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cazzate pensate

blog di una come tante

 

 

Ricotta....

Post n°673 pubblicato il 27 Ottobre 2014 da sofiaa7

....

" Musica? allora tirate fuori la musica!!!!!!!".......

 

Le parole dell'ispettore Mariano, rimbalzarono prima sulle ginocchia di Margherita e, invece di risalire verso l'alto, scivolarono in basso lungo il polpaccio fino il collo del piede, fino a terra.

Giulio invece, alla parola MU-SI-CA si voltò di scatto a guardare Margherita. Rimase muto per alcuni secondi cercando di incrociare gli sguardi degli astanti.  Le si leggeva chiaro in faccia che non capiva cosa gli stava chiedendo esattamente il commissario. Ma siccome odiava la musica, fece una somma a una cifra e nel totale incluse una gomitata al braccio di Margherita. 

Margherita rinvenne da uno stato di torpore subitaneamente.

- Che c'è? esclamò

- La musica! rispose Giulio

-Che musica?

- La tua ...

- Me l'hanno sequestrata qui, non ho più nulla...

 

- No, commissa' se parla della musica nel suo MP3 (facendo segno verso Margherita) ha ragione fa proprio schifo! Glielo dico sempre. Spegnila! Abbassa sto volume! Sempre..sempre!

Margherita tornò con lo sguardo verso l'agente. L'agente scattò in piedi e si diresse verso il Commissario con un foglio e l'MP3.  Marghertita lo seguì con lo sguardo. L'agente bisbigliò qualcosa all'orecchio del Commissario e poi tornò alla sua scrivania. Il commissario prese in mano il foglio, diede una rapida occhiata all'aggeggio e poi aggiunse:

-Signorina Ma-Ma-Margherita Bicocco, è suo questo MP3?

- Si -rispose Margherita

-Lei è colpevole di disturbo al riposo notturno e occupazione suolo privato, destinato al deposito autobus metropolitano. La sua musica rinvenuta nella perquisizione della borsa in data 25 maggio 2014 è sotto sequestro.

A quel punto Giulio lanciò una madonna dal di dentro. Poi si alzò in piedi di colpo, facendo spostare la sedia che scricchiolò risvegliando Margherita dal torpore dei sensi..

- Lo vedi che combini con questa musica??? -

L'aria si stava riscaldando. Il commissario lo invitò alla calma. Giulio si rimise seduto muovendo nervosamente una gamba.

Lui della musica non gliene importava nulla. Ascoltava la musica come si ascolta un rumore fastidioso di sottofondo. E poi, c'era il fatto che la musica di Margherita non gli piaceva! Il massimo della playlist di Giulio erano stati in passato i Duran Duran, gli Wham e cose del genere. Oggi continuava ad ascoltare Cold play e Jovanotti e tutta quella musica commerciale che passa alla radio e ti entra nel cervello per un processo di martellamento deciso da chissà chi, al posto tuo! Vittima inconsapevole di un gusto musicale orripilante!

Margherita invece, viveva di musica. Appena sveglia il suo primo gesto da anni era il pulsante On/ della sua radiosveglia! Aveva radio e lettori sparsi per la casa, un MP3 carico di musica e le cuffie fisse nelle orecchie quando camminava per strada. Artisti internazionali, musica ricercata e una grossa quantità di dischi di cui nemmeno lei sapeva quantificare il numero. Era cresciuta con un padre amante della musica lirica, che quando le parlava citava opere. Mezzo invasato, poco compreso in linea di massima.

Il commissario Mariano, intuì dallo sguardo di Giulio che da lì a poco sarebbe successo un litigio e vista l'ora notturna e la scarsa voglia di indagare sulle motivazioni dell'accaduto decise di sequestrare l'MP3 e mandarli via. Non aveva intenzione di assistere all'inutile fase di giustificazione del reato, in cui ognuno scarica le colpe sull'altro. E poi doveva andare in bagno, urgemtemente.

