, ottiene nel 1820 un titolo nobiliare, cioè il diritto di usare il 'von' prima del cognome e fa un sacco di soldi investendo in miniere e ferrovie. A Napoli Carlmann, ovvero Carl, diventa il finanziatore dei Borbone, dei Granduchi di Toscana e del Papa, poi si trasferisce in Spagna, dove questo ramo della famiglia ben presto si eclissa. In compenso ci pensa Jacob, da Parigi, a tenere alte le sorti della famiglia, fondando la Rothschild Frère, con gli altri tre fratelli maggiori come partner e Re Leopoldo del Belgio e Re Luigi Filippo di Francia come principali clienti. Nel 1850 Jacob dispone di un patrimonio di 600 milioni di franchi, cioè 150 milioni in più di tutti gli altri banchieri francesi messi insieme.

I primi finanziatori degli Stati Uniti d'America

L'ammontare strepitoso della fortuna dei Rothschild si presta a far lievitare leggende e teorie cospiratorie sul loro conto. Si dice che Alexander Hamilton, uno dei padri fondatori degli Stati Uniti, ministro del Tesoro di George Washington e fondatore della prima banca federale Usa, sia stato un loro agente. Impossibile dimostrarlo, sta di fatto che la First Bank of the United States, fondata nel 1791, fortemente avversata da Thomas Jefferson e dotata di un mandato ventennale, era effettivamente un'emanazione della finanza internazionale. Non è escluso che tra i finanziatori della First Bank ci fossero anche i Rothschild, i quali contribuirono così alla creazione del debito pubblico Usa, schierandosi tra le banche che prestarono alla neonata banca centrale statunitense i soldi che le servivano per garantire le prime emissioni di bond governativi Usa, cioè i titoli del debito pubblico coi quali finanziare le attività del nuovo Stato federale, creare un esercito nazionale e ripagare i debiti dei singoli Stati.

«Datemi una moneta e me ne infischio delle leggi»

La banca centrale Usa aveva anche il potere di stampare moneta e questo spiegherebbe la famosa frase del vecchio, Mayer Amschel Rothschild, il quale disse: «Datemi il controllo sulla valuta di una Nazione e me ne infischio di chi fa le leggi». Per circa un secolo i Rothschild sono la famiglia più ricca e più potente del mondo e per la comunità ebraica internazionale rappresentano quanto di più simile ci possa essere a una famiglia reale. Come tutti i reali tendono a sposarsi tra di loro, hanno residenze sontuose, si circondano di preziose quadrerie, di oggetti rari e preziosi, frequentano principi e capi di Stato, sono filantropi. La famiglia tocca l'apogeo intorno al 1850, quando la seconda generazione è ancora in vita.

Dal 1851 con il telegrafo inizia la decadenza

Tuttavia, già nel 1851 Jacob Rothschild si lamenta che con l'invenzione del telegrafo «chiunque ha accesso alle notizie», una merce che fino a quel momento la sua famiglia aveva quasi completamente monopolizzato. Con la terza generazione inizia la decadenza, che con la quarta si accentua. I cinque rami della ditta ormai non marciano più all'unisono, mentre sui membri della famiglia piovono riconoscimenti. Lionel Rothschild (1808-79), figlio di Nathan, è il primo ebreo praticante a sedersi come membro del Parlamento britannico, mentre suo figlio Nathaniel (1840- 1915), detto Natty, è il primo ebreo a sedere alla Camera dei Lord. Entrambi sono pari del Regno, frequentano la corte, Natty è amico intimo del principe di Galles, il futuro Edoardo IV, figlio della regina Vittoria. I Rothschild sono ricchissimi, mondani, sfavillanti ma il loro prestigio sulla scena finanziaria si va indebolendo. Nel 1914 il grande banchiere americano John Pierpoint Morgan ha ormai eclissato il primato dei Rothschild, che si defilano, perdono la ribalta. Insomma, diventa una storia minore. L'ultimo capitolo è quello scritto oggi dai due rami della dinastia, rappresentanti dalla Edmond Rothschild e dalla Rothschild & Co, a capo della quale si è da poco insediato Alexandre de Rothschild, il primo banchiere della settima generazione.

 

FONTE:

https://www.lacnews24.it/cultura/i-rothschild-la-famiglia-piu-potente-del-mondo_55753/

 

 
 
 

PROPAGANDA GREEN ED ELIMINAZIONE CONTANTE!

Post n°1784 pubblicato il 13 Marzo 2024 da scricciolo68lbr
 

TGCOM24 ci riprova con l'obiettivo cashless, ma è un tentativo destinato a fallire miseramente! Oggi TGCOM24 pubblica una notizia che il contante inquina e produce CO2, in quantità pari a 2,7 kg. di CO2 per abitante... viene da ridere... Anzitutto va ricordato che l’attacco al denaro contante è iniziato con il Covid, perché la farsa pandemica aveva ed ha ancora tra gli obiettivi l’eliminazione del denaro contante, ovvero l’ultimo baluardo di libertà. Andiamo in ordine. Fu proprio il governo Conte che lanciò la cosiddetta lotteria degli scontrini per spingere le persone ad usare sempre più le carte, e la risposta fu ovviamente da popolo bue: fu un successo, l’esperimento andò a buon fine. Tanto che Gualtieri (allora ministro dell’economia), e Colao (nel famoso Piano Colao), parlavano apertamente di percorso verso una società cashless, ovvero senza contanti. Mentre nel 2020/2021 il contante era pericoloso perché poteva trasportare virus e batteri (così dicevano), omettevano di dire che stessa cosa poteva ovviamente fare la carta di credito e il bancomat. 