- Signori, l'MP3 resta nelle mie mani, voi potete andare! La penale da pagare sarà decisa dal giudice entro 120 giorni.

L'agente verbalizzò il fatto. Mise un punto e si sollevò dalla sedia indicandogli la porta i uscita.

Giulio e Margherita vennero lanciati fuori in pochi minuti dall'inizio del colloquio. Quando aprirono la porta del commissariato di Colle Salario si ritrovarono un'alba pronta e una strada senza fermate dell'autobus.

 

 

 

 

 

 

 
 
 

Margherita e l'amore: solo due parole...

Post n°672 pubblicato il 05 Maggio 2014 da sofiaa7

Quando Margherita e Giulio arrivarono in caserma, li portarono in una stanza completamente vuota. Lì per lì, Giulio lanciò un bestemmione che rimbalzò da parete a parete, poi  cominicò a muoversi nervosamente avanti e dietro nella piccola stanza. Margherita prima si appoggiò al muro poi si lasciò scivolare con la schiena lungo la parete e si accovacciò sulle ginocchia. La stanza era tinta di grigio a pennello e Margherita pensò subito all'officina del suo meccanico Marione.

Non riusciva a capire, Margherita, cosa avessero fatto di così grave per finire in quel postaccio. QUindi comincò a pensare ripercorrendo la serata e arrivando all'istante in cui la volante della polizia era arrivata a sirene spiegate. C'era nei suoi pensieri solo un buco, un momento che non riusciva stranamente a ricordare, così decise di chiedere a Giulio. Si voltò verso Giulio, che intanto era intento a dare capocciate al muro, bestemmiando a ogni tocco della fronte, una santo diverso. Capì Margherita che non era proprio il momento, ma non riuscì a resistere e...

-Giu' ....Giuliooo ah Giu' " Giulio come fosse un automa fermò il rosario e con la testa ancora appoggiata al muro, si voltò verso Margherita.

"Cge c'è....che c'è???" le chiese nervoso.

E Margherita "ma noi no, noi, dopo che avemo parcheggiato l'autobus alla rimessa che avemo fatto???"

- "Ma che ne so, Margherì,  me pare che ce semo giusto dati 'n bacetto davanti ar gabbiotto, ce ne stavamo anna' da quel posto, dovevamo annà al clabbe..me ricordo che è arrivato Anselmo...e poi la volante."

Giulio pensò ad Anselmo e si azzittì di colpo. Appoggiò le mani almuro e sollevcò la fronte guardando fisso un punto che presumibilmente era uno scarafaggio spiaccicato. E iniziò a pensare...

Pensò : "quel figlio d'un cane... " e ancora "mo che lo rivedo je faccio passa a voglia de vive"... " ma ....che è successo poi?" ...e bestemmiò anche nei pensieri la sua madonna preferita, poi ebbe un colpo di memoria..e..

- "Vuoi vede' Margherì che Anselmo ha chiamato la polizia?"

- "Ma perché doveva chiama' a polizia, nun stavamo a fa niente de male..."

Giulio cominciò a pensare alla serata, si lanciò in una giostra di ipotesi, forse lo avevano intercettato sull'autostrada alla guida del 336, forse la multa davanti alla fontana, forse la velocità, forse avrebbe perso il lavoro, forse il capo, forse Anselmo...forse...forse...forse...

Ad un tratto, sentirono la porta aprirsi e un agente comparve sull'uscio. Il poliziotto lì guardò come due gravi crimilani pluriomicidi, recidivi, poi con sdegno gli fece segno di seguirlo.

Furono portati dal grande capo di guardia quella notte, tale ispettore superiore sostituto commissario Faggiano Mariano, detto "stitico" per via delle lunghe ritirate nel bagno di tutte le caserme ove metteva piede.

Li fecero accomodare su due sedie di plastica. E l'ispettore superiore sostituto commissario, senza nemmeno guardarli esordì: "Sarò buono, tirate fuori la robba e vi mandiamo agli arresti domiciliari poi...al processo..." ma venne interrotto prontamente dall'agente addetto a redigere il verbale " No commissa' questi so quelli della musica nella rimessa atac"..... 

L'agente seduto dietro la scrivania, si scaccolava il naso e attaccava scrupolosamente in fila le caccole sotto la sua scrivania

Margherita e Giulio a quel punto si guardarono sbigottiti. Giulio appena sentì la parola "musica" restò intontito qualche secondo. Poi guardò Margherita in cerca di una spiegazione. Margherita intanto, osservando le dita nel naso dell'agente, era caduta in trance con lo sguardo nel vuoto.

Fu in quell'istante che il sostituto commissario replicò

" Musica? allora tirate fuori la musica!!!!!!!".......

 

 

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Margherita e il reato d'amore...

Post n°671 pubblicato il 05 Aprile 2014 da sofiaa7

Margherita presa com'era dal senso del piacere non sentì la marmitta roboante passarle ad un metro dall'orecchio, tantomeno sentì Anselmo che salutava Giulio.

Margherita cadeva in queste forme di veglia desensibile, cioé a volte le funzionavano tutti i sensi, ma spesso ne faceva funzionare solo uno, uno solo per volta, ma bene. Questa forma di blackout sensoriale, era una magia, ogni cosa che passava sotto il suo senso funzionante finiva per essere un capolavoro.

Ora immaginatevi Giulio, tra le braccia di Margherita, il motorino roboante, Anselmo che saluta e i due amanti che non si scompongono di un centimetro. Perché Margherita e vabbé era presa, ma Giulio era nella presa di Margherita, erano pari.  Anselmo proseguì dritto verso il parcheggio, prese lo zainetto dal bauletto e si incamminò verso il gabbiotto.

Davanti al gabbiotto, i due innamorati continuavano il lodevole ricamo di abbracci e baci. Anselmo non capiva che cosa stessero facendo aggomitolati lì davanti, non sapeva che cosa fare e a dieci metri dai due si bloccò leggermente imbarazzato.

-Che faccio? pensava

-Ma guarda questi ao'...ma proprio qua davanti se dovevano fermà?!...

-Ora tossisco forte...accua-accuuuuuaaaa...accuuuuuuuuuuuu

Niente!

Poi provò a battere le mani, che ve lo dico a fa?...poi decise di tossire e battere le mani insieme, provo' anche a saltellare su se stesso, ma senza successo, allora ebbe un'idea...

Entrò nel gabbiotto, prese il suo mp3 con dentro un pezzo di alta tekcno e lo attaccò agli altoparlanti della rimessa. Gli altoparlanti sparsi tra i capannoni degli autobus e il parcheggio, partirono gracchiando a volume moderato. Anselmo sorridendo, scostò la tendina delle finestre. Margherita e Giulio  stretti come sardine in scatola, si erano mossi finalmente, ora si erano appoggiati a un muretto, illuminati dal lampione e sollazzati dalla tekcno, erano entrati nella più alta forma di trance.

"Ma questi si drogano", pensò Anselmo! "ma guarda che me doveva capità stasera, porcocane"...mentre pensava e guardava dalla finestra i due incoscienti, udì una sirena della poliziain lontananza. Spense la musica, chiuse la finestra e attese. In tre secondi la volante a sirene spiegate fece il suo maestoso ingresso nel deposito, puntando il faro sui due innamorati. Dall'auto blu uscirono fuori due goffi poliziotti. Margherita e Giulio a quel punto si voltarono.

Quindi un poliziotto chiese " che cosa sta succedendo qui? tirate fori i documenti... che ve sembra il posto de fa un rave questo???...

Giulio e Margherita intorpiditi dall'amore esplosero in una grassa risata.

E il secondo poliziotto quindi aggiunse "anzi non ce li date i documenti, annamo in caserma va'..."

Vennero quindi caricati sull'auto blue e trasportati alla caserma di colle salario dove passarono la notte in cerca di una spiegazione che non trovarono, tranne il fatto che l'amore fosse forse un reato.