Ed oggi?

Il pericolo non giunge più dai virus (adesso siamo entrati in una fase diversa, quella della farsa climatica), ecco che i contanti (nei loro piani da eliminare al più presto per renderci più controllabili, ricattabili e schiavi, magari come in Cina), sono pericolosi per la salute del "pianeta" perché inquinano e producono CO2. 
Chi lo dice? 
Una falsa ricerca scientifica finanziata da Mastercard, Visa e diverse banche italiane (coincidenza).
Il tentativo è destinato tuttavia a fallire miseramente e sapete perchè? In Italia ci sono due economie delle più grandi e rigogliose economie al mondo, che non potranno mai permettere l'eliminazione del contante, il Vaticano e la Mafia! Ce lo vedete voi un padrino che paga con la carta una partita di coca? Oppure deposita in banca denaro proveniente dalla prostituzione? Una prostituta che ad esempio domanda ad un cliente: "Si ok, ma ce l'hai la carta?". 
Ecco perchè non potranno mai togliere il cash in Italia e queste notizie sono solo destinate a spaventare quei "creduloni" che si fidano ancora del circuito dell'informazione mainstream... 🤣🤣🤣

 
 
 

INSETTI NELLE MENSE SCOLASTICHE! ITALIANI SVEGLIA: I VOSTRI FIGLI VE LI STANNO PORTANDO VIA, SE NON LI AVVELENANO PRIMA…

Post n°1783 pubblicato il 13 Marzo 2024 da scricciolo68lbr
 

Dopo il ritrovamento di un insetto in una ministra, l'azienda Milano Ristorazione ha confermato che si trattava "di un frammento di insetto appartenente all’ordine dei coleotteri" e che tale frammento sarebbe stato "uno degli ingredienti vegetali alla base della pietanza"

 

 

Che il menù nelle mense scolastiche non sia da ristorante gourmet è chiaro a tutti i genitori: ma da questo a trovare plastica o insetti nel cibo, è ovvio che in mamma e papà si crei qualche preoccupazione in più. Soprattutto se le vicende si ripetono nel giro di pochi giorni. Le brutte sorprese, infatti, sono successe tutte la scorsa settimana a Milano: prima un doppio caso di ritrovamento di plastica nel pane che ha portato al ritiro del prodotto da forno da tutte le mense scolastiche della città; a seguire la scoperta dell’insetto nella minestra di un bimbodella scuola elementare Clementina Perone.


Un insetto nel cibo della mensa scolastica

Ed è proprio quest'ultimo caso che ha portato i genitori della scuola a lanciare l'allarme: «Siamo preoccupati, da genitori tendiamo a non dare un peso eccessivo ai racconti dei bambini che si lamentano per la qualità del cibo, perché sappiamo che possono dipendere dai loro gusti o da capricci, a questo punto però viene da pensare che le critiche possano essere corrette», ha commentato al quotidiano Repubblica la madre di una bambina della scuola.

Le scuse del sindaco Sala... non sono sufficienti, dovrebbe DIMETTERSI IMMEDIATAMENTE!

Il sindaco Beppe Sala si è scusato con le famiglie e i cittadini: «Non è accettabile, per una città come la nostra, una situazione del genere - ha detto il primo cittadino - Stiamo lavorando per capire bene come migliorare la situazione. I nostri bambini sono i  cittadini più importanti, bisogna dare loro un servizio che sia all’altezza».

Le famiglie, però, non sono rimaste molto soddisfatte e soprattutto si chiedono se abbia senso che Milano Ristorazione, l'azienda che si occupa delle mense scolastiche di tutta Milano, continui a fornire i pasti ai loro figli non solo per il rischio per la salute dei loro figli, ma anche per la mancanza di informazioni chiare e soprattutto tempestive riguardo ai tre casi. I genitori, insomma, chiedono più trasparenza nella comunicazione da parte della ditta.

Insetto ingrediente

Milano Ristorazione, non si è trincerata dietro il silenzio, ma dopo le analisi effettuate sul campione consegnato ha confermato che si trattava «di un frammento di insetto appartenente all’ordine dei coleotteri». Tale frammento però aveva la sua buona ragione d’essere lì, perché sarebbe stato, secondo i responsabili dell’azienda «uno degli ingredienti vegetali alla base della pietanza (una zuppa con carote, cipolle, zucchine e sedano), che derivano da produzione integrata». A partire dalla fine di gennaio, in tutta l’Unione europea possono essere venduti e liberamente prodotti alimentari a base di polvere di grillo domestico, il terzo tipo di alimento a base di insetto approvato per il consumo sulla tavola da Bruxelles dopo le tarme della farina essiccate e della locusta migratoria.

Ma se la misura ha il buon obiettivo di introdurre fonti di proteine a basso costo e a basso impatto ambientale nel mercato alimentare europeo, per dare un’alternativa a chi vuole ridurre il consumo di carne, i cui allevamenti intensivi pesano gravemente sull’ambiente, è pur vero che la maggior parte degli italiani sembra essere contraria, almeno secondo quanto dice un’indagine Coldiretti/Ixe. Forse, quindi, prima di far trovare la sorpresa nella minestra dei propri bambini sarebbe almeno preferibile avvertire.

 
 
 

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                       I

Le parole contano
dille piano...
tante volte rimangono
fanno male anche se dette per rabbia
si ricordano
In qualche modo restano.
Le parole, quante volte rimangono
le parole feriscono
le parole ti cambiano
le parole confortano.
Le parole fanno danni invisibili
sono note che aiutano
e che la notte confortano.
                                  i
 
 

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