 

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Margherita un po' di più...

Post n°670 pubblicato il 10 Marzo 2014 da sofiaa7

La vita è dura quando ti svegli dal sonno. Specie se sognavi cose che poi nella realtà non sai raccontare. Se sul vocabolario delle parole dei sogni c'è pure caduta la birra, poi  come le trovi le parole, Margherita?

Ma si svegliò Margherita mentre Giulio seduto come un imperatore guidava fiero il suo 336 verso la rimessa. Margherita si accorse a piazza Sempione che Giulio aveva superato l'uscita per via A. De Curtis, dove lei pensava di scendere. Non avendo sentito nulla di quello che le aveva detto, guardava Giulio perplessa. "Giulio" chiese timidamente. "Senti Giulio, nu me dovevi lascià 'n piazzetta?". Giulio sorrise. Poi dopo aver svoltato a sinistra si girò a guardarla. "Ma che piazzetta Margherì?" Poi proseguì" to'o detto che nu te vojo lassà stanotte no, ma che pensi che dico cazzate, Margherì, ma che pensi che a me na multa me manda in pappa er cervello, Margherì?...mo tu e io continuamo sta serata, annamo ar clabbeee"!

Margherita udendo le parole di Giulio così decise non seppe esprimere la gioia e la sorpresa, che le si sprigionarono dalle dita risalendo fino al cuore. Però si tirò su dal gradino della porta d'entrata dell'autobus, dove s'era lasciata scivolare sognando cose indicibili e, si sistemò la gonna. Poi afferrò la borsetta estrasse il rossetto, si slanciò verso l'enorme specchietto retrovisore e lo spostò verso se stessa. Passò tre volte un rosso scarlatto sulle labbra, si sistemò i capelli e si sorrise da sola. Si voltò verso Giulio che ormai faceva un audace manovra nel parcheggio e appena Giulio rigirò la chiave spegnendo il motore, prese a due mani il viso di Giulio e lo bacio sulle labbra.  Giulio di tutto punto lanciò nell'etere una bestemmia in suo omaggio. Poi la prese per mano, con l'altra le spettinò i capelli e corsero nell'enorme spiazzo della rimessa, verso l'uscita.

Arrivati davanti a un gabbiotto spento, Giulio le lasciò la mano e guardandola le fece segno di stare lì ferma e zitta. Aprì la porta, accese la luce, appese le chiavi in una grande bacheca numerata, poi firmò un registro e riuscì chiudendosi la porta alle spalle.

Margherita nel guardarlo compiere quei movimenti così sicuri, provò un senso di attrazione irrefrenabile, sentì un fremito risalirle la schiena e appena Giulio fu fuori dalla porta le si lanciò addosso in un abbraccio.

Lo abbracciò furtivamente e chiuse gl'occhi. Le ritornarono alla mente pochi ma chiari pensieri di un amore che aveva sognato, forse visto in un film e lo abbracciò con più forza. Gli posò  mani sul viso per non farlo spostare e come pioggia decine di baci scomposti caddero sulle labbra di Giulio, sulle labbra, sul viso, sul sul collo.. le mani dal collo scesero verso il fondo della schiena si intrufolarono dalla cinta dei jeans posandosi sulle natiche, le accarezzarono, le strinsero poi tornarono su sotto la maglia in una ricerca scapestrata, senza meta. Lo strinse più forte, cercando di fargli capire che non doveva muoversi, doveva aspettare.

Giulio nel frattempo s'era scordato ogni cosa: chi fosse, dove fossero, di chi fossero quelle mani sotto la sua maglia. Ad occhi chiusi sentiva solo i baci. L'entusiasmo di Margherita in un momento stava per sviare nella radura di un gesto quasi erotico, davanti alla cabina di controllo delle linee atac. Mentre una luna grande e alta nel cielo sorvegliava il loro amore, un rumoroso scooter con la marmitta rotta, imboccò l'entrata del parcheggio: "bella Giuuuuuu........!!!!!!"Era Anselmo, il custode notturno della rimessa atac!

 

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Margherita quando pensa...

Post n°669 pubblicato il 27 Febbraio 2014 da sofiaa7

Giulio ripartì a razzo. Entrò in autostrada a L'Aquila alle 23.17 e uscì a Roma nord alle 23.49. Margherita, si era addormentata con la gomma in bocca, i piedi sul sedile di fronte e la sua playlist del cuore che nel frattempoera ripartita da qui!

 

Mentre pagava l'autostrada,  Giulio vide la telecamera sopra la sua testa e alla velocità di un bradipo, collegò per magia due concetti:  telecamere e Km/h. Poi per condividere la sfiga svegliò Margherita dolcemente con un urlo, simile a Tarzan quando vede Marianna, anzi no Jane, catturata dai bracconieri (...e mentre scrivo penso a Sandokan!). Margherita scattò in piedi come un soldato ingoiando la gomma mista a saliva che nella bocca aveva formato un profumatissimo bolo, alla fragola! (magia!)

- Che è successo Giulio??? Che amo fatto 'n 'botto???

-Ma che botto Margherita semo arrivati Aroma.." poi dimenticò perché aveva urlato e proseguì..."senti Margherì, 'ndo' te mollo????

- A casa Giulio, ma perché dici te mollo, ma che me voi molla pe'davero???

- E 'ndo te porto alla rimessa dell'atac??? Daje bella che s'è fatta 'na certa...

Giulio voleva dire molte cose a Margherita, il problema era che se le scordava. La fortuna era che Margherita fosse una strega, quindi poi lo capiva. Era in questo movimento dell'essere capito senza parlare, che Giulio apprezzava Margherita, finendo a non capire più nulla, quando la guardava.

Margherita quando le cose le si squagliavano davanti, aveva reazioni da bambina. Questa volta senza sbattere i piedi a terra però, non rispose. Pensò solo se farsi lasciare in piazzetta alla ricerca di una spalla a cui scroccare una "bomba" o a casa ad affogare la tristezza in un cafféllatte! Per pensare meglio si accovacciò per terra, mentre Giulio risaliva i tornanti di "belpoggio" e iniziò a fissarlo senza rendersene conto. "Ma quanto sei bello senza gel" pensava, " ma quanto sei ignorante per dindirindina?" si chiedeva. "Dopo questa fantastica serata, mo però me voi lascia' ... e ma io nun so un pacco, io so Margherita, bello..e mo me viene n'idea ".

Margherita entrò in trance e Giulio esordì: "senti Margherì, te volevo di no..."

Ma Margherita non rispondeva, lo fissava a bocc'aperta senza sentire le parole che Giulio stava dicendo! "Margherì.....Margheritaa" Niente, Margherita non fiatava. A cosa stava pensando Margherita che la rapiva totalmente nessuno lo sa. Però pensava. Dopo ripetuti tentativi tutti falliti, al semaforo di colle salario, Giulio si voltò a guardarla.

Vide una Margherita sedura a terra che lo fissava. Gli sguardi si incontrarono, gli occhi di Giulio credettero di vedere Margherita presente, quindi Giulio proseguì a parlarle guardandola...

G. "no, che stasera no, amo pijato a multa, poi forse n'avemo presa pure n'artra, in autostrata....'nsomma n'avemo prese due, no...mo sai che c'è Margherì, che mo lassamo st'autobus, poi pijamo a macchina e te porto al club...poi n'amo da Fausto, n'amico mio che ne sa più de te, e poi chissenefrega delle multe, Margheri' io nu te vojo lassa stanotte, famo che stamo a capisse senza che dico artro...poi le multe vedemo...vabbé Margheri'???...."

Tutte queste belle parole, però Margherita non le ascoltò perché pensava Margherita...pensava che non voleva proprio anna' 'npiazzetta dagli amici sua, e no non stasera, no...no-no...! Maddeche!

 

 


 
 
 

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